Capitolo 30

Rose
Raggiungo il retro del locale, dove sono i parcheggi. Mi siedo sul muretto e alzo gli occhi al cielo, osservando le stelle. Stasera ce ne sono tantissime, è una bellissima serata, peccato che il mio umore non si abbina con tutto ciò. Penso a quello che ha fatto Nicolas poco fa; ha davvero impedito che Zayn mi baciasse e non riesco a non sorridere felice. Avrei dovuto ringraziarlo ma non me ne ha dato l'opportunità e poi mi avrebbe presa in giro, di sicuro. Chissà cosa faceva qui, sembrava esserci per un motivo. Evidentemente mi sbaglio e mi sto solo facendo mille pensieri inutili.

«Rose.» una voce familiare mi riporta alla realtà.

Abbasso lo sguardo e lo vedo, davanti a me.

«Nicolas? Pensavo fossi andato via.»

«Infatti sto per farlo. Che fai qui da sola?»

«Sto guardando le stelle.»

«Oppure aspettavi me?» dice con un sorriso malizioso.

«Il solito sbruffone.» Scendo dal muretto e mi sistemo il vestito. «Addio.»

Sto per andarmene ma mi ferma, afferrandomi per un polso.

«Aspetta. Stavo scherzando.»

«Non sopporto il tuo umorismo.» quasi urlo, ma me ne pento subito.

«Ma cosa ti prende?» chiede confuso.

«Scusa. Sono un po' nervosa.» gli confesso con lo sguardo a terra.

«Lo vedo.»

«Volevo ringraziarti per prima.» cambio argomento e ne approfitto per fare ciò che mi ero ripromessa.

«Per cosa?»

«Hai impedito che Zayn mi baciasse.»

«Non ho impedito niente.» dice accigliato.

«Come?» chiedo confusa.

«Quello lì sembrava un deficiente e volevo rendere le cose più divertenti.» confessa con ironia.

Sono senza parole. Pensavo davvero che l'avesse fatto per aiutarmi? Che stupida! Perché ci ho creduto?

«Come tutti gli uomini.» aggiungo seccata.

Si avvicina è mi poggia una mano su un fianco, facendomi sussultare e rabbrividire allo stesso tempo.

«Prima o poi avrai una bella sorpresa.» mi dice con un mezzo sorriso.

«Del tipo?» chiedo con il fiato corto.

Ignora la mia domanda e va verso la sua macchina.

«Vieni?» mi invita.

«Non ci penso nemmeno!» incrocio le braccia al petto.

«Fa come ti pare. Ciao, ragazzina.» sale in macchina e mette in moto.

«No. Aspetta!» corro verso la macchina e salgo a mia volta.

«Visto? Anche le ragazze sono tutte uguali.» ridacchia e parte.

«Prego?»

«Ti ho detto ciao e ti sei precipitata immediatamente nella mia macchina.»

«Fermati all'istante!» gli ordino arrabbiata.

«Non vuoi andare a casa?»

«Preferisco farmela a piedi.»

«Come vuoi.»

Accosta per permettermi di scendere. Lo faccio immediatamente, infuriata e sbattendo la portiera.

«Addio.» urlo.

«Ciao, ubriacona.» urla dal finestrino, mentre riparte.

Non lo sopporto, mi fa perdere il controllo. Si può essere così deficienti? Mi ha davvero lasciata da sola in mezzo alla strada, pensavo che non si sarebbe fermato. Ma perché sono entrata nella sua macchina? Avrei dovuto prevedere una cosa del genere. È davvero un immaturo! E poi si permette di darmi della ragazzina. Rassegnata all'idea di dover tornare a casa da sola, comincio a camminare, ma ovviamente non so dove andare. Il mio orientamento è pessimo. E poi è la prima volta che mi allontano dalla città. L'unica cosa da fare è ritornare al locale. Faccio retro front e quasi mi schianto contro una moto.

«Ciao, bellezza, vuoi un passaggio?» dice il ragazzo a bordo della moto. Ignoro la sua domanda e continuo a camminare, a testa bassa. «Dai, tesoro, salta su.» insiste.

«No, grazie.»

Mi prende per un polso. «E dai. Sali.»

«Ti ha detto di no!» sbotta Nicolas alle mie spalle. È tornato indietro? Non lo capirò mai. Il ragazzo annuisce e va via, lasciandomi finalmente in pace. «Sali in macchina!» mi ordina.

Faccio come mi ha detto e subito dopo mi raggiunge, guardandomi malissimo.

«Che c'è?» chiedo flebilmente.

«Sei una stupida.» sbotta.

«Come osi insultarmi sempre?»

«Avresti dovuto aspettarmi.»

Alzo gli occhi al cielo. «Ma se mi hai lasciata in mezzo alla strada.»

«Sarei tornato indietro.»

«Tu sei incredibile!»

«Non ti avrei mai lasciata da sola, a quest'ora!»

«Allora perché l'hai fatto?»

«Per darti una lezione.»

«Ora è colpa mia?»

«Sì.»

«Non ti sopporto più.»

«Il sentimento è reciproco, bellezza.»

«Sta zitto!»

«Zitta tu!»

