• Capitolo 22 • First day
Bea's Pov
Immaginate per un attimo di essere invasi da una corrente gelida siberiana, non una di quelle che ti accarezza delicatamente il viso, no Signore e Signori, una di quelle che ti spezza il fiato.
Chiudete gli occhi!
Bene, ora catapultatevi dal cielo verso l'entroterra, con le costellazioni e le onde del mare a farvi da spettatori mentre le vostre mani si intrecciano ad altre mani in una notte che vada come vada resterà eternamente impressa nel vostro cuore.
Il mio, in questi istanti non va a ritmo di musica come sempre, segue una ritmica tutta sua sbagliando i tempi e i passi, perchè per quanto sia bella la perfezione, è nell'imperfezione che proviamo i brividi più intensi della nostra vita e mentre i battiti cardiaci vanno controtempo, io, insieme a lui volo controvento.
Il mio corpo, i miei occhi, le mie labbra sono completamente soggiogati dal freddo, un vento che non rallenta la sua corsa vedendomi arrivare, fa tutt'altro; accelera, accarezzandomi con prepotenza, senza frenarsi, non concedendomi un attimo di tregua.
La libertà di sentirsi liberi in un mondo dove scegliere chi essere è ormai un reato, dove vivere di idee proprie è impopolare e credere nei sogni è un lusso ormai estinto, io mi sento viva, mi sento libera.
Dicono che le emozioni siano spiragli di luce, le senti sottopelle richiamare la tua anima, le chiedono di ballare. E lei ci balla, come non ha mai ballato prima e la vedi e ti ci perdi, perché così bella non l'hai vista mai.
E poi le sento, le sue mani abbracciare le mie, portarle verso l'esterno creando delle ali, stringendole intensamente ma con dolcezza, mentre la mia schiena è inchiodata al suo petto e i nostri cuori battono a pochi centimetri di distanza.
Guardo il cielo, di un blu imbrattato di bianco da corpi celesti che illuminano la notte e una luna piena che splende riflettendo la luce del sole; lui ogni notte le dona i suoi colori ed è come se gli regalasse un pezzo della propria vita e lei timidamente se ne veste, per poi guardarlo appena, senza rendersi conto che in quello scambio fulmineo di sguardi i loro cuori avevano appena fatto l'amore.
Ammiro il mare da lontano che mescolando le sue sfumature a quelle del cielo, rende impercettibile all'occhio umano creare un confine tra di loro e se non ci fosse stato un faro ad illuminare le onde che lo circondano questi due elementi così diversi sarebbero stati identici, incastrandosi e incastrando nel loro tranello chiunque si fermasse a contemplarli.
E in tutto questo noi ci ritroviamo a volare, con il vento ad imporci il silenzio e forse pensandoci, fa tutto parte di un piano; a volte per ascoltare le cose belle della vita dobbiamo restare in silenzio, poiché alcune le sentiresti anche nel caos più totale, mentre altre per intercettarne il suono hanno bisogno di raccontarsi in segreto e quando lo fanno, lo fanno sfiorando leggermente le loro corde vocali, toccando ogni tua emozione, ed è lì che capisci che fa più rumore il non rumore, che il rumore stesso.
Sento il paracadute aprirsi e la discesa rallentare di colpo, un sorriso esce spontaneo e vero dalle mie labbra e stringo forte le sue mani che sono morbide e grandi tant'è che coprono per intero le mie, dandomi un senso di protezione.
Il tempo sta per finire, i nostri piedi tra poco toccheranno terra ma la mia mente chissà se lo farà e meno di un minuto fa, mai avrei pensato che una piccola parte di me potesse desiderare l'ipotesi di fermare il tempo in questo preciso istante, per godere di un attimo folgorante ancora per un po'.
Atterriamo e mi ritrovo a terra su una distesa di erba bagnata dall'umidità, con un ragazzo strambo su di me che fissa i miei occhi come se gli parlassero e forse lo stanno facendo per davvero, senza che io me ne renda conto.
"Non mi sbaglio mai!" Il suo sguardo dentro al mio è come un uragano, passa, ti travolge e ti porta via con sé.
"A cosa ti riferisci?"
"Non ti piace perdere" mi sussurra sulla pelle per poi tornare sui miei occhi "l'ho riconosciuto subito questo sguardo e ti devo confessare un segreto..."
