YOU!


T'Challa aveva dato il suo permesso alla nuova squadra di supereroi senza la minima esitazione, pregando solo di risolvere la faccenda il prima possibile e senza mettere in pericolo la sua gente; aveva anche detto che, in caso di necessità, non avrebbe esitato a dare un aiuto, ma voleva essere lasciato da parte il più possibile: era Re ora, ed aveva già molte responsabilità sulle proprie spalle, non ci teneva ad essere coinvolto da un'organizzazione come lo S.H.I.E.L.D per salvare il mondo, o missioni simili.

Sharon aveva parlato al giovane uomo a nome di tutti gli altri e lo aveva ringraziato per la disponibilità, promettendogli che nulla sarebbe accaduto al Wakanda; gli Avengers avevano già provocato parecchi danni allo Stato africano e procurarne altri non sarebbe stata una mossa saggia: i primi problemi erano sorti con Ultron, quando Wanda aveva preso il controllo delle menti di tutti (ad eccezione di Clint e Tony) ed Hulk aveva distrutto mezza città, poi ne erano sorti altri quando la stessa ragazza aveva fatto esplodere un palazzo a Lagos, uccidendo numerose persone.

Dopo diverse ore di viaggio l'elicottero arrivò a destinazione e Charlotte si preoccupò di avvisare tutti gli altri sui rischi che avrebbero potuto correre.

"Molto probabilmente ci sarà anche Wanda, se questo è il posto giusto. È in grado di manipolare le vostre menti con i suoi poteri, può farvi vedere i vostri peggiori incubi o le vostre paure, quindi dobbiamo fare tutti attenzione. L'ultima volta abbiamo commesso l'errore di sottovalutare lei ed il fratello e non è andata molto bene" disse la giovane, rivolgendo poi la sua attenzione a Bucky "anche se prendi la cura è meglio che tu faccia attenzione ugualmente"

"Non sono un principiante, so come muovermi"

"Se dovessimo trovarla, cercate di non farle del male. La dobbiamo portare via con noi"

"Non hai nulla di cui preoccuparti, sappiamo come comportarci" rispose Sam mentre si occupava di caricare una piccola mitragliatrice, passò una pistola a Sharon, che era impegnata ad indossare un giubbotto antiproiettili: lei non aveva nessuna divisa od armatura in grado di proteggerla in una sparatoria "sei sicura di voler venire? Forse è meglio che qualcuno di noi rimanga sull'elicottero"

"Neppure io sono una principiante, so come muovermi e come affrontare dei nemici, Sam. Non sono una bambolina di porcellana, voglio essere parte attiva in questo piano, non sono intenzionata a ripeterlo un'altra volta quindi, ti prego, non provare mai più a farmi cambiare idea"

"D'accordo" si limitò a dire Wilson, rispettando la volontà dell'amica; tutti e quattro scesero dal mezzo ed entrarono nel magazzino dove credevano di trovare Rumlow ed i suoi uomini.

Una volta all'interno vennero aggrediti da un forte odore di muffa e polvere, come se quel posto fosse abbandonato da molti anni, Charlie si sentì proiettata a cinque anni prima, quando lei e gli altri Avengers si erano ritrovati ad affrontare Ultron: ancora una volta si ritrovò a pensare a quanto tempo fosse passato e quante cose fossero cambiate.

A quei tempi le sembrava impossibile anche solo pensare che la loro squadra potesse dividersi, la considerava un'eventualità lontana nel tempo, invece era avvenuta l'anno successivo.

"Sembra abbandonato. Non rilevo alcuna traccia di calore, a quanto pare abbiamo fatto un buco nell'acqua" commentò Sam, osservando l'interno della struttura con i suoi occhialini ad infrarossi.

