IT WAS THE END



I quattro componenti della squadra salirono nella macchina di Sam: solo lui sapeva la location della festa, di conseguenza era l'unico che potesse guidare.

Bucky si posizionò dietro il sedile del conducente e non riuscì a resistere alla tentazione di fare una battuta.

"Puoi tirare avanti il sedile?".

Sam si voltò a guardarlo per pochi secondi, poi tornò a concentrarsi sulla strada davanti a sé: quella sera era il compleanno di Sharon, non era intenzionato a cedere alle provocazioni perché tutto doveva essere perfetto; dopo quello che lei aveva passato, che continuava a passare, era il minimo che meritava.

Charlotte era seduta vicino al finestrino posteriore destro, non aveva più parlato con il suo ex compagno, ma ogni tanto lanciava qualche occhiata al riflesso del suo viso, soffermandosi sul profilo che appariva semplicemente perfetto al suo sguardo: si sentiva sempre così combattuta quando si trattava di lui, ma allo stesso tempo sapeva perfettamente che qualcosa era cambiato da quando aveva temuto di averlo perso per sempre; una parte di lei voleva recuperare il loro rapporto, ma ogni volta che Bucky apriva bocca l'irritazione prevaleva su tutto il resto.

Se solo anche lui si fosse sforzato di più, le cose sarebbero state diverse.

E poi si sentiva bloccata a causa di Elisa: aveva già fatto soffrire abbastanza la sua ex amica, non voleva farlo ancora.

La giovane si coprì la fronte con la mano destra, sentiva la testa pulsare con violenza e tutti quei pensieri non l'aiutavano affatto.

"Siamo arrivati" disse Wilson dopo diverso tempo, parcheggiando la macchina poco lontano da un locale; Sharon scese dal sedile anteriore e guardò la struttura con un sorriso malinconico: era davvero tanto, troppo, tempo che non usciva per una serata simile.

"Stupendo" commentò in modo sarcastico il più grande, per nulla entusiasta di trascorrere l'intera notte in un posto dove la musica era pompata ad un volume assordante "aspettate. Non possiamo entrare subito. Dobbiamo aspettare una persona"

"Una persona?"

"Si"

"Non mi avevi detto nulla di questo. Io ho prenotato un tavolo e dobbiamo entrare subito, altrimenti lo daranno a qualcun altro..."

"Possono aggiungere una sedia, sono sicuro che non ci sarà nessun problema. Voi andate, io vi raggiungo tra poco"

"D'accordo..." rispose l'altro giovane, nascondendo uno sguardo irritato e preoccupato allo stesso tempo; i tre entrarono nel locale ed una ragazza dello staff li condusse ad un tavolo che era stato riservato a loro.

Falcon appoggiò una mano sul braccio sinistro di Charlie, per attirare la sua attenzione, parlò a bassa voce in modo che la nipote di Peggy non potesse sentire il loro discorso.

"Che cosa c'è?"

"Perché non mi hai detto che aveva invitato anche un'altra persona?"

"Io non lo sapevo. Noi due non parliamo molto"

"Se si tratta di Elisa..."

"Pensi davvero che potrebbe essere qualcun altro?"

"Se si tratta di Elisa mi prometti che farai la brava?"

"Io non intendo litigare, ma se uno di loro due mi provoca..."

"Non accadrà" le promise Falcon, osservò l'amica con più attenzione "sei sicura di stare bene?"

"Si, perché?"

"Mi sembri molto più magra..."

"Sam, non mi dire che hai posato i tuoi occhi anche su di me" rispose lei, cercando di gettarla sul comico; il sorriso si spense rapidamente sul suo volto quando vide Bucky arrivare con Elisa: lei indossava un abito nero che s'intonava con il colore dei capelli.

Charlie prese in mano il menù, concentrando lo sguardo sulle tante pietanze elencate, senza vedere veramente le parole; prese un profondo respiro e poi tornò a fissare la giovane coppia, sforzandosi di sorridere, ma sentendosi in procinto d'ingoiare un boccone amaro.

"Vi presento Elisa. Elisa, loro sono Sam e Sharon. Conosci già bene Charlotte"

"Si" rispose lei, facendo lo stesso sorriso tirato dell'ex amica "è un piacere conoscervi... Io... Io ho sentito molto parlare di voi due... Soprattutto di te, Sam, la tua armatura è pazzesca!"

"Finalmente qualcuno non la chiama 'costume da uccello'" disse il giovane allargando le braccia; la risposta sarcastica strappò una breve risata alla mora, che iniziò a sentirsi più a suo agio, prese posto vicino a Barnes e provò ad iniziare una conversazione con tutti loro.

"Quindi voi siete i nuovi Avengers?"

