Albert Bruce Sabin

Nota: dati presi direttamente da Wikipedia.


Oggi parliamo di Albert Bruce Sabin.

Ebreo, nacque nel 1906 nel ghetto di Białystok, una città polacca che all'epoca faceva parte dell'Impero Russo. A quei tempi gli ebrei non erano visti di buon occhio, e l'intera famiglia fu vittima di discriminazione. Basti pensare che, quando era ancora un infante, nonché quasi cieco all'occhio destro, un coetaneo gli tirò una pietra, colpendolo su quello sano e rischiando di accecarlo. La situazione divenne insostenibile e la famiglia si trasferì in America, dove un ricco parente pagò gli studi universitari ad Albert. Avrebbe dovuto diventare un dentista, professione che gli avrebbe fornito una vita benestante, tuttavia si appassionò alla microbiologia.

In breve tempo mostrò le sue eccezionali doti e divenne assistente del dottor William Hallock Park (celebre per i suoi studi sul vaccino per la difterite), che rimase così colpito che lo aiutò anche dal punto di vista economico (il parente smise di sostenere Albert quando lo vide abbandonare la carriera odontoiatrica).

Albert si concentrò sulla poliomielite, grave malattia infantile, la cui lotta aveva dato scarsi risultati: se il vaccino era stato apparentemente trovato tempo addietro, questo in aveva causato numerose morti, al punto da far cessare la ricerca.

Grazie a una serie di donazioni, la ricerca proseguì e Sabin scoprì che il virus colpiva l'intestino.

Durante il suo lavoro, scoppiò la Seconda Guerra Mondiale. Per lui fu una tragedia personale: in quanto ebreo, perse almeno due nipotine (mai conosciute) per mano delle SS. Scese in campo di persona e installò un laboratorio da campo in Giappone. In seguito si trasferì a Berlino, dove assistette a una epidemia di polio che colpì moltissimi bambini della semidistrutta ex capitale del Terzo Reich.

La sperimentazione animale su topi, scimmie e scimpanzé portò alla formazione di un virus altamente inibito (riconoscibile dal corpo ma incapace di attaccarlo) e lo testò prima su se stesso, poi su due suoi coraggiosi collaboratori: il dottor Ramos Alvarez (un medico messicano suo assistente), e un tecnico afroamericano che lavorava nel suo laboratorio. Fu poi il turno di carcerati volontari.

Entrò in una sorta di "rivalità" con un altro ricercatore, tale Salk: questi riteneva che il virus potesse stimolare la produzione di anticorpi anche se ucciso, non solo inibito. Tuttavia gli esperimenti di Salk dettero esito negativo. Lo stesso Sabin, sebbene lo rispettasse profondamente e sostenesse la grande importanza dei suoi studi, lo criticò. Il rivale rispose accusandolo di antipatriottismo.

Nonostante i problemi che seguirono al vaccino di Salk (tra cui un disastroso incidente in cui furono diffusi dei virus vivi, anziché morti) gli Stati Uniti scelsero quest'ultimo, forse perché americano.

Sabin fu però contattato da altri paesi, tra cui l'URSS, dove il suo vaccino si rivelò più efficace e sicuro di quello del rivale, al punto tale che l'America dovette riconoscerlo: milioni di bambini furono vaccinati in tutto il mondo e salvati.

Perfino ai tempi della Guerra Fredda, Sabin donò gratuitamente i suoi ceppi virali allo scienziato sovietico Mikhail Chumakov, in modo da permettere anche nell'URSS lo sviluppo del suo vaccino.

E in tutto ciò, lui non fece mai brevettare la sua opera, al fine di renderlo accessibile a tutti e rinunciando alla ricchezza.

Sabin risponde quindi alla descrizione più pura di eroe: vittima di odio e d'immotivate discriminazioni, ha usato il suo talento per sconfiggere un grande male, è stato odiato e sbeffeggiato, ma non si è mai arreso, ha rifiutato l'oro e ha perfino donato aiuto a quelli che lo avevano odiato.

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- fanwriter91 -

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