Cap. 4

Marinette rimase senza parole: Adrien l'aveva appena difesa con Nathaniel dicendo che era la sua ragazza!

Era una cosa sorprendente; non se lo sarebbe mai aspettata da un ragazzo, soprattutto da colui che le piaceva!

«Non sei stanca?» rispose lui, guardandola seriamente.

Non capitava quasi mai che il suo amico assumesse quel comportamento, ma quando succedeva significava che la cosa era parecchio grave.

«Non sei stanca di sorbirti tutti i giorni i suoi messaggi, le sue chiamate, le sue richieste a cui tu non sai dire di no?» continuò e, notando che la ragazza abbassò lo sguardo, addolcì il tono; infondo non era arrabbiato con lei. «Marinette, ti chiedo scusa per essermi messo in mezzo, ma vedendoti in difficoltà non ho potuto fare a meno di provare ad aiutarti.»

La ragazza rimase in silenzio, continuando a tenere gli occhi fissi sui suoi piedi, mordendosi il labbro inferiore.

Le domande sul come faceva a sapere della situazione tra lei e Nathaniel sparirono quasi subito, quando la sua testa rispose che, magari, aveva sentito una conversazione tra lei ed Alya, anche se lui non origliava mai, ma forse era stata lei ad avere usato un tono di voce troppo alto e Adrien era nelle vicinanze e le aveva sentite.

«Da quanto? Da quanto sta andando avanti questa storia?» chiese in tono più dolce, vedendo quanto la corvina fosse sotto pressione.
«Tre mesi... –rispose con un bisbiglio.– Credevo che continuando ad inventare scuse per non uscire con lui, prima o dopo, si sarebbe stancato, ma mi sbagliavo. La situazione mi è sfuggita di mano ed ora ci sei dentro anche tu... E questo non è giusto nei tuoi confronti...» aggiunse, sentendo le lacrime formarsi, pungenti come aghi, finché non iniziarono a cadere ed a scorrere, calde, sulle guance.

Non voleva piangere davanti a lui, soprattutto davanti a lui, ma la frustrazione che provava da tempo aveva preso il sopravvento e no riuscì a trattenersi.

Cercò di asciugarsi le lacrime prima che potessero diventare troppo copiose, tirando su con il naso e prendendo un paio di profondi respiri per calmare la voce tremante.

Adrien si sentì male per lei: doveva essere difficile inventarsi scuse su scuse per non spezzare il cuore a qualcuno. Lui sapeva quanto fosse duro inventarsi le frasi giuste per sviare dalle diverse situazioni; insomma, essere Chat Noir comportava il saper mentire, ed il fatto di essere un modello ed essere cresciuto per mentire avanti all'obiettivo lo aiutava parecchio.

Il ragazzo le sollevò delicatamente il mento, in modo tale che potesse guardarlo negli occhi. «Non ti preoccupare per me. Direi un bugia peggiore di questa per te. Preferisco mentire e vederti felice, anziché non dire nulla e vederti triste.» disse, asciugandole le lacrime con il pollice.

L'adolescente rimase nuovamente senza parole, incapace di dire quanto sia fantastico il ragazzo di cui era perdutamente innamorata.

«Che ne dici? Vuoi essere la mia finta ragazza?» le chiese con un sorriso, accarezzandole delicatamente la guancia arrossata.

Non era come il tocco di Nathaniel: il suo la faceva rabbrividire, come se un vento gelato la investisse. Quello di Adrien era più dolce e caldo.

Marinette annuì, incapace di parlare senza che rovinasse il tutto o senza che balbettasse.

«Perfetto. Allora, se domani Nathaniel si avvicina a te, ci penserò io a tenerlo lontano.» esclamò gonfiando il petto.
«Non iniziare a fare il fidanzato geloso.» ridacchiò, asciugandosi le lacrime rimaste, assaporando quanto bene stesse la parola "fidanzato" ad Adrien.
«Sono geloso solo con chi se lo merita.» ribatté incrociando le braccia, fingendosi offeso. «A proposito, devo dire a Nino di non parlarti.» scherzò, afferrando il cellulare e cercando il contatto del suo amico.