"Ci proviamo" rispose Sharon, concordando silenziosamente con gli altri di non accennare al fatto che non erano operativi da diverso tempo "ma naturalmente non è la stessa cosa"

"Quello che fate è semplicemente stupendo. Grazie a tutti voi sono state evitate tante tragedie"

"Oh, certo..." intervenne Charlie, con una smorfia sulle labbra "peccato che anche noi abbiamo commesso tanti errori, ed abbiamo anche stroncato vite"

"Ma tu non eri dalla nostra parte in Germania?"

"Si, ero dalla vostra parte, ma poi ho riflettuto meglio riguardo a tutta la faccenda. Tony non aveva torto quando diceva che, forse, sarebbe meglio se gli Avengers venissero controllati. Se il loro ruolo fosse limitato"

"Che cosa? Stai dicendo davvero?"

"Provate a pensarci solo per un secondo..."

"Stai dicendo che se tornassi indietro staresti dalla parte di Stark?" chiese l'ex Soldato D'Inverno, guardandola negli occhi.

"Credo proprio di si"

"Si vede che sei stata addestrata da Natasha. Sei molto brava a tradire, a voltar faccia"

"Tu non dovresti nemmeno parlare, Bucky, non sai quello che è successo..."

"Io so solo di essere stato accusato di un crimine che non ho commesso e che volevano uccidermi. Non avrei voluto coinvolgere nessuno di voi in quella faccenda, quando ho visto Steve nel mio appartamento ho provato a cacciarlo, ma lui non ha ascoltato le mie parole. Mi dispiace, va bene?"

"Credo che lo scontro ci sarebbe stato lo stesso" mormorò Sharon.

"Può essere, ma non mi sembra il momento adatto per rivangare queste cose dal passato" intervenne a sua volta Sam.

"Scusatemi, non volevo che le mie parole scatenassero una discussione. È solo che mi dispiace per tutto quello che è successo, anche per il Capitano Rogers..."

"Ti sembrano cose da dire?" scattò Charlotte "vuoi fare soffrire Sharon? Ti ricordo che oggi è il suo compleanno"

"Va tutto bene" rispose la bionda, sorridendo, mentre Falcon faceva fatica a reprimere la rabbia.



Bucky era in bagno, a lavarsi le mani, quando sentì qualcuno aprire la porta; indossò velocemente i guanti e si ritrovò faccia a faccia con Sam.

"Si può sapere per quale motivo hai portato Elisa alla festa senza dirmi nulla? Io non ho nulla contro quella ragazza, ma non mi sembra l'occasione migliore per presentarla a me ed a Sharon. Che cosa ti dice il cervello? Sempre se tu ne abbia uno..."

"Non ho fatto nulla di male. Non ho ucciso nessuno"

"No, certo, hai già ucciso abbastanza persone"

"Ti stai prendendo gioco di me?"

"Ho l'impressione che tu lo stia facendo con noi. Lo sai che a Charlotte da fastidio vederti insieme a lei, non dirmi che non lo hai fatto apposta ad invitarla"

"Mi stai accusando sfruttare una povera ragazza che non mi ha fatto nulla di male? Tu credi davvero che, dopo quello che mi hanno fatto, ne sarei capace? Non mi conosci affatto. Non ti sei mai sforzato di farlo. Sai una cosa, Sam? Tu sei sempre stato geloso di me e Steve, del rapporto che lui aveva con me. Se fosse accaduto l'incontrario io ti avrei accettato senza fare tutto quello che tu, ora, stai facendo con me. Spero che un giorno capirai che tutto questo è solo terribilmente infantile; puoi stare tranquillo, non ho intenzione di rovinare la tua serata con Sharon" rispose il giovane uomo con calma, scandendo bene le parole, uscì dal bagno e tornò al tavolo: la festeggiata ed Elisa stavano parlando, mentre Charlotte era impegnata ad osservare altro, almeno così sembrava ad una prima occhiata "vuoi ballare con me?".

Charlie si voltò d'istinto, credendo che la domanda fosse rivolta a lei; vide la sua ex amica ed il suo ex compagno allontanarsi, in direzione della discoteca situata al piano superiore del locale.

Anche se immaginava che quel momento sarebbe arrivato, il suo umore peggiorò rapidamente.

"Va tutto bene?"

"Si, perfettamente"

"Sai... Charlotte... Noi due non abbiamo mai avuto un buon rapporto, anzi, direi che è stato sempre conflittuale... Ma se provi ancora dei sentimenti per Bucky dovresti dirglielo. Tenersi tutto dentro è la cosa peggiore che una persona possa fare, soprattutto se si tratta di sentimenti"

"Io non provo nulla per lui"

"Sicura? Hai paura di offendere Elisa?"

"Sono questioni che riguardano solo me..."