"Non so mantenere i segreti Black!" Gli dico ad un millimetro dal suo viso.
"Mi piace da impazzire!"
Presa alla sprovvista decido di non controbattere, divento rossa e d'istinto giro la testa ma lui la riporta al punto di partenza.
"Riesci ad essere serio almeno per un secondo?" Gli chiedo con un filo di voce, perché devo ammetterlo, in questo momento non riesco a parlare.
"Non sono mai stato così sincero in vita mia!"
"Perché dovrei crederti?"
"Perché non dovresti?"
Tentenno prima di rispondere e molto probabilmente la risposta è tutta qui, il motivo non lo conosco neanch'io. Sembra quasi che stia leggendo ogni mio singolo pensiero e mi imbarazzo, mi imbarazzo ancora.
"Lo rifaresti?"
"Forse con qualcun altro sì..."
Mento, perché sebbene avevo una paura assurda di quello che stavo facendo, trovavo in lui una sicurezza che stranamente non ho mai trovato in nessun altro.
Quest'esperienza non sarebbe stata la stessa se a tenermi strette le mani ci fosse stata un'altra persona, dato che non tremavo solamente per la circostanza della situazione, tremavo anche perché dietro al mio cuore c'era il suo. Certe dinamiche non puoi provarle con chiunque e sono loro a rendere speciali i momenti; i luoghi, le date, gli avvenimenti potremmo anche dimenticarli, certe dinamiche invece no, non riusciremmo a dimenticarle neanche se volessimo.
"La prossima volta impegnati meglio" sorride malizioso "tutto di te mi dice il contrario!"
"Ognuno vede ciò che vuole vedere caro Black" gli copro gli occhi e sento le sue ciglia picchiettare sulle dita mentre continua a sorridere ed io resto a fissarlo questo sorriso che sa tanto di felicità.
"Perché ti ostini a chiamarmi Black?" Mi sussurra ad occhi chiusi per poi mordersi la lingua a denti stretti.
"Ti ricordi la prima telefonata?" Libero la presa per perdermi nuovamente in queste iridi di un nero cristallino.
"Certo che la ricordo, ricordo tutto!"
Ci presentammo e nonostante sapessimo i nostri nomi lo facemmo ugualmente per la seconda volta; lui dopo aver ascoltato il mio mi disse che avrebbe continuato a chiamarmi principessa, io, ascoltando il suo feci lo stesso, perseverando a nominare solo quel soprannome che con l'andare del tempo ho associato sempre di più alla sua persona e che in fondo, sono sicura che lo rappresenti molto di più del suo nome.
Stacca il suo corpo dal mio sollevandosi e con una mano invita anche me a fare lo stesso; una volta in piedi non lascia la presa ed io neanche.
"Andiamo a cambiarci, c'è un posto che voglio farti vedere!"
Ci incamminiamo verso due auto e un uomo esce da una di esse lasciando le chiavi a Black per poi salire nell'altra macchina.
Mi accompagna dal lato passeggero, apre la portiera e si avvicina leggermente lasciando che il suo profumo mi si propaghi addosso.
"Puoi stare tranquilla, non supero i 180 chilometri orari!" Alza le mani verso il cielo, mentre io mi copro gli occhi.
"Stai scherzando non è vero?"
"Ti sembro un tipo che scherza?"
"Dammi qua..." Cerco di prendergli le chiavi ma il palmo della sua mano non si smuove di un centimetro.
"Ah ah" alza il braccio verso l'alto "ho rischiato già abbastanza per stasera!"
"Lasciami!"
Mi prende in braccio e mi dimeno, lui ride ed io gli grido contro, alla fine mi adagia sul sedile e io gli lancio un'occhiataccia che se potesse parlare lo lincerebbe a dovere.
Fa il giro dell'auto e quando mi cammina davanti non riesco a non fissarlo, ogni suo movimento scombussola ogni pensiero logico che vive nella mia testa.
Entra e accende lo stereo smanettando poi sul cellulare, in tutto questo io lo guardo sott'occhio, lui se ne accorge e scuote la testa.
Partiamo e con noi parte anche la musica e già dalle prime note capisco di che canzone si tratti, A Sky Full of Stars dei Coldplay; mi giro e lo fisso e sebbene i suoi occhi siano impegnati sull'asfalto li avverte comunque i miei su di lui, mi prende la mano, la porta sulla sua bocca e ci lascia sopra un bacio, un bacio che percorre ogni lembo della mia pelle seppure ad essere sfiorata ne è stata solo una piccola parte.
