Capitolo XII

- Buon Compleanno!! - mi ritrovo per la seconda volta, in due giorni, a venir investita dalle stelle filanti.

Realmente sorpresa, seppur a conoscenza della festa, sorrido a tutti - Oh cielo... grazie! - mi commuovo, alla vista di ogni singolo compagno di classe.

- Entrate, entrate! Vi stavamo aspettando con ansia. - Mina mi tira per un braccio, portandomi nella stanza più grande del Karaoke. Affittata per l'occasione.

- Non vedevamo l'ora di vederti arrivare. Sei contenta della sorpresa? - mi abbraccia Tomomi.

- Certo che sì. Siete stati... fantastici. - mi guardo attorno, notando che le ragazze hanno pure decorato il posto.

- Volevamo ringraziarti come si deve, dopo l'aiuto datoci a San Valentino. - si avvicina Suzuna, timidamente.

- Oh, ma... -

- Non azzardarti a dire che non ce n'era bisogno, l'abbiamo fatto volentieri. - Mina mi stringe le spalle con un braccio - È grazie a te se quel mio collega poi mi ha chiesto d'uscire. -

- Per merito tuo sono nate due coppie. - ride Tomomi.

- Sì, sì. Tutto molto bello, ma... dove sta il cibo? - scatta Chihiro.

- Sarebbe stato maleducato cominciare ad ordinare senza la presenza della festeggiata. - saltella tra noi Nakayomi.

- Ora però si può iniziare, no? - commenta uno degli altri ragazzi - Ho una fame... -

- Anch'io. - sorrido timidamente, sentendo lo stomaco stringersi.

Oggi a pranzo, a causa della tensione, ho finito per non mangiare.

Sapere di dover andare ad una festa in grande, organizzata per me, mi ha messo addosso più emozione di quella che pensavo.

Come a dar ragione ai pensieri delle mie amiche e di Takashi.

Pur così, però, sono comunque stra felice di essere qua.

Motivo per cui ho intenzione di divertirmi più che mai, cercando di superare il disagio che provo di solito quando mi trovo in mezzo a tanta gente.

Queste persone sono tutte mie conoscenti, ragazzi con i quali ho trascorso quasi tre anni scolastici.

Certo, con molti ci ho parlato ben poco, ma nessuno sembra farci poi molto caso.

Tutto ciò che conta è ridere assieme, divertendoci tra chiacchiere, cibo e canzoni.

Alcune delle quali cantate male di proposito, per far ridere.

- La prossima è della festeggiata. - Mina mi porge il microfono, verso mezzanotte - Hai cantato troppo poco, per essere la reginetta della serata. -

- Ah, ma... questo è perché preferisco ascoltare voi. - mento per metà. Cercando di restituirle il microfono.

Circa un'oretta fa ho iniziato a sentirmi un po' sottosopra, cosa che mi ha portata a starmene buona seduta. Limitandomi a chiacchierare ed ascoltare gli altri cantare, nella speranza di veder la situazione migliorare.

Ahimé, la cosa non ha ancora subito variazioni, tanto da farmi decidere di andare un attimo in corridoio.

Per prendere una boccata d'aria.

- Devo andare un attimo al bagno, posso accettare l'offerta dopo? - le sorrido, decidendo d'alzarmi.

Movimento che mi regala un rimescolamento delle budella da urlo.

- Certo che sì. - torna dagli altri, cercando un nuovo volontario.

- Ti senti male? Sei pallida. - Chihiro si alza, poggiando una mano sul mio braccio.

- Ho un po' di nausea, nulla di che. Tutti hanno insistito per darmi parte del loro cibo e... non avendo pranzato, credo di aver fatto un po' d'indigestione. - ridacchio - Una breve camminata al bagno, unita ad una boccata d'aria fresca, dovrebbero migliorare la situazione. -

- Vuoi che veniamo con te? - propone Kanon.

- Ma che sciocchezze. Sto bene, dai. - agito le mani - Sarò qui in men che non si dica. Voi tenete d'occhio il mio telefono, per favore. Non vorrei che Shigeru mi scrivesse, senza poi ricevere risposta. Potrebbe piombare qui a fare casino, in caso... -

- Sarà fatto. - annuisce Kanon - Mi assicurerò pure che Chihiro non gli scriva roba strana, se no... altro che semplice irruzione. -

- Grazie. - esco dalla stanza, sentendo quasi subito i benefici di un luogo spazioso privo di gente.

