• Capitolo 19 • Giochiamo Black!

Bea's Pov

"Nonna Isabel!"

Dopo aver intuito la sua voce sono corsa subito in cucina a salutarla, dato che non la vedevo da parecchio tempo.

Tuttavia, questo non è l'unico motivo per cui mi sono intromessa nel loro discorso, perché se c'è una cosa che non sopporto, sono i sotterfugi; quindi parto spedita non dandole neanche il tempo di salutarmi.

"Stavate parlando di me?"

Non so per quale assurdo motivo, ma ho delle stranissime sensazioni a riguardo, tra l'altro il clima non ispira serenità, anzi l'aria che si respira attualmente in questa stanza la definirei angosciante.

La mamma cerca di nascondere gli occhi lucidi, girandosi verso i fornelli con la scusa di preparare un caffè, mentre la nonna tenta in tutti i modi di non destare sospetti; ma io, conoscendola so intravedere le sue mosse false.

"Ciao tesoro, vieni qui..."

Mi avvicino, ma è lei ad accorciare totalmente le distanze abbracciandomi.

"Nonna di chi stavate parlando?"

Mi stacco per guardarla negli occhi, in cerca di risposte che per anni non hanno voluto darmi.

Ho intuito da tempo che mi nascondessero qualcosa, è da quando ne ho memoria che intercetto qualche loro frase sporadica, incoscienti del fatto che io le stessi ascoltando. Appena si accorgevano di me cambiavano totalmente discorso; quando si è piccoli non si fa caso ad alcuni particolari, poi crescendo, capisci che sono i dettagli a rendere importanti alcune frasi.

"Stavate parlando di mio padre non è vero?" Le mie labbra cercano di celare il dolore che provo solamente al pensiero di quell'individuo. Un sorriso amaro inceppa nella vista degli unici membri della mia famiglia, che a loro volta incrociano i loro sguardi cercando di capire senza parlarsi, cosa rifilare alla sottoscritta.

"Volete fare il gioco del silenzio? Come sempre d'altronde, ma...volete sapere la novità dell'anno?"

Rido amaramente, sapendo ancor prima di parlare, che le mie, saranno soltanto parole al vento, un vento che oramai conosco bene.

"Sono stufa dei vostri segreti!"

Prendo il borsone e corro in camera mia chiudendo a chiave. Mi appoggio alla porta, scivolando giù lentamente, mentre cerco invano di trattenere le lacrime.

Non so nulla di mio padre, non conosco neanche il suo volto, l'unica cosa che so è il suo nome e non sono neanche sicura che lo sia davvero, Charles.

Ho sempre chiesto a mia madre informazioni a riguardo, non per creare un rapporto immaginario a senso unico, sono cosciente del fatto che se avesse voluto un legame con me non mi avrebbe abbandonata. Avrei solamente voluto vedere il colore dei suoi occhi, la forma del suo volto; magari le fossette che tanto odio del mio viso le ho prese proprio da lui.

Ogni volta che accennavo anche solo il suo nome davanti alla mamma, le cambiava il colore del viso e i suoi occhi sembravano essere sommersi da paure che forse, mai nella vita saprò da cosa siano state accese.

Con il tempo la mia curiosità si è trasformata in rancore, dettato dal fatto che lui non abbia mai chiesto di me, non mi abbia mai cercata.

Sento bussare alla porta e ingoiando il groppo che mi si è formato in gola mi alzo per aprirla.

"Piccola"

La nonna mi stringe a se e riesco a sentire il suo cuore battere all'impazzata.

"Nonna tranquillizzati, non vorrai rischiare un infarto?" Sorrido tra le lacrime "Non ha più vent'anni signorina!"

Mi prende per mano portandomi sul letto, dove entrambe una difronte all'altra, incrociamo le gambe guardandoci negli occhi.

"Quando si cerca di dimenticare qualcuno, proviamo ad eliminare ogni ricordo passato dalla nostra testa, non rendendoci conto che possiamo controllare solo le cose materiali; i ricordi, i pensieri, le emozioni e quello che proviamo non possiamo metterlo in pausa neanche noi stessi. Vieni qui, voglio raccontarti un piccolo segreto..."

Resto in silenzio, sfiorando le sue dita con i polpastrelli.

Si schiarisce la voce e il suo sguardo sfiora prima la finestra semiaperta, da dove scorgono gli ultimi raggi solari e poi, si ferma a guardarmi negli occhi.

Così faccio anch'io, scrutando le varie sfumature delle sue pupille tendenti al verde acqua.

"L'amore tra tua madre e tuo padre era un amore vero, ma devastante. Si amavano a tal punto da annientarsi a vicenda, ma non l'uno contro l'altra, paradossalmente si autodistruggevano stando insieme."

Fa un lungo respiro ed io resto immobile nell'ascoltare le sue parole, le uniche che io abbia mai ascoltato finora riguardanti mio padre.

