Aiuto!

Non capisco più niente, nella mia testa si stano formando tante fazioni che combattono l'una contro l'altra. È l'anarchia qui dentro. E a pagarne le spese sono sempre io. Il mio corpo. Non fa bene a nessuno questa guerra, distrugge il corpo e la mente stessa. Le fazioni più deboli spesso di annullano o si coalizzano con quelle più forti. La mia testa sta esplodendo. Io voglio farli smettere ma sono me. Come faccio a fare smettere me stessa. Non posso smettere di pensare, ne sono incapace. Esiste qualcuno in grado di non pensare? Se esisti, ti prego, dimmi come fare. A volte mi sembra di non avere nemmeno il controllo su me stessa. I miei pensieri mi corrono veloci davanti agli occhi della mente senza che io sia in grado di fermarli e leggerli. È come stare in mezzo alla strada durante una corsa di macchine. Non posso fermarle e mi travolgono. Mi investono e poi sfrecciano via. Si, credo che questa sia l'immagine più appropriata per descrivere quando dico che "la mia mente va troppo in fretta". Mi fa venire mal di testa dopo, e io non posso farci niente. Non so perché succede e dopo mi sento sfinita, come se fossi stata contemporaneamente anche dentro quelle macchine.

Mi sale un grande sconforto. È frustrante non poter controllare la propria mente. Non riuscire a controllare se stessi, perché chi mi controlla se non sono io?

Non mi sento bene.

Credevo di avere superato questa parte di me. Credevo di poterla mettere in un angolo della mia mente e non guardarla più. Credevo di essere guarita quattro anni fa, in quella domenica 17 aprile 2016. Ho costruito una nuova vita basata sulle persone che mi stavano intorno.

Credevo di poter finalmente vivere come una ragazza normale. Ma ora che sono lontana da loro ho paura. Ho paura di me. Ho paura che lei torni.

Ho costruito una maschera basata sulle persone che mi circondavano, ma ora che sono lontana da tutti sento le crepe allargarsi e inizio a pensare di non essere mai guarita per davvero, che era solo una bugia detta a me stessa per smetterla di piangermi addosso.

La sento arrivare. Delle volte riesce a prendere il controllo di me. Io ci sono ancora, vedo e sento tutto, ma non riesco a fermarla e ho paura di lei, ho paura che possa prendere il sopravvento definitivamente. Ho paura di quello che potrebbe farmi fare.

So bene di non poterla dimenticare, so che DEVO continuare a ricordare per mantenere la mia integrità. Dimenticare equivarrebbe a rinnegare l'accaduto. Voglio solo che stia zitta, che se ne torni nell'angolo in cui è stata per questi quattro anni e che mi lasci vivere. È arrivato il mio turno.

Sta combattendo anche ora per venire fuori ma io non voglio. Quando sono lei divento cinica e calcolatrice e la me di ora svanisce. Io sono l'unica cosa che la separa dall'essere un automa. Io sono la bontà infantile che vuole eliminare per entrare nel mondo adulto, ma io non voglio. Non voglio essere lei per il resto della mia vita. Non voglio abbandonarmi alla sua crudeltà, alla sua freddezza. È quasi disumana e so che se riuscisse a prendere il sopravvento nella mia testa, che poi è anche la sua, non mi farebbe più tornare. E so di essere lei. So che questo corpo appartiene anche a lei, ma non voglio, NON POSSO, lasciarglielo. Lei è stata creata per proteggermi dal mondo. Era una guerriera fatta di ghiaccio che si parava davanti a me ogni volta che ne avevo bisogno e forse ora vuole tornare perché crede di servire a me come scudo, o forse vuole sostituirmi definitivamente. Non lo so. O forse si. So bene che per vivere nel mondo dei grandi serve lei, non io. E lo sa bene lei. Lei conosce il mondo bastardo in cui esistiamo.

Eccola.

Hai visto? Era lei.

Il mondo non deve essere per forza bastardo, come lo definisce, non deve essere per forza cattivo e crudele. Se solo potesse vederlo come lo vedo io. . . così colmo di bellezza da farmi piangere. I colori nel mio giardino mi commuovono, guardo il cielo e vedo la vita. Guardo una montagna e vedo l'infinito.

Ma lei no. Lei vede solo caos, distruzione insensata e morte. Ed eccomi qui. Ora sono una terza che sta in mezzo a quelle due, sono l'arbitro di questa partita. Dovrei decidere a chi dare in mano le redini di questo corpo: quale parte di questo cervello dichiarare migliore. Io sono nel mezzo e non so cosa scegliere. Entrambe hanno ragione e torto. E non sembrano intenzionate a collaborare.

Lei è troppo debole, finirebbe schiacciata in poco tempo.

Lei è troppo fredda, vivrebbe a lungo, ma morirebbe sola.

Come faccio a scegliere? Io non voglio morire da sola.

Tutti moriamo soli, non mi sembra che ci siano le rimpatriate per morire tutti insieme allegramente.

