Capitolo IX
- Allora, qual è la tua condizione? - Takashi mi studia attentamente, col volto sostenuto dal palmo della sua mano - Immagino sia qualcosa che Shigeru non deve sapere, visto come te ne sei uscita quando ti ho chiesto spiegazioni. -
- Infatti. - deglutisco pesantemente, sentendomi sotto pressione a causa del suo sguardo e del suo tono.
Entrambi ancora fin troppo distaccati.
- Hai intenzione di dirmelo a breve o vuoi tergiversare ancora per tanto? Sono qui per farti ripetizioni di matematica non per fare giochetti del genere. -
- G-Giochetti? - sussulto, sentendo stringersi il mio povero cuore.
Io non sto giocando.
Non sono mai stata così seria in vita mia.
- Senti Setsuna... - sbuffa - Se oggi non hai intenzione di studiare seriamente... me ne vado alla pasticceria. Come hai detto pure tu, ho molto da fare. - si alza, facendomi scattare.
Con un balzo gli afferro la manica della felpa, sentendomi investire da una forte sensazione di paura.
Non mi piace questa atmosfera pesante tra noi.
Non la sopporto.
È soffocante.
Dolorosa.
Tanto da farmi sentire lacerata fin nel profondo.
- Takashi... non andartene... - mi brucia la gola.
Perché mi sento come se, uscendo da quella porta, si stesse pure preparando ad uscire dalla mia vita?
È ridicola come cosa.
Eppure non riesco a levarmi tale pensiero dalla testa.
Non sono abituata a litigare sul serio con lui, non era mai accaduto prima.
Se non... quella volta.
Però al tempo eravamo entrambi piccoli.
- Ah, diamine...! - lo sento schioccare la lingua, prima di fare un pesante sbuffo.
L'istante dopo si china verso di me, per asciugarmi le guance. Che solo in quel momento realizzo essere fradice di lacrime.
- C'è bisogno di piangere? Ok, è vero che sono stato un po' brusco, ma... - serra le labbra, come per riflettere bene sulle sue prossime parole.
In fine sbuffa nuovamente, grattandosi la nuca a disagio - Mi dispiace. Sono stato brusco, sia ieri che oggi. -
- Sei stato stronzo... altro che brusco... - tiro su col naso, tra un singhiozzo e l'altro.
- E di chi credi sia... - si blocca di nuovo, stavolta lanciandosi in un profondo respiro.
Seguito da un secondo... ed un terzo.
- Volevo dire... entrambi abbiamo le nostre colpe, ma questo non dovrebbe portarci a tenerci il muso per così tanto. Mi fa strano litigare con te. Non mi piace. - tende una mano verso di me, asciugandomi di nuovo le lacrime.
Con così tanta dolcezza da lasciarmi completamente rapita.
- Nemmeno a me piace, anzi... lo odio. - poggio le mani sulle sue, sulle mie guance.
- Almeno su qualcosa sembriamo essere in sintonia. - ridacchia, mostrandomi nuovamente un po' del solito Takashi.
- Mi sembra una vita che non ti vedevo sorridere... - sussurro.
Realizzando di aver parlato, e non pensato, all'espressione di stupore che vedo comparire sul volto del biondo.
- E-Ecco... - mi agito - È solo che... -
- Tranquilla. Ho capito. - il suo sguardo si addolcisce, tanto da farmi sciogliere sotto i suoi occhi.
L'istante dopo mi accarezza il capo - Allora, mi vuoi dire sta condizione prima di cominciare a studiare? O vuoi tenermi sulle spine? - si siede di fronte a me - Abbiamo molto lavoro da fare, quindi sarebbe il caso tu ti sbrigassi a parlare. -
- Ah già... la condizione. - mi siedo a mia volta, non più convinta se confessare o meno.
La mia idea era quella di chiedergli di rispondere alla domanda di ieri, ma...
Ora come ora temo farei solo tornare le cose fredde come lo erano poco fa.
Dopotutto è stato proprio dopo lo scambio di quelle domande se siamo finiti in quella brutta situazione.
Però... anche sapendo ciò, vorrei comunque sentire la risposta uscire dalle sue labbra.
Sento che ciò potrebbe portare ad una svolta davvero significativa.
Qualcosa in grado di darmi la conclusione che cerco.
Che essa sia positiva o negativa.
Voglio mettere un punto a questa cosa, per poter ripartire carica più di prima. Così da cominciare ad avvicinarmi a lui sempre più, per davvero.
- Setsuna? Devo chiedertelo di nuovo? - sospira, riportandomi alla risposta da dargli.
- Voglio un premio. - lo sorprendo.
- Eh? Un premio? Per cosa? È dovere di ogni bravo studente prendere almeno la sufficienza. - mi fissa curioso - Poi... prima di domandare qualcosa del genere, non dovresti almeno cominciare a studiare? -
- La prospettiva di poter ottenere un premio potrebbe motivarmi a studiare con più impegno. - insisto, intenta a perseguire il mio piano B.
