MISUNDERSTANDING (PARTE UNO)


Rumlow si svegliò la mattina seguente passandosi la mano destra sugli occhi, guardandosi poi attorno con uno sguardo confuso: non c'erano più la stanza nera, il camino ed il letto matrimoniale, ogni cosa era tornata esattamente come era sempre stata.

Con entrambe le mani si toccò il viso, con il sospetto di sentire la pelle cicatrizzata: invece era normale, liscia, ad eccezione delle guance e del mento perché erano ricoperti da un leggero strato di barba; guardò il posto affianco al suo e lo trovò vuoto, ma le coperte scostate indicavano che c'era stato qualcuno fino a poco tempo prima.

Prese in mano il cuscino ed inspirò a fondo: era ancora impregnato del profumo di Klariza e ciò gli diede la prova concreta che non era stato tutto un sogno, ma non riusciva a capire perché la giovane non fosse lì a suo fianco; solo in quel momento notò un foglietto bianco, caduto sul pavimento quando il comodino era scomparso, su cui c'erano diverse righe scritte con una penna dall'inchiostro nero.

L'uomo lo prese in mano e lesse le parole con i muscoli della mascella contratti, cercando di controllarsi dall'impulso di spaccare qualunque cosa ci fosse all'interno della sua stanza.


'Quando ti sveglierai io me ne sarò già andata e troverai solo questo biglietto da parte mia. Non prenderlo come un tradimento, non dirò a nessuno dove sono stata né tantomeno dove si trova il tuo nascondiglio, ma non posso aiutarti a portare avanti questa follia. Io ti amo, Brock, ma per te il potere è più importante di un futuro insieme. Ti prego, ti chiedo di riflettere meglio e di considerare se davvero ne vale la pena. Sei ancora in tempo per cambiare idea, possiamo ancora scappare insieme da qualche parte. Mi dispiace averti fatto soffrire, non punirmi con il tuo cadavere. Ti ho già salvato una volta, non credo sarà possibile farlo una seconda. Ho un debito nei confronti di Bucky, non costringermi a mantenerlo a costo della tua vita'.



Le poche ore di sonno che Klariza aveva trascorso all'interno della Villa non erano state affatto piacevoli: aveva continuato a rigirarsi sul letto, svegliandosi con il volto completamente sudato ed una mano premuta con forza sulla bocca, per impedire alle urla che le nascevano dalla gola di uscire; dal corridoio aveva sentito più volte la voce di Bucky, anche lui reduce da chissà quali incubi, ma non era mai andata a prestargli soccorso perché sapeva che c'era Charlotte a suo fianco, a consolarlo e ripetergli che erano solo brutti ricordi, che non potevano tornare a tormentarlo.

Era dispiaciuta per loro due: quando aveva visto James si era resa conto che non si trovava dalla parte dell'Hydra perché costretto, ma perché era esattamente il posto in cui voleva stare, sicuramente traviato da chissà quali parole pronunciate da Rumlow.

Non lo avrebbe detto né a Bucky né a Charlotte perché non era un discorso semplice d'affrontare e perché sarebbe stata costretta a confessare della sua visita notturna e non poteva farlo; lo aveva promesso a Rumlow nel bigliettino che gli aveva scritto in fretta e si augurava che lui lo leggesse con attenzione e che seguisse i suoi consigli, optando per una tranquilla vita nel Maine, in una piccola città con vista sul mare.

Lo sperava con tutto il cuore, ma la sua parte razionale le continuava a sussurrare che non sarebbe stato così, che lui non si sarebbe mai presentato con l'intenzione di abbandonare i suoi piani di follia e vendetta e che con quel pezzo di carta aveva solo innescato un ordigno pericoloso, che avrebbe provocato altre vittime innocenti.

La ragazza scese in cucina per mangiare qualcosa con tutti quei pensieri che le vorticavano nella testa, temendo di essere in procinto di crollare a terra: lo stomaco le faceva male e la nausea le artigliava la gola, ma tagliò ugualmente delle fette di pane, spalmandoci sopra della marmellata alle fragole; mangiò con una voracità improvvisa la prima e se ne preparò una seconda, versandosi poi in un bicchiere del succo d'arancia.

"Noto con piacere che l'appetito non ti manca" commentò Zemo, entrando in cucina con il sopracciglio destro sollevato "solitamente le pene d'amore tolgono la fame, ma capisco che dopo una notte movimentata si senta il bisogno di mangiare qualcosa"

"E tu dovresti imparare a controllare la lingua. Sei abile con le parole, ma ricorda che sono un'arma a doppio taglio, sempre pronta a pugnalarti alle spalle"

"Lo so" rispose lui con una breve risata "però sono contento di trovarti da sola. Dobbiamo ancora finire il nostro discorso. C'è una cosa che mi preoccupa"

"Che cosa?"

