• Capitolo 23 • Imprevisti
Bea's Pov
Ci sono notti in cui lo scoccare del tempo sembra non toccarti, come se un incantesimo avesse colpito la tua vita nel preciso istante in cui tu stia andando a tutta velocità.
Le mie braccia stringono il suo corpo mentre il vento gioca a far volare i capelli che fuoriescono dal casco e mi sembra surreale tutto questo, lanciarmi da un elicottero, trovarmi su una moto in corsa a più di 180 chilometri orari e per di più con un perfetto sconosciuto.
Eppure, ho come la sensazione che lo conoscessi da tempo.
La chimica tra due persone se nasce, nasce all'istante, non ha bisogno di presentazioni formali, le basta uno sguardo, una parola, un tocco per creare un'intesa magica tra due anime sconosciute.
Diamo spesso per scontato che questa magia potremmo provarla con chiunque, ma verità più falsa non ci potrebbe essere.
È quando la senti attraversati la pelle che capisci che è cosa rara e di rarità materiali ne è pieno il mondo, ma la singolarità delle sensazioni è unica e non condivisibile con nessun altro, se non con chi, ti cristallizza un'emozione come si fa con un girasole per non vederlo scomparire mai più.
Ci fermiamo nel bel mezzo del nulla, in una strada deserta; scende dalla moto e si avvicina mentre io sono ancora seduta, mi slaccia il casco e dalla tasca del suo giubbotto tira fuori una benda.
Immediatamente mi metto sulla difensiva, lui se ne accorge e togliendosi il casco mi fa l'occhiolino.
Ho una brutta sensazione e mi maledico per non essermi portata dietro un coltello o qualcosa del genere, così mi guardo intorno alla ricerca di qualcosa che possa tornarmi utile in questa circostanza.
"Davvero pensi che io voglia farti del male?" Si accende una sigaretta mentre tiene ancora stretta nel palmo della mano quella benda.
"Non lo so, ti sei fermato all'improvviso... in un posto sperduto e cacci fuori una benda! Non credo che tu voglia giocare a mosca cieca!"
Si avvicina ed io scendo rapidamente dalla sella raccogliendo da terra un pezzo di legno, alza gli occhi al cielo mentre il fumo evapora sopra di lui.
"Secondo te..."
Inizia a girare lentamente intorno alla moto e così faccio anch'io per allontanarmi da lui.
"Se avessi voluto farti del male non avrei dovuto tirare fuori una pistola o qualcosa che avrebbe potuto almeno feriti?"
"Magari vuoi tapparmi la bocca, così non potendo gridare nessuno mi sentirebbe..."
Gira di scatto e prendendomi dai fianchi fa scontrare i nostri corpi, la sua bocca è vicinissima alla mia e dei suoi occhi non riesco ad avere paura.
"Questa" alza la benda tirando le estremità con le mani davanti al mio viso, "non mi serve per farti stare zitta" la passa tra la sua bocca per poi fare lo stesso con la mia, "mi serve per appagare i tuoi sensi" mormora attaccato al mio collo lasciandoci poi un bacio.
Deglutisco a fatica, il mio viso è in fiamme e non riesco a staccarmi da lui.
Cerco di recuperare un minimo di lucidità mentale, anche se sfiderei chiunque a trovarne almeno un po' al posto mio.
"In che modo vorresti farlo?" Gli chiedo con un filo di voce.
Le sue dita portano da un unico lato i miei capelli spostandole poi sul mio fianco e successivamente sulla schiena scoperta dove ci disegna lentamente una linea che parte dal basso verso l'alto.
"Lascia che siano i fatti a parlare..." Mi sussurra a denti stretti; faccio un lungo respiro e mi allontano, tutto questo contatto fisico mi offusca la mente, ogni sua parola e movimento è una continua provocazione.
"Manteniamo le distanze...okay?"
Ride e cerco di strappargli la benda dalla mano per zittirlo o nelle migliori delle ipotesi strozzarlo.
"Non avevi detto che dobbiamo mantenere le distanze?" Mi dice con arroganza.
