HELP ME


Sam decise di aspettare il giorno seguente per parlare con Charlotte e lo fece durante la colazione, quando la vide più rilassata; si sedette davanti a lei ed attese ancora un momento prima d'iniziare il discorso che si era preparato con cura.

"Ascolta, Charlie, ieri sera io e Sharon abbiamo continuato a discutere e siamo arrivati alla conclusione che, forse, sarebbe meglio cercare Barnes. Lo so che la pensi in modo diverso, ma prova a ragionare: se l'Hydra lo trova hai idea di quello che potrebbe fargli?"

"Rumlow è convinto che Bucky non sia più un problema" rispose lei, versando in modo distratto dei cereali dentro una tazza che aveva riempito con del latte.

"Però non è uno stupido, capirà presto come stanno veramente le cose, ed a quel punto che cosa farai? Che cosa faremo? Non possiamo rischiare"

"Nel peggiore dei casi, se questo dovesse capire, sono sicura che riuscirò a farlo tornare normale. Ci sono quasi riuscita"

"Ti stai riferendo a quello che è successo in Wakanda? Ti stava per uccidere, è stato solo un caso se siamo riusciti a fermarlo e non è detto che la prossima volta saremo altrettanto fortunati. Ti prego, cerca di ragionare, quando eravamo a Vienna Steve è riuscito a farlo tornare normale solo perché prima aveva sbattuto la testa. Quando è il Soldato D'Inverno non puoi semplicemente parlargli, non puoi fare nulla"

"Ha detto che vuole rimanere da solo..."

"Tu vuoi davvero assecondare la sua decisione?"

"È la cosa più giusta da fare"

"Non ti vedo così convinta. Io credo che almeno un tentativo dovremo farlo, dato che Fury ha detto che non siamo più operativi, non credi? Altrimenti passeremo giornate intere a non fare nulla. Lo so quello che stai per dire, lo so che ci metterà pochissimo a trovarci o che avrà già mandato degli uomini a cercarlo, ma che cosa ci costa provare?"

"Invece si che ci costa, non abbiamo più un solo dollaro. Ti sei dimenticato che Bucky ha preso tutto quello che avevamo?"

"Credi davvero che io e Sharon abbiamo nascosto tutto solo dentro quella cassaforte?" domandò, allora, il giovane con un sorriso "è meglio se inizi a preparare le valigie, non possiamo partire con solo gli abiti che indossiamo e sono sicuro che ci aspetterà un viaggio davvero molto lungo"

"D'accordo" mormorò Charlie, terminò la propria colazione e poi si alzò per preparare una valigia carica di vestiti "Sam, ti posso fare una domanda?"

"Si"

"Scommetto che è stata Sharon a convincerti a fare questo viaggio"

"Diciamo che mi ha fatto vedere alcune cose in modo diverso"

"Ne sono sicura" disse lei con un cenno di capo, mentre saliva le scale si ritrovò a pensare se l'amico provasse qualcosa per la nipote di Peggy ma poi si disse che non poteva essere possibile, dato che era stata la compagna di Steve e dato che amava ancora lui.



James si svegliò gridando e con il corpo completamente ricoperto di sudore; per l'ennesima volta aveva avuto un incubo che gli aveva lasciato addosso un velo di profonda inquietudine.

Nadja, che ancora era con lui, si svegliò a sua volta all'improvviso e si accertò subito quali fossero le sue condizioni.

"Jamie, come stai? Che hai? Stai male?"

"No, tranquilla..." mormorò il ragazzo, passandosi entrambe le mani nei capelli bagnati, senza alcun preavviso la porta della camera si aprì ed entrò Peter, preoccupato perché aveva sentito le urla del migliore amico, la sua espressione cambiò radicalmente quando lo vide a letto, in compagnia di Nadja "Peter! Maledizione! Chiudi subito quella porta! Vuoi che entrino anche Nicholaj e Rhodey?"

"E voi indossate qualcosa, per l'amor del cielo!" esclamò a sua volta il ragazzo-ragno coprendosi gli occhi, perché già visto fin troppo "se avessi saputo che era questo ciò che mi aspettava, non sarei mai entrato nella camera"

"Nessuno ti ha detto di farlo, avresti dovuto bussare. Esci subito!" ringhiò James, tirandogli addosso la prima cosa che trovò, l'altro non se lo fece ripetere una seconda volta ed uscì velocemente, sapendo che non avrebbe mai cancellato quella scena dalla propria mente.

"Che cosa facciamo? E se Peter lo raccontasse a mio fratello?"