Marinette gli diede una giocosa pacca sulla spalla, facendolo ridere.






La ragazza, tornata a casa, chiamò Alya, raccontandole ciò che era successo quel pomeriggio e dovette allontanare il cellulare dell'orecchio per non diventare sorda per l'urlo di gioia della mora.

Dopo circa mezz'ora passata al telefono, l'adolescente decise di farsi una doccia, infilandosi il suo comodo pigiama per poi iniziare a lavorare agli schizzi che aveva fatto a casa dell'amore della sua vita, aiutata da Tikki –siccome aveva vissuto abbastanza a lungo per accompagnare le Ladybug di ogni epoca–.

La ragazza era concentrata a far scorrere la matita sulle pagine del diario, facendo diverse modifiche ai disegni, ma venne interrotta dalla voce della madre, che la chiamava dal piano inferiore.
«C'è una visita per te.»

Marinette guardò l'ora –20:07–, pensando a chi potesse essere.

Sistemato il suo diario, scese da sua madre, che stava parlando con qualcuno alla porta.

«Eccoti qui, Marinette. C'è qui un tuo amico.» ridacchiò Sabine, spostandosi a lato e rivelando l'ultima persona che Marinette potesse immaginare in quel momento.
«A-Adrien?»
«Buona sera, Marinette.» la salutò agitando la mano, sorridendo innocentemente, come un bambino che voleva nascondere un pasticcio appena combinato.
«Vi lascio soli.» aggiunse la donna, recandosi in salotto.
«Che ci fai qui?» chiese l'adolescente, cercando di non urlare per la sorpresa e la felicità, schiaffeggiandosi mentalmente ricordandosi del fatto che fosse in pigiama davanti a lui.
«Se non mi ricordo male io e te dovevamo uscire stasera. Non ti ricordi ciò che avevo detto a Nathaniel?» ribatté lui con divertimento.
«Sì, ma il nostro non è un vero e proprio rapporto.» rispose, non nascondendo il dispiacere.
«Non importa. Io mantengo le promesse: avevo detto che ti avrei portata fuori ed eccomi qua.»

La ragazza lo fissò stupita: non si sarebbe mai immaginata che avrebbero fatto ciò che ogni coppia faceva di solito –uscire insieme, ovviamente, dopotutto non potevano baciarsi!–

Il loro rapporto era finto: lei e lui erano fidanzati solo per Nathaniel, ma nella realtà erano amici.

«U-Un attimo che vado a cambiarmi...» disse, rinunciando ad andare contro al volere del biondo, senza però troppi ripensamenti.

"Come si fa a resistergli?" si chiese, correndo al piano superiore; Marinette si cambiò alla velocità della luce ed afferrò la borsetta, dove Tikki si nascose, si sistemò i capelli e tornò al piano inferiore.

«Eccomi. Allora, dove mi vorresti portare?» domandò curiosa.
«Io avevo pensato al cinema, oppure una passeggiata al parco. Decidi tu.»
Marinette ci pensò su, poi le venne in mente del nuovo film che era uscito da poco e che voleva assolutamente andare a vedere. «Mi piacerebbe andare a vedere il film thriller psicologico che è uscito un paio di giorni fa... se per te va bene.» rispose, rossa per l'imbarazzo.

"E se poi a lui non piace il genere? Mi prenderà per una stupida!" rifletté lasciandosi prendere dal panico.

«Ti piacciono i thriller psicologici? Non l'avrei mai detto.» esclamò sorpreso. «A dire il vero anch'io ero curioso di andarlo a vedere. Quindi aggiudicato.» aggiunse porgendole la mano, facendole segno di stringergliela.

Marinette la afferrò; il calore le si propagò dal palmo, facendola sciogliere. L'unico punto freddo era l'anello argentato che portava al dito, ma era impercettibile.