«Vaffanculo!»

Si avvicina talmente tanto, che le punte dei nostri nasi si sfiorano e il mio cuore perde un battito, mentre la sua mano si posa delicatamente sul mio viso.

«Possibile che tu debba avere sempre l'ultima parola?»

«Certo, sono una donna.»

Mi guarda con ironia, dopodiché scoppia a ridere.

«Una bambina, vorrai dire.»

Lo guardo male e rinuncio a parlargli ancora. Vuole solo portarmi all'esasperazione, ormai ho capito com'è fatto. Gli do una spinta per allontanarlo da me e mi volto contro il vetro, guardando dovunque ma non lui.

«Portami a casa.» ordino con voce roca.

«Chi ti ha detto che voglio andare a casa?»

«Io.»

«Andiamo a prendere un caffè e poi ti accompagno.»

«Che cosa?» ritorno a guardarlo incredula.

Prima mi offende e poi vuole prendersi un caffè con me? Quest'uomo soffre di disturbi della personalità, rinuncio a capire.

«Pace.» mi porge la mano.

La osservo con stupore, ma poi decido di stringerla e noto che ha la pelle morbidissima. Mi sorride, facendomi dimenticare tutto ciò che è successo poco fa. Mi chiedo come faccia a farmi cambiare umore in men che non si dica. Mette in moto e riparte. Sorrido a mia volta. Anche se mi dà sui nervi, sono comunque felice di essere in sua compagnia. Ma quand'è che mi sono presa una cotta per lui? Eppure è così irritante.

«Ridi a causa dell'alcol?» chiede ironicamente.

«Perché sei così stupido?»

«Vedrai che ti piacerà il posto in cui stiamo andando.» cambia tono e mi rivolge un sorriso dolce.

Il cuore comincia a battermi di nuovo in modo violento e non posso fare a meno di mordermi il labbro.

«Quale posto?» chiedo stupita.

«Aspetta e vedrai.»

Ha lo sguardo fisso sulla strada ed è perfetto anche di profilo. Oddio, cosa mi sta succedendo? Devo assolutamente smetterla di pensare a lui in questo modo. Ogni volta che lo vedo, mi assale una strana sensazione alla bocca dello stomaco e il cervello parte tra le nuvole. Mi affascina quando sorride e persino quando mi prende in giro. Non era mai accaduta una cosa del genere, nemmeno con Erik e lui era tutto per me. Cosa sta succedendo nel mio cuore? Non riesco a darmi una risposta. Forse perché una risposta non c'è e devo lasciare che le cose avvengano, senza dare ascolto alla ragione.

«Sogni ad occhi aperti?» mi riporta alla realtà.

«Ehm... no.»

«A cosa stai pensando?»

«Niente.»

«Ti avevo chiesto se per te fosse troppo tardi per una cena.»

«Una cena?» chiedo stupita. «Non era un semplice caffè?»

«Mi è venuta fame.» sghignazza.

«Be', ripensandoci... ho fame anche io.» ammetto imbarazzata e con lo sguardo basso.

«È deciso allora.»

Parcheggia la macchina e scendiamo insieme.

«Sento l'odore del mare.» dico.

Comincia a sorridere e poi viene verso di me.

«Questo ristorantino si trova sulla spiaggia.»

«Quindi mangeremo in spiaggia?» chiedo sorpresa.

«In un certo senso sì.»

«Wow.»

«Aspetta di vederlo e resterai senza fiato.»

Mi prende la mano, cogliendomi alla sprovvista. Il mio viso diventa paonazzo e il cuore sembra scosso da bombe atomiche. Vorrei capire perché l'ha fatto, cosa gli passa per la testa? Forse è stato un gesto casuale, magari l'avrebbe fatto con chiunque.

Ci dirigiamo verso l'entrata e veniamo accolti da un cameriere.

«Buonasera, ragazzi.»

«Buonasera, vorremmo un tavolo in veranda.» chiede Nicolas.

«Certamente, seguitemi.»

Seguiamo il cameriere e ci ritroviamo in una veranda dipinta in bianco e oro, tutto in stile barocco. Questo posto è affascinante e così elegante. Il nostro tavolo affaccia sul panorama, il mare e le stelle sembrano fatti l'uno per l'altro e le piccole navette nel porto fanno brillare tutto, all'unisono con le stelle. È davvero bellissimo.

«Cosa ne pensi?» chiede Nicolas.

«Non ho parole.»

«Lo sapevo.» mi sorride.

Proprio in quel preciso istante, arriva una telefonata sul cellulare. Lo prendo dalla borsa e rispondo, senza nemmeno guardare di chi si tratta.

«Rose, ma dove sei?» chiede Mary preoccupata.

«Mary... sono in compagnia.»

«In compagnia di chi?»

«Ti spiegherò domani.»

«Mi devo preoccupare?»

«No, tranquilla. Avvisa Michael che faccio un po' tardi.» riattacco, senza darle il tempo per rispondere.

Alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi, insieme al suo sorriso. Ho come un sussulto e distolgo lo sguardo immediatamente. Non deve rendersi conto che provo interesse per lui, non posso farglielo capire.

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