Spasmo muscolare
Sono accanto a Nate, circondata da un gruppo di persone che sembrano uscite da un episodio di Grey's Anatomy. Seduti al tavolo ci sono alcuni colleghi di Nate, che lo accolgono con sorrisi calorosi e strette di mano. C'è un'energia palpabile di affetto sincero, ma anche un sottofondo di tensione, come se tutti stessero cercando di non menzionare l'elefante nella stanza: il suo braccio fasciato. Mi presento educatamente mentre lui mi introduce, ma appena pronuncia il mio nome, uno dei medici, un uomo robusto di mezza età con occhiali spessi, sorride con fare sornione.
«Quindi questa è la tua Olivia?» dice, inclinando la testa. «Non ci avevi detto di avere una fidanzata così elegante».
Rimango a bocca aperta, mentre Nate alza un sopracciglio con un sorriso enigmatico. Non fa nulla per correggerlo.
«Non sono la sua Olivia», intervengo con un sorriso educato ma fermo. «Sono Olivia Harper. Collaboro con lui per lavoro».
Lui, ovviamente, non sembra minimamente turbato. Si limita a inclinare la testa con quel suo solito sorrisetto che mi fa venir voglia di dargli un calcio sotto il tavolo. «Olivia è una brillante organizzatrice di eventi», dice con tono calmo. «Sta lavorando con me per un progetto»
«Oh, scusate. Non volevo creare imbarazzo», esclama il medico.
«Sappiamo benissimo che Nate non ha mai avuto tempo per le relazioni», interviene un'altra voce, più dolce e molto, molto più affilata. È una donna che sembra essere appena uscita da una rivista di moda. Capelli castano miele perfettamente ondulati, un sorriso bianco da pubblicità di dentifrici e occhi che non lasciano mai Nate, neanche per un secondo. Deve essere la famosa dottoressa Lauren. Potrei scommetterci. Si aggiusta i capelli con un gesto studiato, facendo tintinnare il braccialetto al polso. «Nate è così dedicato alla sua professione,» dice con un tono che sembra una carezza velenosa. «Non riesco a immaginarlo in una relazione. È sempre stato troppo... concentrato. È il tipo di uomo che sacrifica tutto per essere il migliore».
Nate, intanto, sorride appena, ma i suoi occhi guizzano verso di me per un istante. È un'occhiata rapida, quasi impercettibile, come se volesse controllare la mia reazione.
Sorrido educatamente, ma prima che possa rispondere, uno degli altri medici interviene. È un uomo giovane, con un'aria seria che non mi piace affatto: «È stata una fortuna che tu sia sopravvissuto a quell'incidente, Nate», dice, facendo un cenno al suo braccio. «Ma... hai preso in considerazione la possibilità che potrebbe essere la fine della tua carriera chirurgica?».
Il silenzio che cala sul tavolo è quasi assordante. Gli altri smettono di mangiare, e Lauren lancia al collega uno sguardo gelido, come se avesse appena commesso un peccato capitale. Ma è Nate a catturare la mia attenzione. Il suo viso, così sereno fino a un attimo fa, si irrigidisce, e vedo i muscoli della mascella contrarsi.
Prima che me ne renda conto, la mia mano si muove. La poso sul suo ginocchio, un gesto istintivo, un tentativo maldestro di... non so nemmeno io. Di confortarlo? Di dirgli che sono dalla sua parte? Di dirgli che, nonostante tutti i nostri battibecchi, non credo affatto che sia finita per lui?
Nate si volta lentamente verso di me, i suoi occhi verdi perforanti. È una di quelle occhiate che dicono molto più delle parole: sorpresa, curiosità... e un pizzico di sfida. Mi sento immediatamente imbarazzata. Ritraggo la mano come se fosse finita su una piastra bollente.
Nate adesso si rivolge al collega, si schiarisce la gola e sorride, ma il sorriso non arriva agli occhi. «Farò tutto il necessario per tornare in sala operatoria», dice semplicemente.
Il medico sembra rendersi conto di aver toccato un tasto dolente e cambia argomento, ma l'atmosfera al tavolo è visibilmente tesa.
