Capitolo 21

Mary
Un sandwich, un buon film e tanto relax. Mi chiudo nella mia piccola bolla e mi sento benissimo così. Mentre assaporo l'ultimo morso, il rumore di una macchina attira la mia attenzione, ma sono sicura che non si tratta dei miei, dato che lavoreranno per tutta la notte. Mi avvicino alla finestra, curiosa, scrutando attentamente tra le persiane. Una macchina è ferma nel mio vialetto e comincio ad allarmarmi un po', dato che non ho idea di chi possa essere. La portiera del passeggero si apre e vedo uscire Rose. Mi acciglio e non posso fare a meno di chiedermi cosa ci faccia qui e soprattutto in compagnia di chi si trova. Rose si avvicina alla porta di ingresso e suona il campanello, mentre la macchina si allontana immediatamente. Purtroppo non sono riuscita a vedere chi ci fosse al suo interno. Scendo di sotto, ansiosa di saperne di più e apro la porta.

«Rose, ciao.» faccio finta di essere sorpresa.

«Mary.» mi abbraccia.

Mi faccio da parte per lasciarla entrare e la osservo con attenzione. Ha con sé una borsa abbastanza grande. Cosa ci sarà al suo interno? Non dico una sola parola, fino a che raggiugiamo la mia stanza.

«Cos'hai in quella specie di valigia?»

«Sì... giusto... Be'...» Perché è così agitata? «io... mi chiedevo se fosse possibile restare per qualche giorno a casa tua.»

«Certo che puoi.» le sorrido. «Ma è successo qualcosa?»

Mi guarda intensamente e con gli occhi quasi lucidi. Mi sta seriamente preoccupando.

«Un casino, Mary...» comincia a singhiozzare.

«Non spaventarmi... raccontami.»

Quello che mi ha detto Rose mi ha scosso e non poco, mi ha fatto promettere di non dire nulla a Michael, ma credo che sbagli a non farlo, lui potrebbe aiutarla a prevenire qualcosa di orribile.

«Puoi restare tutto il tempo che vuoi.» le dico sorridendo e stringendo le sue mani.

«Grazie.» mi abbraccia.

«A proposito, chi ti ha accompagnata?»

«Ehm...»

«Cosa mi nascondi?» chiedo dubbiosa.

«Prometti che non mi prenderai in giro?»

«Sì, te lo prometto.»

«Nicolas.»

«Il professore?» chiedo con gli occhi sgranati. «E cosa ci facevi con quel figo?»

«Perché devi sempre fraintendere?»

«Parla!» le ordino scherzosamente.

«Uhm... vedi, ieri...»

«Cosa?» quasi urlo. «Ieri quando ci siamo persi di vista eri con lui?»

Non ci posso credere, non pensavo che fossero così intimi.

«Sì.» risponde imbarazzata, mentre io la fisso maliziosa. «Perché mi guardi così?»

«Con il bel professore. Brava.» sorrido.

«Non è successo niente.» si affretta a dire.

«Uhm...»

«Ehi, non mi credi?»

«Va bene» ridacchio. «ti credo. Ma toglimi una curiosità.»

«Quale?»

«Lui ti piace, non è così?»

«Come? Assolutamente no!»

La guardo incredula. D'altronde non posso darle torto, il professore è davvero un bel tipo. Sono contenta che finalmente abbia superato la questione "Erik". Certo che però se le cerca le cose complicate.

Rose
Restare a casa di Mary mi rende più sicura e sono felice che abbia accettato di ospitarmi, lo apprezzo moltissimo. Non ho avvisato Michael che sarei venuta qui, ma che scusa potrei inventarmi? Compongo il suo numero e metto in chiamata.

«Rose, dimmi.» risponde.

«Volevo solo avvisarti che stasera dormirò da Mary.»

«Come mai?»

Il solito ragazzo indagatore.

«I suoi non ci sono e mi ha chiesto di farle compagnia.»

La scusa perfetta, ma ho detto anche la verità.

«Va bene. Dato che mi hai telefonato, volevo dirti che domani non verrò a scuola.»

«Di nuovo?»

«Sì, purtroppo.»

«Avevi detto che ci saresti venuto.»

«Lo so, ma ci sono stati degli imprevisti.»

«Va bene.»

Riattacca, senza neppure salutarmi. È davvero strano, non si starà cacciando nei guai, spero. Mi preoccupano tutte queste assenze, ho paura che non riuscirà a passare all'ultimo anno, sarebbe davvero un peccato, è sempre stato un mezzo secchione.