"Sappiamo entrambi che arriverà il momento dello 'scontro finale', il momento in cui o ne usciremo noi vincitori o ne uscirà lui. Hai detto che vuoi rispettare il debito che hai nei confronti di Barnes, ma io temo che tu possa cedere"

"Stai dicendo che io vi tradirò?" domandò Klariza, sollevando appena l'angolo sinistro della bocca carnosa "temi che io possa voltarvi le spalle e aiutare l'uomo che amo? Si, lo amo, ma non per questo sono disposta a fare qualunque cosa per lui, anche se sono convinta che il ragazzo che ho conosciuto non se ne è andato per sempre"

"Lo sai che lo uccideranno, vero?"

"Lo so"

"E vuoi dirmi che non tenterai di salvarlo?"

"Andrà come andrà" si limitò a dire lei, in tono laconico, preparandosi un'altra fetta di pane e marmellata; Zemo continuava a nutrire dei forti dubbi sulla figlia di Teschio Rosso, ma non ebbe la possibilità di continuare ad indagare perché apparve Charlie dal salotto e gli chiese, in modo gentile ma fermo, di lasciarla da sola con Klariza.

La ragazza si preparò una tazza di latte con cereali e poi prese posto di fronte all'altra, rivolgendole uno sguardo duro.

"Io non credo ad una sola delle parole che hai detto"

"Lo immaginavo"

"Bucky ha sofferto molto e sta ancora soffrendo adesso. Nostro figlio è stato catturato dall'Hydra e lui sta tentando in ogni modo di togliersi dalla testa le parole che risvegliano il Soldato D'Inverno. Io lo amo e non voglio che la nostra vita venga sconvolta ancora una volta, d'accordo?"

"D'accordo"

"Ti ringrazio per avermi salvata e per avermi ridato i poteri, ma non esiterò ad usarli contro di te se me ne darai motivo"

"Non accadrà".

Charlie le rivolse un altro sguardo poco amichevole, mangiò in silenzio la sua colazione e poi uscì dalla cucina, venendo però bloccata dalla voce di Klariza, che doveva farle una domanda.

"Che cosa mi devi chiedere?"

"Quando sei nata?".

La domanda sorprese la giovane che rimase in silenzio per quasi un minuto, mentre Helmut, nella stanza affianco, ascoltava a sua volta la piega curiosa che aveva preso il discorso.

"Non lo so con esattezza, sono stata adottata. I miei genitori mi hanno trovata davanti la porta di casa"

"Che giorno era?"

"Il sedici dicembre del novantuno. Perché?"

"Nulla, era solo una mia curiosità" si limitò a rispondere l'altra, concentrandosi di nuovo sulla fetta di pane.



Qualche ora più tardi Klariza si ritrovò finalmente da sola con l'ex Soldato D'Inverno: Sharon e Sam tentavano di distrarsi guardando un po' di TV; Charlotte stava riposando in camera a causa delle nausee provocate dalla gravidanza, Zemo era in giardino ed i tre ragazzi erano in palestra a parlare dei recenti avvenimenti, cercando di trovare a tutto una spiegazione ed a sostenersi l'un l'altro.

"Bucky" iniziò la più piccola, appoggiata ad una credenza "ricordi la missione in cui abbiamo collaborato? Quella in cui hai dovuto recuperare una valigetta che conteneva il Siero del Super Soldato?"

"Si" rispose lui, irrigidendo i muscoli del viso.

"Ricordi quello che è successo dopo?"

"Si, me lo ricordo" mormorò il giovane uomo, vagando con gli occhi chiari per la stanza "abbiamo trovato un neonato avvolto in una copertina, sul ciglio della strada, tu lo hai preso in braccio e lo abbiamo lasciato davanti alla porta d'ingresso di un'abitazione"

"Glielo hai mai detto a Charlotte? Le hai mai detto che era lei?"

"No, per l'amor del cielo, non le ho detto nulla e non lo dovrà mai sapere. Voglio dimenticare quella notte. Vorrei dimenticarla, ma allo stesso tempo ho il terrore di non ricordare anche la più piccola cosa del mio passato"

"Bucky..." Klariza lo abbracciò, cercando di consolarlo "quella notte di dicembre hai espiato la tua colpa salvando la vita della bambina che un giorno sarebbe diventata la donna di cui ti saresti innamorato. Non hai nulla da continuare a rimproverarti. Va tutto bene, se non ti senti di dirglielo non devi farlo..."

"Dirmi cosa?" chiese Charlie, apparsa pochi secondi prima, guardò i due sciogliere l'abbraccio e nel suo volto si dipinse una smorfia di disgusto "voi due mi fate schifo".

Non attese una risposta e risalì le scale velocemente, seguita da Barnes, che tentava di fermarla per spiegarle che tutto quello che aveva visto o sentito era solo frutto di un enorme malinteso.

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