La Sirenetta e perché Halle Bailey ci piace
Articolo a cura di Lady.R.
L'anno prossimo uscirà un remake del classico Disney La Sirenetta. Per il ruolo di Ariel, la protagonista, è stata scelta l'attrice afroamericana Halle Bailey, già apparsa in serie come Grown-Ish, e parte del duo Chloe X Halle assieme alla gemella Chloe.
A partire dall'annuncio, ha avuto inizio una controversia ancora in corso. La differenza di etnia tra l'attrice e il personaggio del cartone è stata accolta con piacere da alcuni fan, pronti a vedere l'attrice in azione in un setting tropicale, ma rifiutata assolutamente da altri. Addirittura è stata aperta una petizione (o più di una) per cancellare l'ingaggio della Bailey e sostituirla con un'attrice bianca e dai capelli rossi.
Critiche che però, mi raccomando, non sono assolutamente razziste.
Ecco dunque i più comuni argomenti contro il casting, e cosa li rende invalidi.
• "Le persone rosse di capelli sono una minoranza discriminata, ad esempio Ed Sheeran era vittima di bullismo per il colore dei suoi capelli. Ariel deve avere i capelli rossi, o si sottrarrà rappresentazione a questa demografia". Questi casi sono veri, ma seppur subire bullismo per il colore dei tuoi capelli sia ingiusto, questo non fa dei rossi una minoranza vittima di discriminazione. I casi di persecuzione sistematica verso le persone rosse, come i roghi alle streghe, e le superstizioni valide ai tempi di Giovanni Verga che portarono alla creazione di Rosso Malpelo, sono troppo antichi e sporadici per impattare la società moderna, più legati a una superstizione ormai morta che a un pregiudizio ancora in vita, e mai integrati in alcun disegno di legge. Piuttosto ad essere vittima di scrutinio sono i capelli dei neri, con ancora oggi casi di donne nere costrette a lasciare l'aula o il posto di lavoro perché i capelli naturali o le acconciature tradizionali sono "sciatti" o "non professionali".
Il canone Disney presenta inoltre altre eroine dai capelli rossi – incluse le cowgirls Jessie e Slue-foot Sue, l'immortale Jessica Rabbit, la dolce Roxanne, la supereroina Elastigirl e altre tre principesse (Giselle, Anna e Merida) la cui etnia è integrale all'ambientazione, al contrario di Ariel. Prima di Tiana, l'unica eroina nera presente nel canone animato è stata la centaura-asino Sunflower, serva e cameriera delle centaure bianche di Fantasia rappresentata come sgradevole e più piccola – oggi censurata in molte versioni. Nulla esclude poi che la Bailey abbia i capelli rossi nel suo film, fattibile tra tinture e parrucche. Inoltre è possibile per i neri avere i capelli rossi naturali, come testimonia questo servizio fotografico.
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• "Se la Disney vuole rappresentare le minoranze, perché non girare direttamente un remake di La Principessa E Il Ranocchio? Halle Bailey sarebbe perfetta per la parte di Tiana." No, Halle non sarebbe perfetta per interpretare Tiana: Tiana ha la carnagione scura, e farla interpretare a una ragazza relativamente chiara sarebbe colorism – discriminazione verso le persone dalla pelle scura, spesso perpetuata proprio da persone di colore più chiare. Inoltre, la possibilità di un futuro remake di La Principessa E Il Ranocchio (improbabile, dato il moderato successo) non preclude questo remake e questo casting. Un'eroina nera non toglie l'altra. Peggio ancora quando propongono la Bailey per i ruoli di Pocahontas e Vaiana/Moana, che non sarebbe casting accurato non essendo lei indigena.
