Capitolo 47

Rose
Lo osservo ancora un po', mentre sorseggia il suo drink, fino a che non lo finisce del tutto. Ogni tanto mi sorride e poi ritorna a fissare la folla che balla. Adesso o mai più.

«Nicolas.» richiamo la sua attenzione. Si volta e mi fissa in attesa. Faccio un lungo respiro. «Dobbiamo parlare.»

«Adesso?»

«Sì.»

«Va bene.»

«Andiamo nel camerino, qui c'è troppa confusione.»

Mi alzo, guardandomi intorno, per assicurarmi che nessuno ci stia guardando. Dopodiché raggiungiamo il camerino e mi siedo su uno dei divanetti, accavallando le gambe col cuore in gola.

«Dimmi.» chiede con un mezzo sorriso, mentre si poggia al muro.

«Quello che è successo tra noi...» dico imbarazzata. «Cioè... quella sera...» non riesco a parlargli in modo tranquillo.

Si avvicina pericolosamente, poggia le sue mani alla poltrona e si china verso di me. «Sì?»

Alzo lo sguardo verso di lui e incontro i suoi splendidi occhi verdi. Oh, no, è talmente vicino che mi manca il respiro.

«Be'... volevo sapere se...»

«Se?»

È sempre più vicino. Il cuore sta per uscirmi dal petto, credo proprio che sverrò.

«S-se...» balbetto.

Si avvicina di scatto e mi bacia con foga. Non oppongo più resistenza, ormai. È inutile, non c'è scampo. Gli prendo il viso tra le mani e mi alzo, assecondando il suo bacio. Le sue braccia si avvolgono intorno alla mia vita e con forza mi sbatte contro il muro, baciandomi ogni lembo di pelle. Solleva la mia coscia, posizionandola sul suo fianco e con fare veloce tira fuori il suo pene ed entra completamente in me. Senza curarsi di infilare il preservativo, comincia a muoversi velocemente. Tiro la testa all'indietro ed emetto un gemito. Perché glielo sto permettendo? Sono così pazza da non riuscire a fare a meno di lui? Mi bacia il collo, mordendo delicatamente la pelle e procurandomi ancora più brividi. Gli stringo i capelli tra le mani, mentre resto avvinghiata a lui. Ritorna a baciarmi sulle labbra, poi aumenta ancora di più la velocità dei colpi. Sto gemendo ancora più intensamente, vorrei tanto dirgli che sono innamorata di lui, ma a cosa servirebbe?

«Mi fai impazzire!» mi sussurra all'orecchio.

Dice sul serio? D'un tratto si ritrae e si copre. Restiamo a fissarci col fiato corto. Mi rimetto in ordine, non smettendo di guardarlo. Non so cosa sono per lui, ma per me è importante e non posso più negarlo. So bene di aver sbagliato nel lasciarmi andare di nuovo, ma cosa ci posso fare se quando lo vedo non capisco più niente? Improvvisamente sento chiamare il mio nome dal dj, annunciando il taglio della torta. Mi risveglio dalla trance e vado via, lasciandolo lì.

«Dov'eri?» chiede Michael.

«Al bagno.»

Sì, certo, al bagno. Non faccio che mentire ultimamente. Ci avviciniamo all'enorme torta a tre piani e teniamo il coltello insieme, tagliandola. Mentre il fotografo scatta le foto, osservo tra la folla e vedo Nicolas andare via. Cosa mi aspettavo? Mi sono comportata peggio di lui.

«Amica.» urla Mary, avvicinandosi.

«Ehi.»

«Cosa ci faceva Nicolas qui?» dice con tono malizioso al mio orecchio.

La guardo con un certo imbarazzo.

«Voleva farmi gli auguri.»

«Non sei contenta?»

«Sì...»

«Non sembrerebbe.»

«Abbiamo fatto sesso.» le dico all'orecchio, senza troppi giri di parole. Spalanca la bocca e mi fissa con stupore. «Nei camerini.»

«Non ci posso credere.» mi trascina via da Michael.

«Non sarebbe dovuto accadere, siamo andati lì per parlare e invece abbiamo fatto altro.» mi dispero.

«Non riuscite proprio a starvi lontani, eh? Andate subito al dunque.» ironizza, prendendomi in giro.

«Mary... per favore.»

«Va bene, scusami.» ritorna seria. «Ti consiglio di andare da lui, domani.»

«E se fingesse di non esserci?»

«Insisti.»

«Non lo so.»

«Dico sul serio!»

«E va bene, farò come mi hai detto.» Potrei provarci, in fondo cos'ho da perdere? Solo la mia dignità... «Cambiando discorso, indovina chi mi ha inviato un messaggio minaccioso?»

«Erik?»

«No.»

«Chi, allora?»

«Jenna.»

