Capitolo 27
Michael
Rose era molto agitata al telefono, nostra madre si sarà di nuovo dileguata, molto probabilmente. Non mi stupirebbe affatto, ormai non mi fido più di lei. Sto finendo il mio gelato, seduto al tavolo del Cyber, per quanto mi scocci tornare a casa, devo farlo, altrimenti Rose mi ucciderà. Mi alzo, lasciando la coppetta mezza vuota e lascio dei soldi sul tavolo. Esco dal locale e mi dirigo alla mia moto.
«Ciao, Michael.» mi saluta qualcuno alle spalle, mentre sto salendo in moto. Mi volto e vedo Jenna.
«Ehi.» rispondo con voce atona.
«Che ci fai tutto solo, dove hai lasciato la tua ragazza?»
«È a casa.»
Non ho tempo da perdere con lei.
«Meglio così.» mi guarda maliziosamente e si avvicina di più a me, sfiorandomi la mano.
Non capisco cosa si sia messa in testa, la nostra storia è finita da un pezzo, ormai. Ogni volta che ci incontriamo, sembra come se volesse provarci.
«Devo andare, ci vediamo.» cerco di liberarmi di lei.
«Non mi offri nemmeno un caffè?»
«Non adesso, sono di fretta.»
«Dai, è solo un caffè, la tua ragazza non se la prenderà.» mi tira, costringendomi a scendere dalla moto.
Mi lascio trascinare nel Cyber e sfortunatamente ci imbattiamo in Erik. Ci mancava solo lui, ora la serata è completamente rovinata.
«Ciao, bellezza.» si rivolge a Jenna, ignorando me.
«Ciao.» risponde lei entusiasta di vederlo.
Mi guarda quasi in cagnesco ed io ricambio lo sguardo, poi va via, finalmente. Che ragazzo stupido, avrei dovuto picchiarlo a sangue quando tradì mia sorella.
«Lì c'è un tavolo.» indica Jenna con un dito.
«Conosci Erik?» chiedo incredulo.
«Più o meno, ci siamo conosciuti nel bagno della scuola, è davvero carino.»
«Sì... certo. Sta lontana da lui, è un tipo pericoloso.»
«Ti preoccupi per me?» chiede avvicinandosi al mio viso.
«Ti sto solo avvertendo.»
«So badare a me stessa, ma grazie.»
Improvvisamente, mi posa un piccolo bacio sulle labbra, cogliendomi di sorpresa.
«Jenna...» dico, allontanandomi.
«Sì, lo so, sei fidanzato, ma tranquillo, è solo un bacetto innocente. Ordiniamo?»
La guardo rassegnato e annuisco debolmente.
Rose
Ormai è più di un'ora che lo sto aspettando, che fine ha fatto? Gli avevo chiesto di tornare a casa con urgenza, ma sembra aver ignorato le mie parole. Per di più sono sola a casa, nostra madre è andata da una sua amica e Mary è dovuta andare via, dopo aver risposto ad una telefonata di sua zia. È da mezz'ora che provo a richiamare Michael, non ricevendo alcuna risposta. Mi sono stancata delle sue stronzate, sembra che non gliene importi nulla. Sono le otto e non ho alcuna voglia di cenare. Che giornataccia, sono molto preoccupata. La mamma era ridotta molto male. Sono rimasta un po' scossa quando mi ha detto di aver ferito il padre di suo figlio. Ma ora non voglio più pensarci, vado a fare una doccia per rimettermi in sesto, dopodiché andrò a dormire.
Ritorno in camera, sedendomi sul letto, poi afferro il cellulare e guardo l'ora; 21:15. Dove diavolo è? Indosso il pigiama e mi sdraio sul letto, riposando un po' gli occhi. Ho un leggero mal di testa, tutto quello che è accaduto mi ha stremata. Infine mi addormento.
«Rose. Svegliati.» una voce mi incita a svegliarmi.
«Ma che vuoi?» rispondo in malo modo, ancora con gli occhi chiusi e assonnata.
«Sono Michael.»
Apro gli occhi di scatto. «Ma che ore sono?»
«Mezzanotte.»
«Sei tornato adesso?»
«No, almeno due ore fa.» Mi metto a sedere sul letto, incrocio le braccia e lo guardo arrabbiata. «Lo so, ho fatto tardi ma sono stato trattenuto.»
«E da chi?» gli chiedo con tono spazientito.
«Poi ti racconto, ora mi dici cos'è successo? Se n'è andata?»
«Chi?»
«Stai ancora dormendo? La mamma, altrimenti chi?»
«Perché lo pensi?»
«L'ha già fatto due volte.»
«Ma non ora.»
«Allora cos'è successo?»
«L'ex fidanzato della mamma è venuto a casa stamattina...»
«E allora? Non dirmi che vuole trasferirsi a casa nostra?» mi interrompe.
«Ha cercato di portarsi via Fred e...»
«Be', è suo figlio.» mi interrompe ancora.
«Mi fai finire?» sbotto.
«Sì. Scusa.»
«Mamma ha cercato di impedirglielo e lui l'ha picchiata.»
«Ah.»
«Non sai dire altro?»
«Non preoccuparti, da domani ci sarò io a casa.»
«E con la scuola e il lavoro come farai?»
«Oggi mi sono licenziato. Per questo ho fatto tardi. Per quanto riguarda la scuola, continuerò ad andarci. Mamma dovrà andare a stare da qualche altra parte, almeno al mattino.»
