Il poeta e l'oceano
V
Il poeta e l'oceano
È nato dal silenzio e nel silenzio si completa, si immerge per poi fluire lungo la distesa della vita.
Il poeta e il suo pianoforte, un foglio ingiallito dal tempo e da un fuoco che più non arde.
Il castello è cupo, da secoli il poeta vi abita, ormai incapace di sopravvivere al deteriorarsi dell'esistenza. Le sue poesie sono come spine, pungono il cuore e sfregiano l'anima.
Anima dell'oceano, anima sola e impaurita. Il vento sferza e il poeta ha freddo, il mantello sgualcito attorno al suo corpo copre l'essenza ormai persa.
«Oh dolce Christabel, dove ti ho persa?» Sussurra il poeta.
Christabel è amore, sentimento e tormento. Lei è la vita dove vita più non c'è.
All'improvviso il boato dei tuoni, saette e fulmini squarciano il cielo. Il poeta è seduto al piano che ormai strilla in silenzio.
«Christabel, eterna libertà, perché mi hai abbandonato inerme dove tutto tace?»
Parla, il poeta, discute con se stesso. La sua musa è andata via, annegata tra le onde.
«Insegui la passione, allunga le tue esili braccia verso di me e amami ancora».
Anima pura, anima dell'oceano, anima sepolta dalla triste quiete.
«Mio poeta ...» Un sussurro lontano.
Il poeta sobbalza per lo stupore. Lei, Christabel, il suo unico devastato amore.
«Oh se solo il mio spirito avesse una casa ...»
Sfiora i tasti del piano e comincia a suonare note, creando una melodia che senso non ha.
«Qui ti aspetto per l'eternità, insegnami la passione, parlami dell'amore e dell'oceano, parlami della natura che io tanto amo ...»
Il poeta piange, calde lacrime rigano il suo volto stanco.
«Christabel, torna da me e cullami perché sono vuoto ...»
«Mio poeta, solo una cosa ti chiedo ..»
«Per sempre, mia amata. Per l'eternità».
«In un solo modo puoi avvicinarti a me ...»
All'improvviso le mura del castello acquistano luminosità, si affacciano nuovamente alla vita.
«Tutto quello che mi chiedi, Christabel, sarà fatto. La mia caduta sarà per te».
«Io tornerò assieme alla tua arte, solo se tu abbraccerai le onde dell'oceano e quando sarai immerso completamente io tornerò ...»
Così il poeta lascia di corsa la sua prigione, quel castello maledetto e dannato. Il sole dorme quietamente, i tuoni hanno abbandonato la loro furia.
L'oceano è vicino, si affaccia al poeta che si spoglia delle sue vesti e si fa strada lungo l'orizzonte.
«Come desidero la pioggia scrosciante bagnare il mio corpo e depurarlo da ogni sorta di male. Dolce Christabel le onde mi stanno inghiottendo».
I raggi del sole trapassano il corpo del poeta, irradiandolo. Spalanca le braccia al cielo. Finalmente è libero. Un'aura lontana lo abbraccia.
«Mio amato, non sei più schiavo della vita, ora appartiene a me, per l'eternità».
«Se questa è la schiavitù, amata, io mi concedo. Prendimi e portami lontano».
«Sarai libero da te stesso, libero dalle tempeste».
«Solo tu sarai il mio desiderio della notte, per sempre, mia amata Christabel. Oh sole dormiente, benedici i miei peccati e annienta i miei dolori. Io sono il poeta della pioggia e dell'immensità. Sono il poeta dell'oceano e della luce e da essa io risorgo. Sono il poeta della fanciullezza, della sensibilità e dell'innocenza. Non ho nome. Il mio potere: un pianoforte scordato. L'eternità sono io in questo immenso oceano, l'eternità sei tu, Christabel, fantasma della mia infanzia. In questo oceano io muoio e rinasco, perché sono un'anima sola, l'anima delle acque e delle onde. Eterno, per sempre».
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