BUT I CAN'T DO THIS


Da quando era stata rapita, Wanda era stata rinchiusa in una cella totalmente sprovvista di finestre ed alcuna fonte di luce: trascorreva le sue giornate in quelle quattro mura sporche, stretta in una camicia di forza e con un collare metallico attorno alla gola: era stato Rumlow a metterglielo e quando lei aveva ripreso conoscenza le era stata spiegata la sua funzione.

Se lei provava anche solo a scappare od a toglierselo, si azionava un meccanismo che faceva esplodere l'oggetto in modo che, come aveva spiegato lo stesso uomo, la sua testa si sarebbe trasformata in tanti, piccoli, coriandoli di carne e materia cerebrale; a Wanda non era rimasto che attendere in silenzio nella sua prigione che qualcuno venisse a salvarla, ma più il tempo passava più le sue speranza scemavano e nella mente della ragazza i volti che conosceva diventavano sempre più sfuocati, confusi, compreso quello di Visione.

Passava le sue giornate a fissare il vuoto, in una sorta di trance dal quale solo i suoi aguzzini riuscivano a svegliarla; lo stesso Zemo la trovò in quelle pietose condizioni quando entrò nella cella, munito di una sola torcia che gli permettesse di vedere l'interno.

Si avvicinò alla giovane e poi s'inginocchiò sul pavimento, affinché i loro visi fossero alla stessa altezza.

"Sei stata molto brava oggi, ma c'è ancora altro che devi fare perché il piano è solo a metà" il giovane uomo si bloccò a metà frase, sentendo dei suoni incomprensibili uscire dalle labbra secche di Wanda "che cosa hai detto? Non ho capito"

"Io non volevo fare quello"

"Oh, si, certo. Tu non volevi fare quello ma ti trovi in condizione di non potere fare altro che obbedire, se fossi in te terrei la bocca chiusa perché dire certe cose può essere molto pericoloso, soprattutto se ti trovi in presenza di Rumlow. Lo dovresti sapere molto bene, ormai".

La poveretta si strinse nelle spalle esili, tremando, ricordando fin troppo bene le notti in cui riceveva una visita da parte del mercenario; lui si toglieva qualche piccolo sfizio ed a lei non rimaneva altro che stringere le labbra, sopportare ed obbedire.

Zemo prese un profondo respiro, poi scostò una ciocca di capelli sporchi dal viso di Wanda, chiedendole se avesse sentito le parole che aveva appena pronunciato e se avesse capito il loro senso.

"Ma io non volevo fare quello"

"Tu non volevi fare quello ed io vorrei essere con mia moglie e mio figlio. A quanto pare tutti quanti ci troviamo in situazioni scomode. Non ti sei mai chiesta perché finora nessuno dei tuoi amici si è preoccupato di salvarti? Non te lo sei mai chiesta? La risposta è molto semplice, almeno ai miei occhi. A loro non importa nulla di te. Loro sono contenti della tua scomparsa. Tu sei solo un mostro plasmato dall'Hydra, sei un'arma di distruzione di massa, sei tu la responsabile della maggior parte dei disastri che hanno coinvolto gli Avengers. Piangi? Perché stai piangendo? Lo sai che sto dicendo la verità, dovresti prenderne semplicemente atto" il più grande fece una piccola pausa, poi avvicinò ancora di più il viso a quello della ragazza "ed adesso ascolta attentamente quello che sto per dirti, ma devo sussurrartelo ad un orecchio perché è un segreto".

Avvicinò le labbra all'orecchio destro dell'altra e le sussurrò le diverse istruzioni che doveva seguire; Scarlet sgranò gli occhi verdi e scosse la testa, trovando ancora un briciolo di coraggio per provare a ribellarsi.

"Non posso fare questo... Non mi puoi chiedere di... Non posso farlo, non posso...".



Bucky uscì dalla libreria, si appoggiò con la schiena contro il muro alle sue spalle e chiuse gli occhi, perché la testa aveva iniziato a girargli in modo vertiginoso; non aveva alcun dubbio che il reale pensiero di Nick Fury nei suoi confronti fosse quello, ma allo stesso tempo quelle parole avevano contribuito solo a rendere ancora più profonda la ferita che gli lacerava l'animo.