Mi chiedo come possa l'amore renderti vulnerabile a tal punto da distruggerti, ne resti ammaliato dalla sua bellezza, dal suo splendore che inconsapevolmente può portarti a provare il culmine della felicità, come il baratro della sofferenza.

Ed è tutta una questione di millimetri, un attimo prima cammini tra le stelle, un attimo dopo inciampi nell'oscurità.

"Com'è mio padre?"

Agita la testa e mi sorride

"È tutto fuorché classificabile...e un po' capisco perché tua madre avesse perso la testa per lui all'epoca, nonostante il buio lo circondasse lui riusciva a correre senza paura, senza fermarsi. Lei era innamorata della sua maschera, quella che portava caparbiamente solo in sua presenza, però le maschere prima o poi puoi toglierle di tua spontanea volontà, possono semplicemente caderti, o nel peggiore dei casi puoi essere smascherato."

Dal taschino della sua giacca bianca estrae un anello d'oro nero, lo fissa per qualche istante per poi lasciarlo nella mia mano sinistra; la sua espressione è indecifrabile ma ho la netta sensazione che si stia liberando di un peso sul cuore.

"Nonna cosa significa tutto questo?"

"Portalo sempre con te ma non indossarlo mai piccola, lascia che agli occhi degli altri sia invisibile!"

Si alza dal letto e cammina verso la porta, così mi alzo anch'io fermando delicatamente il suo braccio.

"Apparteneva a lui non è vero?"

"Ora appartiene a te!"

Resto sola nella mia stanza, fissando un anello che mi induce ad avere altri mille dubbi, invece che darmi delle risposte.

***

Ho appena indossato il vestito rosso che un paio di settimane fa ho acquistato con la mamma al centro commerciale.

Jenni mi ha scritto dicendomi che il tizio che le piace le ha detto che sarà una festa a tema, e che tutti gli invitati devono vestirsi di rosso.

Odio queste formalità, ma visto che lei ci tiene ad andarci evito di fare storie.

Black: Hey piccola cosa combini? Io sono atterrato poco fa!

Decido di farmi un selfie e anche se le pose da influencer non fanno per me, direi che non è venuto proprio male; di solito prima di uno scatto decente devo farne almeno una decina.

Mi risponde dopo un secondo.

Black: Ti stai facendo bella per me?

Princess: No, stasera vado ad una festa

Black: E se avessi voglia di giocare con te?

Guardo la mia figura allo specchio e provocata dalle sue parole con un rossetto rosso ci scrivo sopra "Giochiamo Black!"

La sua risposta mi lascia senza fiato e in questo momento il mio incarnato non ha più un colore, le mani sono diventate gelide e il cuore sento batterlo all'impazzata.

Black: Scendi!

No, non può essere qui!

Cammino per la stanza con il cellulare in mano tremando come una foglia.

Princess: Hai detto che sei atterrato poco fa, come puoi essere qui?

Mi sta prendendo in giro, non può essere vero.

Black: Piccola impara a notare i dettagli, non ti ho scritto l'ora.

Mi tuffo sul letto ed immergo la faccia nel cuscino, da qui non scendo neanche morta.

Suona il citofono e un colpo al cuore mi induce ad alzarmi dal letto in meno di un secondo; l'ultima cosa che  voglio è che quell'idiota si presenti davanti a mia madre e a mia nonna. Percorro le scale correndo, nel frattempo vedo la mamma aprire la porta così mi precipito al volo verso di lei, inchiodandomi davanti all'ingresso.

"Mamma è per me, vado io tranquilla" le dico cercando di celare l'agitazione che pervade il mio corpo in questo momento.

"Okay tesoro d'accordo..." Un po' perplessa dal mio comportamento si allontana in cucina, mentre io socchiudo un attimo gli occhi per poi uscire di casa.

Avanzo verso il cancello, il mio cuore batte ad una velocità che sono sicura non abbia mai sfiorato finora, la mano sul pulsante, faccio un lungo respiro e apro.

Mi guardo intorno ma non c'è nessuno, poi i miei occhi si posano sull'asfalto dove a un paio di centimetri dalle mie scarpe c'è una scatola nera.

La guardo titubante e dopo alcuni secondi la prendo e la porto dentro con me.

Salgo in camera mia e adagio il pacco sul letto guardandolo con sospetto, girando e rigirando in 20 metri quadrati con l'ansia che cresce ogni secondo che passa.

Poi mi scrive e capisco che fa tutto parte del suo piano, e anche se è tutto surreale, insensato e forse anche pericoloso non posso fare a meno di esserne attratta.

Come se già fossi a conoscenza del fuoco che andrà a bruciare la mia pelle, ma il brivido di attraversare le fiamme dell'inferno invece di farmi paura mi attira ancor di più.

Black: Allora? Hai voglia di stare al gioco?

Apro il coperchio e vedo qualcosa che mi riporta indietro nel tempo.

"Qui tra non molto arriverà un bel temporale"

"Hai paura di bagnarti principessa?"