Per quanto io mi stia divertendo, non sono abituata a tutto quel rumore.

E l'aria viziata stava un po' cominciando a darmi alla testa.

- Ah... mi ci voleva proprio una rinfrescata. - mi stiracchio, uscita dal bagno. Dopo essermi gettata un po' d'acqua fredda sulla faccia.

Lo stomaco non sta ancora a meraviglia, ma nulla in confronto a come stava poco fa.

Seduta tra gli altri avevo pure cominciato a ventilare l'idea di uscire per correre tre o quattro volte lungo il corridoio.

Così da far scendere un po' tutto il cibo ingurgitato per educazione.

Ora invece sento di poter tornare a cantare con più entusiasmo, assieme a tutti.

Non pensavo mi sarei mai divertita a fare una cosa del genere, davanti a così tanti occhi, ma l'atmosfera creata dai presenti è riuscita nel suo intento.

Quello di mettermi a mio agio.

Non so se siano state Chihiro e Kanon, a dir loro di andarci piano con me. Sta di fatto che ho apprezzato.

- Oh, Aoyama. Eccoti. - mi trovo di fronte ad Ikoma, svoltato l'angolo.

- Uhm, mi cercavi? - gli sorrido.

- In effetti sì. Ti ho vista un po' pallida, ti senti poco bene? -

- Ah, nulla di che. - lo rassicuro - Ho solo mangiato un po' troppo, per questo sono uscita per muovermi un attimo. -

- Sì, capisco... a pensarci ci sono andati pesanti con te. Ti hanno riempita di cibo come fossi un cucciolo denutrito da dover curare. - ridacchia.

- Giusto un po'. - mi accodo al suo buon umore.

Dopo quella volta alla pasticceria non ci siamo praticamente più parlati, cosa che mi aveva portata a credere di stargli antipatica.

A quanto pare, però, sbagliavo.

La sua uscita su Takashi non mi è piaciuta affatto, ma devo dire d'essere ugualmente contenta di poter conversare con Ikoma in questo modo.

Tutti sbagliano e, per quanto riguarda il ragazzo, credo abbia ben compreso il suo errore.

Non si giudicano le persone così superficialmente.

- Cambiando discorso, come va con quel tipo affettuoso e professionale? - si gratta la nuca a disagio.

- Takashi sta bene, grazie per averlo chiesto. Ieri abbiamo festeggiato con mio fratello, Chihiro e Kanon fino a tardi. E abbiamo proseguito a far baldoria pure dopo che le due sono dovute tornare a casa. In fine si è addormentato, prima di Shigeru, seduto sul divano. - ridacchio, ricordando la giornata precedente - Il che è strano per lui. È sempre mio fratello quello che crolla sul sofà. -

- Veramente non chiedevo questo, ma... ti vedo felice. - sorride - E cosa ti ha regalato di bello, per il tuo compleanno? -

- Oh... dei libri. - rispondo in modo vago.

Riportando alla mente il momento in cui mi ha presa da parte, la notte passata.

Dopo essersi svegliato, alle due, si è fatto convincere da Shigeru a restare da noi a dormire. Per non disturbare i suoi genitori.

Mio fratello, oramai cotto dal sonno, è finito con l'andare per primo a dormire.

Lasciando così soli me e Takashi, che solo allora ha deciso di darmi il regalo.

Ovvero due libri.

Entrambi riguardanti la storia della letteratura fino ai giorni nostri.

I doni, anche se inaspettati, sono stati altamente apprezzati.

Come ho adorato il suo modo di farmi capire che sa cosa sto nascondendo nel mio cuore, riguardo il mio futuro.

Anche senza dirgli nulla l'ha capito, dicendomi indirettamente che crede in me. E che sarà al mio fianco quando deciderò di confidarmi.

Di esprimere a voce i miei sogni.

- Dei libri? Sei il tipo di persona che legge molto? - Ikoma mi riporta al nostro discorso.

- Sì, eccome. Camera mia ha gli scaffali oramai colmi. Tra manga e libri di ogni genere, sono arrivata al punto da non aver quasi più posto. - ridacchio.

- Se vai avanti così dovrai ripiegare solo sull'acquisto di libri in ebook. -

- Non credo potrei resistere. Mi piace leggere da PC o cellulare, ma... vuoi mettere ciò a paragone con la sensazione che la carta ti dà sotto le dita? Il profumo delle pagine... il peso del libro sulle ginocchia... avere tra le mani l'opera in cartaceo fa tutto un altro effetto. - riesco quasi a sentire tali sensazioni, mentre le descrivo.

