HALF TRUTH, HALF LIAR


Minnie non si aspettava che Bucky facesse ritorno all'appartamento, così quando accadde si sorprese parecchio: l'osservò varcare la soglia con la testa china e le mani infilate dentro le tasche dei jeans; continuava a muovere il piede destro, segno che era nervoso.

"Mi dispiace per lo scatto d'ira che ho avuto poco fa. Non volevo dirti quelle parole, ho perso il controllo"

"Non sono arrabbiata, ma avresti dovuto essere sincero con me fin dall'inizio. Invece non mi hai detto la verità"

"La verità?"

"Pensi che non abbia capito come stanno le cose?".

Il volto del giovane uomo impallidì per la seconda volta: aveva lasciato le due pagine sopra ad un tavolino, forse la donna le aveva viste, ma come aveva fatto a capire che cosa fossero? Magari, tempo prima, aveva seguito gli avvenimenti di Washington e di Vienna e dopo lo scatto d'ira aveva collegato il tutto.

"Non è una cosa che posso raccontare a chiunque, la situazione è piuttosto particolare"

"Lo posso immaginare. Tempo fa mio nipote ha avuto lo stesso problema"

"Lo stesso problema?" ripeté lui, iniziando a pensare che stessero parlando di due cose completamente diverse; Minnie si sedette sul divano e lo invitò a fare lo stesso perché voleva parlargli dell'accaduto.

"Si, proprio perché ci sono passata io stessa ho capito subito il brutto periodo che stai passando. I segni sono piuttosto evidenti: Rabbia improvvisa, volto pallido e sudato, pupille dilatate... Da quando sei arrivato non hai mai scoperto le braccia nemmeno per un istante. È palese che sei in crisi di astinenza. Anche mio nipote diventava molto violento quando accadeva"

"Stai dicendo che faccio uso di droghe?"

"Non ti devi vergognare di questo. Conosco un'ottima struttura che... Perché stai ridendo?" si bloccò la donna, osservando perplessa il giovane uomo che era scoppiato a ridere improvvisamente, reggendosi lo stomaco con la mano sinistra.

"Perché questa è una delle accuse più assurde che mi siano mai state rivolte. Io non mi drogo. Non l'ho mai fatto e non sono intenzionato ad iniziare"

"Allora per quale motivo non mostri mai le braccia?"

"Vuoi vedere le mie braccia? D'accordo..." Barnes si tolse la giaccia, il guanto destro e poi sollevò la manica della maglietta nera, mostrando un braccio muscoloso e perfettamente intatto, senza segni di aghi di siringhe "vedi? Non ho nulla da nascondere"

"Fammi vedere anche quello sinistro"

"Non posso"

"Allora usi quello per bucarti"

"No, maledizione. Ti ho già detto che non lo faccio"

"Allora dammi una spiegazione sensata".

Bucky rimase in silenzio, senza sapere quale bugia inventarsi, poi gli tornò in mente quella che aveva utilizzato Natasha in aeroporto.

"Ho avuto un grave incidente molti anni fa ed il mio braccio non è più stato lo stesso. Non amo farlo vedere alla gente. Questa è la verità, non ti sto dicendo una bugia"

"Quanto tempo fa è successo?"

"Davvero tanto" mormorò lui, sforzandosi di non ricordare la caduta dal treno, Minnie lo guardò per qualche istante, per capire se fosse davvero la verità od una menzogna; decise di credergli e di chiedergli una cosa a cui aveva pensato per tutto il giorno.

"Vorresti aiutarmi con il negozio?"

"Aspetta... Un momento prima credi che sia un drogato ed ora mi chiedi di aiutarti con il negozio? Sul serio?"

"Mi hai spiegato quello che è successo, per me la faccenda è conclusa. E poi, ho davvero bisogno di un aiutante che si occupi dei lavori più pesanti"

"Non mi hai mai detto che genere di negozio hai"

"Vieni, te lo faccio vedere ora che è chiuso".

Il più grande s'infilò nuovamente il guanto nella mano destra, seguì la proprietaria lungo le scale e si fermarono davanti a due porte: quella a destra conduceva nell'altro locale mentre quella a sinistra, la stessa che aveva aperto poco prima lui, portava all'esterno; aprirono quella destra e Bucky si ritrovò in una stanza completamente immersa nel buio.

Minnie si avvicinò ad una parete e tirò su un interruttore della luce.

Subito una serie di neon s'accesero, illuminando un negozietto piccolo ma molto curato.

"Ma... qui c'è solo frutta"

"Esatto, perché io vendo frutta. Sorpreso?"

"Si... Non so per quale motivo ma credevo fosse qualcosa di diverso... Magari un supermercato... O magari di trovare dei fiori"

"Invece faccio questo. Ho bisogno di qualcuno che si occupi di scaricare le casse piene di frutta e che sistemi i vari scaffali. Che si occupi della cassa ed anche di un piccolo angolo che ho aggiunto di recente, con la speranza di attirare turisti o ragazzi"

"Cioè?"

"Che cosa fa la gente quando fa caldo?"

"Non lo so, ci sono tante cose che si posso fare d'estate"

"Magari bere un bel succo di frutta con ghiaccio"

"Lo hai fatto per questo motivo?"

"Si, tesoro, dal momento che sono circondata sempre da frutta l'ho fatto per questo"

"E ti ha portato guadagno?"

"No, però la presenza di un giovane uomo affascinante potrebbe incrementare le vendite".

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