PERFECT


Bucky impiegò più di un'ora per arrivare alla libreria in cui lavorava Elisa, per tutto il tempo della lunga camminata si sforzò di non pensare a Charlotte, alle parole che le aveva detto, ripetendosi che aveva preso la decisione migliore per il loro rapporto; si avvicinò alla vetrina ed appoggiò una mano sulla superficie trasparente per osservare l'interno: vide una ragazza dai lunghi capelli neri intenta a sistemare dei libri, bussò due volte per attirare la sua attenzione.

Lei aprì la porta e disse al giovane uomo che sarebbe arrivata subito; difatti, dopo pochi minuti, chiuse a chiave la libreria ed inserì il codice dell'allarme; si voltò a guardarlo e gli rivolse un timido sorriso, che le incurvava appena gli angoli della bocca.

"Sei in anticipo"

"Credevo di essere arrivato in ritardo"

"Non posso venire all'appuntamento con questi vestiti, dovrei fermarmi a casa. È un problema per te?"

"No, assolutamente no" rispose Bucky, salì nella macchina della più piccola ed arrivarono al suo appartamento in una decina di minuti; appena varcarono la soglia d'entrata lui si guardò attorno, con curiosità "è molto bello"

"Grazie, puoi accomodarti sul divano. Vuoi qualcosa da bere? Da mangiare?"

"No, non voglio nulla"

"D'accordo, ti prometto che farò presto" disse Elisa, sparendo poi nel corridoio che portava alla sua camera da letto; Barnes si guardò ancora attorno, intrecciando le dita delle mani, sempre celate dai guanti in pelle nera.

Ancora una volta i suoi pensieri rischiarono di andare a Charlie, ma si riprese subito: se voleva iniziare una nuova vita doveva trovare una donna del tutto estranea al mondo in cui viveva, una che non fosse stata abituata a mentire e che non gli nascondesse cose importanti.

Notò un mobiletto dove c'erano diverse fotografie, si alzò per osservarle con più attenzione: in quasi tutte c'era la giovane proprietaria dell'appartamento in compagnia di una donna e di un uomo, o di una ragazza che le assomigliava molto, che sicuramente dovevano essere i suoi genitori e la sorella; poi vide una foto di Elisa con Steve, che prima non aveva notato, la prese in mano per guardarla meglio, mentre una morsa già gli stringeva lo stomaco, senza sentire qualcuno che si avvicinava alle sue spalle.

Venne preso alla sprovvista dalla voce femminile e la cornice gli scivolò quasi dalle mani.

"Non farlo mai più"

"Scusami, non era mia intenzione spaventarti. Credevo avessi sentito i miei passi. Che cosa stai guardando?"

"Nulla" rispose il più grande, in un soffio, posando l'oggetto nel punto in cui l'aveva trovato, si voltò in direzione di Elisa e rimase piacevolmente sorpreso da quello che i suoi occhi videro: si era cambiata rapidamente, sostituendo la divisa da lavoro con un paio di jeans scuri ed una camicia bianca, sprovvista di maniche, con un fiocco sul collo; i capelli erano sciolti, ed alcune ciocche le ricadevano sul petto, terminando poco sotto il seno.

Era molto bella e Bucky si chiese come non lo avesse notato anni prima.

"Come sto?" domandò lei, senza riuscire a nascondere il rossore che si stava rapidamente diffondendo sul suo volto.

"Molto bene" rispose l'ex Soldato D'Inverno "dove ti piacerebbe andare?"

"Qui vicino c'è una pizzeria. Molto probabilmente ti sto per fare una domanda stupida ma... Hai mai mangiato una pizza?"

"Si" si limitò a dire l'altro, ricordandosi della sera in cui Charlotte era tornata a casa con due pizze: nonostante l'odio che provava nei suoi confronti si era preoccupata di preparargli la colazione e di portargli la cena "si, è perfetto. Possiamo andare?".



Bucky continuava a sfogliare il menù del ristorante senza sapere che cosa scegliere; durante la sua lunga vita erano state poche le occasioni in cui aveva trascorso una serata fuori e non aveva mai varcato l'ingresso di una pizzeria, Elisa, invece, sembrava molto più decisa.

Quando arrivò il cameriere, infatti, ordinò subito senza minima esitazione.

"Vorrei una pizza ai quattro formaggi ed una coca cola"

"Per lei, signore?"

"Prendo lo stesso" rispose lui, chiudendo il menù e porgendoglielo al cameriere, quando quest'ultimo si allontanò rivolse la parola alla ragazza "in realtà non sapevo che cosa prendere, però sono contento di essere qui. Quando siamo andati al ristorante giapponese... Ho dato di stomaco nel bagno, ecco perché a metà cena sono scomparso e poi non ho più toccato cibo"

"Lo avevo immaginato. Mi dispiace di averti portato in quel posto ed in discoteca. Avrei dovuto capirlo subito che preferisci luoghi tranquilli. Sono così stupida che non ti ho neppure riconosciuto. Sono davvero sciocca" rispose la ragazza con una risata, che si spense subito "Bucky, perché proprio ora hai deciso di scusarti con me?"

