Lisa scheletrina


XII

Lisa scheletrina

Lisa era una bambina felice, amava correre sotto la pioggia e specchiarsi nelle pozzanghere. Ciò che vedeva riflesso, però, la spaventava. Non si piaceva, Lisa, si sentiva brutta e orribile agli occhi degli altri.

Una notte come tante Lisa vaga nel bosco situato dietro la sua abitazione signorile. Si dice che in questo bosco vi abiti una strega maligna, capace di orribili incantesimi. La bambina conosce bene questa leggenda e decide di incontrare l'orribile strega. Le avrebbe venduto l'anima e il cuore pur di godere del suo riflesso.

Vuole vedersi magra, Lisa, snella e delicata. La bambina cammina senza sosta nonostante la pioggia perenne. Il cielo piange e tuona, i fulmini saettano nel cielo ed è proprio da un tuono che comprare la strega malefica.

«Bambina, mi hai chiamata?»

La strega è brutta e scheletrica. Lisa deglutisce, quella figura le fa ribrezzo, ma non si vuole arrendere.

«Sì, strega, vi ho cercata ...» La voce della giovane è ferma e decisa.

«Cosa desideri, fanciulla?»

Lisa si prostra ai piedi della vecchia strega.

«Vorrei tanto riflettermi senza avere timore di risultare brutta e grassa ai miei occhi ...»

La strega scoppia a ridere e la sua risata divertita esplode nel bosco buio.

«Oh, sciocchina, che desiderio egoista!»

«Ma io vorrei solo essere bella ...»

«È proprio in ciò che risiede il tuo stupido egoismo!»

Lisa non smette di osservare la strega, la prega in ginocchio.

«Donerei la mia anima pur di vedermi pelle e ossa!»

La vecchia la guarda torva. Che stupida bambina, non sa che l'anima è il cristallo del cuore per ogni essere umano.

«Non sai quello che dici, bambina.»

Lisa, che ha sempre ottenuto ciò che desidera, comincia a frignare, irritando la strega.

«E va bene, sciocca bambina, mi prenderò la tua anima, ma sappi che non potrai più tornare indietro.»

«Oh, strega vi scongiuro, prendetevi tutto di me!»

La vecchia strega chiude gli occhi, attorno a lei si scatena una tempesta di arbusti, vento e pioggia.

Lisa, ancora inginocchiata, attende con ansia l'esito dell'incantesimo. Tutto d'un tratto le saette e i fulmini scompaiono, tutto tace.

Il silenzio viene spezzato da un urlo. La strega malefica urla fino a rimanere senza voce e poi con una mano trapassa il corpo della giovane, rubandole anima e cuore.

Lisa spalanca gli occhi al cielo. Il suo corpo si sta asciugando, fino a scomparire. Lisa non c'è più, è diventata uno scheletro.

La strega scompare. La bambina rimane da sola. Ricomincia a piovere e attorno a lei si formano tante pozzanghere fangose.

Lisa si specchia. Un mostro.

Non si riconosce più. Piange, urla al cielo il nome della strega malvagia.

Povera, piccola Lisa senza più carne.

Vaga nel bosco senza una meta. Non può più tornare a casa, non può riavere il suo cuore né la sua povera anima.

Così la piccola rimane intrappolata nella fitta boscaglia. Pochi la vedono e chi la vede ne è orribilmente spaventato.

Lisa ha compreso il suo errore: desiderare troppo comporta la morte dell'anima, la perdita della bellezza interiore.

Mostri non si nasce ma si diventa. La piccola può ritenersi un vero mostro, un mucchio di ossa senza più anima, senza più vita.

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