Nate si china leggermente verso di me, abbassando la voce in un sussurro appena udibile: «Che mossa audace, Olivia Harper. Mettere una mano sul mio ginocchio...».
Mi giro verso di lui e l'angolo della sua bocca si piega in un mezzo sorriso.
«È stato un riflesso involontario», rispondo secca.
«Una specie di spasmo muscolare?»
«Precisamente».
Lui mi guarda, e io non posso fare a meno di restituirgli lo sguardo. Poi, come se fossimo sincronizzati, scoppiamo a ridere. Non una risata forzata, ma una di quelle spontanee, quasi liberatorie, che spezzano la tensione come una bolla di sapone.
«Cosa c'è di così divertente?» chiede Lauren con una punta di irritazione nella voce.
«Niente», rispondiamo in coro, ancora ridendo.
E, per un istante, il peso che gravava sull'atmosfera sembra dissolversi. Colgo il momento per cambiare aria. «Nate», dico. «Vieni con me un attimo? Voglio dare un'occhiata all'allestimento in giardino»
«Certo», si alza con un'eleganza che sembra innata, e mi segue mentre ci allontaniamo dal tavolo.
Sento Lauren guardarci, probabilmente con gli occhi ridotti a due fessure, ma non mi importa.
Il giardino è una meraviglia. L'allestimento stellare è curato nei minimi dettagli: una distesa di luci scintillanti formano costellazioni sopra di noi. Lungo il percorso, piccole lanterne a forma di luna illuminano i vialetti, e al centro c'è una fontana decorata con proiezioni di stelle che sembrano danzare sull'acqua.
«Wow», mormora Nate accanto a me, guardandosi intorno. «Devo ammettere che è... impressionante»
«Già», confermo. «Miley è un fenomeno»
«Miley aveva un budget molto alto», mi corregge.
Non rispondo. Sollevo lo sguardo sulle finte stelle sopra di noi.
«Lo hai fatto per me, vero?»
«Come, scusa?» chiedo, fingendo di non capire.
«Tirarmi via da quella tavola. Lo hai fatto per me»
«Non essere ridicolo», ribatto, alzando il mento. «Avevo davvero bisogno di vedere il giardino».
Cerco di cogliere una sua reazione mentre aggiungo: «I tuoi colleghi non sono esattamente dei campioni di tatto, comunque».
Nate sorride, ma il suo sguardo si fa serio. «La verità è che... potrebbe avere ragione, Olivia. La mia mano non sta migliorando come speravo», usa il tono casuale di chi sta cercando di non lasciarsi sopraffare. È come se lo dicesse per abituarsi all'idea, ma so che non ci è abituato affatto. «Forse non potrò mai più operare. E se fosse così, non saprei più nemmeno chi sono».
Sento un nodo alla gola, ma decido di rispondere come farei con una delle mie spose in preda al panico pre-matrimoniale. «Be', potresti diventare... non so, un modello di camici chirurgici. Hai la faccia giusta per le pubblicità. O magari un consulente per serie tv. Sei perfetto per un episodio di Grey's Anatomy. Ti basta guardare i tuoi colleghi».
Lui ride, e il suono mi fa sentire stranamente orgogliosa. «Sì, immagino che potrei diventare il dottore che salva vite solo davanti alla telecamera»
«Lauren ne sarebbe entusiasta», dico con tono grave. «Ti porterebbe il caffè ogni mattina. Con sopra una schiuma a forma di cuore».
Lui scuote la testa, divertito. «Sei insopportabile»
«Lo so».
Ci fermiamo accanto alla fontana. Le luci danzano sull'acqua, e per un attimo c'è solo il rumore dell'acqua che scorre e il profumo dell'erba umida. Poi lui mi guarda, con un'intensità che mi fa venire voglia di distogliere lo sguardo, ma non ci riesco.
«E tu? Cosa faresti se non fossi una wedding planner?».
