SECRETS (PARTE UNO)


Minnie non aveva dimenticato la strana consistenza del braccio sinistro di Bucky, anzi, dal giorno in cui lo aveva sfiorato, aveva continuato a rifletterci.

"C'è una cosa che non capisco. Hai detto che il tuo braccio non è stato più lo stesso da quando hai avuto un grave incidente. Indossi una protesi?"

"Non esattamente. Se avessi una protesi non potrei fare tanti movimenti, non credi?" rispose lui, mostrandole che riusciva a muovere l'arto perfettamente.

"Ma è troppo freddo e duro per essere di carne, ossa e muscoli"

"Ti garantisco che il mio braccio è normale, solamente non è più lo stesso di tanti anni fa. Ora scusami, ma non ho intenzione di parlare di questa faccenda. È una cosa personale e delicata".

La donna preferì non insistere, perché sapeva che Bucky non avrebbe fatto altro che chiudersi in un ostinato silenzio se avesse continuato a fare domande su domande, già sapeva che se voleva scoprire la verità doveva farlo con l'inganno, ed aveva già in mente un piano: ogni sera, dopo aver chiuso il negozio, lui si faceva sempre la doccia e quello era l'unico momento della giornata in cui si spogliava.

Perfino di notte, nonostante il caldo, non si toglieva mai i pantaloni, la maglietta od i guanti neri.

Attese con pazienza in salotto, fingendo di sistemare un paio di pantaloni, quando sentì il getto dell'acqua smettere di funzionare si avvicinò alla porta, attese ancora qualche momento e poi la socchiuse con una certa trepidazione: il giovane uomo le dava le spalle, aveva già indossato i jeans ma era ancora a petto nudo; gli occhi di Minnie si soffermarono subito sul braccio in vibranio, lucido, che non aveva nulla di naturale.

L'ex Soldato D'Inverno si voltò di scatto, sentendo di essere osservato, sgranò gli occhi alla vista della sua coinquilina ed indossò velocemente la maglietta ed i guanti, con la consapevolezza che era troppo tardi ormai.

"Cosa era?"

"Per quale motivo sei entrata senza bussare? Avresti dovuto farlo! Quella cosa che hai appena visto è il mio braccio"

"Forse sarò un'ignorante in questo campo, ma non ho mai visto una protesi simile. E cos'era quella enorme cicatrice?".

Lui aprì la bocca e poi la richiuse subito, per prendere tempo, per pensare ad una scusa plausibile, per dare una spiegazione al braccio in vibranio, ma il suo cervello sembrava bloccato e si ritrovò a balbettare parole senza senso.

"Minnie, ci sono determinate cose che non ti posso spiegare. Non ti posso dire quello che mi è successo"

"Perché?"

"Perché se te lo dico chiamerai subito la polizia"

"Questo lascialo decidere a me. Se non conosco quello che ti è successo, come posso giudicarti? Siediti qui e racconta" Minnie appoggiò la mano destra sul cuscino vicino a sé, ancora vuoto, il giovane uomo guardò il divano in silenzio, cercando di mascherare il suo terrore: non voleva raccontarle il suo passato, però aveva anche bisogno di qualcuno pronto ad ascoltarlo, soprattutto qualcuno pronto a non giudicarlo.

E quella persona sembrava essere proprio lei.

Decise di sedersi e di raccontare tutto, ogni singola cosa, nel peggiore dei casi sarebbe scappato, come aveva già fatto.

Per tutto il tempo in cui il giovane uomo parlò, la donna rimase in silenzio, concentrata ad ascoltare le sue parole.

"So che non crederai alla maggior parte delle parole che ho detto, ma ti posso assicurare che è solo la verità. E questa maledetta protesi ne è la prova concreta. Se adesso vuoi chiamare la polizia sei libera di farlo, ma se avessi avuto delle cattive intenzioni avrei potuto ucciderti già molte volte"

"Proprio per questo motivo ti credo"

"Ti ho appena rivelato di essere il Soldato D'Inverno e non sei affatto preoccupata? Ho sempre con me un foglio in cui ci sono scritte delle parole e queste parole servono per risvegliarlo"

"Il Soldato?"

"Si"

"E se hanno questo effetto perché le porti con te?"

"Perché sono arrivato alla conclusione che l'unica cura sia resistere a quelle dieci parole. Ecco perché quel giorno ero di pessimo umore, avevo provato a leggere la prima e non sono riuscito a resistere. Ero furioso con me stesso ed a causa dell'effetto... Sei libera di dirmi tutto quello che vuoi"

"In verità, neppure io sono stata del tutto sincera. C'è una cosa che devi vedere" disse la proprietaria del negozio; si alzò dal divano e si avvicinò ad un mobiletto, prese qualcosa da dentro un cassetto e tornò dal suo ospite, porgendogli quello che sembrava un piccolo blocco di vecchie fotografie.

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