"Questo posto è enorme, non possiamo averne la certezza fino a quando non lo avremo controllato tutto. Dovremo dividerci"

"Non credo che sia saggia come mossa"

"Barnes, questo posto è enorme, siamo costretti a farlo"

"L'esperienza mi ha insegnato che non è mai un bene dividersi in situazioni come questa"

"Intendi la tua esperienza da assassino?"

"Sam! Basta!"

"Non ho alcuna intenzione di discutere con te in un momento simile. D'accordo, dividiamoci allora, ma continuo a credere che non sia un ottimo piano" disse Bucky in tono secco; l'unico modo per comunicare che i quattro avevano erano gli auricolari che indossavano e dentro al magazzino la ricezione non era delle migliori.

Il giovane uomo scese una piccola scala di metallo e si diresse verso un ascensore, che conduceva ai piani più bassi, era meglio che fosse lui ad occuparsi di quella zona: sia perché era la più pericolosa e sia perché c'erano più possibilità che si trovasse a faccia a faccia con Rumlow.

Rispettava e condivideva il desiderio comune degli altri della squadra di essere partecipi, ma quella era una cosa che apparteneva a lui ed a lui solo; era in gran parte responsabile per tutto quello che a Steven era accaduto e prendere Crossbones con le proprie mani l'avrebbe aiutato ad espiare la colpa.

Quando le porte dell'ascensore si aprirono con un rumoroso cigolio, Bucky si ritrovò in un lungo corridoio quasi del tutto privo di luce, dove si udiva solo il suono di alcune gocce d'acqua che cadevano sul pavimento, provenienti da alcuni tubi che passavano per il soffitto; prese un profondo respiro, uscì dall'ascensore ed iniziò a percorrere lo stretto corridoio, senza avere la minima idea di dove lo avrebbe portato.

Teneva lo scudo in vibranio saldamente stretto nella mano destra, ed ogni tanto lanciava un'occhiata alle proprie spalle, per timore di essere attaccato a sorpresa.

"Mi sentite? Sharon? Sam?" sussurrò ad un certo punto "Bennetts? Mi senti?"

"Si, ti sento".

L'ex Soldato D'Inverno tirò un sospiro di sollievo, perché iniziava a pensare che fosse accaduto qualcosa ai suoi compagni, dato che non rispondevano.

"Finalmente. Ho provato a chiamare anche gli altri ma nessuno mi ha risposto. Dove ti trovi in questo momento?"

"Sembra una specie di laboratorio, non capisco, è tutto buio"

"Hai trovato qualcuno? O qualcosa?"

"No, nulla. In che zona sei, tu?"

"Credo nel piano più basso, in questo momento sono in un corridoio ed anche qui è tutto completamente immerso nell'oscurità"

"Sei sicuro di non aver bisogno di aiuto? Se vuoi posso raggiungerti in pochi secondi...".

La voce di Charlie era lontana e disturbata, così lui si affrettò a rispondere che non aveva bisogno di aiuto, che era in grado di cavarsela benissimo da solo, ed interrupe la conversazione per proseguire l'ispezione.

Si ritrovò ben presto in una piccola stanza quadrata, completamente sprovvista di finestre, l'aria era piuttosto rafferma ma per Barnes non era affatto un problema; indugiò per qualche momento e poi si voltò per uscire, perché non c'era nulla che potesse costituire un indizio, ma qualcosa attirò la sua attenzione.

Sentì un rumore appena percettibile, provenire da un angolo della stanza, si avvicinò con circospezione e riuscì a vedere una sagoma rannicchiata a terra; s'inginocchiò per osservarla con più cura e riconobbe Wanda Maximoff.

Era più magra di quello che ricordava, ed i capelli erano decisamente più lunghi, ma non nutriva alcun dubbio che non fosse lei.

"Wanda..." le sussurrò per tranquillizzarla "andrà tutto bene, adesso vieni via con me e con gli altri, d'accordo?".

