Capitolo 43

Rose
Le lacrime cominciano a rigarmi il viso, rendendomi immediatamente imbarazzata. Non avrei dovuto, non davanti a questa stronza. Do una spinta violenta a Nicolas e corro via, fino ad arrivare alle scale. Le mie gambe cedono e sono costretta a sedermi. La rabbia che provo in questo momento non so descriverla, vorrei solo spaccare tutto. Ho voglia di gridare. Vedo Nicolas arrivare e improvvisamente ritrovo la forza per rialzarmi. Sto per scappare ma non me lo permette. Afferra il mio polso e mi guarda stranito.

«Che vuoi?» chiedo irritata.

«Perché hai reagito in quel modo aggressivo con Jenna?»

«Oh, scusami tanto se me la sono presa con la tua fidanzatina.»

«Adesso, smettila!» mi tira a sé e mi fissa dritto negli occhi.

Avverto un brivido lungo la schiena. Che strana sensazione.

«Che c'è, vuoi mettermi una nota?» gli sussurro.

«Questa l'ho già sentita.» sorride e si avvicina ancora di più al mio viso.

Siamo in un luogo pubblico e qualcuno potrebbe vederci.

«E lasciami.» gli do un'altra spinta.

«Vuoi dirmi cosa ti è preso?»

«Quella stronza ha organizzato una festa lo stesso giorno della mia.»

«E tu credi che i tuoi amici andranno da lei anziché venire da te, che ti conoscono da sempre?»

«Lei ha fascino ed è molto furba.»

«Questo non c'entra niente e poi anche tu hai fascino.» Alzo lo sguardo e lo fisso incredula. «Sei una ragazza a posto. Non devi preoccuparti di ciò che fanno le altre persone.»

«Se lo dici tu.»

Ha davvero detto quelle cose?

«Ora asciuga quelle lacrime e ritorna indietro con me.»

«Va bene.»

Lo seguo e non posso fare a meno di sorridere. È uno stronzo egocentrico, ma sa essere molto dolce e gentile.

«Sai che quando piangi sei davvero buffa?» sghignazza, prendendomi in giro.

Come non detto, ho parlato troppo presto. Devo rassegnarmi, sarà sempre così con lui.

L'ultimo giorno di scuola è passato e i pochi alunni presenti in cortile ritornano a casa felici che sia finita. Anche per me è così, ma non del tutto conoscete già il motivo. Nicolas mi è stato vicino in quest'anno orrendo, ed io mi sono innamorata di lui, come una vera stupida, non considerando il fatto che sia un professore. Ci siamo salutati con un sorriso ed è stato davvero un momento bellissimo, anche se breve. Avrei voluto fermare il tempo, è così bello osservarlo.

***

Apro gli occhi e volto lo sguardo verso la sveglia, faccio un mezzo sorriso e mi stiracchio per bene. Che bello restare a letto fino a tardi, nessuno che disturba, nessuno che strilla, è perfetto. Tra due giorni sapremo se siamo passati all'ultimo anno e un po' di paura ce l'ho. Bussano alla mia porta, interrompendo la mia assoluta pace.

«Chi è?» rispondo, ancora assonnata.

«Rose, sono io.» risponde la mia amica.

«Entra pure.» Varca la soglia e ha un sorriso che farebbe invidia alla persona più felice del mondo. Mi chiedo come faccia ad essere sempre di buon umore. «Perché sei così felice?»

«Ta-dà!» mi porge un pacchetto. «Apri.» Lo guardo titubante per un po' e poi lo apro. Al suo interno c'è un test di gravidanza. Leggo i risultati e sorrido appena, anche se non ci capisco granché, dato che non ne ho mai usato uno. «È negativo.» urla con allegria.

«Che bello!»

«Sì.» mi abbraccia. «Ma che fai ancora lì, alzati.»

«No, non voglio.» piagnucolo e subito dopo mi tira un cuscino in faccia. «Ma che fai, scema.»

«Sono felice.»

«Ci credo. Anche se...»

«Cosa?» si acciglia.

«Mi sarebbe piaciuto diventare zia.» ridacchio e lei mi da una spinta.