"Non lo farebbe mai, adesso gli parlo e vedrai che sistemerò tutta la faccenda, d'accordo? Perché per te è così importante che tuo fratello non lo sappia?"

"Preferirei che non lo sapesse, per favore"

"D'accordo, adesso vado a parlare a Peter" ripeté il nuovo Soldato D'Inverno, indossò i pantaloni ed una maglietta e poi uscì dalla camera, alla ricerca del suo migliore amico, che trovò intento a prepararsi qualcosa da mangiare, fortunatamente ancora da solo "senti, dovresti mantenere il silenzio riguardo a quello che ho visto poco fa"

"Fammi indovinare: non volete che Nicholaj lo sappia"

"Nad mi ha detto che preferirebbe mantenere il segreto"

"Avevo già capito da tempo che c'era qualcosa tra voi due, ma non lo so... Voglio dire, facciamo tutti parte della stessa squadra. Non pensi che questo creerebbe solo tanti problemi?"

"Riusciremo a tenere tutto nascosto"

"Si, ma... Per quanto tempo?" chiese Parker, con uno sguardo preoccupato perché quella storia non avrebbe portato a nulla di buono; James non rispose ma si portò la mano destra alla fronte e sentì l'urgente bisogno di sedersi, o sarebbe crollato a terra "che ti succede, Jamie?"

"Nulla, è stato solo un momento di debolezza. Non riesco a dormire bene. Continuo ad avere incubi di cui non conservo alcun ricordo"

"Da quanto continuano?"

"Da un po'"

"Ascolta, James..." iniziò l'amico, prendendo posto vicino a lui "forse non sono la persona adatta a dirti questo, ma in qualità di migliore amico non posso stare in silenzio. Io ti voglio bene ma non puoi continuare in questo modo. Forse dovresti vedere uno specialista"

"Stai parlando di uno psichiatra?"

"Si, esatto, magari parlare con una persona che se ne intende più di noi potrebbe farti bene. Non hai mai pensato a questo? Non ti sto dicendo che lo devi fare, che ti costringo, ti chiedo solo di pensarci, d'accordo?"

"D'accordo" rispose Jamie in un sussurro, non lo elettrizzava l'idea di parlare con uno di quelli che volgarmente venivano definiti strizzacervelli, ma allo stesso tempo era stanco di non riuscire a dormire e di continuare ad avere incubi che non gli davano pace né di notte e né di giorno; un'ora più tardi ricevette una chiamata dalla madre, l'aiuto inaspettato che gli serviva.

Credeva l'avesse chiamato per chiedergli della festa di Nadja, era del tutto impreparato a quello che Charlotte stava per dirgli.

"Io, Sam e Sharon andiamo a cercare tuo padre"

"Che cosa? Ma mi avevi detto..."

"Lo so, James, ma poi abbiamo discusso ancora ed abbiamo deciso che è meglio cercarlo, c'è sempre la possibilità che l'Hydra scopra che sia ancora vivo. Non ti devi preoccupare di nulla, penseremo a tutto noi tre, d'accordo? Come è andata la festa?"

"Tutto bene" rispose prontamente il giovane, rivivendo nella propria mente la notte movimentata che aveva trascorso, si passò la lingua sulle labbra improvvisamente secche "ti posso chiedere un consiglio?"

"Jamie, sono tua madre, mi puoi chiedere qualunque cosa"

"Prometti che non ti preoccuperai?"

"Se mi dici così sono già in ansia"

"Se devi dire così allora non ti racconterò mai più nulla"

"Dai, racconta, ti prometto che non farò la madre apprensiva"

"Continuo ad avere incubi durante la notte, ormai sono mesi che non riesco più a dormire bene, Peter mi ha consigliato di andare da uno psichiatra, ma io non so cosa fare"

"Oh, non devi aver paura di andare da uno specialista, Jamie. Andare da uno psichiatra non significa avere problemi di testa, tu hai il timore di questo, vero? Senti, io ti consiglio di provarci. Cercane uno a Malibu, e tenta per un paio di sedute. Se non ti troverai bene puoi smettere in qualunque momento. Se è un problema di soldi posso mandarti qualcosa..."

"Non ti preoccupare di questo. Vedrò che cosa riesco a trovare, va bene? Poi ti farò sapere"

"Va bene, James, vedrai che troverai una soluzione. Bravo il mio Soldatino".

James salutò la madre ed andò a cambiarsi per l'allenamento; una volta terminato si avvicinò a Peter e gli sussurrò qualche parola all'orecchio destro, perché non voleva che tutti gli altri lo sentissero.

"Vuoi aiutarmi a cercare un buon psichiatra?".

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