«Ma dove?»
«Non lo so, ci penserò.»
«Va bene.»
«Buonanotte, Rose.»
Si alza ed esce dalla mia stanza. Sembrava così strano. Non gli ho raccontato il fatto che nostra madre ha ferito quell'uomo... Ficco la testa sotto al cuscino e chiudo gli occhi.
La sveglia suona, annunciando l'inizio di una nuova, stressante giornata, spero solo che non ci siano brutte sorprese. La zittisco e afferro il telefono, notando un messaggio
Messaggio da Mary: Buongiorno, amica. Oggi non posso venire a scuola, mia cugina mi ha di nuovo rifilato Oliver, ci vediamo stasera!
Oh, no, sarò da sola. Perché è costretta a tenere sempre suo nipote? Potrebbe chiamare una babysitter. "Ci vediamo stasera". Cosa avrà in mente ora? Mi alzo dal letto e vado al bagno.
Dopo essermi truccata un po' e vestita, scendo in cucina, restando delusa dal fatto che non ci sia nessuno. Mia madre dev'essere ancora a letto? Sto per ritornare su, quando mi imbatto in Michael.
«Volevi controllare che ci fosse ancora, vero?» chiede, riferendosi a nostra madre.
«No...» Si acciglia e continua a fissarmi. Va bene, ammetto che un po' di ragione ce l'ha, avevo paura che se ne fosse andata di nuovo, ma non devo più pensarci, lei ora è qui. «E va bene, avevo paura che... non ci fosse.» ammetto tirando un sospiro.
«Tranquilla, dorme. A proposito, ho chiamato Petra, la vecchia amica di mamma.»
«Come mai?»
«Per tenerle compagnia.»
Il mio viso si illumina e mi stupisco del fatto che Michael si stia preoccupando per lei.
«Bravo! Hai avuto un'ottima idea.»
Il nostro discorso viene interrotto dal suono del campanello, qualcuno sta bussando.
«Dev'essere lei.» afferma.
Vado ad aprire e di fronte a me c'è una signora sorridente dai capelli biondo cenere, gli occhi scuri e le gote rosse, un po' in carne.
«Ragazzi.» urla felice.
«Ciao, Petra.» la salutiamo con un abbraccio.
«Ma quanto siete cresciuti.»
Petra è amica di nostra madre fin dai tempi delle medie, un po' come me e Mary. Chissà se io e lei tra vent'anni saremo ancora amiche. Ma cosa dico? Ovvio che lo saremo! Petra resterà con nostra madre fino alle due, poi dovrà andare via, dato che ha un lavoro pomeridiano, ma sarà abbastanza, dato che per quell'ora saremo a casa. Dopo che Michael le ha raccontato la situazione di nostra madre, si è precipitata immediatamente. La salutiamo nuovamente e usciamo di casa, per avviarci a scuola. Oggi c'è un sole che brucia e non sono nemmeno le otto. L'estate è arrivata e tra poco la scuola finirà. Devo cominciare a pensare a come passare le vacanze, ma per ora non è importante.
«Ah, Michael, Mary non verrà oggi.» lo informo.
«Lo so, mi ha inviato un messaggio.»
Arrivati a scuola, tutti sono in cortile, aspettano la campanella e non è lo stesso senza Mary, mi sento così sola quando non c'è.
«Ti dispiace se raggiungo i miei amici?» mi chiede.
Scuoto la testa in senso negativo, mi posa un bacio sulla fronte e va via. Sto per entrare nella scuola. Quando qualcuno mi ferma.
«Rose, ciao.»
Mi volto e la vedo. Cosa vuole?
«Jenna. Ciao.»
«Oggi sei sola?» chiede sorpresa.
«Sì.»
«Come mai?»
Ma perché non si fa gli affari suoi?
«Mary non può venire.»
«Meglio.» La guardo accigliata. «Non mi va giù.»
«Perché?» metto le mani sui fianchi e la sfido con lo sguardo.
«È una questione d'olfatto.»
«Ah.»
È l'unica parola che mi viene da dire, però avrei dovuto rispondere: Anche tu non mi vai giù, ma non per una questione d'olfatto, bensì perché sei troia. Ma me ne resto zitta ed evito litigi assurdi.
«Oggi verrà quel professore figo?» mi chiede con occhi maliziosi.
Avverto come un brivido e devo trattenermi dal non prenderla a schiaffi.
«Nicolas?»
«Allora piace anche a te.» sorride furba.
«No!» rispondo prontamente. «Ho solo intuito che ti stessi riferendo a lui.»
«Come mai c'è così tanta confidenza tra di voi?»
«Non... c'è confidenza, è lui ad essere una persona semplice.»
Nicolas, semplice? Che ridere.
«Ehi, guarda chi c'è.» dice, guardando alla sua destra. «Ciao, biondino.» lo saluta con la mano.
Non posso credere che abbia richiamato l'attenzione di Erik, ora sta venendo qui. Maledizione!
«Ciao, dolcezza!» saluta, riferendosi a Jenna.
«Ciao, bello.» lo squadra da testa a piedi. Ci prova proprio con tutti. Lo prende a braccetto e si volta verso di me: «Ci vediamo dopo in classe, Rose.»
Non le rispondo, mi limito a guardarli con disprezzo, mentre si allontanano.
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