Sentire ancora una volta che nessuno si fidava di lui e che lo tenevano allo S.H.I.E.L.D solo per controllarlo da vicino procurava nel giovane uomo un dolore che andava ben oltre a quello fisico, ma quello era un problema minore rispetto al fatto che la cura era stata una menzogna fin dall'inizio; si riteneva un totale stupido per non avere capito fin dal principio che non era possibile che fosse stata scoperta una cura, ma allo stesso tempo era così disperato, così in cerca di un motivo per restare aggrappato alla vita, che ci aveva creduto subito e si era attaccato a quella speranza con le unghie e con i denti.

Non aveva voglia di salire in macchina e fare ritorno alla Villa dagli altri, così decise di camminare, senza una meta ben precisa, con la testa che gli martellava sempre di più per colpa di tutti i problemi, di tutti i pensieri che non lo abbandonavano nemmeno per un momento; Bucky voleva terribilmente ricominciare tutto da capo, ma ogni cosa sembrava remare contro di lui, la gente che lo circondava non era intenzionata a lasciare da parte il suo passato anzi, approfittava di ogni occasione per rinfacciarglielo apertamente.

Sam era il primo che non si tirava mai indietro per farlo, Sharon lo guardava con risentimento e Charlotte era diventata fredda come il ghiaccio nei suoi confronti, però di questo non poteva farle una colpa, perché era stato proprio lui quello che l'aveva spinta a quel punto.

Barnes sollevò il viso davanti all'imponente struttura che si trovava a poca distanza da lui, senza rendersi conto era arrivato alla Stark Tower, l'edificio in cui Tony abitava; c'erano solo pochi metri che dividevano lui e l'uomo a cui aveva ucciso i genitori e questo lo faceva sentire, se possibile, ancora più a disagio di quanto già fosse.

Forse era stato solo il caso a portarlo lì, o forse i suoi sensi di colpa, ma nonostante il profondo malessere si sentì in dovere di tentare un secondo incontro riparatore con Tony Stark; forse, pensò una seconda volta, era proprio quello il punto da cui doveva ripartire per riuscire a convivere pacificamente con l'assassino che era stato.



Dopo gli eventi di un anno prima, Tony Stark si era letteralmente lasciato andare, iniziando a trascurare qualunque cosa, dall'azienda che possedeva alle responsabilità del suo ruolo di Iron Man.

La scomparsa di Steve aveva provocato un'enorme ferita nel miliardario e proprio per quello si era buttato nel alcol, ma non si riteneva un ubriacone, semplicemente il whiskey lo aiutava a non pensare troppo, perché quando pensava si rendeva conto della profonda solitudine con cui si era circondato: Pepper lo aveva lasciato, aveva perso Steve e Clint, gli Avengers si erano sciolti del tutto, Peter e gli altri ragazzi avevano perso l'ammirazione che provavano nei suoi confronti, non sentiva più James e Charlie non abitava più nel suo attico.

In poche parole, la sua vita faceva completamente schifo.

Gli unici che ancora gli erano vicini erano Rhodey e Visione, ma lui faceva sempre di tutto per allontanarli da sé.

"Signore, c'è una visita per lei" disse Visione, entrando nel laboratorio dell'uomo; Tony lasciò cadere gli occhialini che aveva in mano, in tutta un'intera mattinata non era riuscito a riparare nemmeno un piccolo pezzo di una delle sue tante armature.

"Sono occupato ora. Chiunque sia può passare più tardi"

"Non credo che sia possibile"

"Spero per te che ne valga davvero la pena" sbottò il miliardario, si alzò con un movimento seccato e salì le scale che portavano al piano superiore.

L'alieno rimase nella piccola stanza e fu il primo a rendersi conto di una presenza femminile che prima era stata del tutto ignorata; piegò leggermente il viso di lato, incredulo di avere davanti ai suoi occhi l'amica che non vedeva da tempo.

"Wanda?" domandò, infatti.

"Visione" rispose lei, muovendo un passo, con aria incerta, come se avesse paura a parlare; Visione notò subito la notevole magrezza ed il collare che le cingeva la gola, capendo che il suo disagio era provocato proprio da quell'oggetto.

"Sono stati loro a mandarti qui?"

"Si"

"Hai l'ordine di fare del male a Tony?"

