La Regina degli Abissi


VIII

La regina degli abissi

Myra, la più selvaggia tra le sirene, nuota in mare aperto, percorre gli abissi bui senza timore. I suoi capelli neri come l'ebano brillano grazie alla luce che penetra in fondo al mare.

Canta, Myra, canta per se stessa. Il canto è la sua forza, la sua incredibile potenza. Non si accorge, però, di essersi allontanata molto dalla sua dimora. Il mare si fa sempre meno profondo e, all'improvviso, si imbatte in una barchetta di un pescatore.

Ad un tratto il suo sguardo si illumina, incontra quello del giovane, I loro occhi si scrutano, si studiano, si innamorano.

Daneth, ragazzo intrepido e impavido, rimane ammaliato dalla bellezza di quel magico essere marino. Non può credere a ciò che sta vedendo: una sirena, la regina degli abissi, bella e lucente. Esiste ed è così carica di magia e mistero!

Il pescatore raccoglie la rete piena di pesci e si affaccia verso il mare, ancora incredulo.

«Come splendi, regina delle sirene!»

Ma Myra non comprende in quanto non conosce la lingua degli umani, lei sa solo cantare.

Quanto avrebbe voluto parlare con quel meraviglioso giovane, quanto avrebbe voluto amarlo, ma la sua natura glielo impedisce.

Canta, Myra, canta senza sosta, canta al suo amato, avvicinandosi sempre di più alla barchetta.

Gli sfiora le mani rovinate e callose, il viso bello e giovane.

Daneth è stupefatto da così tanta bellezza, la creatura brilla e i suoi occhi sono magici, accattivanti, il suo canto è soave.

Quanto vorrebbe poterla amare, abbandonare il mondo umano così tetro e corrotto.

«Bella sirena, portami via con te, lontano da tutto questo rumore!»

Myra comprende che il sentimento di Daneth è simile al suo, lo ha rapito con il suo etereo canto, le sta chiedendo di fuggire, di potersi amare. La sirena sa, però, che le leggi degli abissi non concedono una simile situazione, le sirene e gli umani sono nemici e spesso si fanno la guerra. La sacerdotessa del mare tempo addietro le ha spiegato che innamorarsi degli umani può comportare la perdita della voce, da sempre il grande potere delle sirene.

«Oh, sirena del mio cuore, ti prego di non lasciarmi». Continua Daneth.

La sirena canta, con la speranza che il giovane possa capirla. Cantando, le viene in mente un'antica leggenda che spesso le raccontava sua madre. Esiste un'isola lontana sia dal mondo degli umani che da quello delle sirene. Un'isola dove potersi rifugiare, ma anche questa soluzione richiede un sacrificio. Oltre alla voce, la sirena avrebbe dovuto sacrificare anche i suoi lucenti capelli color dell'ebano.

A Myra poco importa, farebbe di tutto pur di vivere serenamente con il suo amato.

Così, con la sua voce divina lo invita a tuffarsi.

Nuotano nel mare in burrasca, una tempesta li investe, ma i due non si arrendono.

All'improvviso una luce accecante, un boato e poi il buio. Myra e Daneth vengono catapultati in un'altra dimensione spazio temporale.

L'isola inabitata fa capolino. È tetra e spoglia di vegetazione. Nonostante ciò i due amanti rimangono stupefatti.

La sirena, però, si sente estremamente debole. Si sfiora la gola, i capelli cadono a ciocche, la sua coda si tramuta in un paio di gambe.

Daneth osserva la mutazione senza proferire parola. La bella Myra, l'essere di cui si è innamorato, ha perso la sua forza e il suo fascino. La sua pelle è squamosa.

Myra, la bella regina degli abissi, si è trasformata in un essere orribile. È avvilita e triste, Daneth non avrebbe mai potuto amarla. Il ragazzo, però, coraggioso più che mai, la abbraccia, la stringe forte a sé.

«Ti sei sacrificata per me, non potrei mai smettere di amarti». Le sussurra dolcemente.

I due, così, vivono la loro vita mortale in un'isola priva di tempo, lontano da tutto ciò che hanno conosciuto.


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