"Perché credo di avere aspettato fin troppo tempo per farlo"

"E se non ci fossimo incontrati? Lo avresti fatto lo stesso?"

"Certo che lo avrei fatto lo stesso" confermò Barnes con convinzione; arrivarono le pizze e la conversazione venne posticipata al termine della cena, mentre stavano scegliendo un dolce per concludere la serata "la pizza era veramente buona"

"Si, si mangia bene qui. Bucky, avrei altre domande da rivolgerti. Posso farlo?"

"Si, ma non ti posso garantire che risponderò a tutte"

"Prima, quando eravamo nel mio appartamento, quale foto stavi guardando?"

"Quella con te e Steven"

"Immaginavo anche questo. Mi è dispiaciuto per quello che gli è accaduto. Stai ancora male, vero?" chiese la più piccola, trovando il coraggio di allungare la mano destra, appoggiandola sopra a quella dell'ex Soldato D'Inverno "purtroppo le cose non possono cambiare e tu non devi darti la colpa di quello che è accaduto"

"Perché non dovrei? La mia vita fa schifo, ho sulle mie spalle la responsabilità di tante cose. Non sono neppure in grado di essere un padre per mio figlio. Non sono stato in grado di salvare il mio amico. Ho ucciso centinaia di persone... Lo so che ero sotto il controllo dell'Hydra ma questo non cambia quello che ho fatto. Non merito di continuare a vivere, eppure sono ancora qui. Vorrei solo ricominciare una nuova vita, lasciarmi alle spalle il passato, ma faccio fatica a riuscirci"

"Per questo hai rotto con Charlotte?"

"Non solo. Sono successe tante cose. Anche se è la madre di mio figlio non posso stare con lei... Mi ha mentito su una cosa molto importante..."

"Va bene" mormorò Elisa.

Bucky pagò il conto con una piccola parte dei soldi guadagnati, poi entrambi entrarono in macchina e la più piccola si offrì di accompagnarlo a casa.

"Ora abito in una Villa fuori da New York. Se vuoi posso arrivarci a piedi"

"A quest'ora di notte? No, ti do un passaggio".

Una volta arrivati al cancello dell'abitazione la ragazza spense il motore della vettura e si voltò verso destra, dicendo al suo accompagnatore che era arrivato il momento di separarsi.

"Ti ringrazio per tutto"

"Bucky..."

"Dimmi"

"Io non voglio essere la seconda scelta per nessuno" sussurrò lei, con uno sguardo spaventato, perché non voleva essere usata ancora da qualcuno.

"Tu non sei la seconda scelta e non voglio vederti soffrire. Hanno fatto già abbastanza male a me"

"Prometti che non farai lo stesso con me? Una volta avevo una cotta per Steve e Charlotte me lo ha portato via. Poi sei arrivato tu e ha fatto lo stesso. Non voglio che accada per la terza volta. Non sono mai stata fortunata in amore"

"Neppure io" mormorò il giovane uomo; avvicinò lentamente il volto a quello della ragazza con i capelli neri e le baciò le labbra, trovandole morbide e profumate di fragola, a causa del dolce che aveva mangiato poco prima; dopo essersi allontanato, notò con piacere che il rossore si era diffuso una seconda volta nel viso di Elisa: non aveva mai visto Charlotte avvampare, le uniche volte che era accaduto era stato per la rabbia.

Le accarezzò velocemente i capelli, augurandole la buonanotte; rientrò nella Villa e venne accolto dalle luci già accese del salotto e dalla sua ex compagna, con le braccia incrociate e l'aria tutt'altro che amichevole.

"Finalmente sei tornato"

"Oh, non ci posso credere. Sei rimasta sveglia per tutto questo tempo ad aspettarmi?"

"Si, ero curiosa. Come è andato l'appuntamento?"

"Non sono affari che ti riguardano. Ed ora, scusami, ma voglio andare a letto"

"L'hai baciata?" domandò Charlie, alzandosi dal divano ed avvicinandosi a Bucky "hai le labbra sporche di rosso. L'hai baciata davvero. Ti rendi conto? Come puoi illudere quella povera ragazza?"

"Io non la sto illudendo. Si tratta della mia vita e tu sei solo gelosa. Sei una bambina"

"Io sarò pure una bambina, ma tu sei un irresponsabile. Sai prima che cosa ho fatto? Ho chiamato James. Gli ho detto che sei tornato e che domani andrai da lui perché avete bisogno di parlare"

"Sei davvero incredibile! Lo avrei fatto lo stesso"

"Volevo essere sicura che non dimenticassi i tuoi doveri di padre" rispose lei, con le labbra serrate, Barnes la guardò appena e poi si avviò verso le scale.

"Che cosa c'è?" chiese quando sentì chiamare il proprio nome.

"Mi puoi dire per quale motivo hai strappato le pagine dal quadernetto rosso? Quelle con le parole..."

"No" si limitò a ribattere il più grande, non rivolgendole più la parola.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top