Capitolo 23
Rose
«Ehi, dormigliona.» una voce familiare mi rimbomba nella testa, apro gli occhi un due fessure e vedo Mary. Sta disturbando il mio sonno, proprio come faceva mia madre. Richiudo gli occhi e mi volto dall'altra parte. «Rose, dai, non vorrai fare tardi?»
Sembra davvero mia madre.
«Cosa?» rispondo confusa.
«Scendi dalle braccia di Morfeo, dobbiamo andare a scuola.» sghignazza.
Il solito dramma mattutino, perché non aboliscono la scuola? Potremmo imparare tutto da casa, al computer.
«È davvero necessario?»
«Sì. Sbrigati che mia madre sta preparando la colazione.»
«I tuoi sono tornati?»
«Esatto.»
«Va bene, ma mi alzo solo perché adoro le colazioni di tua madre.»
Ridacchia e la vedo chiudersi nel suo bagno in camera. Beata lei che ne ha uno, non ha problemi di attesa, come me che ho un fratello fissato con l'aspetto fisico. Mi costringo a scendere dal letto e faccio lo stesso, raggiungendo l'altro bagno. Mi guardo allo specchio e sembro Marylin Manson, dato che ieri sono andata a dormire senza struccarmi, ma ero talmente stanca che non ne ho avuto la minima voglia.
Dopo aver rimosso il disastro dal mio viso, stendo una crema idratante, lavo i denti e infine metto un po' di trucco.
Raggiungo il piano di sotto, fino ad arrivare in cucina. Mary è già seduta a tavola ed ha un sorriso davvero radioso. Forse ha parlato con mio fratello? Spero di sì.
«Ce l'hai fatta.» dice con ironia.
«Eh già.» ridacchio. «Buongiorno, signora Lopez.» saluto sua madre.
«Buongiorno, Rose.» mi sorride dolcemente. «Come stai?»
«Bene, grazie.»
«Siediti, la colazione è pronta.»
«La ringrazio.»
Mi siedo e mangio due pancake con sciroppo d'acero. La madre di Mary sa sempre come tirarmi su il morale, soprattutto sa soddisfare il mio stomaco. Bevo un bicchiere di latte e metto i piatti in lavandino.
«Tesoro, non preoccuparti, faccio io.» dice la signora Lopez.
È davvero gentilissima, ma non mi piace approfittare, quindi la aiuto lo stesso. Mary è la classica ragazza perfetta, famiglia perfetta, capelli perfetti, tutto perfetto, spesso mi capita di invidiarle sua madre, anche perché la mia non è mai stata molto presente e ciò mi rende davvero molto triste. Dopo aver lavato il mio piatto, asciugo le mani e afferro Mary per un braccio, che era intenta ad inviare messaggi.
«Non hai detto che ero io la ritardataria?» le chiedo ironicamente.
«Hai ragione.» ridacchia. «Andiamo.»
Usciamo di casa e ci avviamo verso scuola. Da casa sua ci si arriva in pochi minuti, è così vicina. Strada facendo, mi volto verso di lei e noto che ha di nuovo l'aria triste. Non riesco più a vederla così, mio fratello dovrà dare delle spiegazioni plausibili.
«Prima inviavi un messaggio a mio fratello?» chiedo titubante.
«Sì, anche se non ha risposto.»
«Ora gli telefono.»
«Cosa? No, dai.»
Compongo il numero di Michael e metto in chiamata.
«È libero, ma non risponde.» la informo.
Volta lo sguardo dall'altra parte.
«Hai visto? Dev'essergli accaduto qualcosa.»
«Ma no, tranquilla. Sai che facciamo? Dopo scuola lo raggiungiamo al bar dove lavora.»
«Sì, ottima idea.» sorride appena.
Le faccio un occhiolino. Vorrei tanto sapere cosa sta combinando Michael, possibile che non abbia mai un attimo per chiamarla? Qualcosa non va e non riesco a venirne a capo. Arriviamo fuori scuola e comincio a guardarmi intorno, nervosa e anche spaventata. Erik potrebbe essere nei dintorni. Sembra non esserci e spero di non incontrarlo durante la giornata.
«Entriamo in classe?» chiedo impaziente alla mia amica.
«Di già? Mancano ancora dieci minuti all'inizio delle lezioni.»
«Per favore...»
«Ho capito. Andiamo.»