Il giovane uomo allungò la mano sinistra, per invitare la ragazza ad alzarsi ed a seguirlo, lei lo guardò a sua volta e poi si alzò da sola; si avvicinò a Bucky, senza preavviso, gli appoggiò le mani nelle tempie, prima che lui potesse realizzare quello che stava per accadere.

Dalle dita di Scarlet Witch si generò dell'energia rossa, ed anche i suoi occhi divennero dello stesso colore, proprio come accadeva a Charlotte quando usava la sua magia; contemporaneamente Barnes si accasciò di lato sulle mattonelle sporche, premendo con forza le mani sulle tempie, gridando in preda a forti dolori.

Nella sua mente stava rivivendo ogni singola tortura subita dall'Hydra, ed una voce gli stava sussurrando nelle orecchie quelle maledette parole che gli erano state inculcate con la forza.



Sharon si trovava nell'ala est del magazzino quando sentì un movimento improvviso alle sue spalle, proprio come era accaduto a Bucky, per cui si girò subito con la pistola ben puntata contro il suo possibile aggressore; l'abbassò rendendosi conto che si trattava del suo Leader.

"Oh, scusami, mi sono spaventata" disse, piuttosto imbarazzata, cambiò completamente idea quando Bucky le si avvicinò, l'afferrò per un braccio e la scagliò contro una parete; la giovane donna provò a rialzarsi, piuttosto confusa, ma ricevette un calcio ai reni che le strappò un urlo di dolore.

"Sharon!" esclamò Falcon, arrivando prima che il più grande potesse colpirla ancora una volta.

Provò ad attaccarlo alle spalle ma l'ex Soldato D'Inverno evitò con agilità Sam, quest'ultimo, allora, gli sparò contro usando una delle mitragliatrici di cui erano dotate le sue ali meccaniche ma anche quello servì a nulla, perché l'altro si protesse con il braccio in vibranio, su cui i proiettili scivolarono letteralmente via; Barnes riuscì ad afferrare il giovane per la gamba destra e lo lanciò contro un muro, come aveva fatto con la nipote di Peggy, poi andò da lei, l'afferrò per il giubbotto antiproiettile e la scagliò giù dal piccolo ponte su cui si trovavano.

Falcon si riprese sentendo le urla dell'Agente; nonostante fosse ancora stordito azionò nuovamente le ali e riuscì ad afferrare l'amica prima che si schiantasse al suolo.

"Grazie" sussurrò lei, ansante, poi si guardò attorno "dove è andato?"

"Dannazione" imprecò l'altro "Charlotte".



Charlie uscì dal laboratorio che aveva appena ispezionato, senza trovare nulla che potesse essere d'aiuto a lei ed agli altri, ripercorse un piccolo ponticello sospeso e si concentrò sulla zona ovest, l'unica che ancora non era stata controllata; si morse il labbro inferiore e scavalcò un armadio abbandonato a terra, faceva terribilmente caldo dentro a quel magazzino, delle gocce di sudore le scendevano lungo le guance ed i capelli erano letteralmente appiccicati sulla testa, ma nonostante tutto il caldo e l'afa erano le sue ultime preoccupazioni.

Con la coda dell'occhio vide un movimento sospetto a poca distanza da lei, così si girò velocemente e colpì il nemico con dell'energia azzurra, che lo mandò a sbattere con forza contro il soffitto prima di atterrare di peso nel pavimento; la giovane si portò le mani alla bocca non appena identificò la figura che si stava alzando con Bucky e corse subito a prestargli soccorso.

"Non ti avevo riconosciuto" si giustificò, appoggiandogli entrambe le mani sul braccio destro, per aiutarlo; il più grande piegò il viso di lato, fissandola con uno sguardo duro e freddo, lei si accorse subito del colore innaturale dei suoi occhi e capì che Wanda era a sua volta nel magazzino e che non aveva davanti a sé il padre di suo figlio, ma il Soldato D'Inverno.