«Andiamo a prendere un panino?» Mary interrompe i miei pensieri.

«Vuoi uscire a quest'ora?»

«Sono solo le nove.»

«Va bene, dammi dieci minuti.»

«Non metterci tutta la vita.»

Usciamo di casa e ci dirigiamo verso il pub scelto da Mary. Durante il tragitto non dice una parola, è pensierosa, come se qualcosa la turbasse.

«Mary.» cerco di attirare la sua attenzione, ma non ricevo risposta. «Mary?» ripeto a voce più alta.

«Sì?»

«A cosa stai pensando?»

«Pensavo a tuo fratello.»

«Cosa pensavi di lui?»

«Ho il sospetto che mi nasconda qualcosa, continuiamo a non vederci.»

«Non pensare male, lui non è il tipo da nascondere cose.»

«Lo so, ed è per questo che sono preoccupata.»

«Sicuramente ci sarà una spiegazione. Non pensarci, va bene?»

«Ci provo.»

Arriviamo al locale e vediamo che è pieno, non c'è nemmeno un tavolo libero.

«E adesso?» chiedo con tono deluso.

«E adesso, ordiniamo due panini da portare, li mangiamo fuori.»

«Uhm... Va bene.» rispondo poco convinta.

Non credo sia una buona idea, dato gli ultimi avvenimenti con Erik, ma se questa è l'unica soluzione, allora sarà così, anche perché muoio di fame.

Michael
«Ciao, Michael.» una voce proveniente dall'altro lato del bancone mi fa sobbalzare.

Mi volto e vedo la mia ex ragazza. Resto allibito e incredulo. È davvero lei?

«Jenna. Cosa ci fai qui?»

«Mi sono trasferita. Quanto tempo è passato.» sorride dolcemente.

«Sì... tanto.»

«Saranno quasi tre anni?»

«Esatto...»

Jenna è stata la mia prima ragazza, insieme a lei ho scoperto il sesso e mi sono infatuato talmente tanto che vivevo per lei. Ci fidanzammo all'età di quattordici anni, restando insieme per un anno intero. Ci siamo lasciati perché è stata costretta a partire con la sua famiglia. Dato che entrambi non credevamo ad una storia a distanza, abbiamo ritenuto giusto separarci. Non è cambiata di una virgola, è sempre bella, come la ricordavo. I suoi capelli mossi sono sempre biondo cenere e quegli occhi celesti che stanno benissimo col suo viso e la carnagione chiara e delicata. Ho sempre avuto un debole per le ragazze bionde, ma adesso fa parte del passato e non cambierà nulla.

«Non immaginavo lavorassi qui.» dice con un bel sorriso stampato sul viso.

«Ci lavoro da mesi, ormai.»

«Pensa che vivo proprio qui vicino.»

«Come mai non sei mai venuta in questo bar?»

«Ci sono passata tante volte ma di solito non frequento bar, quindi evitavo di entrarci.»

«E stasera cos'è cambiato?»

«Mi sono avvicinata alla vetrina per puro caso e ti ho visto, così sono entrata.»

«Bene.» ridacchio in modo nervoso. «Ti offro qualcosa?»

«Un caffè, grazie.»

«Arriva subito.»

Perché mi sento così agitato? Come se ci fosse un conto in sospeso tra di noi. Proprio in quel preciso istante, il mio cellulare squilla e si tratta di Mary. Ignoro la chiamata e porto il caffè sul bancone.

«Ecco il caffè.» dico.

«Grazie.» Lo beve subito e poi si morde il labbro. Un gesto che faceva sempre quando era con me. «Ora devo proprio andare, è stato un piacere rivederti.»

«È stato un piacere anche per me, torna quando vuoi.»

«Ah, Michael» richiama la mia attenzione. «scrivimi il tuo numero di cellulare, così potremmo rivederci.»

«Va bene.» prendo la penna e un biglietto da visita del bar e le scrivo il mio numero. «Ecco a te.» le porgo il bigliettino.

«Grazie. Ci sentiamo presto.»

«A presto.»

Si avvicina e mi da un bacio sulla guancia, spiazzandomi un po'. Infine esce dal locale, ancheggiando, come ha sempre fatto. Avrei dovuto dirle che sono fidanzato, ma non l'ho fatto... Sono davvero una persona pessima.

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