"Appunto..." Riprendo il pezzo di legno da terra e lo batto contro la mano sinistra avvicinandomi a lui che subito ne afferra un'estremità tirandola poi verso la sua direzione.
"Tranquilla" mi guarda da capo a piede con un sorriso strafottente stampato in faccia e quello sguardo mi innervosisce sì, ma allo stesso tempo mi fa impazzire "non ti toccherò più Beatrice".
"Bene" continuo a tirare il legnetto verso di me "portami a casa".
"Facciamo così..." Si avvicina di scatto sovrapponendo la sua mano alla mia "ti porto in un posto e poi ti riaccompagno a casa!"
"No, mi ci riporti ora!"
Una smorfia divertita gli compare in volto "Va bene, se è quello che vuoi!"
Lascio la presa e salgo sulla moto, sto per mettermi il casco ma mi fermo immediatamente appena avverto la vibrazione del telefono. Apro la borsa e dopo qualche secondo riesco ad afferrarlo, i miei occhi si spalancano all'istante e credo fermamente sia meglio non rispondere.
È un attimo!
"Pronto..."
Questo psicopatico mi ha sfilato il telefono dalla mano e ha pure accettato la chiamata.
Attiva il vivavoce e vorrei sprofondare, non riesco a credere che stia accadendo davvero.
"Chi sei? Dov'è Beatrice?"
"È un piacere anche per me risentirla Signora, spero che questa volta sia meno timida; io ovviamente farò di tutto per farla sciogliere!"
Si siede sulla sella difronte a me e mima il gesto del silenzio.
"Passamela, ora!"
"Adesso capisco da chi abbia preso Jackie Chan...se può tranquillizzarla, vostra figlia è viva!"
Mi copro gli occhi con le mani e quando tento di parlare mi chiude la bocca con l'indice, spostando il capo alla sua destra.
"Dove siete?"
"A pochi miglia da San Diego..."
"Cosa? Ma come ci è arrivata fin lì?"
"Un po' schiacciando l'acceleratore e un po' volando" gli mordo il dito e prendo la parola.
"Mamma"
"Beatrice" è incavolata nera e credo sia normale.
"È tutto okay, sto bene!"
"Ti vengo a prendere, inviami la posizione!"
"No..." Le dico senza rendermene conto, come se non volessi tornare a casa, come se volessi restare ancora qui con lui.
"Non costringermi a chiamare la polizia!"
"Ci manderà anche l'esercito nazionale?" Black comincia a parlare ed io inizio ad avere un po' paura di quello che potrebbe succedere.
"Signora non stiamo facendo nessuna posizione del Kamasutra, siamo ancora vestiti...faccia lei!"
Afferro il telefono e disattivo il vivavoce prima che a mia madre venga un infarto fulminante.
"Mamma fidati di me va tutto bene, non c'è bisogno che tu venga qui..." Lo guardo di sott'occhio "è un tipo okay, mi riaccompagnerà lui!"
"Ne sei sicura?"
"Sì mamma, tranquilla!"
Resta in silenzio, sicuramente le parole non riescono ad uscirle dalla bocca, poiché si sarebbe catapulta qui all'istante.
"D'accordo...quando torni facciamo i conti!"
"A dopo" le dico per poi chiudere la chiamata; che figuraccia.
"Ma sei impazzito?"
Mi guarda con quell'aria malefica mentre mi alza i capelli verso l'alto con i miei occhi puntati addosso.
"Tu che dici?"
All'improvviso il suo volto cambia espressione, il suo sguardo è fermo dietro di me e girandomi noto delle luci avvicinarsi nella nostra direzione.
"Dai andiamo!" Scende per girarsi mettendoci meno di un secondo, si infila il casco e così faccio anch'io.
Non faccio domande perché a questa velocità non riuscirebbe a sentirmi, dallo specchietto vedo delle luci avvicinarsi e non riesco a trovare un filo logico in tutto questo; perché stiamo scappando?
L'ansia sale, come i mille film mentali che si susseguono senza sosta nella mia testa mentre l'auto si avvicina sempre di più nonostante l'alta velocità.
Non poteva essere un incontro normale? Magari seduti ad un bar a prendere un caffè?
