I LIKE YOUR HANDS


Nadja abbassò lo sguardo sull'abito che stringeva tra le mani e si lasciò scappare un sospiro dalle labbra socchiuse.

"Dal momento che Natasha ha abbandonato lo S.H.I.E.L.D sono stata nominata io come nuova Vedova Nera. Fury ha detto che è un ruolo che spetta a me, ma non credo di essere all'altezza. Le uniche cose che mi accumunano a lei sono i capelli rossi, gli occhi verdi e la stessa nazionalità. Abbiamo anche il cognome simile, ma sono tutte somiglianze che si fermano qui. Natasha è semplicemente perfetta, io non sono nulla" mormorò poi, rivolgendo lo sguardo al pavimento, facendo capire a Charlotte tutto il disagio e l'insicurezza che provava.

"È normale, Nadja, ma se Nick ha detto questo è perché si fida di te, lui non sbaglia mai. Sei una ragazza forte, tu e tuo fratello siete scappati dall'Hydra e sono davvero pochissime le persone che possono dirlo. Vedrai che quando arriverà il momento giusto saprai dimostrarti all'altezza"

"E se per farlo dovrò combattere contro qualcuno a cui voglio bene?"

"Perché hai questa preoccupazione?"

"Ecco..." iniziò la ragazza, intenzionata a raccontare del cambiamento radicale avvenuto in James, ma poi ci ripensò, perché non voleva far preoccupare la madre dell'amico "sto solo cercando di valutare ogni opzione"

"Quando sei un'Agente dello S.H.I.E.L.D è normale farsi mille domande, ma ti posso assicurare per esperienza che non fanno altro che renderti l'esistenza difficile. È giusto pensare che qualcosa può accadere in qualunque momento, ma tu sei ancora una ragazzina, vi state allenando, i Thunderbolts non sono ancora operativi. D'accordo?"

"D'accordo"

"Vedrai che andrà tutto bene"

"Come fai a vivere con la consapevolezza che ogni giorno potrebbe essere l'ultimo?"

"Non è semplice" rispose dopo un breve silenzio Charlie, con un sorriso amaro "l'importante, secondo me, è non lasciare mai nulla di non detto. Perché potrebbe accadere a te come alle persone che ti circondano. E se tu non sei riuscito a dire qualcosa, o sistemare un rapporto, allora ti porti dietro un peso che non ti lascerà per tutto il resto della vita. Vedi, Nad, anni fa amavo un uomo. È stato il mio primo amore. La nostra non è mai stata una storia normale, in realtà non è mai stata una storia, quando lui se ne è andato io sono rimasta male per molto tempo. Non gli avevo mai detto quello che provavo per lui, so che molto probabilmente mi avrebbe riso in faccia o mi avrebbe spezzato il cuore, ma ho comunque il rimorso di non averlo fatto"

"Lo senti ancora?"

"Il rimorso? Oh, ormai la considero una faccenda che appartiene al passato. Però ho rischiato di ritrovarmi di nuovo nella stessa situazione"

"Ti stai riferendo al padre di James?"

"Si, sto parlando di Bucky" rispose lei, con lo stesso sorriso di poco prima, concentrandosi ancora di più sulla strada davanti a sé, in modo da avere altro a cui pensare; la più piccola capì che aveva accennato ad un argomento complicato, ma allo stesso tempo voleva saperne di più.

"James non mi ha mai parlato della vostra storia..."

"È piuttosto complicata. All'inizio ero innamorata del suo migliore amico. Steven"

"Il Capitano Rogers?"

"Si, eravamo molto amici, ma nemmeno tra me e lui c'è mai stata una vera e propria storia. Sempre quel qualcosa di non detto, capisci? Poi Steve mi ha chiesto di ospitare Bucky nel mio appartamento perché era ricercato ingiustamente. Io non mi fidavo ma non potevo negargli un favore. E poi... E poi sono successe tante cose..."

"Mi dispiace, non volevo farti soffrire" mormorò la rossa, dispiaciuta per quello che aveva fatto; Charlie, però, non era arrabbiata con lei e le disse che non c'era nulla di cui preoccuparsi.

Qualche minuto più tardi arrivarono alla Villa, ma la più grande non scese dalla macchina.

"Devo tornare subito a New York ed ho molte ore di viaggio"

"Vuoi fermarti qui?"

"No, ma grazie dell'invito".

Nadja rimase ad osservare la macchina che si allontanava, considerava simpatica la madre di James, anche se era strano vedere quanto fosse giovane, però allo stesso tempo la sentiva fredda e lontana; la capiva, chiunque al suo posto si sarebbe chiuso in sé stesso.

A suo parere lei e Bucky avrebbero dovuto ritornare insieme, tentare una seconda volta lasciandosi alle spalle il passato, ma non era nessuno per dirglielo.