Sollevò il ginocchio destro per colpirlo in pieno volto ma il più grande intuì la sua mossa e le assestò un pugno all'altezza dello stomaco, che le tolse il respiro per alcuni secondi; Barnes le diede un altro pugno ed un calcio, Charlie provò a difendersi ma allo stesso tempo non lo voleva colpire con troppa forza perché non voleva fargli del male.

Continuando ad indietreggiare si ritrovò nuovamente nel laboratorio di poco prima, con la schiena appoggiata contro una parete, apparentemente senza alcuna via di fuga; in realtà avrebbe potuto scappare ma non era quello che voleva fare, voleva che il giovane uomo ritornasse in sé senza colpirlo talmente forte da fargli perdere i sensi, così iniziò a parlargli.

"Stai zitta" ringhiò lui, quasi subito, stringendole la mano di vibranio attorno alla gola, in una scena simile a quella di qualche anno prima, quando erano nel laboratorio in Siberia.

"Tu non sei così. Ti stanno controllando la mente. Ti prego, non fare qualcosa di cui, poi, te ne pentirai. C'è una soluzione per tutto" rantolò la più piccola, interrompendosi poi perché la presa sulla sua gola si era fatta più salda "ti prego, io sono dalla tua parte".

Lo sguardo del Soldato divenne improvvisamente attento, concentrato sul volto della ragazza che stava uccidendo, allentando di poco la presa; Sam e Sharon arrivarono esattamente in quel momento ed il primo colpì Bucky con un calcio alla testa, facendolo crollare a terra.

Charlotte si portò una mano alla gola ed iniziò a tossire rumorosamente, mentre tentava di riprendere fiato.

"Come stai?"

"Non avresti dovuto colpirlo in quel modo"

"Oh, potresti almeno ringraziarmi dato che ti ho appena salvato la vita" ribatté Sam, piuttosto seccato dalle parole dell'amica.



"Barnes... Capitano Barnes, apra gli occhi...".

Bucky si ritrovò a combattere contro il sonno e la nausea che gli saliva dallo stomaco, lentamente riuscì ad aprire le palpebre e mise a fuoco una stanza illuminata con diversi neon appesi al soffitto, impiegò un po' di tempo prima di riconoscere l'infermeria della Villa.

"Dove... Dove sono?" domandò con voce impastata, che rendeva difficile capire le parole che aveva appena detto.



Charlie si passò una mano sulla gola, grazie alla sua magia il livido rosso era scomparso ma le sembrava ancora di sentire il tocco freddo del vibranio, eppure non era arrabbiata, a differenza di Sharon e Sam.

"Sapevo che era solo questione di tempo prima che rivelasse la sua vera natura!"

"Ma non hai visto i suoi occhi?"

"Scusa, ma ero più impegnato ad evitare i suoi calci"

"Aveva gli occhi completamente rossi. Wanda lo stava controllando"

"Come posso essere sicuro che la tua non sia una bugia? Dopotutto saresti capace di dire qualunque cosa per difendere il tuo... aspetta, come lo chiama Tony?... Il tuo Soldatino di piombo".

La giovane stava per ribattere in modo piccato quando uno degli allarmi posizionati dentro l'abitazione prese a suonare: era quello dell'infermeria ed i tre corsero subito a vedere quello che stava accadendo, dato che il loro Leader si trovava proprio in quella stanza; attraverso la vetrata lo videro afferrare mobili e scagliarli contro i muri, mentre i dottori cercavano di uscire prima di essere colpiti da qualche oggetto.

" È ancora il Soldato?" chiese Sharon.

"No, credo che sia semplicemente furioso" rispose la più piccola, entrò nell'infermeria e gridò contro il suo ex compagno "Barnes, stai distruggendo tutto! Smettila!".

Lui si voltò e puntò l'indice della mano destra contro la giovane, in modo accusatorio.

"Tu!" le gridò contro a sua volta "noi due dobbiamo parlare. Ora".

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