Capitolo 7
Mary
Sono contenta del fatto che Rose stia insieme a qualcuno, dopo tutto quello che sta passando una persona nella sua vita ci voleva, ma non vorrei che Erik la facesse soffrire, in fondo non è mai stato uno a posto. Qualche mese fa provò a sedurmi, ma non ho mai avuto il coraggio di confessarglielo, è successo prima che si mettessero insieme, addirittura prima che si conoscessero e poi non volevo che stesse male. Erik usa la stessa tecnica con tutte le ragazze; sguardo da ammaliatore, battutine ambigue, dopodiché va subito al dunque. Non mi stupirebbe per nulla se la stesse prendendo in giro. È la mia migliore amica e le voglio molto bene, come se fosse mia sorella, anche perché sono figlia unica, non vorrei mai che soffrisse. Ne abbiamo passate tante insieme e quando quel bastardo del mio ex mi lasciò, mi è stata molto vicina, ha persino dormito da me per rallegrarmi. È sempre stata una ragazza solare, con il senso dell'umorismo, con lei c'è sempre da farsi una risata e quindi non mi va di vederla triste.
Erik
Rose mi piace e pure a letto non è male, anche se un po' imbranata. Non so perché continuo a pensare che probabilmente non faccia per me. Forse perché è troppo innocente e impacciata, anche se fa tutte le cose che le chiedo, ma mi piacerebbe che prendesse l'iniziativa, solo così mi sentirei più coinvolto. Ho sempre fatto tutto io, lei non ci ha mai provato. Certo, c'è anche da prendere in considerazione la sua inesperienza, ma ha un carattere molto chiuso e ciò mi rende insicuro sulla nostra relazione. Non so mai in che modo comportarmi con lei, ma so che ogni volta che mi è accanto, vengo assalito dalla voglia di scoparla come se non ci fosse un domani, almeno in quel senso mi piace tantissimo. Non credo che ciò significhi amarla, non sono il tipo che si lascia andare a queste emozione, anche perché non esistono.
***
Rose
Tre mesi dopo
Sono già trascorsi tre mesi che nostra madre ci ha abbandonati, lasciando un vuoto immenso dentro di me e penso che anche a Michael manchi, ma non lo ammetterà mai. Durante questo periodo hanno continuato ad arrivare dei soldi e sappiamo che è lei a mandarli. Non sappiamo dove sia, né con chi, nessun recapito telefonico, niente di niente, sembra essersi volatilizzata nel nulla. Michael si è trovato un lavoro, ha detto che non vuole essere mantenuto da lei e quindi abbiamo messo i suoi assegni da parte. Di mattina va a scuola e di pomeriggio lavora in un bar a tre isolati da casa nostra. Per quanto riguarda me ed Erik, sembra che vada tutto bene, anche fin troppo e ciò mi mette ansia. Credo di amarlo, ma mi manca la libertà, ultimamente passiamo troppo tempo chiusi in camera, non usciamo quasi mai. Ormai stiamo insieme da quasi quattro mesi e vorrei che la nostra relazione andasse avanti. Non ho ancora conosciuto la sua famiglia e continuo a non sapere nulla di lui, non parla mai di sé e non risponde mai alle mie domande, vorrei tanto conoscerlo più a fondo. Ho una strana sensazione, credo che mi nasconda qualcosa. Poi c'è Mary, che ultimamente si comporta in modo strano, sembra avere la testa altrove ed è sempre attaccata al cellulare. Si vede con qualcuno di nascosto oppure il suo ex ragazzo si è rifatto vivo? Sono accadute così tante cose che non ci capisco più niente. Afferro il cellulare e le telefono.
«Ehi, Rose, ciao.» risponde quasi subito.
«Come stai?»
«Tutto bene. È successo qualcosa?»
«No, tranquilla. Mi chiedevo... ti va di fare un giro al parco tra poco?»
Magari potrei carpirle qualche informazione e poi sono stufa di stare chiusa in casa.
«Non ti vedi con Erik?»
«Uhm... no.» Basta, voglio uscire! «Allora, che facciamo?»
«Sì, perché no. Passo da te tra mezz'ora?»
«Va benissimo. A dopo.»
«A dopo.»
Ora non mi resta che prepararmi e poi telefonare Erik e chiedergli di vederci domani, anche se credo che non la prenderà molto bene, ma non mi importa, se lui non mi porta in giro, allora lo farò con la mia amica.
Dopo trenta minuti esatti, suonano alla porta d'ingresso. Vado ad aprire e Mary mi guarda con un bel sorriso stampato sul viso, come se fosse felicissima di vedermi.
«Ciao, amica.» mi saluta, abbracciandomi.
«Wow, sembra che tu abbia sentito molto la mia mancanza.» la prendo in giro e li ridacchia. «Prendo la borsa e andiamo.»