«Mi raccomando, non farne parola con Michael.»

«Non preoccuparti.»

«Adesso alza il culo.»

A volte è davvero volgare. Esce dalla stanza, chiudendo la porta alle sue spalle. Mi alzo e vado verso il calendario; meno sei. Spero solo che Nicolas abbia avuto ragione sul fatto della festa di Jenna. Sai che bel mortorio; io, Michael, Mary e la mamma. Non ci voglio neanche pensare. Sarebbe orribile se non venisse nessuno. Esco dalla mia camera e scendo in cucina.

«Ben svegliata, dormigliona.» dice mia madre con in braccio Fred.

«Buongiorno. Ciao, piccolino.» accarezzo Fred.

Prendo un biscotto dal mobile, faccio uno sbadiglio e ritorno su. Passo davanti la camera di mio fratello e resto a fissare lui e Mary che si baciano. Credo che vomiterò. Avrebbero potuto chiudere la porta. A parte questo, sono davvero carini e molto innamorati, magari trovassi un amore così. Vado al bagno e guardo fuori dalla finestra; oggi c'è una giornata bellissima e fa caldissimo, sarebbe stato bello andare al mare, ma c'è sempre lo stesso problema: non ho il ragazzo e non voglio infastidire Michael e Mary.

Dopo aver fatto tutte le mie cose, esco dal bagno e sobbalzo nel vedere Mary piazzata davanti alla porta.

«Stasera la nostra classe organizza un falò sulla spiaggia, verrai, vero?» mi chiede con occhi imploranti.

«Non ci penso nemmeno.»

«Va bene. Ci vediamo stasera.» esclama convinta.

«Ho detto di no!» ribatto.

«Non puoi mancare.»

«Che palle!»

È la solita testarda, mentre io ho zero voglia di uscire, ma sono costretta, perché se non lo farò, sarà capace di trascinarmi con la forza.

Sono le sette e mezzo e non riesco a trovare un costume decente da mettere. Come al solito non mi va mai bene niente e il peggio è che da un momento all'altro dovrebbe arrivare Mary. Farà le solite battutine sul mio ritardo e non ne ho proprio voglia. Bussano alla porta della mia camera e quest'ultima si apre.

«Sei ancora così?» chiede Mary, squadrandomi.

«Non trovo nulla da mettere.» mi dispero.

«Dobbiamo solo andare in spiaggia.»

«Lo so, intendevo il costume.»

«Sapevo che l'avresti detto.» svuota la sua borsa sul mio letto. «Per questo ti ho portato i miei costumi.»

La guardo felice e poi la abbraccio. È sempre pronta ad aiutarmi e poi adoro i suoi costumi.

«Grazie.» dico felice.

«Scegli quello che ti piace e indossalo.» Frugo tra i costumi ed infine ne scelgo uno. È tutto nero, nulla di troppo appariscente. Lo indosso immediatamente e osservo la sua reazione. «Sei perfetta! Hai un fisico fantastico, te l'ho sempre invidiato.»

«Non esagerare...» dico imbarazzata. «e poi ho questi fianchi che odio, tu almeno non ce li hai.»

«Si chiamano curve, cara Rose. Facciamo cambio?» ridacchia.

«Magari.» rido a mia volta.

Dopo essermi preparata e sorbita le lamentele di Mary, dato la mia scarsa puntualità, scendiamo di sotto dove c'è Michael che ci aspetta spazientito. Poverino, è lì da mezz'ora. Non riesco a trattenere una risata.

«Era ora.» dice scocciato.

«Le belle ragazze si fanno aspettare.» ironizza Mary e gli dà un bacio sulla guancia.

«Perché, voi siete belle ragazze?»

Io e Mary gli tiriamo un pugno e gli facciamo una smorfia. Scoppiamo tutti a ridere, dopodiché usciamo finalmente di casa ed entriamo nella macchina di Michael. Dritti verso la spiaggia. È davvero una bella serata, ci sono un milione di stelle nel cielo. Sì, credo proprio che mi divertirò, non penserò più a niente, solo a me stessa. Poggio la testa contro il vetro e continuo ad osservare il cielo brillante.

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