Rimbombano le note, le parole e gli strumenti e per quanto abbia ascoltato questo pezzo un miliardo di volte nessuna di esse è paragonabile a questa e sembra quasi che io la stia ascoltando per la prima volta.
"Perché in un cielo pieno di stelle, credo di averti visto!"
Bisbiglia sottovoce mentre accelera ed io senza pensarci inizio a cantare.
Aron's Pov
"Salve Addolorata" passo la carta alla signorina per saldare il conto e guardo l'orologio, è più di mezz'ora che Beatrice è rinchiusa in quello spogliatoio e mi chiedo perché le ragazze ci mettano così tanto a cambiarsi, forse andranno a rallentatore ispirandosi a qualche film porno.
"Fatto Signore, comunque il mio nome è Mary..."
"Io fossi in te cambierei nome, Addolorata ti si addice di più..."
Ma sei ubriaco? Povera Addol... Mary!
Rimetto la carta nel portafoglio ed esco fuori salutandola, anche se lei avrebbe evitato sicuramente ma dato che le ho lasciato più del triplo di quello che sarebbe venuto a costare tutto ciò, si è sforzata muovendo la mano.
La colpa è mia che spreco il mio tempo dando consigli alla gente, ingrata!
Pure...magari avrebbe dovuto fare una corsa nel cuore della notte all'ufficio anagrafe per farsi modificare il nome per poi inviarti un bigliettino di auguri a Natale con su scritto il nomignolo che le hai dato.
Sono una persona modesta, mi sarebbe bastato un ringraziamento informale.
Mi accendo una sigaretta e mi appoggio ad un albero in attesa che esca questa strana ragazza, ha degli scatti che Jackie Chan le fa un baffo, forse dovrei consigliarle qualche tranquillamente.
Io direi che sarebbe meglio evitare!
Alzo lo sguardo al cielo facendo fuoriuscire il fumo dalla bocca quando d'un tratto abbassando il capo i miei occhi incrociano la sua figura.
Ha sciolto i capelli e in questo modo si notano molto di più le sfumature color miele, il suo corpo è fasciato da un vestitino rosso che mette in evidenza le forme da cui non riesco a staccare lo sguardo.
Le hai fatto una lastra completa insomma!
Non vedendomi si guarda intorno, ha un'aria spaesata e se non mi avesse inveito contro l'avrei scambiata per una ragazza impaurita dal mondo che la circonda.
"Ti consiglio di metterti in difesa" le dico mentre cammino dietro a delle querce, sbuffa ma la sua faccia sembra divertita.
"Ma sei un masochista o roba del genere? Non ti è bast?"
Me lo chiedo anch'io!
Con una mano le copro le labbra e con l'altra le blocco le braccia, si irrigidisce mentre socchiude la bocca bagnando le mie dita; quando la tocco non riesco a capire cosa mi prende, se dovessi lasciarmi andare e fare ciò che mi gira nella testa in questo momento le starei bloccando altre parti del corpo.
"Non sono un masochista, anzi..." Sento la sua eccitazione salire e non ho bisogno che me lo dica, perché non lo farebbe mai. La sua schiena è completamente nuda e dalla sua bocca, le mie dita passano a sfiorarla lentamente e avverto la tortura che il mio tocco le regala.
Si gira verso di me e più che guardarmi negli occhi sembra che mi stia sfidando.
"A che gioco stai giocando Black?" La voce la tradisce, si allontana come se da un momento all'altro potesse essere colpita da una scarica elettrica e le sue gote si colorano improvvisamente di rosso.
È imbarazzata ma farebbe l'impossibile per non farmelo notare, ciò nonostante a me basta guardarla per capirlo.
"Questo devi scoprirlo tu..." Le dico tirandola verso il mio petto, lei abbassa un attimo lo sguardo poi guarda la mia bocca, facendomi eccitare e imprecare mentalmente allo stesso tempo per la promessa che ho fatto a quel coglione.
"E se non volessi scoprirlo?"
"C'è un'unica regola ricordi?"
Una volta iniziata la partita non potrai più scappare!
Mi sorride facendo scontrare il suo viso nell'apertura della camicia poi si ritrae immediatamente.