«Va bene.»
Arriviamo al parco e ci sediamo sotto al gazebo, fortunatamente libero. La guardo sorridente e spero che possa raccontarmi qualcosa, ma non lo fa. Improvvisamente le squilla il cellulare e mi aspetto che risponda, mentre invece rifiuta la chiamata e ciò mi insospettisce ancora di più. Mary non ha mai rifiutato una chiamata, anche se si tratta di qualcuno che odia.
«Non rispondi?» le chiedo.
«Ehm... no.»
«Perché?»
«Non era importante.» si guarda intorno, a disagio.
«Ah.»
«Come va con Erik?» cambia argomento.
«Tutto bene.» Vuole evitare ad ogni costo di confidarsi con me. Mi toccherà essere più diretta e chiederle esplicitamente cosa le prende. «Che ti succede?»
«Dici a me?»
«No, Mary, dico a quello sconosciuto lì in fondo! Certo che ce l'ho con te.»
«Assolutamente nulla.» ridacchia.
Quella risata la fa quando è nervosa.
«Dai, confidati con me.»
Guarda l'ora sul cellulare e si alza di scatto dalla panchina. «Oh, guarda che ore sono... è molto tardi, meglio tornare a casa.»
«Ma se siamo appena...»
Mi afferra per un braccio e mi costringe ad alzarmi, senza farmi concludere la frase.
«Andiamo.»
Che strano, non ha voluto dirmi cosa le succede e poi si infastidisce se faccio lo stesso con lei.
Durante il tragitto che porta a casa, non fa altro che restare al telefono, sembra proprio che si stia scambiando dei messaggi con qualcuno. Si rende conto che la sto fissando e mette immediatamente via il cellulare.
Ho lasciato Mary pochi minuti fa, non mi ha detto neppure una parola e ciò mi ha infastidita un po', ma se non vuole confidarsi non posso costringerla a farlo. Ora sono fuori casa, sto per inserire la chiave nella serratura, quando avverto la presenza di qualcuno alle mie spalle.
«Ti aspettavo!» esclama Erik.
«Erik!» porto una mano al petto. «mi hai spaventata a morte.»
«Come mai non sei venuta da me?» chiede dubbioso, ignorando il mio spavento.
«Ero con Mary.» rispondo flebilmente.
Ho dimenticato di avvisarlo.
«Capisco.»
Sembra deluso, ma non posso di certo biasimarlo, avrei dovuto chiamarlo e non l'ho fatto.
«Non avevamo appuntamento.» cerco di giustificarmi.
«Pensavo che saresti venuta ugualmente.»
«Be', potevi venire tu da me.»
«È quello che ho fatto.»
Si avvicina e mi bacia, dopodiché poi scende al collo, succhiando un lembo di pelle. Che diavolo sta facendo? Siamo in mezzo alla strada.
Gli do una spinta. «Smettila, siamo all'aperto e poi lo sai che non mi piacciono i succhiotti.»
«Entriamo, allora.» Una volta dentro, mi afferra da dietro e mi bacia il collo. Deglutisco per l'imbarazzo, ma decido di voltarmi e cingergli le braccia al collo, fino a baciarlo dolcemente. Nel mentre, raggiungiamo il divano, sedendoci, senza smettere di baciarci. Afferra la mia mano e la porta sulle sue parti intime. Gli sbottono i jeans e proprio mentre sto per tirarlo fuori, squilla il mio telefono. «Non rispondere.» sussurra in preda alla voglia.
Guardo ugualmente il cellulare. «È un numero privato.»
«Allora rispondo io!» Mi strappa il cellulare dalla mano e ciò mi irrita molto. «Pronto.» risponde con tono duro. «Ha riattaccato.»
«Chi era?» chiedo accigliata e ancora sorpresa per ciò che ha fatto.
«Non ha parlato nessuno.» risponde irritato. Resta a fissare il vuoto per un po', dopodiché ritorna a guardare me. «Hai dato il tuo numero a qualcuno?»
«Ma cosa dici?»
«Ammettilo!» urla.
Resto spiazzata, dopodiché mi alzo dal divano.
«Mi hai davvero stancata!» affermo convinta.
Mi fissa incredulo, non avevo mai alzato la voce così, né avevamo mai litigato.
«Scusami.» dice sottovoce.
Sialza a sua volta, afferra la giacca e va via, lasciandomi completamente allibita. Rimango immobile, non pensavo che sarebbe andato via, non ora che siamo soli, di solito ne ha sempre approfittato. Come ha potuto dubitare della mia sincerità? Mi ha delusa profondamente, non gli ho mai dato modo di dubitare di me sono sempre stata seria ed educata nei suoi confronti. Non riesco a crederci.
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