• "Se facessero un remake di La Principessa E Il Ranocchio/Pocahontas/Mulan/Oceania con protagonista una bianca, però, vi lamentereste". Logico: si chiama whitewashing, e riduce le già scarse possibilità d'ingaggio per gli attori di gruppi di minoranza. Se i sostenitori "non razzisti" di una Ariel bianca affermano di preferirla solo per "fedeltà al cartone", i sostenitori di una Tiana nera, una Pocahontas Nativa Americana o una Vaiana/Moana delle Isole del Pacifico lo fanno per permettere ai membri di queste demografiche discriminate di rivedere sé stessi, la loro cultura e le loro sembianze in un film fiabesco e sognante. Far interpretare Tiana da una bianca toglierebbe alle bambine e ragazze nere l'unica principessa del catalogo che gli somiglia, e cancellerebbe il fondamentale punto di trama che la vede vittima di razzismo e ostacolata nel suo desiderio di aprire un ristorante.
Bellissimi anche i poster "ironici" e "per scherzare" che girano, con Rapunzel interpretata da una donna calva, Peter Pan da un vecchio e Gli Aristogatti da cani. Queste tre "scelte di casting" vanno direttamente contro le trame dei film. Nulla, nella trama de La Sirenetta, prevede una bianca per protagonista. Cambiare l'etnia dell'eroina non modifica in alcun modo la trama.
• "La fiaba della Sirenetta è danese, scritta da Hans Christian Andersen. L'attrice dovrebbe essere danese". Innanzitutto, controversie del genere non si sono levate quando le fiabe francesi di Cenerentola e La Bella E La Bestia hanno avuto per protagoniste attrici inglesi, con cast in cui di francese non c'erano nemmeno le comparse. Le stesse persone a tirare fuori la "danesità" della fiaba propongono poi, come alternative, attrici come Emma Stone, Amy Adams, Amber Heard e Sophie Turner, che pur avendo i capelli rossi non sono affatto danesi. Lo stesso cartone dell'89 non presenta alcun riferimento culturale alla Danimarca. Dei personaggi del cartone, Eric è l'unico ad avere un nome norreno: ad esempio "Tritone" viene dalla mitologia greca (era il figlio di Poseidone), "Vanessa" è stato inventato dall'inglese Jonathan Swift a partire dall'ebreo "Esther", "Ursula" ha origini latine, e lo stesso "Ariel" ha origine ebraica. Il film stesso non presenta riferimenti alla cultura danese: mai i personaggi si presentano di fronte ad architetture specifiche al luogo, mangiano cibo tipico, indossano costumi storici o ballano danze tradizionali. Film Disney ambientati in Europa il cui setting è integrale alla trama sono Il Gobbo Di Notre-Dame, legato inestricabilmente alla cattedrale e all'architettura parigina, Hercules con i personaggi e i luoghi del mito greco, o Brave, in cui ogni elemento della trama è intriso di cultura scozzese – oltre all'Anastasia di Don Bluth, la cui protagonista è storicamente russa, e ai miti britannici citati in La Spada Magica della Warner Bros. La Sirenetta dell'89 – in cui canonicamente sono presenti pesci tropicali, incluso un granchio giamaicano – non ha niente di danese, eccetto un'origine interpretata molto liberamente.
• "L'aspetto fisico di Ariel è iconico: capelli rossi, occhi azzurri e pelle chiara". Sui capelli rossi rimando al primo argomento. L'aspetto fisico di Ariel, poi, è solo un elemento del suo personaggio. Ciò che conta è il carattere: ribelle, curioso, irriverente e pronto a tutto per ciò che vuole. La Belle di Emma Watson era fisicamente simile a quella del cartone, ma caratterialmente era acida, supponente, forzatamente competente, priva della componente romantica e "umana" dell'eroina del cartone – oltre che manchevole nel canto, cosa che non si può affermare della Bailey, cantante professionista.
• "È scientificamente inaccurato che una sirena abbia la pelle scura, vivere sul fondo del mare lontano dal sole è sinonimo di pelle chiara e mancanza di melanina". Una sirena "scientificamente accurata" avrebbe anche altre caratteristiche, come l'essere grassa come una foca per proteggersi dal gelo del fondale. Quello che atterrisce di questo argomento è l'idea di applicare standard "scientifici" a una sirena, una creatura mitologica, nonché protagonista di una fiaba. Le fiabe non hanno bisogno della nostra logica scientifica, ma solo di magia e personaggi forti.
