• Capitolo 25 • Benvenuto all'inferno

Aron's pov

Un anno prima, continuo...

Caccia di scatto una pistola dalla tasca laterale dei pantaloni e gliela punta tra i capelli biondi, facendola sussultare istantaneamente.

"Oggi sono di buon umore, quindi ti do cinque secondi per staccarle le dita di dosso!"

Il suo sguardo prepotentemente tranquillo è fisso sulla mia mano, mentre lei cerca di liberarsi dalla mia presa.

"Uno..." Lui inizia a contare e lei a gridare.

"Ma sei impazzito?" I suoi occhi si ombreggiano di paura mentre le sue labbra iniziano a tremare.

"Due" carica la Marlin BFR radicando il gelo dei suoi occhi dentro i miei.

Il mio istinto fa si che la mia mano resti lì dove si trova, mentre il mio cervello elabora ogni singolo ruolo che questa ragazza possa ricoprire nella vita di questo psicopatico.

Prostituta?

Non avrebbe sprecato il suo tempo a contare.

Figlia?

Dalle mie innumerevoli ricerche sul suo conto non è ho trovato traccia, tra l'altro non noto nessuna somiglianza tra i due.

Fidanzata?

Dalla sua reazione è la teoria più attendibile.

"Tre"

Il viso di Evelyn cambia completamente espressione, anche il suo respiro si è affievolito.

"Quattro" controbatto deciso, lasciando il mio avversario quasi disorientato dalle sillabe che sono appena uscite dalla mia bocca.

Ritrae la pistola riponendola nuovamente nella sua tasca e contemporaneamente mollando la presa ferrea dalla nuca di questa strana ragazza, che rimane immobile ma non muta.

"Devo dire che questa non me l'aspettavo" inizia a camminare intorno al divanetto per poi interporre il suo viso dinanzi al diavolo.

"Hai parlato abbastanza" con lo sguardo ordina al suo portaborse di portarla via; lui annuisce e prendendola dalle braccia esili la porta via di spalle mentre si dimena.

"Torniamo a noi Black" prende due sigari dal cofanetto bordò che si trova sul tavolino, uno se lo mette dietro all'orecchio e l'altro lo porta tra le sue labbra e dopo averlo accesso me lo passa.

Inizio a fumare questa robaccia e nella testa non riesco a scrollarmi l'immagine di quella ragazza, non può essere una semplice troietta, ci deve essere per forza dell'altro ne sono sicuro.

"È vostra figlia?"

Le sue labbra si schiudono, ma la testa ferma il suo gesto impulsivo e senza rendersene conto mi ha già risposto senza dire una parola.

Cazzo lo sapevo!

È proprio uno psicopatico, puntare una pistola in quel modo ad una persona del tuo stesso sangue non può essere un gesto fatto da un individuo sano di mente.

"Le domande le faccio io... qui e in qualunque altro posto la tua faccia incontrerà la mia" picchietta le dita sul muro, in modo inaspettatamente soave, come se stesse suonando la sinfonia n° 7 di Beethoven.

"Può andare Signor Black Rivera" scandisce il mio nome con freddezza "ho tutti i suoi dati a disposizione, si tenga pronto" quest'ultima frase più che un arrivederci sembra un avvertimento.

"Con molto piacere" allungo la mano nella sua direzione e stringendola mi tira verso di lui avvicinando la sua faccia al mio orecchio.

"Non osare mai più toccarla, neanche con un dito...la sua faccia, beh scordatela se ci tieni alla tua!"

Riesco a percepire un briciolo di timore nei suoi occhi e la goduria che percorre il mio corpo in questo momento non riesco neanche a spiegarla; il cuore ha iniziato a battere più forte nel vedere che le sue pupille si siano dilatate, uno dei segni che insieme al leggero tremolio che infastidisce la sua prestante figura mi ha fatto arrivare a tale conclusione.

"Ci tengo alla mia faccia" sentenzio deciso.

Si incammina verso l'ascensore di cristallo e lo seguo per uscire da questa prigione dorata che avrà visto più morti che vivi negli ultimi anni; schiaccia il pulsante che ci porterà dritti al piano terra e continua con questo strano tic delle dita.

"Sai Black" si schiarisce la voce "penso che dovresti venire alla festa di fine anno domani sera".

"Mi scusi ma manca ancora un mese a capodanno" cazzo, questo deviato di mente soffre pure di perdita di memoria adesso.

"Non tutti i presenti arriveranno al mese prossimo...sette e trenta, puntuale!"

***

Lascio che l'acqua fredda geli anche i miei pensieri; quella strega mi avrà fatto qualche sortilegio visto che ce l'ho nella mente da ieri mattina.

Chissà se stasera ci sarà anche lei alla festa.

Ti ricordo l'avvertimento caro mio!