No ed ho come l'impressione che con lui la normalità sia una cosa impossibile.
Veniamo affiancati da un auto bianca con i vetri oscurati, in questo momento sto tremando come una foglia e il mio cuore batte ai limiti del possibile immaginabile.
Black rallenta di colpo rendendo il tutto ancora più strano, fermandosi poi del tutto.
Continuo a tremare quando lo vedo scendere ed avvicinarsi all'auto da cui fino a qualche secondo prima stava scappando.
Aron's Pov
Mi incammino incazzato come una bestia verso lo sportello del guidatore.
Cerco di aprirlo ma il coglione ha chiuso le sicure, tiro un pugno al finestrino e anche se io non riesco a guardarlo lui ci riesce alla grande; gioco con le chiavi sfoderando uno sguardo che lui conosce benissimo e le striscio sulla verniciatura lucida.
La situazione è sotto controllo direi!
Apre di scatto la sicura e con movimento conciso apro la portiera e lo tiro fuori.
"Che cazzo ci fai qua?" Gli dico a denti stretti cercando di mantenere la calma.
Camomilla? Valeriana? Valium?
"Quello che stai facendo tu!" Si allontana avvicinandosi a Beatrice che nel frattempo è scesa dalla moto e ci guarda in malo modo.
"Piacere io sono Irvin, il fratello di Aron" le dice prendendole la mano e avvicinandola alla bocca.
"Piacere Beatrice!"
Adesso è troppo "Bene, le presentazioni sono state fatte, noi andiamo!"
Dalla macchina escono James e Ryan, sbuffo e giuro che questo scherzetto me lo pagherà a modo mio.
"Visto che c'eri potevi portarti dietro anche al parroco, così ti preparava per l'estrema unzione!"
Cip e Ciop si presentano ed io faccio un applauso ironico "Casualità non è vero?"
"In realtà Irvin ci ha caricati in macch..." Lo interrompe prendendo subito la parola, ma io ho già capito tutto.
"Ti stavo cercando!"
"Non l'ho notato...mi sarò rincoglionito nelle ultime ore" passo le dita tra la barba unendole poi una volta arrivate al mento "ne riparliamo un'altra volta...ho da fare!" Sfrego le mani tra di loro e faccio cenno a Beatrice di salire sulla sella.
Questa situazione si sta rivelando più complessa del dovuto e lei percepisce il mio nervosismo; glielo leggo da quelle pupille magnetiche da cui vorrei evadere e ci provo cazzo, ma non ci riesco.
"Noi stiamo andando al locale di Jordan vi va di venire con noi?" James si mette in mezzo ed io lo incenerisco con lo sguardo, mentre Irvin se la ride sotto i baffi.
"Vorremmo tanto..." Inizio a mettermi il casco "ma Cenerentola ha degli orari da rispettare!"
Mi fulmina come se avessi detto qualcosa di sbagliato, ma è stata proprio lei a dire di voler tornare a casa.
"Veniamo con voi!"
"Polizia? Esercito nazionale?" Cerco di ricordarle la chiamata che ha ricevuto poco fa affinché si decida a cambiare idea; portarla nel mio mondo non fa parte dei miei piani.
"Hai paura?" Mi dice con quel sorrisetto malizioso.
***
Il rumore assordante della musica rimbomba in tutto il locale, seguiamo Irvin che ci porta al privè dove ci sono tutti gli altri.
Prima di entrare Jackie Chan ha cacciato fuori dalla borsa un paio di tacchi, le ho detto che per me sarebbe rimasta lo stesso un nano da giardino ma le ha messe comunque.
Da lì si rifiuta di avvicinarsi, camminando a due metri di distanza.
Ringrazia il cielo e tutti i Santi che sei ancora vivo!
"Eccoci!" Il mio fratellone enfatizza il nostro ingresso alzando una bottiglia di champagne.
"Stasera abbiamo un ospite speciale..." Ryan indica Beatrice che nel frattempo è diventata completamente rossa.
Mi siedo su un divanetto mentre lei resta lì immobile, si è impuntata sul fatto di mantenere le distanze; questa ragazza è tutta strana.