"Ragazze, andiamo a ballare?" domandò Wilson, raggiungendo le due "che ne dite?"

"Io penso che resterò ancora un po' qui. Tra poco vi raggiungo"

"Sicura?"

"Si, sono assolutamente sicura" mormorò lei, sforzandosi di sorridere ancora una volta; forse Bucky aveva ragione: Natasha le aveva insegnato a mentire, ma non era mai stata brava ad applicare tali insegnamenti, sul suo volto si leggeva sempre tutto ciò che le passava per la testa.

Barnes era tutto l'opposto, invece, dal suo viso non traspariva mai alcuna emozione.



"Sam, credi che Charlotte stia davvero bene? L'ho vista strana poco fa... Non sembra più magra del solito?"

"Ha detto di stare bene. Sarà lo stress, capiscila... Con tutto quello che sta passando..." rispose lui, scuotendo la testa; in quel momento il dj cambiò canzone, optando per un lento e Sam non sapeva se prenderlo come un buon segno oppure no, ma propose lo stesso alla bionda di unirsi agli altri sulla pista "se non ne approfittiamo ora, quando avremo un'altra occasione simile?"

"Va bene" rispose la più piccola, appoggiò la mano sul palmo che Falcon le aveva offerto e lo seguì al centro, appoggiando poi entrambe le braccia sulle sue spalle "è un po' strano..."

"Siamo qui solo per divertirci"

"Si, lo so, ma non dovrebbe essere così. Io non riesco più a stare in quella Villa senza fare nulla..."

"Lo so... Anche io, Sharon"

"Forse... Parlando con Nick..."

"Dubito che cambierebbe idea. Forse la cosa più saggia da fare è provare a vivere le nostre vite...".

La bionda spalancò gli occhi scuri, incredula per quello che Sam aveva detto, si scostò rapidamente da lui ed abbandonò il piano occupato dalla discoteca, preferendo uscire sulla terrazza del locale, per prendere una boccata d'aria fresca, ma venne subito raggiunta.

"Che cosa vuoi?"

"Perché sei scappata in quel modo?"

"E me lo chiedi? Hai sentito quello che hai detto? Noi dovremo provare a vivere la nostra vita quando l'uomo che ha ucciso Steve è ancora libero? Mentre Wanda è prigioniera? No, non puoi chiedermi di farlo. Se tu la pensi così allora abbandonerò la squadra e chiederò a Nick di reintegrarmi con gli altri Agenti"

"Hai frainteso le mie parole! Non intendevo dire quello!"

"E cosa intendevi? A volte mi chiedo se a qualcuno di voi importa ancora di Steve. Nessuno sta facendo nulla per lui. Nessuno..." sussurrò lei, mentre delle calde lacrime le rigavano il viso; quella scena spezzò il cuore al giovane, che s'impose mentalmente di fare subito qualcosa, così l'afferrò per i fianchi, l'attirò a sé e la baciò, senza soffermarsi minimamente a pensare se fosse giusto o sbagliato.



Una volta rimasta sola, Charlotte si strinse nelle spalle per prendere un profondo respiro: si sentiva terribilmente a disagio in quel posto, soprattutto perché era circondata da coppie felici e sorridenti.

Dopo qualche minuto prese coraggio ed abbandonò il tavolo, salì al piano superiore e si fermò all'ultimo scalino: guardò in direzione della pista da ballo e vide Elisa stretta a Bucky, con la testa appoggiata al suo petto e gli occhi chiusi, sorridente.

Osservò anche lui e lo vide altrettanto rilassato, come non lo era mai stato con lei.

Gli occhi le si riempirono subito di lacrime e scese velocemente la scala a chiocciola, chiedendosi continuamente che cosa ci facesse ancora lì: tornò al tavolo e prese borsetta e giacca, uscì dall'edificio dopo aver pagato la propria parte della cena.

Fuori pioveva e ben preso Charlotte si ritrovò completamente fradicia, perché non aveva un ombrello e la giacca era sprovvista di cappuccio; provò a fermare un taxi e quando si rivelò tutto inutile, capì che l'attendeva una lunga camminata fino alla Villa, completamente da sola.

Iniziò a camminare, la testa china in avanti e le mani infilate nelle tasche, dopo appena qualche passo sentì una spossatezza improvvisa assalirle tutto il corpo; si appoggiò ad un palo della luce, per poi cadere a terra, ritrovandosi seduta sul marciapiede sporco e bagnato.

Charlotte iniziò a vedere delle macchie grigie davanti al proprio campo visivo, sbatté più volte le palpebre, con la speranza che sparissero, ma quelle continuavano a moltiplicarsi; lentamente scivolò di lato, sbattendo la testa contro l'asfalto duro e freddo.

Capì che quella, per lei, era la fine.

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