Esito, cercando di mascherare il colpo che la domanda mi dà. «Io... be', non saprei. Non ho mai pensato di fare altro. Mi piace avere tutto sotto controllo, sapere cosa succederà, pianificare ogni dettaglio...». Mi accorgo che lui mi sta osservando, come se stesse aspettando che io finisca. E così, prima che possa fermarmi, aggiungo: «In realtà, odiavo uscire dalla mia zona di comfort anche da ragazza. Perfino quando stavo con Paul. Avevo immaginato ogni singolo dettaglio del nostro matrimonio. Ogni fiore, ogni tovagliolo... e poi...»
«E poi?».
Faccio un respiro profondo. «E poi è andato tutto in fumo. Paul non voleva sposarmi. Io volevo una famiglia, lui invece no. E sai una cosa? Non è stato il fatto di perderlo a ferirmi di più. È stato il fallimento. Avevo passato anni a immaginare il nostro matrimonio perfetto, la nostra vita insieme, e alla fine era stato tutto inutile. Come se tutto quel controllo non fosse servito a niente».
Rimaniamo in silenzio per un momento. Nate non dice niente, e mi sento improvvisamente esposta, come se avessi rivelato troppo. Ma poi lo sento parlare, a bassa voce.
«Sono contento che tu non l'abbia sposato».
Lo guardo, confusa. «Come, scusa?»
Lui abbassa lo sguardo sulle sue scarpe, poi torna a guardarmi. «Non credo che qualcuno possa pianificare ogni cosa, Olivia. La vita non funziona così. E penso che se il tuo matrimonio è saltato, forse era perché meritavi qualcosa di... diverso. Di meglio».
Le sue parole mi colpiscono più di quanto vorrei. Cerco di nascondere l'effetto che mi fanno con una battuta. «Qualcosa di meglio, tipo un dottore arrogante con una mano fuori uso che cerca di sabotare la mia vita?».
Lui ride piano, e il calore del suo sguardo mi disarma. «Qualcosa del genere».
Decido di interrompere il momento prima di sprofondare nell'imbarazzo: «Dobbiamo tornare dentro», dico. «Lauren probabilmente sta organizzando una ricerca a squadre per trovarti».
Nate mi osserva per un attimo, e poi, senza preavviso, allunga il braccio – quello sano – e mi sfiora il gomito, guidandomi con delicatezza verso l'ingresso della sala.
È un gesto semplice, eppure sento un piccolo brivido corrermi lungo la schiena. Cosa diavolo mi sta succedendo?
Quando torniamo dentro, l'atmosfera al tavolo sembra essersi rilassata. Lauren è impegnata a discutere con un altro medico e non si accorge nemmeno del nostro ritorno. Colgo l'occasione per avvicinarmi al mio posto, ma prima che possa sedermi, Nate si sporge verso di me.
«A proposito», dice, abbassando la voce. «Ho sentito Spencer poco fa. È riuscito a organizzarsi per essere alla prova della cena al ristorante di Paul. Ha detto che ti manderà un messaggio per confermare i dettagli».
Lo guardo, sorpresa. «Davvero?».
Lui annuisce. «Pare che abbia fatto i salti mortali, ma sarà lì. Immagino che questo ti risparmi un paio di notti insonni»
«Oh, assolutamente», rispondo con un sospiro esagerato che lo fa sorridere.
La cena procede senza altri momenti di tensione, ma con qualche scambio di sguardi che non mi aspettavo. Nate sembra più rilassato, e persino i suoi colleghi si sono calmati. Lauren, invece, mantiene quell'aria di superiorità come se fosse una regina senza corona.
Dopo il dessert, l'asta di beneficenza prende vita. Un uomo in smoking prende il microfono, ringraziando tutti per la generosità. Tra le prime offerte ci sono una bottiglia di vino raro, un week-end in una spa e, a un certo punto, una lezione di cucina con uno chef. L'annuncio cattura immediatamente la mia attenzione.
«Oh, che idea meravigliosa!» esclamo, immaginando già una cucina professionale piena di ingredienti scintillanti e piatti degni di Instagram.