Ci dirigiamo verso l'aula e il corridoio è deserto, tutti gli alunni sono ancora fuori, nessuno entra se la campanella non suona. Improvvisamente sento dei passi dietro di me, mi volto e l'ansia mi assale. Non avrei voluto incontrarlo, ma purtroppo è davanti a me.
«Ciao, Rose.» mi saluta come se niente fosse.
«C-cosa vuoi?» balbetto.
«Lasciala in pace!» interviene Mary con tono alterato.
«Sta calma, stronza!» risponde Erik in malo modo.
«Io sarò anche stronza, ma tu sei un maniaco.»
«Come mi hai chiamato?» fa un passo verso di lei, come se volesse metterle le mani addosso.
Potrebbe mettersi molto male, oramai non è più in sé. Erik e Mary si sfidando con lo sguardo, lui fa un altro passo verso di lei e stringe i pugni.
«Ragazzi, cosa fate qui in corridoio?» la voce della preside interrompe ciò che stava per accadere. «Andate in classe!» ordina.
Erik volta lo sguardo su di me, fa un occhiolino, mette le mani in tasca e va via. Tiro un lungo sospiro di sollievo. Ho avuto davvero paura per Mary, fortuna che è arrivata la preside.
Entriamo in classe e ci sediamo al nostro banco.
«Grazie per avermi difesa, sei una vera amica.» dico a Mary.
Lei mi guarda e mi sorride dolcemente.
«Di niente, sai che per te farei di tutto, ti voglio bene, Rose.»
«Anche io.» le sorrido.
Sono davvero fortunata ad avere un'amica come lei, è sempre disponibile, non mi ha mai lasciato da sola, anche ora che è fidanzata trova sempre un modo per passare del tempo con me, è una ragazza speciale e sono grata alla vita per averla.
Fortunatamente le ore passano in fretta ed arriva la ricreazione. Decido di restare in classe, per evitare di incontrare Erik. Chissà perché è sempre in agguato e ribadisco che mi fa paura. Osservo Mary, ed ha di nuovo quell'espressione triste e preoccupata. Idiota di un fratello, cosa stai combinando?
Sono trascorsi dieci minuti dalla fine della ricreazione e Nicolas non è ancora arrivato. Cosa starà facendo?
«Sei preoccupata?» chiede Mary con un mezzo sorriso.
«Preoccupata per cosa?»
«Che Nicolas non arrivi.»
Divento rossa in viso e abbasso lo sguardo. Adesso mi legge nel pensiero?
«Ovviamente no!» rispondo secca.
Non so perché, ma l'idea che Nicolas sia in ritardo mi agita e questi pensieri non dovrebbero proprio frullarmi per la testa. Alza un sopracciglio e mi guarda come a voler dire "non prendermi in giro". Dovrei dirle che un po' mi interessa? Ma cosa dico, non lo conosco affatto, per di più è il mio professore ed è troppo vecchio, poi è antipatico e potrei continuare all'infinito.
«Rose.» mi riprende.
«E va bene, sono preoccupata, ma solo perché non amo perdere la lezione di educazione fisica.» cerco di sviare.
«Ti piace, vero?»
«No.»
«Sei diventata un pomodoro.» ridacchia.
«Smettila di prendermi in giro.»
«E tu ammetti di esserti presa una cotta.»
«Non lo ammetto perché non è così.»
«Sei una fifona.» Comincio a boccheggiare, come un pesce. È ridicolo, Nicolas non mi piace, chiuso il discorso. I miei pensieri vengono interrotti dal fascino del bel professore che è appena entrato in aula. Mary mi da una piccola spinta. «Eccolo il tuo boy.»
«Shh, sta zitta!»
Perché deve sempre mettermi in imbarazzo? Nicolas si siede alla cattedra e resta in silenzio, ha l'aria strana, come se gli fosse accaduto qualcosa.
«Andate in palestra.» ordina a tono basso.
Tutti si alzano e vanno via, io sono l'ultima ad uscire dall'aula. Resto fuori dalla classe, aspettando che esca anche lui.
«Rose, che ci fai ancora qui?» chiede sorpreso, appena mi vede.
«Volevo solo ringraziarti per ieri.»
«Figurati.» sorride. «Ora andiamo.»
Annuisco e lo seguo.
«Stai bene?» chiedo.
«Sì.»
«Sei sicuro?»
«Sì.»
«Comunque ti avevo sottovalutato.» gli confesso, imbarazzata.
Mi guarda e sorride e ciò mi rende imbarazzata.