Sembra che abbia paura di starmi vicino eppure non si fa scrupoli a prendermi a calci, mi chiede di riaccompagnarla a casa però poi cambia subito idea.
Ragazze...ci diventi matto a capirle!
Vogliamo parlare di te?
La guardo fissarmi con quell'aria incazzata nonostante James la stia presentando a tutto il gruppo, lo so che vorrebbe venire qua ma è troppo orgogliosa per farlo ed io d'altro canto lo sono più di lei.
Il fatto che abbia accettato subito di venire alla festa mi ha innervosito parecchio, perché se Irvin non avesse messo in pratica i miei trucchi per trovarci, adesso saremmo stati in viaggio verso Santa Barbara; almeno nella sua testa.
Prendo un bicchiere di champagne, lo alzo continuando a guardarla con aria di sfida e più la guardo e più capisco che a lei piace tutto questo.
Imita i miei gesti prendendo un bicchiere e alzandolo come un secondo prima avevo fatto io; mi fissa per poi bere ed io seguo i suoi movimenti non staccando lo sguardo dal suo.
Le avverto le sue sensazioni, le percepisco anche da lontano e mi eccitano da morire.
Irvin cattura la sua attenzione e dopo qualche istante scendono giù al bancone, stringo i pugni mentre mi affaccio alla ringhiera e non so cosa lui abbia in testa, ma qualsiasi cosa sia giuro che non gliela farò passare liscia.
Sento una mano toccarmi la schiena e quando mi giro capisco che la serata non potrebbe andare peggio di così.
"Non me la presenti?
"Perché dovrei?"
"Okay..." Guardo le sue smorfie e capisco subito dove vuole andare a parere "faccio da sola".
"Non ti azzardare!" Le dico afferrandola per un braccio, cerca di liberare la presa ma senza risultato.
"Allora balla con me!"
"Brenda...sai che mi piacciono altri tipi di balli" non sono il tipo che si dimena in pista, preferisco farle ballare a modo mio.
"Allora?"
"Allora decido io...se vuoi prova pure ad avvicinarti" le accarezzo i capelli "però poi non dirmi che non ti avevo avvertita!"
Vedo il suo volto cambiare espressione, le lascio il braccio e le faccio cenno con gli occhi di allontanarsi.
"Sei un coglione!"
Alzo un sopracciglio e le mie labbra si allungano in un sorriso beffardo mentre scendo le scale avvicinandomi al bancone.
Vedo lei ridere e non capisco il motivo, forse l'avrà pagata per farlo...Irvin più che strapparti una risata ti spacca i cogl...
Abbiamo afferrato il concetto! Tranquillo!
Mi siedo sullo sgabello affianco al suo e le rubo il bicchiere; faccio oscillare lentamente l'alcool e lo butto giù in un sorso mentre lei sorride girandosi, incrociando poi i miei occhi.
"Potevi prenderne un altro..."
"Volevo assaggiare il tuo, ti dispiace?"
Fa spallucce inarcando un sopracciglio e trattenendo una risata, così infilo un dito in una delle due fossette e alla fine lo fa uscire fuori questo maledetto sorriso.
"Smettila" mi dice continuando a sorridere e no, no che non la smetto.
Perché vorrei tanto sentirmela addosso quella smorfia perfetta e credo che sarebbe come ghiaccio e fuoco, due mondi completamente opposti ma capaci di creare una scintilla sonora che non riuscirebbero a creare con nessun altro elemento e le sentiresti nell'aria le vibrazioni del loro tocco, lo percepiresti all'istante il profumo del loro incontro e mi sento esattamente così con lei.
Attratto da qualcosa che so perfettamente essere l'opposto di me e conosco bene il motivo per il quale la mia mente si diverte a torturarmi, facendomi cacciare in situazioni assurde da cui uscirne intatto sarebbe l'ultimo dei problemi; è tutta una prova la vita, ma io d'altronde non sono mai stato un giocatore onesto neanche con me stesso.
"Allora Irvin..." Rivolgo la mia attenzione alla mummia resuscitata della serata, poi subito dopo vedo avvicinarsi la barista, così le faccio cenno di avvicinarsi e ordino un bicchiere di whisky. "Cosa raccontavi a Jackie Chan?"
