LOSING MY RELIGION
Bucky osservò i grattacieli di New York, nonostante fosse scappato da quella città si ritrovò a sorridere, perché nel profondo gli era mancata.
Non aveva ancora pensato a cosa dire quando si sarebbe presentato alla porta d'ingresso della Villa, in realtà non aveva ancora pensato a come presentarsi ed a come giustificare la sua fuga: in quei quattro mesi non aveva mai pensato allo S.H.I.E.L.D, a Fury, a Sam od a Sharon; aveva pensato spesso a James ed a Steve, ma soprattutto i suoi pensieri si erano concentrati su Charlotte.
Le parole che Minnie gli aveva detto durante uno degli ultimi giorni della sua permanenza lo avevano fatto riflettere molto, ma allo stesso tempo non era ancora sicuro di voler riprovarci con lei: se ciò fosse accaduto, i rapporti tra lui e James si sarebbero sicuramente riallacciati, ma non voleva farlo solo per il figlio; il giovane uomo frugò dentro lo zaino che aveva con sé e tirò fuori un piccolo mp3 che proprio lui gli aveva regalato mesi prima, dicendogli che doveva adeguarsi ai tempi moderni.
Non lo aveva mai usato fino a quel momento, così decise di farlo, per rendere più leggera la lunga passeggiata che lo attendeva: Jamie gli aveva insegnato come accenderlo e selezionare le canzoni, la scelta ricadde su una che si chiamava 'Losing My Religion'.
Infilò le cuffie nelle orecchie e schiacciò il tasto 'play', godendosi le prime note.
Life is bigger
It's bigger than you
And you are not me
The leghts that I will go to
The distance in your eyes
Oh no, I've said too much
I set it up
That's me in the corner
That's me in spot light
Losing my religion
Trying to keep up with you
And I don't know if I can do it
Oh no, I've said too much
I haven't said enough
I thought that I heard you laughing
I thounght hear you sing
I think I tought you try
Every whispers
Of every waking hour I'm
Choosing my confessions
Trying to keep an eye on you
Like a hurt lost and blinded fool
Oh no, I've said too much
I set it up
Consider this
The hit of the century
Consider this
The slip that brought me
To my knees failed
What if all these fantasies
Come flailing around
Now I've said too much
I thought that I heard you laughing
I thought I heard you sing
I think I thought I saw you try
But was just a dream
That was just a dream
La vita è più grande
Più grande di te
E tu non sei me
Le lunghezze che percorrerò
La distanza dai tuoi occhi
Oh no, ho detto fin troppo
L' ho voluto io
Sono io quello nell'angolo
Sono io quello alla ribalta
Che perdo la mia pazienza
Cercando di sostenermi con te
E non so se posso farlo
Oh no, ho detto fin troppo
Non ho detto abbastanza
Pensavo di averti sentito ridere
Pensavo di averti sentito cantare
Credo che pensassi di averti visto tentare
Ogni sussurro
Di ogni ora in cui sono sveglio
Scegliendo le mie confessioni
Tentando di mantenere un occhio su di te
Come uno sciocco ferito, perduto ed accecato
Oh no, ho detto fin troppo
L'ho voluto io
Considera questo
L'aiuto del secolo
Considera questo
L'errore che mi portò
Fallito alle mie ginocchia
Che importa se tutte queste fantasie
Arriveranno a colpire qui
Ora ho detto veramente troppo
Pensavo di averti sentito ridere
Pensavo di averti sentito cantare
Credo che pensassi di averti visto tentare
Ma quello era solo un sogno
Era solo un sogno...*
Barnes era talmente concentrato sulla canzone che stava ascoltando che non vide la ragazza dai capelli neri che stava avanzando dalla parte opposta, così le andò a sbattere contro, facendola cadere a terra insieme allo scatolone di libri che portava con sé.
"Oh, mi dispiace" si scusò subito lui, poi l'osservò meglio e si rese conto di conoscerla molto bene "Elisa?".
L'ex migliore amica di Charlotte si girò, dato che lo sconosciuto aveva pronunciato il suo nome, si rabbuiò non appena riconobbe Bucky, nonostante i capelli più lunghi dall'ultima volta in cui si erano visti.
"Ahh... Sei tu..."
"Non ci vediamo da quando..."
"Da quando mi hai scaricata in un Motel tre anni fa, senza darmi alcuna spiegazione. Non serve che me lo dici, me lo ricordo ancora molto bene"
"Senti" insistette il più grande, afferrandola per il braccio destro "mi dispiace davvero tanto per quello che è accaduto quella notte. Non ho potuto darti spiegazioni perché sono successe tante cose che non mi hanno lasciato tempo"
"Però hai avuto tempo di avere una storia con Charlotte, vero?"
"Se questa sera uscirai con me, prometto che ti racconterò tutto"disse di getto, sorprendendo sé stesso ed Elisa, che sgranò gli occhi, dato che era molto tempo che non riceveva un invito a cena da un uomo.
Sharon non faceva nulla per ritornare a vivere, si limitava a trascinarsi, Sam lo aveva notato più di tutti e non sapeva cosa fare per farla uscire da quel circolo vizioso che le provocava solo ulteriore sofferenza.
"Sharon" le disse una mattina, dato che erano soli "so che te l'ho già detto tante volte, ma penso davvero che non puoi continuare in questo modo. Non puoi continuare a darti la colpa di quello che è accaduto a Londra, perché è stata una decisione di Steve. Lo ha detto la stessa Charlie"
"Allora non ci teneva a stare con me"
"Io credo che ci tenesse, ma credo anche che avesse capito che senza un sacrificio non ci sarebbe stata speranza per noi".
La giovane donna scosse la testa e si morse il labbro inferiore; il campanello della Villa squillò e Sam andò ad aprire d'istinto, credendo fosse Maria Hill o qualcun altro dello S.H.I.E.L.D; spalancò gli occhi e la bocca quando vide Bucky, quasi si trovasse davanti ad un fantasma.
"Dov'è Charlotte?" domandò, senza salutare o dare spiegazioni, non ricevendo risposta gridò il nome della giovane "Charlotte!".
Dal piano superiore dell'abitazione si udì una porta sbattere, dalle scale apparve proprio lei e Bucky notò subito che era molto più magra di quello che ricordava; Charlie scese velocemente al pianoterra e scostò Sam dal ciglio della porta, fermandosi davanti al suo ex compagno, guardandolo negli occhi, senza sbattere le palpebre.
"Sei reale?"
"Si, sono reale. Sono tornato" rispose l'ex Soldato D'Inverno, prima di sentire il palmo di una mano schiantarsi contro il proprio viso.
*Losing My religion, R.E.M
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