Capitolo 33
Rose
La sveglia è suonata già da qualche minuto, ma io resto ancora un po' a letto, fissando il soffitto. Il mio compleanno si avvicina e mi chiedo se Nicolas verrà. Cosa penserà quando vedrà che lui è l'unico a cui ho dato l'invito? Pensavo che non sarei più riuscita a provare qualcosa per qualcuno, poi è arrivato lui ed è cambiato tutto. Se ne avessi il coraggio, gli urlerei in faccia tutto quello che provo, ma fortunatamente riesco a contenermi ed evitare una colossale figuraccia. Decido che meglio alzarmi e darmi una mossa, Michael disse alle dieci e sono già le nove. Raggiungo il calendario appeso alla parete di fronte e lo guardo. Mancano quindici giorni alla festa e domani sarà l'ultima settimana di scuola, finalmente.
Dopo aver cerchiato il giorno del mio compleanno, mi sono vestita velocemente e messo su giusto un po' di trucco, poi scendo in cucina, dove c'è mia madre intenta a preparare la colazione.
«Buongiorno, mamma.» la saluto.
«Tesoro, buongiorno.»
«Michael?» chiedo.
«È ancora di sopra.»
Spero che faccia in fretta, non mi va di aspettarlo per ore, come spesso accade. Mi siedo a tavola e faccio colazione con i pancake e la nutella. Nel mentre che aspetto mister perfettino, prendo il cellulare e compongo il numero di Mary; voglio chiederle scusa per ieri.
«Rose.» risponde subito.
«Ehi, Mary.»
«Dimmi.»
«Ti va di venire al centro commerciale?» le chiedo con un po' di timore.
«Pensavo ce l'avessi con me.»
«Scusami per ieri, non volevo trattarti male, solo che Zayn mi innervosisce.»
«Scusami tu, non avrei dovuto organizzare quell'uscita senza parlartene.»
«Ora è passato. Zayn è andato via, vero?»
«Sì, tranquilla.» ridacchia e io mi rilasso. «Ma tu non me la conti giusta.»
«In che senso?»
«Che fine hai fatto venerdì sera?»
«Ti racconto dopo.» ridacchio. «Allora vieni?»
«Certo.»
«Bene, a dopo.» riattacco.
Fortunatamente le cose tra di noi si chiariscono sempre velocemente, è questo il bello della nostra immensa amicizia. Finalmente Michael arriva, prende una fetta di pane tostato e la mangia.
«Era ora.» mi lamento.
«Mi sistemavo i capelli.» dice, ancora con il boccone in bocca. «Andiamo?»
«Sì.» mi alzo dalla sedia e prendo la borsa. «Dobbiamo passare a prendere Mary.»
«Sei sicura? Ieri disse che non voleva venire.»
«Ci siamo chiarite.»
«Molto bene.» sorride. «Così avrai il parere di un'altra esperta.» ironizza
«Perché, vorresti dire che mi vesto male?»
Sghignazza e mi prende per un braccio. «Dai, andiamo.»
«Non hai risposto alla mia domanda.» mi lamento, mentre mi trascina fuori casa.
Siamo passati da Mary e ora ci incamminiamo verso il centro commerciale. Oggi fa un caldo pazzesco, ci saranno almeno trenta gradi. Mary di tanto in tanto mi lancia delle occhiate maliziose e credo che abbia già capito con chi ero venerdì, ma non mi va di parlarne davanti a Michael, non so come potrebbe reagire.
Arrivati a destinazione, diamo un'occhiata per i negozi e una vetrina attira la mia attenzione. C'è un vestito stupendo.
«Ti piace?» chiede Michael.
«È bellissimo.»
«Infatti.» interviene Mary.
«Entriamo, allora.» dice Michael.
Entriamo nel negozio e si avvicina immediatamente una commessa. «Posso aiutarvi?»
«Sì, vorrei provare il vestito in vetrina.» dico.
«Te lo prendo subito.»
Me lo porge e mi indica il camerino in fondo. Il vestito è nero, corto e con scollo a cuore, senza spalline, lungo fino a metà coscia. È abbastanza attillato, quindi spero di entrarci. Lo indosso, guardandomi allo specchio compiaciuta, dopodiché esco dal camerino per avere un parere.