"Quando la smetterai di chiamarmi così?" Mi piace quando si incazza, gliela prenderei a morsi quella lingua, così istintivamente mi mordo il labbro inferiore e lei manda giù la saliva osservando i miei movimenti.
"Perché la chiami così?"
"Le piace usare le mani" le faccio l'occhiolino e lei si copre gli occhi, "di cosa stavate parlando?"
"Nulla di importante" Irvin mi guarda con uno sguardo che non mi piace per niente, mi porto il bicchiere alla bocca ma immediatamente Beatrice me lo frega da sotto al naso bevendolo come se nulla fosse.
"Siamo pari" mi sussurra all'orecchio.
Le trattengo il viso vicino al mio "Non ho ancora cominciato!"
Mi alzo e mi metto tra loro due dando una pacca sulla spalla a mio fratello "Noi andiamo!"
"Dove andiamo?" Mi chiede mentre la prendo dai fianchi e la faccio scendere giù dallo sgabello.
Prendendole la mano iniziamo a camminare tra la folla che balla e dopo vari spintoni riusciamo ad uscire fuori dal locale, dopodiché mi accendo una sigaretta mentre ci avviciniamo al parcheggio.
Restiamo in silenzio e non c'avevo mai pensato a quanto fosse rumorosa la mancanza delle parole.
"Perché non volevi portarmi qui?" Si ferma incrociando le braccia al petto come se fosse l'ispettore Gadgets.
"Perché sei venuta?"
"Non fare il furbo con me" si avvicina minacciosa ma questa volta le blocco le mani prima che possa usarle, mentre il fumo della sigaretta che ho tra le labbra le offusca la vista.
"Sei prevedibile" stacco le mie mani dalle sue "devi affinare le tue tecniche!"
"Non cambiare discorso Black!"
"Rispondimi!" Le dico sfiorandole la schiena e ogni volta che la tocco il mio sangue circola più velocemente.
"Mi nascondi qualcosa!"
La sincerità è decantata dal mondo intero ma ogni essere umano mente; ci sono due categorie ben distinte sulla faccia della terra, c'è chi sa ascoltare le sue stesse bugie rendendosi consapevole delle proprie parole e chi invece, fa finta di essere sordo per compiacere un'anima che sorda non lo sarà mai.
E le fisso ancora quelle iridi paradisiache che sanno tanto d'inferno, perché esso è così...ti inganna mostrandosi limpido e cristallino come questo sguardo che folgora persino le mie parole e a preoccuparmi non è ciò che non vedo ma ciò che vedo.
"Smettila di fissarmi" le dico scompigliandomi i capelli e buttando via il filtro.
"Che c'è? Ti dà fastidio?" Si avvicina ed io impreco mentalmente intanto che le mie nocche le stringono le parti laterali del vestito e lei chiude gli occhi appoggiandosi al mio petto.
Alzo la testa respirando profondamente perché non sono abituato a frenare i miei impulsi, anche se, così forti non lo sono stati mai.
Le alzo il viso e ritornano a toccarmi quei diamanti, facendomi perdere completamente.
Ed io la guardo, forse troppo; perché non riesco a capirci più niente.
"Adesso vieni con me!" La giro di schiena, caccio fuori la benda e le copro gli occhi.
Lei sussurra mentre mi avvicino "Fidati di me!"
♥️ Spazio Antonella ♥️
Salve bella genteee ♥️😍😘 come procede l'estate? Scusate l'enorme ritardo, ho avuto vari problemi e non sono riuscita a scrivere tanto in questo periodo e mi è mancato tantissimo.♥️
Alloraaa 😄 entriamo un po' nel vivo della storia e le vite dei protagonisti iniziano ad incrociarsi tra segreti che piano piano scopriranno.💣
Nel prossimo capitolo arriveranno Mark (mi manca troppooo) e Jenni e vedremo la reazione che avranno e soprattutto quella che avrà Black. 😆
Fatemi sapere cosa ne pensate e grazie di cuore per esserci in quest'avventura. ♥️♥️♥️
Un baciooo 😘♥️
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