Il getto freddo lacera i miei ricci che cadono giù offuscandomi la visuale, le gocce scendono su tutto il corpo facendomi rabbrividire ad ogni tocco.

La porta del bagno si spalanca di colpo e lancio la spugna che avevo in mano addosso al rompi coglioni di turno.

"Che cazzo ci fai qua?"

"Potevi chiuderti a chiave" entra e si accomoda con nonchalance sulla tavoletta del water.

"Irvin non è ora delle confessioni, per caso ti sembro un prete?"

In queste condizioni non credo proprio

Mi lancia l'accappatoio "copriti per favore" il tono della voce sembra quello di uno che è appena tornato da un funerale; forse mio padre quando era in procinto di procreare come base di sottofondo aveva Hallelujah di Jeff Buckley.

"Senti togliti quell'aria malinconica da prima scopata andata a male e poi inizia a parlare" mi infilo l'accappatoio addosso asciugandomi frettolosamente tutto il corpo per poi sfilarlo e coprirmi le parti basse con un'asciugamano.

"Com'è andata?"

Posso dirgli tutto e sorbirmi tre quarti d'ora di scassamento, oppure rifilargli lo stretto necessario e così levarmelo dalle palle.

"Bene, stasera lo rivedrò" gli dico come se dovessi andare a prendere un caffè con un amico.

"In che senso?" Sentenzia togliendosi la felpa nera e alzandosi le maniche della t-shirt fino alle spalle.

Inizio a rovistare tra i tiretti del bagno in cerca del phon, ma perché le domestiche di oggi si ostinano a cambiare il posto degli oggetti ad ogni tirata di vento?

Forse gli piace giocare a nascondino oppure qualcuno le paga sottobanco per farmi uscire di testa.

"Hai visto l' asciugacapelli?"

"Non cambiare discorso!"

Non sto cambiando discorso, almeno non volontariamente; prendo lo spazzolino e il dentifricio sotto lo sguardo investigativo di mio fratello che mi fissa come il Buddha gigante di Leshan; una volta finito mi avvicino alla porta sfilando velocemente la chiave ed esco da quella stanza chiudendolo dentro.

"Aron apri questa cazzo di porta" urla scalciandoci contro.

"Hai a disposizione tutto quello che ti serve, se non vuoi che la prossima volta ti stacchi anche l'acqua faresti bene a farti gli affari tuoi" sentenzio mentre raccolgo l'asciugamano che mi lascia come mamma mi ha fatto.

"OH MIO DIO" una voce latina, stridula in continuazione queste parole "OH MIO DIO".

"Se quello che guardi ti turba così tanto le mani potresti metterle davanti agli occhi anziché sulla bocca!" Mentre lei corre all'impazzata cerco di richiamare la sua attenzione visto che devo farle una domanda importante a cui solo lei può darmi risposta; decido quindi ahimè, di rincorrerla.

Ma guarda tu cosa mi tocca fare.

"Mercedes" cazzo ci si mettono anche le coincidenze astrali adesso, nome più azzeccato non poteva trovarglielo la madre "fermati un secondo".

Sbuffo sonoramente chiedendomi cosa abbia mai fatto di male per meritarmi questi turbamenti giornalieri, allungo il passo raggiungendola sulle scale.

"Lasciami" urla ed io ovviamente per evitare fraintendimenti tra le mura domestiche le tappo la bocca con la mano.

"Perché urli tanto?" Le libero le vie respiratorie e inizia di nuovo a gridare "OH MIO DIO".

Abbasso lo sguardo e noto che nel caos mi è caduto nuovamente l'asciugamano. Okay ci rinuncio, lo lascio a terra e mi copro o almeno cerco di farlo con le mani, mentre lei scappa sparendo nel nulla.

A breve firmerò le sue dimissioni.

Sicuramente non ce ne sarà bisogno, starà già sistemando la sua roba nella valigia. Poveretta!

Volevo soltanto spaventarla un po', visto che da quando è arrivata manca solo che mi nasconda anche la carta igienica.

Completamente nudo!?

Questo incidente è stato un punto a suo favore; ma devo ammetterlo, non è stato calcolato.

Certe grazie vanno meritate!

Altre purtroppo solamente sperate!

♥️ Spazio Antonella ♥️

Hey bella gente, è da tanto, ma proprio tanto che non scrivo. Mi è mancato, mi siete mancati voi, mi è mancata la mia immaginazione. ♥️
Voi credete ai segni del destino? Io sì, e nei momenti di sconforto c'era sempre qualcosa che mi riportava qui, mi riportava alla mia fantasia.
In questo lasso di tempo ho provato a scrivere, le idee c'erano ma non c'ero io. Scusatemi ancora per l'assenza, spero di continuare a strapparvi un sorriso e un'emozione. ♥️🥰😘♥️

A presto, vi mando un abbraccio forte 🥰🥰🥰









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