Capitolo V
- Takashi è qui, direi. - ride Chihiro.
Mentre sollevo la testa verso il mio amato biondo, che curioso sta studiando la strana scena che ha di fronte.
Ovvero me, la ragazza perdutamente innamorata di lui, a tavola con due ragazzi che non conosce.
Come... come ho fatto a non pensarci prima?!
E se pensasse che sono interessata ad uno di loro?
Questo potrebbe mandare in fumo i pochi progressi fatti.
- Setsuna... ti si legge in faccia a cosa stai pensando. - Kanon mi tira una gomitata di nascosto, sussurrando tale frase.
- Ragazze, siete venute in compagnia oggi. - ci saluta... con un sorriso estremamente freddo.
Di quelli di pura cortesia che riserva ai clienti che si comportano da maleducati.
- Loro sono Nakayomi e Ikoma. - li presenta Chihiro - Due nostri compagni di classe. Avevano fame e si sono uniti a noi, dopo aver sentito che stavamo andando a pranzo. -
- Capisco. - Taka si volta verso i due - Spero possiate trovarvi bene qui al nostro locale. Le torte salate sono le più apprezzate, in questi giorni. Vi invito a provarle. - si atteggia da perfetto proprietario educato e servizievole, ma...
Lo sento a pelle.
È irritato.
Tanto.
Avrà di certo pensato che volevo presentare il mio amato a mio fratello.
Così da cominciare a lottare per il mio difficile amore, ostacolato dall'iperprotettività di Shigeru.
Ne sono sicura!!
- T-Takashi...? - allungo istintivamente una mano verso di lui, afferrando l'orlo della sua manica.
- Sì, Setsuna? - si china, per avvicinare il suo viso al mio.
Che subito addolcisce lo sguardo.
C-Cacchio!!
Da quanto era che non lo vedevo vestito così casual?
Spesso, quando torna da lavoro arriva direttamente con la divisa. Visto che, sia lui che Shigeru, ne mettono a lavare una ogni sera.
E dopo la doccia, se ne esce dal bagno quasi sempre in tuta. In completo assetto da "divisa da casa".
Motivo per cui non mi capita chissà quante volte di vederlo così, come un tempo.
Come quando veniva a giocare ai videogiochi da noi, al termine delle lezioni delle superiori.
- Setsuna, ci sei? Dovrei andare a cambiarmi per cominciare il turno. - mi ridesta dai miei pensieri lascivi.
- I-Io... scusa!! Ti ho disturbato per niente, vai pure. - mi agito lasciando la sua manica, consapevole d'essere rossa come un peperone.
- Ah, forse volevi chiedermi di tenere buono tuo fratello? - si rimette composto, tornando freddo come poco fa.
- Eh? Perché... oh... - con la coda dell'occhio guardo i due ragazzi con noi, dei quali mi ero completamente dimenticata.
- Forse è il caso. - Kanon poggia le mani sulle mie spalle, aiutandomi a formulare delle frasi di senso compiuto.
- Credo anch'io. - conviene lui, per poi voltarsi in direzione della cucina - Allora vado. Buon proseguimento. - sorride a tutti.
Portandomi ad osservare la sua schiena mentre si allontana.
Irritato. Senza ombra di dubbio.
- Di solito entro sempre dalla porta sul retro, ma stavolta ho fatto bene a cambiare. Questa scelta mi ha portato ad interessanti vicende. - mi pare di sentirlo borbottare con tono enigmatico, ma avendolo già ad una certa distanza... chi può dire cos'abbia realmente detto?
Anche perché... per quale motivo dovrebbe dire certe cose?
Poi... così? A che stava pensando?
Era infastidito sul serio, vero?
- Aoyama? - Ikoma mi riporta a loro.
- Eh? - vedo con la coda dell'occhio Takashi sparire dentro la cucina.
È inutile.
Per quanto io ci provi, i miei occhi sono sempre calamitati verso di lui.
Pure quando non mi degna di uno sguardo.
- Quello è il tuo ragazzo, vero? Sembrava proprio il tuo fidanzato. - si esalta Nakayomi, peggio di una ragazzina bramosa di gossip.
- L-Lui c-cosa... - mi agito sul posto.
Takashi pareva il mio ragazzo?
Davvero?
Di solito, vista la differenza d'età, tutti puntano subito a definirlo come mio fratello.
Questa è la prima volta che mi chiedono con così tanta convinzione se è il mio fidanzato.