Visto? È così che vivrebbe la vita di questo corpo. Lei non lo merita.

Il mondo non ha bisogno di noi, non illuderti del contrario, se morissimo ora non cambierebbe una virgola nel mondo, non gliene frega niente di chi muore, purché accada.

Visto? Cinica.

Il mondo e la vita sono cose inspiegabili di una bellezza così grande da non poter essere compresa da noi, non siamo niente, te lo concedo, ma questo non significa che dobbiamo lasciare il posto a qualcun altro perché se siamo nati, se esistiamo significa che siamo stati scelti a caso per poter vivere un'esperienza così contorta da doverla solo vivere e accettare questo dono meraviglioso.

Ma quale dono? Non siamo altro che combinazione casuale di atomi. Non esiste un motivo per vivere, non esiste uno scopo, non esiste un perché, sono solo gli uomini a inventarsi queste stronzate per darsi importanza, per non cadere nella depressione. Come l'amore. Un'altra idiozia per giustificare il desiderio sessuale nettamente maggiore ad ogni altra specie.

Ti sbagli, l'amore è un sentimento comune a tutte le specie solo che noi lo dimostriamo in modo diverso. Si tratta del senso stesso della vita.

Si tratta di riproduzione e dato che l'uomo ha sviluppato una coscienza che sembra tormentarlo ha deciso di sfruttarlo per non sentirsi del tutto solo durante l'esistenza, sorvolando che questa è invece dettata dalla solitudine. Noi nasciamo, viviamo e moriamo da soli, come tutte le specie e gli esseri viventi, come ogni particella esistente. Noi non siamo speciali, non siamo un'eccezione. L'uomo è solo una specie primitiva legata alle emozioni, un bambino abbandonato che si crea degli amici immaginari come l'amore, la compassione e la morale, per non sentirsi solo. E lo sai che ho ragione, per questo non parli più.

Tu non meriti questo corpo. Non lo lascerò così facilmente, anche se dovessi riuscire a prendertelo io sarò sempre lì e quando meno te lo aspetterai io tornerò ai comandi e distruggerò tutti i tuoi "successi". Siamo una cosa sola, credi che non sappia quali sono i tuoi piani? Tu vuoi portarla all'apice della carriera da sola, allontanarla da tutti quelli amici che le ho fatto avere che ritieni solo come presenze superflue nella sua vita. Nella nostra vita. Sono loro che mi mantengono qui, e se sarà necessario abbatterò quel dannato orgoglio con cui l'hai fasciata e chiederò loro aiuto affinché tu non abbia il controllo.

Buona fortuna, in diciannove anni che siamo qua dentro non ha chiesto aiuto ad una singola persona e ha superato tutto. Grazie a me. Io le ho fatto capire la realtà dei fatti, la mia fredda logica l'ha riportata con i piedi per terra.

Ma io le ho permesso di perdonare quel bastardo e di perdonare se stessa. Io le ho fatto vivere una vita normale negli ultimi quattro anni e sono anche quasi riuscita a farle avere un ragazzo se solo non ti fossi intromessa. Era un campo che non ti competeva.

Lui non era giusto per noi. Il suo cervello elaborava pensieri che noi facevano sette anni fa, da ragazzine, lei merita molto di più.

Come fai a saperlo? Non puoi essere certa che non sarebbe stata proprio lei a farlo crescere.

Era un bambino lagnoso che avremmo dovuto ricostruire da capo. Lei si è già occupata di costruire se stessa, ha tenuto in piedi più persone lei di un paio di stampelle in un ospedale.

E questo solo grazie a me, grazie a quegli amici che le ho dato.

Amici che non mi hanno mai conosciuto. Non hanno mai nemmeno provato ad andare oltre te e proprio per causa tua lei si è fatta calpestare come uno zerbino. Tutti quelli che ha aiutato le hanno dato poco più di un sorriso e sono tornati alle loro vite di merda senza più curarsi minimamente di lei. Di noi. Io non so cosa sia un amico ma non credo che siano quelli che tu ci hai procurato. Sono colo compagni che tra un paio di anni si saranno dimenticati di noi. E lo so che lo sai anche tu. So che sai bene che le persone che vengono ricordate sono quelle come me, non come te. Quando sei tu a controllarla lei non fa altro che essere usata e abbandonata. Ricordo bene come siamo rientrate in classe con gli occhi così rossi da sembrare drogate e quelli che tu chiami amici non le hanno rivolto nemmeno uno sguardo. E se lo ricordo io, lo ricordi anche tu, quindi non dirmi stronzate. Con te verrà schiacciata da chiunque senza nemmeno emettere un lamento perché il mio orgoglio le fa bene.

Non le permette di chiedere aiuto.

Per cosa? Vedere un mucchio di sguardi bizzarri che cercano un modo carino per allontanarla definitivamente? Sai bene che appena capiranno quanto siamo disturbate ci allontaneranno perché non hanno nessuna voglia di occuparsi di noi.

