FIRST TIME
Nadja rimase qualche secondo con la guancia appoggiata al palmo della mano destra di James, poi si allontanò di un passo e lo guardò negli occhi, leggendovi un enorme imbarazzo.
"Ascolta, Nad..." iniziò lui, passandosi una mano nei capelli castani, che ormai avevano raggiunto la stessa lunghezza di quelli del padre; la ragazza capì subito quale sarebbe stato il senso del discorso, così lo bloccò, perché non era pronta a ricevere un rifiuto, non proprio ora che si era silenziosamente confessata e che era il suo compleanno.
"Questo pomeriggio ho parlato con tua madre. Le ho chiesto come riesce a vivere sapendo che ogni giorno potrebbe essere l'ultimo. Lei mi ha detto che la cosa più importante è non lasciare qualcosa di non detto. So che noi non siamo operativi, però dopo che Rumlow ha attaccato la Villa non possiamo essere certi che non accadrà di nuovo qualcosa di simile. So benissimo quello che stai per dire: siamo nella stessa squadra, non è il momento e non è la cosa più giusta da fare, quindi non dire niente perché non voglio rovinare la festa agli altri" disse sforzandosi di sorridere, non lasciò all'altro il tempo di rispondere e rientrò nell'abitazione proprio nel momento in cui Rhodey annunciò che era arrivato il momento di andare tutti a letto.
"Domani dovete allenarvi, non potete andare a dormire troppo tardi"
"Ancora cinque minuti" protestò Peter, lui e Nicholaj avevano corretto del succo all'arancia con della vodka, comprata di nascosto quando erano usciti per scegliere un regalo per Nadja; l'avevano versata nei propri bicchieri facendo ben attenzione che l'uomo non li vedesse, almeno così credevano.
In realtà l'ex Generale aveva visto i due ragazzi, ma aveva deciso di non intervenire perché era giusto che si prendessero la responsabilità delle proprie azioni: se il giorno dopo, durante l'allenamento, avessero avuto un terribile mal di testa e la voglia di vomitare, avrebbero capito che non era affatto maturo ubriacarsi.
"No, ragazzi, adesso è proprio arrivato il momento di andare a letto. Tutti quanti, forza. Domani mattina dovete anche sistemare questa confusione" ordinò Rhodey, indicando il tavolo ed il pavimento ricoperto di briciole e perfino di glassa "non capisco ancora come avete fatto"
"Avanti, ragazzi, ascoltate quello che sta dicendo Rhodey" intervenne l'unica ragazza del gruppo, con un sorriso "grazie per la festa, ma ora è davvero arrivato il momento di ritirarci nelle nostre camere".
Ringraziò ancora i suoi compagni ed il suo allenatore, poi salì al piano di sopra e si chiuse nella propria camera; Nad si tolse subito le scarpe e l'abito, sostituendoli con una camicia da notte, raccogliendo poi i capelli in un nodo dietro la nuca: erano ricresciuti in fretta ed ora le sfioravano le spalle, ma lei non era intenzionata a lasciarli crescere ancora, dato che erano piuttosto scomodi durante gli allenamenti e le simulazioni di combattimenti.
Si lasciò cadere sul materasso, ma non aveva sonno, così si ritrovò ben presto a fissare il soffitto della stanza, pensando a quello che era accaduto con James poco prima, o meglio, a quello che non era accaduto con lui: la giovane si domandò se non avesse rovinato ogni cosa con l'amico e Leader, se dal giorno seguente tra loro due sarebbe sceso un velo d'imbarazzo, perché era proprio ciò che voleva evitare.
Il rumore di qualcuno che bussava alla porta la riscosse dalla marea di dubbi e pensieri che minacciavano di travolgerla, così andò subito ad aprire, ma ogni cosa ritornò prepotentemente quando vide Jamie dall'altra parte, appoggiato allo stipite, in attesa che la porta venisse spalancata; Nadja si ritrovò a trattenere il respiro, riprese velocemente il controllo del proprio corpo e domandò all'altro perché fosse lì, anziché in camera sua a riposarsi.