Dicendo pure che sembrava tale!
- Piangevi a causa sua, ieri? - Ikoma mi porge un'altra domanda, per poi però aggiungere - Non sembra un tipo molto affettuoso, anzi. Mi ha dato l'impressione d'essere piuttosto freddo. E di certo, una persona premurosa, non farebbe piangere così tanto la sua ragazza. -
- Come, scusa? - inclino il capo con fare scioccato.
Il sangue che comincia a ribollirmi nelle vene.
Come... come diavolo si permette?
Se solo non fossimo nel prezioso locale di Takashi e Shigeru...
Tirando un profondo respiro cerco di calmarmi, per quanto possibile.
Nessuno può permettersi di parlare male dell'uomo che amo.
E non perché è il soggetto del mio amore, ma per com'è come persona.
Una meravigliosa persona.
- Dunque... - soppeso attentamente le parole che voglio pronunciare - Visto che ieri mi hai vista piangere, ora ti senti in diritto di giudicare qualcuno che nemmeno conosci? Per quel che ne sai stavo piangendo per lui, come per la fine della mia saga preferita. Che poi... da un così breve dialogo te ne sei uscito con una descrizione piuttosto dettagliata e critica, che per essere precisa non si avvicina nemmeno di striscio a com'è Takashi. Non ti è sembrato affettuoso? Grazie tante, che doveva fare in mezzo a tutti questi clienti? Poi se la professionalità per te è freddezza, vai a fare la predica a tutti i ristoratori, pasticceri, avvocati, medici, dirigenti... del mondo. - lo fisso seria, composta, arrabbiata. Seppur in maniera fredda ed educata.
Facendo calare tra noi un fitto ed assordante silenzio.
Saturo di tutte le mie urla represse.
- Quindi avevo ragione! - batte le mani Nakayomi, tagliando la pesante aria che si stava creando attorno a me e Ikoma.
Col sorriso si sporge sul tavolo - È davvero il tuo ragazzo. - trilla divertito.
Cosa che subito mi fa cambiare umore, da nervoso a... tremendamente imbarazzato.
- Il mio... oh... n-non è così! - agito le mani davanti a me - Takashi ed io... noi non... -
- Eh? Seriamente? - lo vedo bloccarsi, estremamente confuso - Ci avrei scommesso, giuro. -
- P-Perché? Di solito ci chiedono tutti se siamo fratelli, non... - mi liscio i capelli, non riuscendo a proseguire la frase.
- Uhm, mah... sarà stata una sensazione. - fa spallucce, tornando poi a ridere - Comunque... che vogliamo ordinare? Sto letteralmente morendo di fame. -
- Finalmente vi siete decisi, non ne potevo più d'aspettare i vostri comodi. - ringhia Chihiro, chiamando a sé Mariko, per darle la sua ordinazione.
E facendoci così realmente cominciare il nostro pranzo.
Pranzo che passa più tranquillo del previsto.
Takashi, sorprendentemente, è davvero riuscito a tenere a bada Shigeru. Il quale ci ha raggiunti al tavolo una sola volta, limitandosi semplicemente a domandare come stava procedendo il pasto.
Pasto che, tra l'altro, è stato stra apprezzato da tutti.
Non che avessi qualche dubbio, ma... i complimenti che vengono posti a quei due mi fa sempre piacere sentirli.
Come fossero rivolti pure a me.
Nemmeno fossi una mamma orgogliosa dei successi dei figli.
Ed è dunque con serenità che torno a casa nel tardo pomeriggio, abbastanza presto per potermi dedicare a ciò che non ho potuto fare ieri a causa del rientro.
- Setsunaaaa!!!! - dalla cucina, dove sono, sento urlare Shigeru in lacrime, ancora prima di udire la porta aprirsi.
- Chi erano quei tipi?! - si lagna avanzando, comportandosi come me ieri. Dopo il crollo a pausa pranzo.
Diamine... non potevo prendere altri lati di lui?
Tipo, che ne so... il suo super apprendimento veloce? Il quale gli ha donato anni di scuola assai facili.
Non come i miei, dove ogni volta rischio di prendere insufficiente in matematica.
Dannazione... ne andrò mai fuori con quella cavolo di materia?
- Setsuna... perché non rispondi? - frigna giunto alla porta della sala da pranzo.
Solo.
- D-Dov'è Takashi? - rimango di sasso, col risotto quasi pronto di fronte a me.