Se in principio volevo chiedergli da subito una risposta, ora non è più così.
Prenderò la cosa alla larga, nel tentativo di trovare un modo per affrontare il discorso senza finire di nuovo col discutere.
- E sentiamo... che premio vorresti? - un sorriso divertito gli si allarga in viso.
- Questo... ancora non lo so. - mento, sperando di non venir scoperta.
Se gli chiedessi come ricompensa di rispondere sinceramente ad una mia domanda... finirei per farmi beccare subito.
- Davvero? E dire che, dalla tua determinazione, pensavo avessi già qualcosa in mente. - mi studia con attenzione.
- Vorrei pensarci bene, prima di decidere cosa voglio. - riesco a sostenere il suo sguardo.
- Uhm... -
- Comunque... ci stai? - gli tendo una mano, col cuore in gola.
- Devo essere proprio io a darti il premio? - punta gli occhi sul mio palmo, salendo poi fino al mio viso.
- Sì, non avrebbe senso se fosse qualcun altro. - mi sento vacillare.
- Perché? -
- Non dicevi di non aver tempo per tergiversare? -
- Non eludere la mia domanda con un'altra. -
- Tu lo fai spesso. -
- Vero. - si appoggia allo schienale della sedia - Mettiamo in chiaro che... non farò nulla che possa mettermi in imbarazzo in pubblico, non mangerò niente di disgustoso, non indosserò abiti femminili, niente foto in pose o situazioni comprometti, niente prestazioni sessuali... -
- Sei forse impazzito?! - mi alzo di scatto, battendo le mani sul tavolo. Ed interrompendo il suo assurdo elenco di divieti.
- Per chi diavolo mi hai presa? Non ti chiederei mai... - sento il mio viso prendere fuoco, rendendomi impossibile il ripetere il veto a cui mi riferivo.
- Volevo solo mettere le cose in chiaro. - fa spallucce, noncurante. E pure tremendamente divertito.
Il malumore gli è proprio passato.
Pure fin troppo...
- Comunque, per dettare pure una condizione tutta mia... - ghigna - Ti darò il premio che desideri solo se prenderai ottanta, o più, punti. Nel test di matematica. -
- O-Ottanta?! - sbianco - Ma di solito prendo a malapena sessanta. -
- "Di solito" non hai me come insegnante. - si gonfia di sicurezza.
- Come faccio a sapere che non mi darai degli insegnamenti meno dettagliati, per evitare di adempiere al nostro accordo? - l'osservo con falsa diffidenza.
- Ti fidi così poco di me? - la sua posa fiera si piega, mentre il suo tono assume una nota di profonda tristezza.
Senza comprendere che stavo scherzando.
- Al contrario. - mi siedo nuovamente, rivolgendomi a lui con estrema serietà - Non c'è nessun altro di cui io mi fidi di più. -
Ed è così.
Per quanto lui sia così facile al prendermi in giro, so di poter contare su di lui a pieno.
Ciecamente.
Takashi ci sarà sempre per me.
Ed è proprio con questa certezza nel cuore se sono finita col l'innamorarmi di lui.
- Se Shigeru ti sentisse... - distoglie lo sguardo, sembrandomi per un istante quasi in imbarazzo.
Però... no.
Devo aver visto male.
Da quando lo conosco credo d'essere riuscita ad imbarazzarlo... uhm...
No, neanche una volta.
Di norma è lui a riuscirci con me. E pesantemente, aggiungerei.
- In ogni caso... vogliamo iniziare con questa lezione o no? - si schiarisce la voce, raddrizzandosi sul posto.
- Non abbiamo ancora sancito l'accordo. - gli tendo nuovamente la mano, che stavolta stringe.
- Al raggiungimento degli ottanta punti ti darò un premio. Da stabilire in seguito. - borbotta frettolosamente - Contenta? -
- Eccome. - sorrido, dando dunque il via allo studio.
Uno studio serrato, ma proficuo.
Dove mi ritrovo, dopo non so quanto, a capire seriamente come applicare le formule per raggiungere i giusti risultati.
Che con sé finiscono per portarmi tanta soddisfazione personale quanto... prosciugamento d'energie.
Al punto d'arrivare a fine della sessione di prove letteralmente fusa.
- Devo ancora capacitarmi che è finalmente finita... - mi lascio cadere sulla sedia del banco - Ieri ho pure sognato il nostro esame di matematica, come se averlo vissuto nella realtà non fosse stato abbastanza stressante. -
- Ma dai che ti sei divertita, lo sappiamo. - mi prende in giro Kanon.
- Hai potuto passare un sacco di tempo ad amoreggiare con Takashi, questa solfa da finta fusa non attacca. - si accoda Chihiro.
- Amoreggiare?! - la fisso allucinata - Ma dove? Quando? Le sue lezioni le si potrebbe paragonare ad un addestramento militare per il cervello, altro che ad un corteggiamento. -
- Però sei comunque contenta, no? Senza la scusa delle ripetizioni... chissà quando avreste ricominciato a parlare normalmente tra voi. -
- Questo è vero. - concordo con Chihiro.
