Fermiamo il bullismo


Se dovessimo chiedere "come si potrebbe fermare il bullismo?" la risposta, di per sé, sarebbe semplice: basterebbe che le famiglie educassero (prevenzione) e che le autorità intervenissero (risoluzione).

Purtroppo non è così, spesso le autorità fanno spallucce e intervengono solo se forzate.

Mi ricordo però del mio buon preside, che, per mettere a freno il bullo che mi perseguitava (e che infastidiva tutta la classe, manifestando anche episodi che si potrebbero associare alla possessione demoniaca, quali urlare, bestemmiare a ripetizione, battere i piedi per terra, agitare grosse forbici e incitare al genocidio degli omosessuali fino a diventare rosso in faccia) dopo diversi tentativi pacifici ricorse a una soluzione estrema, ossia minacciare di chiamare i servizi sociali.

Lo definì anche un individuo "pericoloso" per l'incolumità degli studenti. Tutto ciò implica andare incontro a procedimenti legali, rischio di essere definito mentalmente instabile, finire in cliniche per malati di mente ed essere strappato alla famiglia.

Che fare allora, si saranno chiesti i genitori? Ipotechiamo la casa, ci muniamo di un avvocato e sperperiamo i risparmi di una vita per permettere a nostro figlio di fare il bullo oppure lo richiamiamo?

Optarono per la seconda via, infatti tali genitori smisero di urlare dietro ai professori e lui stesso divenne un lecchino che Grima Vermilunguo e Alfrid a confronto sono dignitosi.

Tuttavia, quando la mia malattia esplose ed ero talmente debole e intontito da non pensare nemmeno di avvisare il preside, tornai bersaglio dei bulli.

Mi ricordo un caso: andai in bagno e tornai in classe, scoprendo che la mia gomma era sparita.

Guardai con indifferenza, poi notai che il prof mi fissava, abbassai lo sguardo credendo che mi stesse indicando per terra, poi mi girai verso quello che avevo dietro.

"ORGANOOOOOO!" mi urlò ridendo.

Io lo guardai con indifferenza, non feci nemmeno spallucce e mi girai di nuovo, ricevendo la mia gomma in testa due secondi dopo. La raccolsi e la rimisi al suo posto. Il prof sorrise per tutta la scena.

Questo qui era considerato (pur non essendo bello) un figo. Se però fosse stato etichettato a patetico, ci avrebbe pensato dieci volte prima di compiere tal gesto.

I bulli, di solito, cercano approvazione: il mio bullo più "folle", diciamo così, no, lui voleva solo urlare. Tuttavia siamo d'accordo nel dire che passare tre quarti d'ora a fare il gesto di darti il pugno, per poi fermarsi all'ultimo mentre guardi con fare minaccioso, di certo ti rende ridicolo. In quel caso io passai tipo quindici minuti ad alzare la guardia, altri quindici a guardarlo con commiserazione, altri quindici a fare matematica. Risulta comico quando tu fai i calcoli e vicino a te uno ti guarda e fa il gesto di colpirti, ripetendolo globalmente almeno cinque volte al minuto. E si credeva minaccioso!

Il bullo tipico, però, vuole essere apprezzato, vuole essere riconosciuto come un maschio alpha. Una conoscente di penna mi raccontò che a lei bastava guardare i bulli negli occhi per far loro capire quanto fossero stupidi. Questo implica che erano, in fondo, tipi ragionevoli che non godevano dell'approvazione dell'aula (e infatti è così, l'intera aula li considerava ridicoli).

Ma se invece avessero avuto alle spalle almeno tre persone che ridevano? Io mi ricordo di bulli che, alle superiori, ripetevano sempre la stessa battuta, anche venti volte consecutive, e il gruppo di ragazzine rideva.

"Ehi, sta ripetendo venti volte consecutive "sei in ritardo! Sei in ritardo!" a uno che arriva in ritardo a scuola di due minuti, wow, che supermacho!"

In un altro caso ancora uno mi offrì una cicca: intuendo l'inganno (dava la scossa) rifiutai.

Lui insistette per tipo... Ore, eravamo in gita.

Gli dissi di sì e gli chiesi di darmela, gli chiesi se dava la scossa o c'era la molla, lo ignorai, gli feci notare che era ridicolo, e lui, con maschi e femmine che ridevano dietro, mi rispondeva sempre: "vuoi una cicca?"

Dopo almeno la trentesima volta che me lo chiese, gli domandai se l'avrebbe smessa dopo l'accettazione: lui rispose "vuoi una cicca?"

Esasperato, la toccai e presi la scossa: lui e gli altri scoppiarono a ridere.

Dopo me lo chiese ancora altre tre volte, poi si stufò.

E questo era "un figo" di terza superiore.

Faccio un altro esempio: sempre alle superiori, quando una prof disse a uno studente che era un po' duro a capire certe cose, lui rispose "scusi prof, anche a me hanno dato una padilata in testa quando ero piccolo!"

Questo commento era un rifermento a una notizia del giorno prima, dove un neonato, dopo essere stato rapito, settimane dopo fu ritrovato col cranio spaccato da una padilata. La classe rise, venendo subito richiamata dalla professoressa. Lui fece quella battuta perché sapeva di godere dell'appoggio.

