20. Déjà vu
Trovarsi in situazioni assurde quando si è un mago e si frequenta una scuola di magia non dovrebbe essere così sconvolgente in fin dei conti, dopotutto il bambino che è sopravvissuto ne aveva viste di castronerie e assurdità in quei, quasi, dieci anni di permanenza nel mondo magico: aveva affrontato maghi oscuri, domato draghi, cavalcato ippogrifi, staccato le zanne ad un enorme basilisco ed aveva persino combattuto una guerra a suon di incantesimi! Per cui era convinto che nulla lo avrebbe più sconvolto tuttavia, come ben si sa, Hogwarts è un luogo che riserva sempre nuove sorprese.
Poter accogliere nuovamente Hermione in un tenero abbraccio fu per il prescelto un motivo di gioia immenso, poter conversare nuovamente con lei senza preocuparsi troppo del tempo che scorre, persino sentire i suoi rimproveri sembrava musica per le orecchie del moro.
Quel pomeriggio poi la riccia sembrava essere particolarmente entusiasta e, evidentemente, non solo per essere uscita dall'infermeria, i suoi occhi brillavano di quella luce vittoriosa che solo lei possedeva, così, quando si sedettero davanti al dolce scoppiettare del camino nella sala comune di Grifondoro, i due amici aprirono bene le orecchie impazienti di ascoltare le novità della quale hermione stava per far loro partecipi.
Fu solo quando l'amica iniziò il suo monologo con un: “Ho finito le mie ricerche! Devo dire che Malfoy è davvero cambiato, mi costa ammetterlo ma il suo aiuto è stato cruciale” che Harry comprese che non avrebbe mai smesso di stupirsi in quel mondo dove anche le cose più assurde sembravano realizzarsi. Anche Ron sembrava d'accordo con lui, glielo confermò il suo diventare paonazzo e la voce acuta e squillante che veniva fuori solo in rare situazioni:
“Malfoy?! Tu vuoi dirmi che Malfoy ti ha aiutata? Miseriaccia Hermione! È di Draco spocchioso purosangue Malfoy che stiamo parlando! Sicura di non essertelo sognato?”
Lo sguardo truce che gli rivolse la giovane Grifondoro zittì qualunque suo sproloquiare, così da farle riprendere il discorso, Hermione fu precisa, come sempre, raccontò per filo e per segno tutto ciò che quel libro nascondeva egregiamente non trascurando affatto la parentesi Malfoy facendo quindi innervosire sempre di più l'amico dai capelli rossi che sembrava non apprezzare affatto quel suo atteggiamento, di semplice ed umana gratitudine, verso un soggetto che a parer suo non meritava altro se non il più totale disprezzo.
Harry non volle neanche continuare ad ascoltare il loro stupido battibecco bambinesco, la sua attenzione era scomparsa totalmente non appena Hermione aveva fatto presente il dettaglio dell'amortentia modificata, pensò ad essa e alle parole dell'amica per l'intera nottata, chiuso nel buio del proprio letto a baldacchino. Il sonno sembrava aver totalmente rinunciato a prendere possesso del suo corpo, tanto che, come spesso gli capitava durante gli anni trascorsi sotto il tormento di Voldemort, il prescelto si alzò silenziosamente, bacchetta in mano e mantello dell'invisibilità, recuperato per un pelo, addosso e si diresse verso l'ignoto.
Camminò per minuti interi seguendo il tremante barlume delle candele ed accompagnato solo dal suono leggero dei propri passi, i corridoi gli incutevano un certo timore, erano desolati se non per la dolce professoressa Sprite incaricata alla ronda notturna di quella sera. Fortunatamente per Harry nessun professore era mai stato in grado di scoprirlo sotto al mantello, fatta eccezione per quel ficcanaso di Piton che sembrava riuscire a percepire la sua presenza anche a metri di distanza* proprio come un animale silenzioso e letale che mira alla propria preda.
Nel suo perdersi nel mare di pensieri, il prescelto si ritrovò davanti al bagno delle ragazze al secondo piano, il bagno che un tempo si ritrovò ad essere il terribile scenario di troppe catastrofi. Spinto dal leggero e malinconico pianto di Mirtilla, il corvino si liberò del prezioso indumento che lo rendeva invisibile ed entrò nell'umido rifugio del fantasma.
Gli parve di rivivere un momento passato e forse sul procinto di sparire dalla propria mente, il pavimento era colmo d'acqua, e la giovane corvonero si trovava raggomitolata su sé stessa accanto alla finestra dai vetri colorati.
“Ciao Mirtilla...perchè piangi?”
La sua voce parve destare il fantasma come un interruttore, la sua testa schizzò in aria e gli occhi si posarono su di lui, si sentì poi avvolto da un vento gelido e si accorse che, teoricamente, colei che fu una studentessa, lo stava abbracciando sommersa da singhiozzi:
“Oh Harry sei tornato! Credevo che ti fossi dimenticato di me ma in fondo tu non potresti mai dimenticarmi!”
Una cosa che sicuramente il bambino sopravvissuto rammentava alla perfezione era certamente la voce gracchiante e fastidiosa di Mirtilla Malcontenta e ancor meglio ricordava la sua indole lamentosa:
“Oh perchè piango?! Tu mi chiedi perchè piango?!”- si innervosì lei staccandosi dal moro con aria infuriata indicando un libro gettato in mezzo all'acqua- “per quello! I tempi cambiano ma col cavolo che i ragazzi migliorano! Io ero tranquilla per gli affari miei quando dal nulla mi arriva addosso quello! Trapassandomi la faccia!”
Harry era ben più che sicuro che se fosse stata viva, la pelle di mirtilla avrebbe assunto lo stesso colore dei capelli di Ron, si allontanò quindi con cautela da lei, soffermandosi a raccogliere il libro, non gli ci volle molto per riconoscere di che volume si trattasse:
“Il diario...ma come...Mirtilla chi hai detto che te lo ha lanciat-”
Si girò verso la direzione dove prima si trovava il fantasma, ma nulla, tutto era buio e silenzioso, come se nulla fosse mai stato lì, a rispondere a quella sua silenziosa domanda ci fu solo il costante sgocciolare dell'acqua.
Quasi inquietato da quella strana quanto surreale situazione, il prescelto si ricompose, uscendo da quel sudicio bagno umido, iniziando a fare strada verso il proprio dormitorio.
A metà strada, poco prima di raggiungere le scale, venne attirato da delle voci, provenivano da un corridoio quasi totalmente privo di illuminazione, tanto che Harry impiegò qualche istante a comprendere a chi appartenessero quelle voci famigliari e, quando lo capì si sentì quasi opprimere.
*Severus è molto molto sensibile alla magia, anche per questo è un mago ed una spia eccellente, percepisce una presensa magica anche se nascosta o a pochi metri di distanza, ad esempio se c'è qualcuno fuori da una porta e lui è all'interno della stanza.
Ho delle notizie, purtroppo per la snarry a fumetti ci vorrà ancora un po', essendo un lavoro impegnativo e io voglio impegnarmi per far sì che venga bene!
Purtroppo ho perso il file con la one shot che stavo scrivendo TnT il mio pc sta letteralmente cadendo a pezzi purtroppo, cercherò di recuperarla in qualche modo.
Cupido
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