Ed ora il piatto forte.
• "Perché non creare storie originali, magari tratte dai miti dell'Africa, con protagonista una nuova principessa?", e "Perché non creare una nuova storia, con protagonista una nuova sirena, legata semplicemente alla fiaba della Sirenetta?" Li metto insieme perché sono disperati uguale. Capisco la frustrazione per i frequenti live action, ma se davvero questi critici tenessero alla creazione di "eroine nuove e fresche che rappresentino come si deve le minoranze" se la prenderebbero anche con Frozen II, che non solo ha per protagoniste eroine bianche, ma anche già usate in passato. Quello che traspare da questi argomenti è un disperato "non toccate la mia infanzia" – come se bastasse un remake moderno a portarvela via. Non toccate la Ariel con cui siamo cresciuti: potete plagiarla, appiccicando il suo carattere a una "nuova sirena" chiamata con un altro nome, ma non deve essere "lei", perché lei è "infanzia" ed è "mia". O creare eroine nuove, prive dello status di iconicità e della fama della Ariel con cui tutti sono cresciuti. Non un riportare alla vita l'infanzia delle bambine nere rappresentate da Halle Bailey, ma un personaggio che va conosciuto daccapo, che non ha per loro l'affetto e la familiarità di colei con cui sono cresciute.
Le eroine nuove ci saranno. Probabilmente ci saranno controversie anche per loro, accuse di "politicamente corretto" e di obbedienza ai "SJW" – come è stato con Finn, Rey, Poe Dameron e Rose Tico, personaggi "originali, nuovi e freschi" della nuova saga di Star Wars. Come è stato con Stella Rubia, extraterrestre. Come è stato con Black Panther, personaggio nero sin dalle origini. Di recente è stato accusato di "politica" il titolo in uscita della saga Nintendo Animal Crossing, colpevole di... contenere la possibilità di personalizzare il personaggio giocabile, tra cui il colore della sua pelle.
Ora fate un passo indietro e immaginate se una ragazzina nera leggesse quei vostri commenti.
Una ragazzina che fino ad oggi ha avuto come unico riferimento tra le principesse, in cui rivedere la pelle per cui è vittima di discriminazione, i tratti per cui viene chiamata "brutta" e "scimmiesca", i capelli per cui viene presa in giro, la moderna Tiana. Ora vede Ariel, la sirena curiosa che balla con i pesci, e improvvisamente Ariel è come lei. Ha il *suo* volto, il *suo* accento, il *suo* timbro. E la fa sentire bella, importante e valida.
Quella ragazzina nera ha probabilmente passato l'infanzia guardando soprattutto opere con eroine bianche. Probabilmente le sono piaciute. Probabilmente ha ballato con Biancaneve, sognato con Cenerentola e sospirato con Belle – anche se nessuna di loro le somiglia, e quando era bambina la mera idea di Tiana non era pensabile. Eppure le sono piaciute, e a loro si è affezionata.
Se una volta le cose vanno all'inverso, dubito che ci farà alcun male.
Una performance di Halle Bailey, per apprezzarne la potenza vocale.
https://youtu.be/T4MajGTp1x8
Dal twitter di Morgan Jarrett (@msmorganjarrett)
"Come ragazza bianca dai capelli rossi, ho un forte affetto per "La Sirenetta". Ariel ha cambiato il mio mondo di rossa. Le "battute" cattive sono finite. I miei capelli erano ora fonte di invidia.
E sapete una cosa? Voglio che le bambine nere sentano lo stesso con la nuova Ariel".
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Dal twitter di Maja Widerberg (@MajaWiderberg)
"Come scandinava bianca con un padre danese, vorrei dirvi che sia io che il mio padre danese superiamo Halle Bailey e pensiamo che farà prendere vita meravigliosamente sullo schermo alla fiaba danese "La Sirenetta"."
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