Sbuffa. «Che vuole?» Prendo il cellulare, apro il suo messaggio e glielo mostro. «Questa è fuori di testa.»

«Eh già.»

«Non le hai risposto?»

«No. Non credo che lo farò.»

«Brava. Lasciala nella sua indifferenza...» si interrompe, guardando alla sua destra. Seguo il suo sguardo e vedo Erik. Oh, no, anche lui no, ti prego. «Rose...»

«L'ho visto.» la precedo, nervosa.

Sbuffo e cerco di andare al bagno, ma lui mi segue, impedendomelo.

«Rose.»

Mi volto e lo guardo male. «Cosa ci fai qui?»

«Volevo farti gli auguri. Non mi hai risposto nemmeno al messaggio.»

«Bene, ora che li hai fatti, puoi andartene.»

«Dammi una possibilità.»

«Ancora?»

«Ti prego.»

Non mi lascia il braccio e ciò mi irrita ancora di più, la situazione degenera. Perché diavolo è venuto?

«Lasciala subito!» interviene Michael e gli sono grata per questo.

«Siete solo una marmaglia di idioti.» sbotta irritato, fino ad uscire dal locale.

«Cosa diavolo ci faceva qui?» chiede mio fratello.

«Non lo so.»

Il dj parla nuovamente per augurare un buon ritorno a casa a tutti e ancora tanti auguri a me e Michael. Tutti gli invitati battono le mani e vengono a salutarci, interrompendo il discorso scomodo tra me e Michael.

La festa è finita e nonostante gli eventi, mi sono divertita. Ora siamo sulla via del ritorno e i miei pensieri sono di nuovo tormentati. Quando ho visto Nicolas andare via, mi è venuta come una stretta al cuore, pensavo che avrebbe aspettato fuori dal locale, invece non c'era.

Nicolas
Sono andato via come un ladro, senza nemmeno salutarla, ma credo che sia stato meglio così, non avrei saputo cosa dirle. Le sono saltato addosso come un animale, senza curarmi di ciò che voleva dirmi e non è proprio da me. Mi sento davvero uno stronzo. Non so perché quando la vedo mi viene una gran voglia di baciarla, toccarla, farla mia. Ma perché non trovo il coraggio di dirle quello che provo? Sono così insensibile. Vorrei capire cos'è successo, per la prima volta nella mia vita, ho paura di perdere qualcuno. Adesso basta fare il coglione! Afferro il cellulare e le scrivo un messaggio.

Messaggio a Rosa: Ciao, sono Nicolas... come stai?

Che messaggio stupido, come vuoi che stia? L'ho trattata malissimo e sicuramente non risponderà. Ma pochi minuti dopo, il cellulare emette un bip.

Messaggio da Rose: Sul serio, Nicolas? Cosa diavolo vuoi?

È arrabbiata e non posso biasimarla.

Messaggio a Rose: Scusami se sono andato via senza dire niente, non volevo comprometterti con la tua famiglia.

Messaggio da Rose: Oppure non volevi compromettere te stesso?

Probabilmente ha ragione. Ma tutto questo deve finire, non posso più nascondermi. Decido di non risponderle e spegnere il cellulare.

Jenna
Sono le dieci del mattino e aspetto Erik al parco. Ho deciso di chiedere aiuto a lui per farla pagare a Rose, so che tiene molto a lei, anche se viene a letto con me. Ma chi se ne frega, non è colpa mia se mi piace così tanto fare sesso. Quella stronza la pagherà cara, ha osato umiliarmi, avevo organizzato una bella festa e me l'ha rovinata. Erik arriva e si siede accanto a me sulla panchina. Mi squadra da testa a piedi e mi fissa, in attesa. Senza dire nulla, gli prendo il viso tra le mani e gli do un bacio. Non sembra fargli piacere perché si sposta immediatamente.

«Ma cosa ti prende?» gli chiedo, preoccupata.

«Hai rovinato una fantastica mattinata di sesso, quindi ora dimmi che vuoi, perché mi hai chiamato?»

Perché fa sesso con le altre, quando può avere me?

«Scusami, avevo urgentemente bisogno di te.»

«Dimmi.»

«Ci sei stato alla festa di Rose?»

«Diciamo che ci sono passato.»

«Cos'è successo?»

«Nulla che ti riguardi. Sono andato via subito e ho visto quel Nicolas fuori nei parcheggi.»

«Nicolas?»

«Be', allora, cosa vuoi dirmi?»

«Nulla. Non mi servi più.»

«Cosa? Mi hai fatto venire qui per niente?»

«Se non ti interessa fare sesso, puoi andare.» lo liquido.

«Sei solo una troia!» quasi urla e si alza per andare via.

Quant'è irritabile, ha fatto bene Rose a mollarlo. Comincio a ridere da sola. Adesso so cosa devo fare.

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