"Si"

"Non posso permettertelo"

"Ti prego, non metterti in mezzo. Almeno a te non voglio provocare dolore" mormorò la ragazza, con un filo di voce; dai palmi delle sue mani uscì dell'energia rossa, che usò per colpire l'amico, scagliandolo contro la vetrata che offriva una vista mozzafiato sul jet set di New York; il vetro andò in frantumi e Visione precipitò nel vuoto, incapace di liberarsi dall'energia che lo teneva legato, fungendo da corda.

Wanda non si avvicinò alla vetrata, non le lanciò neppure uno sguardo, si diresse verso la scalinata a chiocciola e prese a salirla, gradino dopo gradino.



Stark s'immobilizzò vedendo Bucky nel salotto del suo attico: osservò con muto disgusto il giovane uomo che indossava una giacca in pelle, ed un paio di jeans scuri, e non attese una sua parola per parlare.

"Perché sei qui?"

"Voglio parlare con te"

"Io non ho nulla da dirti, quindi te ne puoi andare, Barnes"

"Tony... Tony, ascolta. Non possiamo portare avanti questa faccenda per tutta la vita. Adesso che Steve non c'è più credo che sia arrivato il momento di sistemare le cose tra noi due, non ha senso portare avanti tutto questo odio"

"Se a Londra abbiamo collaborato è stato solo perché era in pericolo la vita di James, non credere che lo abbia fatto per altro, perché io non sono intenzionato a perdonarti l'assassinio dei miei genitori"

"Tony, per favore" lo pregò Barnes, con uno sguardo supplichevole, non sapendo più cosa dire per essere creduto dal miliardario "mi dispiace per quello che ho fatto. Mi dispiace terribilmente. Se solo potessi cambiare quello che è accaduto lo farei subito"

"Ma non capisci? non si tratta solo dei miei genitori. È colpa tua se Steven è stato ucciso, se quella maledetta volta non ha voluto firmare i trattati. È colpa tua se il mio rapporto con James si è logorato, ed è colpa tua se Charlie si è completamente distaccata da me. Avrei potuto renderla felice, ma continuava a pensare a te anche quando non c'eri, ed adesso nemmeno la vuoi. Tu distruggi tutto quello che tocchi con le tue mani. Nessuno ti vuole. Nessuno. Vattene da questo posto, ora".

Bucky rivolse lo sguardo al pavimento, mormorò qualche parola di scuse e si avviò all'ascensore; proprio quando l'ex Soldato D'Inverno voltò le spalle a Tony, Wanda apparve affianco a quest'ultimo, sfiorò con le mani la testa dell'uomo ed i suoi occhi cambiarono colore, diventando rossi; il miliardario non si rese conto di quello che gli stava accadendo, semplicemente si sentì invaso da una furia incontrollabile, provocata dai ricordi che Wanda stava risvegliando in lui, ed avvertì l'impulso irrefrenabile di colpire il suo ospite, nel modo più violento possibile.

Quest'ultimo aveva appena raggiunto le porte dell'ascensore quando sentì un dolore lacerante all'altezza della nuca, si portò una mano nella parte lesa e capì di essere stato colpito da Stark; si voltò per parare un secondo colpo ma si sentì bloccato da qualcosa che lo scagliò contro una parete.

Cadde a terra e si rialzò lamentandosi, ma quella stessa forza lo trascinò nuovamente a terra, immobilizzandolo del tutto; Barnes girò il volto verso destra e poi verso sinistra, vedendo che delle funi rosse lo bloccavano ai polsi ed alle caviglie, così forti che nemmeno con il braccio in vibranio era in grado di liberarsi.

Solo allora si rese conto della presenza di Scarlet e capì che quello che stava succedendo era a causa sua, ma non ebbe il tempo di parlarle, di chiederle spiegazioni, che Tony lo colpì al volto con la punta della scarpa destra, ricevette dieci colpi esatti prima che si fermasse; Stark si sedette a calcioni sopra al petto del più grande e prese da una tasca dei pantaloni un cavo lungo una ventina di centimetri, prima che l'ex Soldato D'Inverno potesse realizzare quello che stava per accadere, sentì il laccio stringersi con forza attorno alla propria gola.

Subito iniziò ad annaspare con la bocca, alla ricerca d'aria, cercando di dibattersi nella speranza di liberarsi; Stark, però, non era intenzionato a fermarsi e continuava a stringere sempre di più il cavo, mentre nella sua mente continuava a rivivere all'infinito la scena in cui i suoi genitori venivano uccisi barbaramente.

Wanda non riusciva più a guardare quella scena, ma dato che non poteva fermarsi si limitò a chiudere gli occhi, girando il viso da un'altra parte.