«Mamma, torno più tardi.» disse uscendo, stringendo la mano del ragazzo.
«Divertiti con il tuo nuovo ragazzo.» rispose Sabine, intenta a guardare un programma televisivo e sorseggiando da una tazza di tè, comodamente seduta sul divano.
«Mamma!» esclamò ancora più rossa, chiudendo la porta a chiave, non accorgendosi che Adrien stava ridendo.







«Lo ammetto: quel film è stato davvero fantastico!» commentò Adrien buttando la lattina da cui aveva appena finito di bere.
«Te l'avevo detto che ti sarebbe piaciuto.»
«Di solito non guardo questo genere di film, ma questo è stato... Wow!» rispose ancora eccitato per le scene che aveva visto.

La serata era tranquilla: una dolce brezza primaverile muoveva i capelli dei due giovani mentre camminavano per le vie di Parigi, schivando le innumerevoli persone che passeggiavano, malgrado fossero le dieci di sera passate.

I due arrivarono al parco in parte alla casa di Marinette e si sedettero su una panchina che si affacciava sulla fontana di Place des Vosges, ancora accesa, con l'acqua che zampillava e risplendeva sotto la luce della luna; l'intero parco era illuminato dalle luci fioche dei lampioni, che davano quel tocco di mistero e bellezza al luogo.

Diverse coppie erano sedute sulle altre panchine e sul bordo della fontana, abbracciare e intente a parlare di com'era andata la giornata o di altre cose che la corvina non riusciva a percepire.

Rendendosi conto del romanticismo presente nell'aria, Marinette iniziò a sudare freddo e ad arrossire violentemente.

«Non trovi che Place des Vosges sia particolarmente bella di sera?» domandò Adrien, rompendo il silenzio venuto a crearsi tra di loro.
«S-Sì... B-Bellissima.» balbettò in risposta, sfregando i palmo delle mani sui pantaloni, volendo asciugarsi il sudore formatosi per il nervosismo.

L'agitazione crebbe quando il biondo le mise un braccio intorno alle spalle, facendo in modo che lei gli si avvicinasse.

«Adoro fare delle passeggiate di sera. Di solito vado in giro per Parigi, ma finisco sempre nello stesso posto, come un gatto attirato dall'odore del pesce.» spiegò, sorridendo al paragone.
«Mi stai dicendo che tu sgattaioli fuori di casa e che cammini per le vie di Parigi? Di notte?!» domandò sorpresa, ricevendo una risposta positiva dall'altro. «E cos'ha tanto di speciale quel posto che odora di pesce?» aggiunse facendolo ridacchiare.
«Non odora davvero di pesce. È che per me è diventato speciale, perché là mi sento a mio agio: anche se non è un luogo enorme lo considero come la mia seconda casa. Ci vado praticamente ogni sera e solo là posso essere me stesso.» rispose guardando verso la casa di Marinette, che si trovava in parte al parco.
«Dev'essere un luogo parecchio speciale per te.» commentò l'adolescente, sorridendo e avvicinatosi di più al biondo.
«Lo è.»

Adrien si sistemò contro la ragazza, appoggiandosi contro la testa di Marinette, odorando il suo profumo –vaniglia e cioccolato– e godendo del calore che emanava il suo corpo.

Nessuno dei due, però, si accorse che due genitori li stavano guardando dalla finestra del loro appartamento, sorridendo per la loro bambina.


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Ehi ehi ehi ragazzi, quarto capitolo :D

Non trovate che Adrien sia stato carino a fare questa sorpresa a Marinette? Dai, ditemi la verità *^*

E poi ci sono i genitori della ragazza che stalkerano i due. Secondo me sono fan della coppia Adrienette, ma non l'hanno ancora ammesso pubblicamente.

Vabbè, vi lascio gente, anche perché ho finito di scrivere questo capitolo alle ore 1:49, quindi errori di scrittura a go go...

P.S. chiedo scusa per gli inconvenienti successi con i capitoli, ma sono una casinista totale... YEY!

Bye Miraculeurs :3

FrancescaAbeni

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