Nate, seduto accanto a me, mi guarda con un sorrisetto inclinato. «Hai proprio un debole per gli chef, eh?», commenta con un tono che sembra un misto di divertimento e qualcosa che non so definire.
«Molto divertente,» ribatto, incrociando le braccia. «E per tua informazione, non c'è niente di male nel trovare affascinanti le persone che sanno cucinare. È un'abilità molto apprezzabile»
«Oh, ne sono sicuro,» ribatte lui, con gli occhi che brillano di una sfida silenziosa. Poi alza una mano verso il banditore. «Offro mille dollari per la lezione con lo chef»
«Mille dollari? Ma sei impazzito?».
Lui si volta verso di me con un'innocenza smaccata. «Sto solo contribuendo a una buona causa. E poi, una lezione di cucina potrebbe rivelarsi molto educativa per entrambi».
La sala si anima mentre altri iniziano a rilanciare. Io lo guardo come se fosse impazzito. «Non c'è nessun entrambi, Nate».
Il banditore sorride e incalza: «Abbiamo mille, qualcuno offre millecinquecento?»
Un altro uomo alza la mano, rilanciando.
Prima che Nate possa ribattere, Lauren interviene dal tavolo. «Milleottocento», dice con un sorriso trionfante. Mi volto di scatto, trovandola seduta con un'aria soddisfatta, il mento alzato in una posa quasi regale.
Nate alza nuovamente la mano: «Duemila»
«Duemilacinquecento», rilancia Lauren, con un'occhiata compiaciuta nella nostra direzione.
«Vuole portarti a lezione di cucina», lo informo. «Attento».
Nate ribatte con calma, ignorando la mia affermazione: «Tremila».
La sala trattiene il fiato. Lauren sembra considerare la mossa, ma alla fine scuote la testa, ritirandosi con un sorriso di circostanza. Il banditore batte il martelletto. «Aggiudicato! Una lezione di cucina con lo chef per il signore al tavolo sette.»
Un applauso esplode nella sala, e io mi giro verso Nate: «Ti rendi conto che hai appena speso tremila dollari per una lezione di cucina?»
Lui si sporge verso di me, avvicinandosi quel tanto che basta per farmi trattenere il respiro. «E tu verrai con me, Liv»
«Non ci penso proprio», ribatto, cercando di mantenere un tono fermo nonostante il battito accelerato del cuore. «Nella mia agenda non c'è spazio per imparare a sfilettare branzini o a piegare ravioli a forma di cuore».
«Ravioli a forma di cuore?», ripete lui, trattenendo un sorrisetto. «Sei davvero così romantica?»
«Piantala»
«Sarà formativo»
«Non ho intenzione di passare due ore a fissarti mentre bruci i soufflé», borbotto. «E, per la cronaca, io so già cucinare»
«Infilare una pizza surgelata nel microonde non vuol dire saper cucinare, Liv».
Boccheggio, irritata dai suoi modi irriverenti. «Sai una cosa? Accetto», sbotto d'impulso. «E non ti aiuterò a spegnere l'incendio quando darai fuoco alla cucina».
Allunga la mano per stringere la mia, l'espressione fin troppo soddisfatta: «Affare fatto», dice.
«Affare fatto», mormoro, distratta dal calore del suo palmo pressato contro il mio.
Poi rifletto su ciò che ho appena fatto e subito me ne pento: mi ha fregata. E mentre lui mi osserva come se fossi un'adorabile bambina particolarmente ottusa che cerca di risolvere un problema di matematica, io mi ritrovo a desiderare che non smetta mai di guardarmi in questo modo. Un attimo dopo mi maledico.
Cosa c'è di sbagliato in me?
Buona sera! 🫶
Come promesso, sono tornata prestissimo.
Questi due si stanno sciogliendo un poco o è solo un'illusione? 😂
Spero che questo capitolo con qualche rivelazione in più su Nate e Olivia vi sia piaciuto. Fatemi sapere nei commenti. Il vostro supporto è importante.
Grazie intanto per aver letto fino a qui.
Tenetevi forte per i prossimi capitoli 💣
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