Il viso di Bucky, nel frattempo, aveva iniziato a cambiare colore e la bocca si apriva a scatti, negli ultimi spasmi che attraversavano tutto il corpo; ad un certo punto si sentì un rumore sinistro provenire dal collo del giovane uomo e la testa ricadde di lato.

La ragazza sciolse le funi rosse che gli tenevano ancora legati i polsi e le caviglie, mentre il miliardario appoggiò la suola della scarpa destra del petto del corpo esanime, per essere sicuro che non ci fosse più aria nei polmoni.

Wanda era completamente sconvolta, eppure la parte peggiore del piano di Zemo doveva ancora arrivare.



Charlotte aveva appena finito di litigare per l'ennesima volta con Sam e Sharon quando ricevette una telefonata da parte di Tony, che le disse di andare subito alla Stark Tower.

"Ma è successo qualcosa?" chiese lei, addentando una mela, perché non era dell'umore adatto per uscire dalla Villa.

"Vieni e basta" rispose lui, in tono secco, facendo corrucciare le sopracciglia a Charlie; una volta terminata la conversazione telefonica la giovane si cambiò rapidamente, indossando dei vestiti che non fossero un paio di pantaloncini da ginnastica ed una maglietta vecchia e logora, chiedendo poi a Sam se potesse prendere in prestito la sua macchina, dato che il suo ex compagno aveva preso la sua senza domandarle nemmeno il permesso.

Si chiese per un momento dove fosse Bucky e decise che lo avrebbe cercato una volta aver parlato con l'amico.

Quando le porte dell'ascensore si aprirono sull'attico di Tony, notò subito che c'era qualcosa che non andava, dato che il suo proprietario se ne stava seduto sul divano in pelle, con lo sguardo fisso nel vuoto, insensibile a qualunque cosa.

"Tony? Tony, che cosa è successo? Stai male? Se stai male devi dirmelo, così ti porto subito in ospedale" mormorò la più piccola, iniziando seriamente a preoccuparsi; l'uomo non rispose e le indicò qualcosa dall'altra parte della stanza, Charlotte guardò da quella parte ma non vide nulla, poi si accorse che c'era qualcosa vicino ad un altro divano.

Socchiuse gli occhi per capire meglio che cosa fosse quella macchia che vedeva a terra, quando realizzò il tutto il sangue le si ghiacciò nelle vene: erano un paio di stivali.

Si avvicinò al divano con il volto che perdeva colore ad ogni passo e quando vide il corpo di Barnes dalle sue labbra uscì un urlo che non aveva mai fatto prima in tutta la sua vita; si lasciò cadere sulle ginocchia e con le mani tremanti gli scostò dei ciuffi di capelli dal volto, urlò una seconda volta quando vide gli occhi, spalancati, che fissavano il vuoto ed il segno rosso, sporco di sangue raffermo, attorno alla gola.

Posizionò le mani tremanti sopra al petto dell'ex Soldato D'Inverno e provò più di una volta a tentare di curarlo, tramite la magia, ma ogni tentativo era inutile: la ragazza poteva salvare coloro che erano in gravi condizioni, od al massimo chi aveva appena esalato l'ultimo respiro (come era accaduto con Zemo) ma il corpo del suo ex compagno era completamente freddo, segno che Stark aveva atteso ore prima di chiamarla, proprio per evitare che lei potesse sistemare tutto con i suoi poteri.

Quando realizzò che non c'era davvero nulla che potesse fare, la giovane scoppiò in un pianto disperato, stringendo a sé il proprio uomo, come se quel gesto potesse riportarlo in vita.



Sam e Sharon arrivarono alla Stark Tower solo a notte inoltrata, allarmati perché gli altri due membri del gruppo non avevano ancora fatto ritorno; non appena le porte dell'ascensore si aprirono entrambi si ritrovarono davanti agli occhi una scena non avrebbero mai più dimenticato: Tony Stark non si era mosso di un solo millimetro dal divano mentre Charlie continuava ancora a piangere, benché avesse finito le lacrime già diverso tempo prima, tutt'altro che intenzionata a lasciare andare il corpo di Bucky.

"Charlie!" esclamò subito Sam, andando a soccorrere l'amica mentre Sharon, cercando di rimanere a mente lucida, si mise in contatto telefonico con Maria Hill.

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