- Hai ragione. È tutta un'altra storia. - annuisce, senza però comprendermi fino in fondo.

Non dev'essere un gran lettore, lo sento a pelle.

- Comunque... - mi schiarisco la voce - Vogliamo tornare dagli altri? - lo supero, finendo però per inciampare improvvisamente nel nulla.

Battendo una mano sul muro, nel tentativo di frenarmi, cado sulle ginocchia.
Sorprendendomi del modo sciocco che mi ha portata a terra.

- Aoyama stai... -

- Setsuna! Stai bene? - le sue parole vengono sovrastate da un'altra voce.

La voce di un biondo a me assai familiare.

- T-Takashi? - lo vedo raggiungermi col fiatone.

Ho forse le allucinazioni?

Perché è qui?

- Che succede? - mi afferra per le spalle, guardandomi agitato - Hai forse bevuto? Tu non sei il tipo che regge l'alcool, una volta ti sei ubriacata mangiando due babà. -

- Eh? No. Non ho bevuto. - sono sempre più confusa - E poi... dovrei essere io a chiedere a te che succede. Cosa ci fai qui? -

- Chihiro mi ha telefonato dicendomi che ti sentivi male. Tanto. E che era il caso mi sbrigassi a raggiungerti. - comincia a studiare il mio volto. Cambiando poi espressione - Ma non sembri essere in difficoltà, come diceva. Quella...! - si zittisce.

- Ti ha telefonato? Ma lei non ha... oh. - mi blocco - Ha usato il mio telefono, mentre ero al bagno. -

Ma che diavolo le diceva la testa?

A quest'ora Takashi di solito si prepara per andare a dormire, anzi... di norma sarebbe già nel mondo dei sogni.

Adesso invece... è qua.

Davanti a me.

Dopo aver, probabilmente, corso a perdifiato.

So che dovrei avercela con Chihiro, ma la vista di questo Takashi preoccupato mi ha davvero scaldato il cuore.

Era così in pena per me...

- Mi dispiace per lo scherzo di pessimo gusto. Io sto bene, ho solo un principio d'indigestione, ma... nulla che necessitasse del tuo intervento. - poggio la testa sulla sua spalla, per evitare di fargli vedere il sorriso che mi si sta allargando in volto.

- Non scusarti per qualcosa che non hai fatto. - sbuffa, infastidito dal comportamento di Chihiro.

- Ok, allora... lascia almeno che ti ringrazi. Sei venuto qua perché preoccupato per me, dopotutto. - allungo una mano, affondandola nei suoi capelli.

Trovandoli bagnati come al solito - Ma... Takashi! Sei corso qua con la testa in queste condizioni? Stai sfidando la sorte, anche se dici d'essere di costituzione robusta. -

- Chi ha detto che ho corso per venire qui? - distoglie lo sguardo, trafiggendomi il cuore.

Diamine!!

Com'è dannatamente carino!

- Piuttosto, mi fa piacere che tu stia bene. - sospira - Però... come mai sei a terra? -

- Oh, questo perché... - scatto in piedi come una molla, ricordandomi della presenza di Ikoma alle mie spalle.

Che imbarazzo!

Mi stavo comportando come fossi sola con Takashi.

Inoltre... è davvero maleducato dimenticarsi di una persona con la quale stavo parlando, due minuti fa.

- Perché...? - m'incalza, lanciando una strana occhiata al ragazzo.

- Sono inciampata nel nulla. Come una sciocca. -

- Ma che... l'altro giorno tua madre ed oggi tu? Ci sono altri aspetti di lei da prendere, non certo la goffaggine. - scuote il capo, più rilassato.

Riferendosi alla caduta che ha costretto i miei a rimanere a Rairako, per il mio compleanno.

- È stato solo un caso! Queste cose non mi capitano quasi mai, lo sai. - brontolo.

- Sì, sì. - mi scompiglia i capelli - Ora perché non torni dai tuoi amici? Si staranno di certo chiedendo che fine ha fatto la festeggiata. -

- Oh, già... - guardo di sottecchi Ikoma, che non sa se azzardarsi a parlare o meno.

Probabilmente sentendosi in soggezione per la presenza di Takashi.