- E poi... ti hanno pure dato l'opportunità di strappargli la promessa di una ricompensa. Non è mica cosa da poco. - mi fa notare Kanon.
- Anche questo è giusto... - sento la tensione salire.
Oggi verrò a sapere se sono riuscita a raggiungere il mio obbiettivo oppure no, ma... a preoccuparmi non è questo.
- Che c'è? Perché non ne sembri contenta? Hai studiato così tanto che è impossibile tu non sia riuscita a prendere ottanta. -
- Cosa ti preoccupa, ora? Ricorda la regola dell'elencare tre scenari rosei. -
Entrambe mi guardano con fare rassicurante.
- Non sono in ansia per il voto, non potevo fare più di così. - sospiro - A mettermi in tensione è piuttosto il premio che mi aspetta... -
- Eh? Che intendi? -
- Sapete che volevo domandargli di rispondere a quella famosa domanda... - mi mordo il labbro inferiore, sentendo il cuore stringersi in una morsa - Voglio ancora sentire ciò che ha da dire, solo... ho paura di finire di nuovo in una scena come quella già vissuta. Ho evitato di dirgli cosa volevo proprio per trovare un modo per ottenere una risposta in maniera pacifica, ma in verità ho avuto così tanto da studiare che mi sono completamente dimenticata di pensare a qualcosa di buono. -
- Non hai bisogno di pensare a "qualcosa di buono", semmai... vedi di concentrarti sullo spiegargli perché vuoi a tutti i costi sapere tale cosa. Insomma... inizia a mettere un po' di carte in tavola. -
- Chihiro ha ragione. Devi cominciare a dirgli un po' più chiaramente come ti senti, altrimenti come diavolo dovrebbe fare a capire che hai? - Kanon poggia dolcemente una mano sul mio capo.
- Uhm... avete pienamente ragione, ma se così capisse che lo amo? Non sono ancora pronta a ricevere una risposta ai miei sentimenti. - mi copro il volto con le mani.
- Questo perché devi ancora disintossicarti completamente da certi pensieri pessimisti. E non fraintendermi... capisco che dopo tutti questi anni ti sia difficile immaginare sul serio d'essere corrisposta, ma dopo ciò che ha fatto in quest'ultimo periodo... come fai a non riuscire nemmeno a prendere l'ipotesi in considerazione? -
- Io... - non so che rispondere.
- Te lo dico io perché, Kanon. Setsuna sta inconsciamente cercando di non illudersi. Ha paura di sperarci troppo, visto che è il tipo di persona che parte in quarta con la fantasia. - sospira Chihiro.
- Ok, ma... oramai lo si può ancora definire illudersi? Insomma, i contatti tra loro... non sono quelli che si hanno tra conoscenti, amici, parenti... dai. -
- Questo lo so io, lo sai tu e pure Setsuna, in cuor suo. Però... guardala. - rivolge una mano verso di me.
- Eh? Perché mi deve guardare...? -
- Effettivamente. - Kanon ignora me, sospirando alla frase di Chihiro.
- In ogni caso non possiamo dare la colpa solo a lei. Pure Takashi potrebbe smetterla una buona volta con sti giochi e fare sul serio. - sbuffa, incrociando le braccia.
- Sai che c'ho pensato spesso pure io? E... non è che fa così l'enigmatico perché non è ancora maggiorenne? -
- È un'eventualità che ho considerato pure io. - continuano il loro discorso senza calcolarmi di striscio.
- Io sarei qui, sapete? E vi sento. - borbotto.
- Ne siamo consapevoli. - Kanon mi lancia un'occhiata di striscio.
- E proprio perché sei qui... ascoltami bene. - Chihiro mi punta contro un dito - Visto che non gli hai ancora esposto cosa vuoi come premio, credo sia bene tu rifletta attentamente riguardo quale domanda porgli. Potresti essere molto più diretta, chiedendogli cosa prova per te. -
- Eh...? Io... - il cuore mi schizza in gola.
Chiedergli... cosa prova?
- Non credo ci riuscirei. - mi stringo le mani al petto.
Chiedere una cosa del genere non sarebbe come barare?
Certi discorsi dovrebbero uscire spontaneamente, ma... a pensarci... imporlo a rispondere all'altro mio quesito non è classificabile nello stesso modo?
Ah... ora comincio a sentirmi in colpa.
Forse dovrei domandare qualcosa di semplice, come il mio dolce preferito.
Però...
Ora che non ho più da studiare come una pazza, so che ricomincerò a scervellarmi su quell'argomento.
Come so che non riuscirò a superare tale cosa fino a quando non sentirò la sua risposta.
Mi conosco.
- La mia era solo una proposta, in ogni caso dovresti davvero tener conto che hai dalla tua un'occasione davvero importante. Perciò... pensa con attenzione a cosa vuoi. - mi sorride, poco prima di sentire la campanella suonare.
Che con sé porta l'arrivo del prof di matematica, con i risultati del nostro test.
E da qui... non se ne scappa più.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top