MISUNDERSTANDING (PARTE DUE)
"Charlotte... Charlotte... Aspetta! Aspetta!" esclamò Bucky, entrò nella camera da letto della giovane e chiuse la porta alle proprie spalle, in modo che nessuno degli altri potesse ascoltare il loro discorso "ti posso assicurare che non è successo nulla. Io e Klariza..."
"Cosa? Voi due cosa? Vi ho visti abbracciati in cucina e lei ha detto che c'è qualcosa che tu non vuoi dirmi, ma va bene lo stesso. Che cosa mi tieni nascosto, Bucky? Mi vuoi lasciare, ma non sai come fare?" domandò Charlie, iniziando a tremare vistosamente, nella sua vita era stata abbandonata più volte, ma ancora non era riuscita ad abituarsi a quella terribile sensazione di non essere davvero importante per qualcuno; il giovane uomo provò ad abbracciarla, ma venne rifiutato quasi con violenza.
"Piccola, io non ti voglio assolutamente lasciare. Io ti amo e Klariza è solo un'amica che ci può aiutare"
"Un'amica? Ti prego, non pensare che io sia una stupida, vi ho visti quella mattina nel Maine. Ho visto i vostri occhi ed il modo in cui vi siete guardati. Tu vuoi dirmi che non c'è stato mai nulla? Solo una semplice amicizia? Tra voi due non c'è mai stato nulla in più di una semplice amicizia?"
"Si, siamo amici" rispose Barnes, ritrattando subito dopo le sue stesse parole, dal momento che non aveva senso mentire su una cosa passata, accaduta ventitré anni prima "però una volta ci siamo spinti oltre. Solo una volta è accaduto".
Sharon e Sam erano ancora seduti sul divano, Klariza si era accomodata in una delle poltrone e Zemo era appena rientrato dal giardino quando tutti loro, ad eccezione dei tre ragazzi in palestra, udirono un urlo provenire dal piano superiore: in un primo momento pensarono che Charlotte si stesse sentendo male, che Bucky l'avesse aggredita dopo essere tornato ad essere il Soldato D'Inverno per qualche misterioso motivo, ma capirono che la faccenda era completamente diversa quando alle loro orecchie arrivarono delle parole furiose, cariche di veleno ed odio.
"Lo sapevo! Lo sapevo che tra voi due c'era qualcosa! Non mi ha convinto fin dal primo momento in cui l'ho vista. Mi fate schifo! Mi fate schifo! Ed io che ho sempre provato pena per quello che l'Hydra ti ha fatto, mentre tu passavi il tuo tempo a scopare quella puttana!"
"Piccola, calmati, ti posso garantire che è una cosa che appartiene totalmente al passato. Per me ci sei solo tu. Ho contattato Klariza solo perché abbiamo bisogno del suo aiuto"
"Stronzate. Sono tutte stronzate. Voi uomini siete tutti uguali, ero convinta che tu fossi un'eccezione e invece sei solo un bastardo. Avessi almeno avuto la decenza di affrontarmi invece di farmi scoprire in quel modo che mi stai tradendo!"
"Io non ti sto tradendo! Quello era solo un abbraccio! Ed io che cosa dovrei dire? Che cosa dovrei dire?"
"Ma di che cosa stai parlando?"
"Forse dovremo fare qualcosa..." mormorò Sharon, preoccupata, ma Helmut si portò l'indice destro alle labbra, facendole capire che doveva stare in silenzio perché non voleva perdersi una sola parola; la stessa Klariza aveva lo sguardo rivolto in direzione delle scale, ma nel suo volto non c'era alcuna espressione.
"Mentre eravamo nella Base dello S.H.I.E.L.D ti ho vista abbracciata a Zemo"
"Era venuto a cercarmi per dirmi che gli dispiace per quello che ha fatto ed io credo che tutti meritino una seconda possibilità, anche lui"
"E perché non mi hai mai parlato della relazione che hai avuto con Rumlow?"
"Ma questo che importanza ha? Vuoi davvero rinfacciarmi una cosa di cinque anni fa? Te l'ho già spiegato che è una faccenda finita. Ti prego, non dirmi che sei convinto che ci sia ancora qualcosa tra me e lui perché potrei usare i miei poteri, Bucky, adesso stai davvero superando il limite".
La figlia di Teschio Rosso corrucciò le sopracciglia scure: ignorava completamente che Charlotte avesse avuto una storia con Rumlow, quando le aveva stretto la mano non l'aveva percepito, ma a volte i suoi poteri funzionavano in modo strano, facendole vedere solo una parte dei ricordi o delle emozioni di una persona.
Forse, in quel caso, la sua mente aveva voluto risparmiarle quella piccola sofferenza.
Anche se era incredibilmente forte le avrebbe fatto male trovarsi davanti alla prova concreta che il suo uomo aveva avuto qualcun'altra con cui condividere momenti felici e lo stesso letto.
"Charlie, piccola, ti posso assicurare che tra me e Klariza non c'è davvero nulla. Che cos'hai? Che cosa ti prende? Ultimamente faccio fatica a riconoscerti, sembri un'altra persona"
"Perché sono incinta, razza di idiota!".
A quelle parole calò un silenzio improvviso nel salotto e la mascella di Zemo scattò verso il basso, come se volesse staccarsi e rotolare sul pavimento.
Barnes trattenne il fiato e spalancò gli occhi chiari, Charlotte si morse il labbro inferiore: la rabbia l'aveva fatta parlare d'impulso e le aveva fatto rivelare il suo stato di gravidanza.
Sentì un paio di mani forti e calde prenderle il viso ed invitarla ad alzarlo.
"Davvero? Sei davvero incinta?"
"Si, non dovresti essere così sorpreso... Non abbiamo mai usato precauzioni"
"Da quanto lo sai?"
"Da un po' di tempo ma non ho mai trovato il momento giusto per dirtelo"
"Io... Charlotte... Ma è... Stupendo... Stupendo..." prese a ripetere il giovane uomo, confuso ed emozionato, abbacciò la sua compagna e la baciò dolcemente sulle labbra, lei lo lasciò fare e tutta la rabbia del litigio venne spazzata via in un solo momento, almeno fino a quando non entrò Peter nella stanza.
Teneva il proprio cellulare stretto nella mano sinistra e la sua espressione non faceva presagire nulla di buono.
Qualcosa era accaduto e la giovane coppia non era così ansiosa di scoprirlo.
"Peter..." iniziò la più piccola, deglutendo e prendendo un profondo respiro "che cosa è successo?".
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