Guardo gli altri giocare, seduta a terra con le gambe incrociate. Strano che Nicolas non sia venuto a rimproverarmi come fa sempre, se ne sta in un angolo con le mani infilate in tasca. È assorto nei suoi pensieri e vorrei tanto sapere cos'ha. Un'idea folle mi frutta per la testa; potrei invitarlo al mio compleanno. Non ho ancora organizzato nulla, ma questo è un dettaglio di poco conto. Mi alzo e lo raggiungo.
«Professore?» lo chiamo.
Si volta verso di me. «Dimmi.»
«Vedi... io...»
Perché sono così nervosa? È solo quell'antipatico di Nicolas.
«Tu?»
«Volevo invitarti alla mia festa.» dico tutto d'un fiato. «La mia festa di compleanno.» preciso. «Ovviamente ci saranno tutti i professori.»
Bugiarda!
«Quando capita?»
«Il sette di luglio. Ti farò avere l'invito con tutte le indicazioni.»
«Va bene.» risponde freddamente.
Mi sa che non gli è importato granché.
Nicolas
Quella ragazzina mi ha invitato alla sua festa e non so se accettare o no. Non so più niente ormai, ho solo il terrore che possa tornare a ricattarmi, possiede ancora quelle fotografie. Cosa potrei fare affinché me le restituisca? Ho le mani legate, non posso sgridarla, né punirla, mi tiene in pugno. Appena finita la lezione, raggiungo l'aula per prendere le mie cose e una voce suadente mi fa sobbalzare.
«Salve, professore.» mi saluta la preside.
«Salve.» la saluto con distacco. «Ha bisogno di qualcosa?» Si avvicina a me con quel sorriso malizioso e avvolge le sue braccia intorno al mio collo. Cerco di scansarmi. «Signora, cosa fa?»
«Mi piace quando mi dai del lei.» sussurra con tono provocante.
«Prego?»
Mi sta venendo da ridere ma cerco di trattenermi. È davvero convinta che possa accadere ancora qualcosa tra di noi?
«Vieni nel mio ufficio, Nicolas.»
«C'è qualcosa che non va?»
«Tu vieni e poi ne parliamo.» mi fa un occhiolino e va via.
Se ci vado, va a finire che mi salta addosso. Vado via dalla scuola senza destare sospetti. Mi dispiace ma non mi va di rifarlo con lei.
Mary
Manca poco, siamo quasi arrivate al bar dove lavora Michael e ho mille pensieri per la testa. Non potrei mai sopportarlo se mi lasciasse, non lo supererei, è diventato troppo importante.
«A cosa pensi?» chiede Rose con aria interrogativa.
«Niente, solo che manca poco all'arrivo... alla verità.»
«Sta tranquilla, vedrai che è solo troppo indaffarato.»
«Speriamo.»
«Cambiando discorso...»
«Dimmi.» la interrompo.
«Ho combinato un casino.»
«Cosa?» mi acciglio.
Spero non sia nulla di grave, la sua espressione è abbastanza spaventosa.
«Ho invitato Nicolas alla mia "festa".» mima due virgolette sulla parola festa.
«E che problema c'è? Ne organizzeremo una.» le faccio un occhiolino.
«Ma manca poco più di un mese, come facciamo in così poco tempo?»
«Lascia fare a me.»
Sta ritornando a vivere, era da tanto che non la vedevo così felice, farò il possibile per organizzare una festa degna di lei, merita tantissimo.
Siamo finalmente arrivate al bar e vedo immediatamente Michael che parla con una ragazza. Il battito cardiaco quasi mi si ferma. Chi è quella? Resto ferma fuori dalla vetrina, mentre Rose sta per entrare, ma l'afferrò per un braccio, come a dirle "aspetta". Restiamo in silenzio, quando vedo la ragazza avvicinarsi al viso di Michael. Stanno per baciarsi? Decido di andare via, prima di vedere il resto.
«Mary, aspettami.» urla Rose, fermandomi. «Dove vai? Vuoi lasciare le cose così?»
«Mi ha tradita.» le dico con le lacrime in gola.
«Guarda che non è successo niente.»
«Allora perché erano così vicini?»
«Questo non lo so, dovremmo chiederlo a lui.»
«Be', chiediglielo tu!» mi libero dalla sua presa.
Corro via, lasciandola indietro. Ho il cuore a pezzi, non mi aspettavo di vederlo con un'altra. Rose mi chiama nuovamente ma la ignoro e continuo a correre.
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