"Potevi starci, tranquilla" le faccio l'occhiolino e inizio a camminare, lei invece rimane lì immobile.
"Vuoi restare qua fino a domani mattina?"
"Ho le chiavi dell'auto con cui sono venuta, quindi..."
"Quindi l'auto non c'è più e sei costretta a venire con me!"
Mi viene da ridere nel vederla così incazzata, forse tra poco mi lancerà qualcosa addosso ma la trovo buffa comunque.
"Sei un cretino..."
Vado verso di lei e la carico sulle spalle, cerca di liberarsi dalla presa ma i suoi movimenti non mi fanno nessun effetto.
Un ghigno malizioso arriva al suo orecchio facendola innervosire maggiormente.
"Guarda che più ti muovi e più ti si alza il vestito, per me puoi continuare tranquillamente..." la prendo in giro e lei di colpo smette di prendermi a calci "peccato".
"Inizia a pregare Black..."
"Ti prego di stare zitta un attimo, certo che sei logorroica."
"Che faccia tosta!"
La metto giù e le passo il casco, i suoi occhi alternano la loro visuale dalla moto al sottoscritto e ho come l'impressione che mi aspetti un ulteriore lotta, forse dovrei pensare veramente di somministrarle qualche ansiolitico e se non dovessero bastare potrei passare ad altro, è troppo alterata la ragazza.
Io a te invece che dovrei darti per farti tacere un secondo?
"Non ci vengo!"
"Ti sei buttata da un elicottero e adesso fai tanto la difficile?"
"L'ho fatto perché mi andava di farlo, punto!" Quegli occhi ritornano a toccarmi spingendomi a mandare quasi tutto a puttane, distolgo lo sguardo verso l'alto prendo una sigaretta e la porto alla bocca.
"Che c'è?" Le dico scocciato e lei continua, continua a guardarmi mandando in tilt il mio cervello.
"Che mi nascondi?" Mi chiede a bruciapelo, come se fosse un cazzo di investigatore privato mandato da chissà chi.
Mi avvicino, faccio fuoriuscire il fumo verso le sue labbra e mi mordo la lingua mentre lei chiude gli occhi.
"Vieni con me!" Le sussurro vicino al lobo sinistro, poi rimetto la sigaretta tra i denti le prendo il casco dalle mani e glielo infilo.
Monto in sella e la vedo la sua corazza, forgiata perfettamente e mi ricorda tanto qualcuno. Le prendo la mano e le faccio segno con il capo di salire, lei resta impassibile come se avesse paura di lasciarsi andare e in questo momento è bellissima.
Scendo, la prendo di peso e la monto su "Dillo che lo fai apposta per starmi vicina" le dico alzandomi la visiera, lei fa lo stesso facendomi impazzire ogni qualvolta apre bocca.
"Forse sei tu che non sai starmi lontano!"
Mi sfilo il giubbotto e glielo passo, lei in risposta tira fuori dalla borsa quello che gli ho lasciato nella scatola e lo indossa.
È strano averla qui difronte a me, come strane sono le sensazioni che provo quando mi si avvicina.
Le abbasso la visiera fissando prima i suoi occhi magnetici poi monto in sella e metto in moto, sorrido quando accelerando di colpo si attacca al mio corpo come un koala.
Sono le tre di notte, ho una ragazza ancorata alla mia schiena con cui non dovrei neanche parlarci e mancano 14 giorni alla fine dei giochi.
Ebbene sì, mi trovo esattamente nel posto sbagliato, al momento sbagliato, con la persona sbagliata.
♥️ Spazio Antonella ♥️
Salve bella gente ♥️😍😘 come state?
Capitolo romantico, ma tutto questo romanticismo non durerà tanto perché nei prossimi capitoli ne accadranno delle belle. 💣🔥😁
Aron pensa di avere tutto sotto controllo come sempre, ma puoi controllare un miliardo di cose nella vita, tranne i sentimenti.♥️😬 Poi, ci sono in ballo questi fatidici 14 giorni, dopo i quali...basta non parlo più!😆😆😆
Che il countdown abbia inizio -14 giorni!
Non smetterò mai di dirlo, grazie, grazie dal profondo del mio cuore per tutte le parole meravigliose che mi scrivete, per ogni vostro passaggio in questa storia che mi rende felice ogni volta che vi leggo. ♥️♥️♥️
Un bacioooo 😘 a presto ♥️
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