- A casa sua. - tira su col naso, dimostrando di avere molti meno dei ventiquattro anni che ha realmente.
- Perché? E... perché non mi avete avvertita? Di solito mi dite sempre quando non cena da noi. - comincio ad agitarmi.
E dire che... ero riuscita ad accantonare gli assurdi pensieri fatti poco prima di vederlo al Kisetsu.
- Scusa sai, avevo altro a cui pensare. Tipo alla mia sorellina in giro con due tizi sconosciuti. - borbotta - Ancora non mi hai detto chi erano. -
- Nemmeno tu hai risposto alle mie domande. - ringhio, col cuore che comincia a farsi pesante.
- Uhm, vero. - si ricompone, sospirando - Scusa se non ti abbiamo avvertita, è stata una decisione improvvisa di Taka. A pensarci... oggi è stato nervoso per tutto il tempo, chissà perché. Eppure non credo fosse a causa dei miei scleri, a quelli c'è abituato. -
- Era... nervoso? -
- Già. Dopo essere arrivato si è messo a lavorare come un pazzo, come dovesse tenersi occupato. E se provavo a sgattaiolare via per venire da voi... mi afferrava per la spalla facendo scricchiolare le mie povere ossa. Se sono uscite da questa giornata intere... è un miracolo. - scuote il capo - Comunque, anche se non so che gli sia preso... penso abbia deciso di cenare a casa per evitare di passarti il suo malumore. Sei sempre molto empatica, quando ci sono di mezzo i sentimenti di Taka. -
- Ma stamattina... i suoi non dovevano partire per un viaggio di lavoro? - spengo il fuoco del fornello, cercando di non partire per la mia solita tangente melodrammatica.
- Ah già. Questo vuol dire che è solo. - si blocca Shigeru - Avrebbe dovuto fermarsi da noi lo stesso. Che testone, sono certo saremmo riusciti a fargli passare qualunque fastidio. -
- Uhm... - mugugno sempre più preoccupata.
Perché non è venuto da noi?
Perché è nervoso?
Che sia a causa mia?
Perché ho portato i miei compagni al loro negozio?
O forse, semplicemente, perché ero con dei ragazzi?
- Su, non fare quest'espressione abbattuta. - mi poggia una mano sulla testa, accarezzandola - Non è un bambino. A volte si ha solo voglia di stare un po' soli. -
- Forse... hai ragione. - mento, decisa riguardo cosa fare - Perché ora non vai a farti una bella e rilassante doccia? Devi essere stanco dopo la stressante giornata. - gli sorrido - Ti sei preoccupato per nulla, riguardo quei due ragazzi. Sono solo compagni di classe che si sono accodati alla mia uscita con le amiche. -
- Oh, ora è tutto più sensato. - annuisce, mentre lo spingo verso il bagno.
- Io intanto mangio, che devo finire dei compiti piuttosto ostici. Scusa. Mi avrebbe fatto piacere cenare assieme, ma non voglio finire per dover andare a letto a mezzanotte inoltrata. - continuo la sceneggiata.
- Scherzi? Non devi scusarti. La scuola è importante e poi... già il fatto di poter mangiare il tuo speciale risotto mi rende felice. - sorride raggiante, facendomi sentire terribilmente in colpa.
Però... se gli dicessi che voglio andare da Takashi mi seguirebbe. Di certo.
Cosa che mi impedirebbe di porre le domande che voglio al ragazzo.
Ed avere delle risposte, ora come ora, è di vitale importanza per me.
- Ottimo, allora... ti precedo. - lo lascio, tornando di corsa in cucina.
Per portare con me del cibo per Taka, che probabilmente finirebbe per andare a dormire senza mangiare. Conoscendolo.
Come già detto, è più uno che pensa agli altri che a se stesso.
La cosa però poco importa.
Se non ha voglia di pensare a sé, ci sono io a farlo.
Anche se...
Ora che sono di fronte alla porta di casa sua...
- Dovrei suonare? E se facesse finta di non esserci? - cammino davanti l'uscio con fare sospetto.
- Dopotutto è con me che è arrabbiato, giusto? - m'impanico sempre più, borbottando tra me.
- Ah!! Se non glielo chiedo finirò per non riuscire a prendere sonno, stanotte! - mi blocco in fine, premendo d'impulso il tasto del campanello.
E senza sentire il citofono attivarsi, vedo la porta aprirsi di fronte a me.
Lasciandomi subito di sasso, letteralmente.
- Immaginavo ti saresti presentata qua. -
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