- Fammi però un favore. - il suo tono cambia, inchiodando il mio sguardo nel suo - Riferisci a Chihiro queste parole. "La prossima volta dobbiamo parlare". -

- Eh? Ok... - percepisco già a pelle l'imminente lotta tra i due. Che essendo entrambi caratteri forti finiranno di certo per far scintille.

- Grazie. - sorride, addolcendosi - Ora va a divertirti. Ci vediamo domani, noi due. -

- Va bene. - mi allontano dopo averlo salutato, sentendo il mio cuore dispiacersi fin troppo.

Ah...

Sto diventando ingorda.

Vorrei stare con lui molto di più.

- Senti Aoyama... - Ikoma prende finalmente la parola, guardandomi osservare la schiena di Takashi che si dirige all'uscita.

- Sì? -

- Perché non vai da lui? -

- Eh? - mi volto sorpresa.

- Non dico di andare via con lui, ma... perché non lo fermi? Ti farà bene star ancora un po' in corridoio. Per quanto riguarda gli altri, m'inventerò io qualche scusa. -

- D-Davvero? - m'illumino.

- Certo. - ridacchia - Dai, muoviti. È quasi fuori dal locale. -

E senza bisogno che lo ripeta una seconda volta... scatto verso il biondo che tanto amo, dopo un rapido ringraziamento.

In sé è sciocco voler stare ancora con Taka, considerando che lo vedrò domani a cena. Eppure... non riesco a fermarmi.

Lo voglio al mio fianco.

Ora, domani, per sempre.

- Takashi, aspetta! - lo afferro per un braccio, fermandolo.

- Ah? Che succede? - mi guarda confuso - Ti sei dimenticata di dirmi qualcosa? -

- Sì. Cioè no... insomma... - non so che rispondere.

A questo dettaglio non avevo pensato.

- Sì o no? - soffoca una risata - Sicura di non aver bevuto? -

- Perché insisti con questa storia? A me nemmeno piace il gusto dell'alcool. - borbotto.

- Questo perché sei una brava bambina. - mi pizzica il naso.

Indispettendomi.

So che il suo modo di fare è affettuoso e che prendermi in giro lo diverte, ma... credo di dover seriamente cominciare a fargli capire quello che sento.

Quello che sono.

Un tempo ero contenta anche solo se mi accarezzava la testa e pure quando mi scherniva.

Ora, invece, comincio a desiderare cose sempre più... da coppia.

Anche se ancora il nostro rapporto non si avvicina nemmeno a tale definizione.

Sempre più volte mi ritrovo ad avere l'impulso di toccarlo, abbracciarlo... baciarlo.

Tanto che, delle volte, sono pure finita davvero per toccarlo d'istinto.

Pure così, però, credo di non sbagliare a dire che mi ritiene ancora la pura e innocente ragazzina di qualche anno fa.

E le cose... devono cambiare.

Sarà pur vero che m'imbarazzo ancora per ogni più piccola cosa, ma almeno per quanto riguarda i miei desideri... sono maturata.

E voglio farglielo capire.

Raccogliendo tutto il coraggio di una vita chino il capo, facendogli il gesto di abbassarsi.

- Che c'è ora? - si abbassa sorpreso, per poi restare ancor più di sasso a causa della mia successiva mossa.

Stringendo a me il suo braccio, mi sporgo con le labbra al suo orecchio - Sapere che sei venuto qua per me, mi ha resa davvero felice. Grazie. -

- Questo... me l'avevi già detto. - si alza di scatto, voltando il viso quanto la posizione in cui sono glielo permette.

Ovvero... non abbastanza.

Col cuore in gola lo noto avere le guance leggermente arrossate.

Che gli conferiscono un'aria da ragazzino talmente tenera da farmi sciogliere sul posto.

- Takashi? - tento di farlo girare, invano.

- È tutto? - domanda, senza guardarmi.

- Sì. - lo lascio.

Il cuore che mi batte a mille nel petto.

La temperatura che si alza sempre di più.

- Allora, ci si vede domani. -

- Ok. - mi ciondolo sul posto, vedendolo andar via per davvero.

In imbarazzo.

Perché... sì.

Per la prima volta in diciott'anni... sono riuscita a scalfire l'aura di ragazzo sicuro e carismatico di Takashi.

Ho fatto vacillare lo stesso biondo che di solito fa cadere me nella sua allettante ed intricata rete.

E tutto con un gesto assai banale, se visto in effettivo per ciò che era.

Non ho fatto poi molto, in fondo.

Eppure quel poco è bastato.

Sul serio.

Io... ho fatto imbarazzare Takashi.

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