«Oh, Rose... sei stupenda.» dice Mary.
«Lo pensi davvero?»
«Ti sta benissimo. Farai sicuramente colpo su tu sai chi.» ammicca un sorriso.
«Shh.» mi guardo intorno preoccupata. «Michael potrebbe sentire.»
«Tranquilla, è nel negozio di fronte.»
«Menomale.»
«A proposito...»
«Lo so, vuoi sapere di venerdì.» la interrompo.
«Esattamente.»
«Mi tolgo il vestito e ti racconto.»
«Allora lo prendi?»
«Sì.»
Michael
Finalmente ho trovato qualcosa che mi piace, non è semplice accontentarmi sull'abbigliamento, sono un tipo abbastanza difficile. Quando ero piccolo, ricordo che mia madre si disperava se doveva comprarmi qualcosa da indossare, non mi andava mai bene nulla. Adesso sono seduto su una panchina di fronte al negozio dove ho acquistato il vestito, aspetto Rose e Mary che tardano ad arrivare; mi hanno detto che avevano bisogno del bagno. È sempre così, quando le donne vanno al bagno insieme ci passano la vita.
«Michael?» mi sento chiamare.
«Jenna...»
Perché la incontro sempre? Sembra che mi segua. Spero che Mary non arrivi adesso o potrebbe fraintendere.
«Come stai?»
«Bene. Tu?»
«Ora che ti vedo, benissimo.»
Ci sta provando o sbaglio?
«Sei sola?» gli chiedo un po' confuso.
«No, ero con delle amiche, ma le ho perse di vista. Posso restare con te, nel frattempo?» Faccio un cenno con la testa e si siede accanto a me, forse troppo vicino. «Tu sei solo?»
«No, sono con Rose e...»
«La tua ragazza.» conclude la frase per me.
«Sì.»
«E adesso dove sono?»
«Al bagno.»
«Capisco. Sai, Michael, mi manca molto stare in tua compagnia.» confessa, avvicinandosi ancora di più.
«Ah.»
Mi poggia una mano sulla gamba e la osservo con attenzione. È molto curata e dev'essere molto morbida.
«Mi mancano i tuoi baci, le tue carezze...» sussurra con tono malizioso.
«Jenna, per favore...»
«Non ti piacerebbe tornare indietro?»
I nostri visi sono a pochi centimetri di distanza e credo che voglia baciarmi. Mi alzo di scatto, per evitare che ciò accada.
«Smettila! Sono fidanzato e amo la mia ragazza.» dico quasi irritato.
Si alza a sua volta e si avvicina di nuovo.
«Allora perché tremi quando ti sono vicina?» mi sussurra all'orecchio.
Non è affatto vero! Non provo più nulla per lei. Sarà per il semplice motivo che le ragazze bionde mi affascinano, ma non c'è altro. Mi allontano di nuovo e noto sul suo viso un po' di delusione. Infine fa un sorriso malizioso e va via. Sta diventando pericolosa, potrebbe comportare la fine della mia relazione e non voglio che accada.
Rose
«Hai dormito con lui?» quasi urla, nel cubicolo del bagno.
«Abbiamo solo dormito.» cerco di giustificarmi, dato che sembra aver frainteso.
«Non è che mi nascondi qualcos'altro?»
Perché pensa sempre male di me? A volte la sua diffidenza mi offende.
«Non ti nascondo nulla.»
«Lo spero.» sghignazza. «Ora torniamo oppure Michael ci darà per disperse.»
«Già, andiamo.»
Tornati a casa, ci rendiamo conto di essere soli, la mamma ha lasciato un post-it attaccato al frigorifero. Lo stacco e lo leggo: Sono a fare un colloquio di lavoro, voglio ritornare alla mia vecchia vita! Tornerò per le 20:00. Stasera vi darò più dettagli. Fate i bravi. Mamma. Spero per lei che vada tutto bene, ha bisogno di svagarsi un po', stare sempre in casa non le fa bene e poi è pericoloso.
«Come farà col piccolo?» chiede Michael.
«Be', ci sono altri cinque giorni di scuola, poi posso occuparmene io.»
«Ne sarai capace?» ironizza.
«Hai dei dubbi al riguardo?» lo sfido con lo sguardo.