"Volevo parlare con te di quello che è successo in terrazza"
"Senti, io non sono arrabbiata e non voglio discutere. Non è successo nulla prima"
"Appunto, tu non hai detto nulla. Vorrei che lo facessi adesso"
"Direi che è tutto evidente senza dire una sola parola. Io, ecco... Non sono abituata ad avere a che fare con i ragazzi, figuriamoci a confessare quello che sento per uno di loro"
"È un po' strana questa faccenda, non trovi? La prima volta che ci siamo visti hai quasi tentato di uccidermi, te lo ricordi?"
"Tu mi hai presa con la forza da dentro un ascensore"
"Lo so, ma tu e tuo fratello stavate tentando la fuga dalla Base, non potevo lasciarvelo fare. Lo S.H.I.E.L.D era il posto migliore per voi, solo che Fury non adotta mai tecniche gentili quando deve reclutare altre persone" rispose il nuovo Soldato D'Inverno, infilando le mani dentro le tasche dei pantaloni "ascolta, Nad, ti sembrerà terribilmente sdolcinato, però io sento qualcosa per te dal primo momento in cui ti ho vista e non mi era mai capitato con nessun'altra ragazza... Lo so che ci troviamo in una situazione complicata e sarebbe meglio non avere una storia o qualcosa del genere, però..." iniziò il giovane, senza sapere dove lo avrebbe portato quel monologo, ma non riuscì a continuare perché la rossa gli chiuse le labbra per un bacio e James, per la prima volta, scoprì il gusto della bocca dell'amica.
"Non m'importa degli altri e della squadra in questo momento. Voglio pensare a noi due e trascorrere una notte che mi faccia dimenticare il passato e l'Hydra" sussurrò Nadja, mordendosi il labbro inferiore, facendo capire all'altro quanto lo desiderasse con il solo potere dello sguardo; Jamie non se lo fece ripetere una seconda volta, prese la ragazza esile in braccio e la portò sul letto, facendola sdraiare sul materasso con delicatezza, come se fosse una bambola di porcellana.
Riprese subito dal punto in cui si erano fermati poco prima, ma questa volta il bacio fu molto più lungo e profondo; la mano destra del ragazzo scese lungo il collo di lei, fino ad arrivare alla camicetta e lì esitò, chiedendole se potesse continuare.
"Se adesso mi dai il permesso non mi fermerò più. Se non te la senti, Nadja, basta solo che me lo dici. Non ti costringo a farlo"
"No, va bene, è solo che... Questa sarebbe la mia prima volta"
"Anche per me"confessò James, imbarazzato a sua volta; con Peter e Nicholaj si era sempre vantato di avere avuto diverse esperienze, ma la realtà era che conosceva il sesso solo tramite i film, non aveva mai avuto occasione di provare nulla di simile; sapeva che bastava un solo passo falso per rovinare ogni singola cosa, ma allo stesso tempo non era intenzionato a tirarsi indietro, sfilò la camicetta all'amica e rimase ad osservarla in silenzio "sei bellissima".
Le guance di lei divennero dello stesso colore della sua chioma e ricambiò il complimento sorridendo; Jamie si fermò un momento perché non poteva continuare senza precauzioni, così andò nella propria camera, senza fare rumore, prendendo uno dei preservativi che aveva con sé per ogni evenienza; ritornò da Nad quasi subito, si sedette nel bordo del letto ed aprì la piccola confezione, ma era così agitato che gli cadde dalle mani.
"Posso?" domandò, allora, lei, raccogliendo da terra la bustina colorata che poi aprì senza alcuna fatica "andrà tutto bene, non devi essere agitato"
"Scusami, è solo che ho paura"
"Di che cosa?"
"Dopo quello che è successo ho paura di perdere tutte le persone a cui sono legato. Non voglio che accada, ma ho la terribile sensazione che questo possa accadere da un momento all'altro".
La rossa lo guardò comprensiva, poi gli prese la mano, stringendola per dargli forza.
"Non accadrà nulla di simile fino a quando ci saremo tutti noi a sostenerti, va bene?".
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