La giovane aprì la porta d'ingresso e le sembrò strano vedere che tutte le luci erano spente, ma forse Rhodey aveva stancato così tanto i ragazzi che tutti erano andati a dormire presto; d'improvviso le luci s'accesero e sentì quattro voci maschili urlare.

"Sorpresa! Buon compleanno, Nadja!".

Lei si portò per un momento le mani a coprire gli occhi, quando gli riaprì vide il salotto e la cucina addobbati con striscioni e palloncini, ed un grande tavolo con sopra diverse cibarie ed una torta ricoperta con glassa rosa; socchiuse le labbra per la sorpresa e si avvicinò al tavolo.

"Avete preparato tutto voi?"

"Si, abbiamo trovato una ricetta su internet ed abbiamo preparato la torta con l'aiuto di Rhodey, ti possiamo assicurare che è commestibile perché abbiamo assaggiato un piccolo pezzo prima di glassarla"

"Io mi sono occupato dei striscioni" intervenne Peter, che aveva usato le proprie ragnatele per attaccarli alle pareti.

"Ed io ho detto a tutti che oggi era il tuo compleanno"

"Il nostro compleanno, Nicholaj"

"Questo giorno deve essere solo tuo" rispose il gemello, sorridendole.

"Forza, Nad, devi aprire questo regalo. È da parte di tutti noi. Lo devi fare adesso, prima di iniziare i festeggiamenti" disse Peter, dando in mano all'amica un pacco incartato, dalla forma rettangolare, che lasciò ancora più senza parole Nadja.

"Ragazzi, non dovevate..."

"Avanti, aprilo!" insistettero gli altri.

Lei obbedì e si coprì la bocca con le mani quando vide il bellissimo abito rosso, con le spalline sottili e la gonna che sfiorava le ginocchia; da che ne aveva ricordo, non aveva mai posseduto un abito così bello, nemmeno quando i genitori erano in vita.

"Ragazzi, davvero non dovevate spendere soldi per me e comprarmi un abito. Non merito tutto questo"

"Avanti, adesso non dire così. Vai a cambiarti e torna subito, c'è una festa che ci aspetta e poi la torta inizia a sciogliersi se non ci affrettiamo a mangiarla, no?" disse il nuovo Soldato D'Inverno, riuscendo a strappare una risata alla rossa, quest'ultima lo guardò per qualche istante e poi salì al piano superiore dell'abitazione, chiudendosi nella propria camera da letto; si tolse subito gli abiti che indossava e provò il regalo appena ricevuto.

Fortunatamente i suoi compagni di squadra avevano indovinato la taglia, ma la ragazza non aveva un solo paio di scarpe eleganti d'abbinarci e fu costretta ad indossare un paio di scarpe da ginnastica dello stesso colore; si guardò allo specchio, ma quello che vedeva non era di suo piacimento: Nadja non si considerava bella, ed in quel vestito si sentiva solo fuori luogo, ma non poteva deludere James, Nicholaj e Peter.

Dopo aver preso un profondo respiro, uscì dalla stanza e si fermò sopra alle scale, in attesa che gli altri si accorgessero del suo arrivo e solo allora iniziò a scendere le scale, con un sorriso; sentiva gli occhi di tutti addosso, in particolar modo quelli del loro Leader.

"Ho fatto abbastanza presto?" chiese sorridendo ancora, sistemandosi una ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio sinistro "possiamo dare inizio alla festa?".



Dopo aver mangiato una fetta di torta, la festeggiata uscì nella terrazza della Villa, per prendere una boccata d'aria, e poco dopo venne raggiunta dal fratello gemello.

"Perché hai fatto tutto questo?"

"Perché te lo meriti. Dopo tutto quello che abbiamo passato te lo meriti. Abitiamo in una Villa mozzafiato, aiutiamo la gente, va bene così. Questo è il posto più sicuro dall'Hydra"

"Non hai risposto alla mia domanda"

"Nad, rilassati e divertiti e basta, d'accordo?"

"Va bene... Grazie, Nicholaj" sussurrò lei, stringendo la mano destra di Nicholaj,il suo unico supporto ed unico membro della sua famiglia ancora in vita "lasciami ancora un po' da sola, tra poco torno dentro".

Il giovane rispettò la volontà della sorella, ma dopo nemmeno cinque minuti ricevette una seconda visita, questa volta da parte di James.

"Sai, se io fossi il festeggiato non me ne starei qui fuori"

"Non posso stare da sola nemmeno per cinque minuti?" domandò la rossa in tono scherzoso, Jamie indossava un paio di jeans ed una camicia con le maniche arrotolate fino ai gomiti, lasciando scoperte le braccia di vibranio "ti sta proprio bene quella camicia"

"A volte non ricordo più che cosa significa avere delle mani di carne ed ossa"

"A me piacciono così come sono le tue mani" rispose l'amica, prese coraggio e sfiorò con una mano la protesi, portandosela al volto ed appoggiando la guancia sul palmo freddo e duro.

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