Capitolo 8
Rose
Nicolas è venuto a prendermi a scuola e non la smette di guardarmi male, so già che qualcuno dei professori gli ha raccontato quello che è successo. Adesso sembra avercela con me e questo suo sguardo non mi piace affatto. Ultimamente non fa altro che rimproverarmi, sembriamo tornati ai vecchi tempi, quando ero solo una sua alunna.
«So già perché mi guardi in questo modo.» dico, prima che lui apra bocca.
«E allora se lo sai, mi risparmio la fatica di parlare.»
«È stato solo un lieve giramento di testa e poi lo sai che Jenna mi odia.»
«Non voglio che tu stia male, lavorare non ti serve!» dice, con gli occhi fissi sulla strada.
Insiste ancora con questa storia, credo che non cambierà mai idea.
«Devi avere fiducia in me.» gli dico flebilmente.
Si volta a guardarmi per qualche istante e mi prende la mano, stringendola. «Ce l'ho, credimi. Solo che mi preoccupo.»
Sorrido appena e gli stringo la mano a mia volta.
«Ti prometto che non mi stancherò.»
«Se ne sei convinta.» ridacchia e mi bacia la mano. «Ti va di venire a casa mia?»
«Non lo so, ho i compiti da fare...»
«Ti aiuto io.» mi interrompe.
«Allora va bene.»
Mi sorride e imbocca la strada per casa sua.
Ormai sono qui da più di mezz'ora e sto cercando di risolvere un problema di matematica, solo che non ci riesco, io e la matematica siamo due mondi differenti e distanti. Nicolas esce dal bagno a petto nudo e con soltanto un piccolo asciugamano in vita, distraendomi tantissimo. Lo fisso e non posso fare a meno di pensare che sia bellissimo.
«Bell'addormentata?» mi risveglia dalla trance in cui ero entrata.
«Cosa c'è?» chiedo come se niente fosse.
«Mi stai mangiando con gli occhi.» sorride malizioso.
«Ma smettila!» sghignazzo e gli lancio un cuscino contro il petto.
Si avvicina, chinandosi verso la scrivania. «Cosa abbiamo qui?»
«Un problema molto difficile, professore.» rispondo con aria teatrale.
Resta a fissare il quaderno per un po', poi giunto alla conclusione, riprende a parlare: «È semplice, basta una divisione.»
Rileggo il problema e resto sbalordita. Come ho fatto a non rendermene conto da sola? Forse è perché sono qui e mi sento agitata, poi lui si presenta in questo stato.
«Hai ragione.» ammetto imbarazzata.
«Hai la testa altrove, piccola?» mi scompiglia i capelli, come si fa con i bambini.
Lo guardo malissimo e lui come risposta scoppia a ridere. Mi chiedo cosa ci sia di così divertente. Mi alzo e comincio a dargli dei pugni sul petto, affinché capisca che non deve trattarmi come una bambina, ma sembra non accusare nemmeno un colpo, mentre continua a ridere. Improvvisamente ritorna serio e mi blocca entrambi i polsi, poi mi spinge prontamente verso il letto, costringendomi a sdraiarmi e si mette a cavalcioni su di me. Quel semplice contatto mi fa rabbrividire e sento il cuore andare a mille. Si china e mi bacia dolcemente all'angolo della bocca tenendomi ferma per i polsi. Voglio che mi baci sulla bocca, ma non lo fa, divertendosi a torturarmi.
«Nicolas...» dico lamentosa.
«Cosa, Rose?»
«Baciami.»
«Dove?» Perché è sempre così perverso? Scuoto la testa e ridacchio. «Dovevo chiedertelo.» ride a sua volta e poi mi bacia sulle labbra, esaudendo finalmente la mia richiesta.
Doveva aiutarmi a studiare, invece stiamo per fare ben altro.
Mary
Michael mi ha telefonato per chiedermi di tenere d'occhio Rose, dato che stamattina si è sentita male a scuola. Appena ho visto la sua telefonata, il cuore mi è balzato in gola, pensavo davvero che volesse parlare di noi, infatti ero indecisa se rispondergli o no.
«Mary.» sento chiamare alle mie spalle, mentre mi avvio verso casa.
Mi volto e resto sbalordita nel vedere Erik. Com'è cambiato, sembra un altro; capelli più scuri, corti e un accenno di barba. Pensavo fosse sparito dalla circolazione, invece eccolo qui, davanti a me.
«Erik?» chiedo, fingendo di non riconoscerlo.
«Non mi riconosci?» ridacchia.
«Non mi aspettavo di incontrarti quasi fuori scuola.»
«Passavo di qua.» Certo, oppure voleva importunare Rose. «Vieni, ti offro qualcosa.» mi afferra per un braccio.
«Io non...»
«Dai, solo un drink.» mi interrompe, sorridendo.
«Va bene.» sospiro rassegnata.
«E così sei all'ultimo anno.» mi chiede, mentre entriamo nel bar vicino alla scuola.
«Esatto. Tu cosa stai facendo?»
«Per ora nulla.»
«Capisco. Vedrai che troverai qualcosa di adatto a te, prima o poi.»
Annuisce e ci sediamo sugli sgabelli di fronte al bancone.
«Cosa prendi?» chiede.
«Una coca cola, grazie.»
Erik ordina i nostri drink e poi piomba un silenzio assurdo tra di noi. Mi chiedo cos'ha in mente, non lo trovo normale che mi abbia invitata al bar.