«Sì.» ride di gusto.
È insopportabile quando fa così. Crede davvero che non sia capace di prendermi cura di un bambino? Lo guardo malissimo e vorrei tanto prenderlo a schiaffi.
«Ragazzi, ora basta.» interviene Mary. Mi dirigo verso la porta per uscire, ignorandoli. «Dove vai?» mi chiede.
«A fare un giretto.»
«Non avevi detto che volevi restare a casa?»
«Ho cambiato idea.» la guardo maliziosa. «Approfitta del fatto che siete soli.» le sussurro all'orecchio.
«Dai, Rose, ti ringrazio ma non è necessario.»
«A dopo.» le faccio un occhiolino e poi esco di casa, chiudendo la porta alle mie spalle.
Strada facendo, ho trovato un pub e decido di entrare al suo interno per mangiare un panino, è ora di pranzo e ho una gran fame. Sto per entrare, quando vengo afferrata da dietro per i fianchi.
«Erik?» chiedo, riconoscendolo dalle braccia.
Credevo che si fosse rassegnato.
«Ciao, Rose.»
«Cosa vuoi?» mi libero dalla sua stretta.
«Niente.»
«Allora non scocciarmi.»
«Che fai tutta sola?»
«Non sono affari tuoi!»
«Dai, non fare la difficile.» afferra un mio polso.
«Lasciami andare.»
«Mangiamo insieme?»
«Non ci penso nemmeno.»
«E dai, è solo un pranzo.» Sbuffo esasperata. «Andiamo!» mi trascina dentro e mi obbliga a sedermi.
Siamo uno di fronte all'altro e non posso fare altro che guardarlo male. Ha in mente qualcosa di subdolo e sono una stupida a restare qui.
«Non hai alcun diritto di trascinarmi dove ti pare.» gli dico arrabbiata.
«Voglio solo trascorrere un po' di tempo con te, un modo carino per tornare ai vecchi tempi.»
«Io non voglio tornare a quei tempi di merda!» sbotto.
Mi guarda un po' deluso, ma non me ne frega niente, è l'unico modo che ho per farlo sentire inutile.
«Mangiamo e ti lascio andare, va bene?» Alzo gli occhi al cielo. «Offro io, ovviamente.»
«Va bene.»
Mary
«Dov'è Rose?» chiede Michael.
«È uscita.»
«Perché?»
«Voleva stare un po' da sola.»
«Allora siamo soli?» chiede con sguardo malizioso.
«Eh già.»
Improvvisamente mi prende in braccio e scoppio a ridere. Mi bacia dolcemente e mi porta in camera sua, adagiandomi sul letto.
«Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata.»
Il mio cuore inizia a battere fortissimo.
«Anche tu, sei l'amore della mia vita.»
«Ti amo, Mary.»
«Anche io.»
Gli avvolgo le braccia intorno al collo e lo tiro sopra di me. Mi bacia con foga e mi sfila velocemente la maglietta. Faccio altrettanto con la sua, lanciandola chissà dove nella stanza. Non smette di baciarmi e accarezzare tutto il mio corpo, ma poi d'un tratto si blocca. Si alza da me e si mette a sedere ai piedi del letto. Non capisco cosa gli stia succedendo. Mi avvicino pian piano e gli poso un bacio sulla spalla.
«Cosa c'è?» gli chiedo preoccupata.
«Scusami, non sei tu il problema, penso ad altro.»
«A cosa pensi?»
«A mia madre... a Rose... sono preoccupato per loro.»
«Cosa ti fa stare male?»
«Ti ho raccontato la situazione di mia madre.»
«Vedrai che andrà bene, ho già parlato con i miei e sono d'accordo per quanto riguarda la casa.»
«Grazie.»
«E per Rose?»
«Sparisce sempre, poi esce da sola... non è da lei. Non ti ha raccontato nulla?»
«No...» mi allontano un po'. Non posso dirgli che Rose è interessata a Nicolas, non mi perdonerebbe mai se dovessi farlo e Michael reagirebbe malissimo. «Non pensare al peggio, sta benissimo.» lo abbraccio, cercando di consolarlo e lui mi stringe forte, fino a spingermi a letto e baciarmi di nuovo.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top