Quando invece feci a pugni alle medie, la mia classe intervenne in mia difesa: il bullo, vedendo che era tipo uno contro venti (e già con me stava incontrando qualche difficoltà), non osò più avvicinarsi, almeno non in ambiente scolastico. Questo perché avevo mostrato che il mio gruppo era forte e numeroso, maschi e femmine, amici e gente che mi aveva a propria volta bullizzato accorsero in massa, formando una muraglia umana.

Al contrario, venni picchiato quando i miei "amici" mi vendettero, mostrando quanto la nostra unità fosse debole.

Ne consegue che il bullismo si verifica perché la vittima è lasciata sola.

In tal contesto offro un esempio di cyberbullismo a cui ho assistito: il master di un forum, di oltre trent'anni, si mise a bullizzare un utente (fece il bullo anche con me un paio d'anni prima). La vittima, dopo diversi tentativi di farlo ragionare, disse che avrebbe portato gli utenti dalla propria parte, voleva fargli vedere che non poteva trattare così gli altri.

Il master gli rise in faccia, mettendo in chiaro le cose: quello era il suo regno, non una repubblica dove farsi eleggere, lì comandava lui, potevi avere tutti gli utenti e il mondo dalla tua, e il master, in quanto tale, avrebbe continuato a fare quello che voleva. Per cui, se vuoi stare nel forum, devi impegnarti per ingrandirlo, sennò vedi di cambiare aria.

Una cosa che non aveva considerato è che un padrone è tale finché la sua autorità non viene messa in dubbio: gli utenti infatti avrebbero potuto semplicemente andarsene e il forum sarebbe appassito.

Per fare un confronto, io vi chiedo: se noi di Demoni di EFP dicessimo che non ce ne frega niente del vostro parere, se Evgenij dicesse che piuttosto che cambiare idea caccerebbe a calci Tolkien in persona e che se volete stare qui dovete votarci e far crescere la pagina, sennò fuori dai piedi, che fareste?

Gli utenti del forum se la sono risa: "lol, il master sta facendo il bullo con un nuovo arrivato e sta dicendo che il nostro parere per lui non conta nulla, che spasso, dove sono i pop corn?"

Questo è un tipico atteggiamento che favorisce il bullismo.

Proseguiamo con le dovute distinzioni: mi rendo conto che un ragazzino che cerca di fermare tre bulli che sono il doppio di lui correrebbe seri pericoli. Anche un adulto che prova a sedare una rissa potrebbe andare incontro a guai legali solo per aver immobilizzato con troppa forza un minore.

Ma se un gruppo di ragazzini intervenisse, e a loro volta chiamassero un altro gruppo, i tre bulli si troverebbero di fronte a una massa capace di travolgerli.

Se qualcuno di voi ha visto Death Note, anche in un flash-back di un personaggio, Mikami, i bulli scolastici erano fermati in tal modo. Ma quando la coesione tra studenti s'indebolì, i bulli tornarono a spadroneggiare.

Ricordate anche una cosa: secondo "Dei delitti e delle pene", il criminale (il bullismo è una forma di criminalità) conta di farla franca. Detto tra noi, anche sentirsi dire "sì, è vero, hai bullizzato qualcuno per mesi, ti metterò quindi una nota sul registro" equivale a farla franca, perché è una punizione così misera che non porta nessuna conseguenza (infatti molti bulli ridevano per questo).

Ma quando l'autorità interviene seriamente, quando gli spettatori (e questo vale anche per le piattaforme) intervengono in massa, allora il bullo inizia a esitare, non è più la parte forte e può essere sconfitto. E chissà, forse anche redento.

Ci sono bulli che fanno così solo per fare i fighi, me ne ricordo uno, e come lo rieducai? Con un pugnetto da due soldi tirato davanti alla prof mentre lui cercava di scappare.

Non gli feci davvero male, ma il gesto lo fece rinsavire dopo mesi in cui si era comportato come un idiota.

Mesi dopo, prima dell'inizio delle scuole, fece un incidente in motorino, rompendosi qualche osso. Fu sua madre a telefonarmi per chiedere di passargli i compiti (aggiungendo qualche lusinga). E che potevo fare, dire di no a una madre che ha il figlio in ospedale?

Da quel che ho visto quanto lui tornò a scuola (fu poi bocciato anche perché ebbe altri problemi) sembrò redento.

Ora, è verissimo che ci sono i sociopatici e persone del genere: il mio falso amico arrivò a mentire spudoratamente davanti alla mia famiglia, inventò scuse ridicole, fece la vittima e a distanza di anni mi sono reso conto che il suo non era un tono di vero dispiacere o di vera paura, ma simulava.

Lui mi aveva venduto ai bulli, fatto picchiare, finire al pronto soccorso e doveva recitare per fingere di essere almeno intimorito dagli eventi! Ditemi voi se è normale questo.

Questo qui, secondo me, era uno che non è stato richiamato dai genitori quando serviva, mi ricordo un "mamma, muovi le chiappine e vai a rispondere al telefono!" sotto ai miei occhi. Uno che si permette di parlare così ai genitori, di fronte agli altri, di certo non è stato educato al rispetto.

Non siamo esperti di pedagogia e psichiatria, ma penso non ci sia bisogno di specificare che troppo bene alla lunga degenera, facendo sì che il bullo sia tale non perché maltrattato, ma perché servito e riverito in modo eccessivo.

Questo male però può essere sconfitto, e tal cambiamento, per prima cosa, deve partire da noi.

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