Non puoi saperlo se non abbiamo mai provato.

Lo so perché so come sono fatte le persone. Sono egoiste. Non vogliono i problemi degli altri da addossarsi, sono convinti di avere già troppi problemi .

Magari ce li hanno davvero.

E noi no? Non avevamo anche noi problemi quando quel figlio di puttana l'ha umiliata più e più volte facendola sentire meno di una cicca sotto una scarpa? Le persone non vogliono i problemi degli altri da risolvere. È stupido.

Io ho sempre preso e risolto i problemi degli altri.

E guarda dove ci ha portato. Sai che ho ragione io, perché non ti arrendi e basta? Io sono la scelta migliore per lei. Con me non soffrirà più un solo giorno della sua vita. Non dovrà più dipendere da nessuno e non dovrà più fingere che gli importi delle altre persone solo perché lo vuole la tua maledetta morale.

La morale ci rende umani.

La morale ci rende deboli.

Ti sbagli, è lei che ci permette di agire nel bene della collettività. Se tutti fossimo come te non ci sarebbero collaborazioni di nessuno genere, nessuno aiuterebbe nessuno e il mondo sprofonderebbe nel caos più totale.

Come è giusto che sia. Non esiste qualcosa in questa realtà che non sia caos. Sono solo gli uomini che temendolo hanno inventato un ordine che non esiste.

Ma così l'umanità si decimerebbe. Sarebbe una guerra tutti contro tutti. Moriremmo in poco tempo.

Non dirmi adesso che davvero credi che l'umanità sia importante per questo pianeta. Ma hai visto cosa sta succedendo? E non fingere, siamo nello stesso corpo, sento quando ti metti a piangere guardando il mondo andare in fiamme.

E con questo? È il nostro pianeta, la nostra casa. Mi fa male vederla morire e sapere che è colpa nostra.

È il nostro ospite. Noi siamo solo parassiti. Ratti su una nave che si dannano solo quando questa va in fiamme perché non sanno nuotare. Nulla più.

Mi stai dicendo che non ami questo pianeta? Non puoi non aver notato la bellezza che lo domina. La meraviglia che questo caos ha creato, perché ti concedo che sia tutto casuale, ma non puoi dirmi che non sia bello, che non ti sfiora l'immagine di una cascata o di un fondale oceanico, o ancora di un monte, per non parlare dei potenti temporali. Entrambe li ammiriamo da sempre.

Questo non cambia niente. . .

Perché non puoi semplicemente tornare nell'angolo in cui sei stata per questi quattro anni? Ti chiamo se ho bisogno di te.

Perché siamo chiuse in casa da un mese ormai e quanti di quelli che chiami amici l'hanno contattata? Quanti le hanno chiesto come sta o un'altra di quelle stupide domande? Te lo dico io. Nessuno.

Lei ha parlano con Morena.

Che ha chiamato prima lei dopo tre settimane. Ha sempre fatto lei il primo passo. Sempre. Ed ha sempre ottenuto lo stesso risultato:niente. Nessuno si ricorderà di lei in futuro. Forse quando qualcuno riguarderà le foto di classe vedrà la sua faccia e ricorderà vagamente il suo nome e se incontreremo qualcuno al supermercato sarà felice di chiacchierare, ma nessuno la cercherà, nessuno si terrà in contatto.

È questo dunque? Hai paura che ci dimenticheranno?

No. Io SO che lo faranno. Non siamo state abbastanza significative nelle loro vite. Siamo superflue.

E di chi credi che sia la colpa? Non mia. Io ho fatto di tutto per inserirla nella normalità. Le ho fatto mettere vestiti corti nonostante i suoi problemi con se stessa, l'ho fatta ballare, le ho fatto apprezzare gli abbracci delle persone.

E appena hanno capito che abbracciava tutti hanno smesso di stupirsene e di dare valore a una cosa io ero riuscita a rendere particolare di lei.

Tu la stavi allontanando da tutti. Era una particolarità che le sarebbe costata la felicità di sentirsi stringere in due braccia e sai quanto le piaccia. Non puoi negarlo.

È solo l'ennesima illusione di felicità. Loro non danno più alcun peso a quel gesto, prima era speciale, ora è scontato. Lo sai che ho ragione per questo stai zitta. Non sai più come difenderti.

BASTA, ALLONTANATI DA LEI, ALLONTANATI DAI COMANDI, IO NON HO ANCORA SCELTO CHI DI VOI LA MERITI QUINDI TORNATE AI VOSTRI PORTI. NON TI AZZARDARE Più A PRENDERE IL SOPRAVVENTO PER COSì TANTO TEMPO. NON TI è CONCESSO. FINO A QUANDO NON DECIDERò, SARà LEI A I COMANDI E TUI SARAI RICHIAMATA SOLO IN CASO DI TRAUMA IMMINENTE, CAPITO?

Ora sono stanca. Mi fa male la testa. Ogni volta che si battono sono io a subirne le conseguenze.

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