«Come va con il tuo ragazzo?» chiede, dopo quasi due minuti di silenzio.
«Ci siamo lasciati.» dico tristemente.
«Scusami, non lo sapevo.»
«Tranquillo.»
«E... Rose?» chiede con difficoltà. Avrei dovuto immaginare che c'entrava Rose in tutta questa storia, d'altronde io ed Erik non ci siamo mai sopportati. «Come sta?»
«Bene.»
«È ancora insieme al professore?»
Ingoio il sorso di coca, quasi a strozzarmi. Come fa a sapere di Rose e Nicolas?
«Non so di cosa stai parlando.» faccio finta di nulla.
«Andiamo, Mary» afferra una ciocca dei miei capelli e comincia ad arrotolarla tra le sue dita, poi si avvicina al mio orecchio. «lo so che sta con quello.» sussurra.
«Adesso devo proprio andare.» scendo velocemente dallo sgabello. «Grazie per la bibita.»
Esco dal bar, lasciandolo indietro. Erik è a conoscenza della storia segreta che sta vivendo Rose, devo avvertirla.
Rose
Nicolas mi ha accompagnata al lavoro, ma ho fatto tardi a causa della sua "seduzione". Spero solo che il signor Hamilton non decida di licenziarmi. Entro nell'edificio, cercando di non destare sospetti, ma ovviamente non mi riesce.
«Sei in ritardo!» dice Annie, a braccia conserte.
«Scusami, ho avuto un imprevisto... Non capiterà più.»
«Corri in camerino. Attenta a non farti vedere dal signor Hamilton.»
«Grazie.»
Dopo essermi cambiata ho raggiunto la sala e salutato le altre ragazze.
«Ciao, Rose.» mi saluta qualcuno alle spalle.
Mi volto e lo vedo. Spero che non mi faccia passare un'altra serata infernale.
«Zayn... ciao.»
«Volevo informarti che stasera ci sarà un'altra festa.»
«Come ieri sera?» sbuffo un po'.
Un'altra serata come quella di ieri e ci lascio le penne.
«Meno gente.» mi rassicura, mettendo una mano sulla mia spalla. «Dai, ce la faremo.» mi sorride e mi da un bacio sulla guancia, spiazzandomi.
Mi chiedo perché si prenda tutte queste confidenze.
***
La serata è finalmente terminata e mi sento a pezzi. Adesso mi accingo ad uscire dall'edificio, sperando che Nicolas mi stia aspettando, ma non è qui. Provo a telefonargli, ma trovo la segreteria. Comincio a preoccuparmi, gli ho inviato un messaggio prima di cambiarmi e ha detto che sarebbe arrivato tra poco. Forse dovrei aspettare ancora un po'.
«Ehi, Rose.»
Sussulto e mi volto di scatto.
«Zayn! Mi hai spaventata a morte.»
Possibile che sia sempre tra i piedi?
«Scusami, non volevo.» si giustifica. «Aspetti il tuo ragazzo?»
«Sì.»
«Non è un po' tardi? Insomma, ti fa aspettare a quest'ora della notte...»
«Non sono affari tuoi.» mi difendo.
«Vieni, ti accompagno io.» cerca di afferrarmi per un braccio, ma mi ritraggo.
«No, grazie.»
«È pericoloso restare per strada a quest'ora.»
Lo guardo per un po', dopodiché mi guardo intorno, alla ricerca di Nicolas, che ovviamente non c'è.
«Va bene... andiamo.»
Non ho altra scelta, non potevo tornare a casa a piedi, è lontana da qui. Ma dove si è cacciato Nicolas? Sono preoccupata e cerco un motivo valido per cui non è passato a prendermi, ma non ne trovo nessuno.
Siamo arrivati fuori casa mia. Durante il tragitto ci siamo scambiati qualche parola, ma niente di che, ero troppo occupata a pensare a lui.
«Grazie del passaggio.» gli dico con un mezzo sorriso.
Sto per aprire la portiera, ma mi ferma, afferrando il mio polso.
«Aspetta.»
Lo guardo in attesa e mi chiedo cosa voglia. Improvvisamente, afferra il mio viso tra le mani e mi bacia, cogliendomi del tutto alla sprovvista. Mi ritraggo immediatamente e resto sbigottita.
«Ma cosa fai?» sbotto.
Stavolta è davvero troppo!
Abbassa lo sguardo, imbarazzato. «Scusami, non ce l'ho fatta a trattenermi.» Questo non è un buon motivo per comportarsi così. «Il tuo ragazzo è proprio un coglione.» Ora offende? «Come si fa a lasciare per strada una ragazza come te?»
«Avrà avuto da fare e comunque non sono cose che ti riguardano.»
«Sì, certo.» ride nervoso.
«Cosa stai insinuando?»
«Magari aveva da fare con un'altra.» sbotta.
Il cuore mi balza in gola e al solo pensieri mi sento male. Scendo immediatamente dalla macchina e raggiungo la porta di casa.
«Rose, mi dispiace, non volevo dire quelle cose.» dice, raggiungendomi.
«Buonanotte, Zayn.» lo liquido ed entro in casa, indispettita.
Come ha potuto insinuare che Nicolas mi tradisca? Non lo conosce affatto! Però... è strano che non mi abbia avvisata che non sarebbe passato a prendermi. Non so più cosa pensare, mi scoppia la testa e quel coglione di Zayn ha contribuito ad alimentare le mie paure più grandi.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top