Non ho paura della pioggia, anzi il suo profumo ha un potere magico su di me, particolare, indescrivibile.

"No mio caro, non sono una frignona come te..."

Rido, ride con me.

Poi d'un tratto il silenzio, d'imbarazzo, tangibile a tal punto da farmi arrossire.

"Lo terrò a mente" mi sussurra con tono carnale.

Tentenno un attimo prima di rispondere, poi mi schiarisco la voce mentre la pioggia si fa più insistente e cerco riparo sotto la tettoia in legno di un chioschetto abbandonato.

"Che vorresti fare Black?"

"Vuoi davvero saperlo?"

"Allora? Che faresti?" Gli dico scandendo ogni sillaba.

Sento la sua voce su di me, come se stesse percorrendo la mia pelle lasciando brividi lungo il sentiero con ogni sua parola.

"Lo guarderai con i tuoi occhi mentre i miei leggono ogni parte di te; lo sentirai nell'aria il mio profumo, e impazzirai nel sentirlo sulla tua pelle mentre avvicinandomi alle tue labbra assaggerai il mio calore!"

"Tu pensi davvero di riuscire a vederli dal vivo i miei occhi?"

"Non lo penso piccola, ne sono sicuro!"

E tra un sospiro e un sorriso mi sento felice, con un paio di cuffie, la sua voce e il ticchettio della pioggia come sottofondo.

"Come mai ti trovi in un castello abbandonato Black?"

"Lo scoprirai..." Mi dice lentamente, "vieni qui, indossa il mio giubbotto lo sento a distanza che hai freddo".

"Perché dovrei avvicinarmi a un tipo come te?"

"Perché sarebbe l'esperienza più eccitante di tutta la tua vita!"

Indosso il giubbotto di pelle ed è come se lo sentissi addosso, il suo profumo riesco a sentirlo in tutta la stanza e senza che io me ne renda conto, tremo.

Princess: Ci sono condizioni da rispettare?

Black: Trovale, sono a tua disposizione!

Ispeziono nuovamente la scatola ma dentro non c'è niente, quindi decido di controllare nelle tasche; in una di esse c'è una chiave e nell'altra un bigliettino.

Se hai voglia di giocare con il fuoco usami!
C'è solo una regola da rispettare, una volta iniziata la partita non potrai più scappare!

Il mio sguardo saetta dalla chiave al bigliettino e se questa è una sfida, allora, che la battaglia abbia inizio.

Prendo la borsa e vado al piano di sotto dove trovo la mamma a lavorare al computer e la nonna a smanettare su facebook al cellulare.

Ormai non la ferma più nessuno, magari domani scoprirò che si è iscritta anche su TikTok.

"Bea è nuovo quel giubbotto di pelle?"

Guardandolo mi rendo conto che è inutile mentire dato che, si vede lontano un miglio che è il doppio di me ed è un giubbotto da uomo.

"È di Mark, l'ha dimenticato qui durante il pigiama party e glielo restituirò stasera."

Mi guarda con aria maliziosa, e dopo avermi chiesto i piani della serata ed avergli rifilato l'ennesima bugia, raccontandole di dover andare ad una festa con Jenni e Mark, esco di casa piena di emozioni contrastanti.

In questo momento la voglia di vederlo fa a pugni con la paura di incassare una delusione.

Ma le paure, questa sera le lascio in camera mia.

Esco di casa e prima di capire a cosa serva questa chiave, gli scrivo un messaggio per chiarire un punto fondamentale che mi riguarda.

Princess: Quando decido di entrare in gioco non c'è niente e nessuno capace di farmi scappare. Ah quasi dimenticavo, non mi piace perdere!

Black: Così mi provochi signorina!

Aron's Pov

San Diego
Sette ore prima

Appena atterrato ho chiamato Ryan per chiedergli dove fosse, e mi ha detto di raggiungerlo al bar sulla spiaggia per un aperitivo.

Anche se sono stato via solamente pochi giorni mi è mancato correre tra le vie di San Diego.

Raggiunta la meta parcheggio la moto e una volta aver intravisto i loro volti cammino verso la loro direzione.

"Aron quando sei tornato? Vieni qui amico!" James si alza salutandomi con una stretta di mano.

"Sono atterrato un'ora fa, mi sono perso qualcosa?" Faccio un cenno alla cameriera di voler ordinare.

"Niente amico, la solita routine del cazzo!" Ryan taglia corto guardando James con aria strana.

"Ryan dopo due anni di relazione, ha scoperto che la sua ragazza è lesbica."

"Chi? La suora di clausura?" Se non ricordo male non hanno mai fatto sesso perché lei voleva arrivare vergine al matrimonio, spingendo il coglione qui presente ad accontentarsi di qualche pugnetta sporadica in rare occasioni, come compleanno o anniversario.

Hai preso appunti?

"Mi ha detto che anche con lei non ci ha fatto niente..."

"Certo come no, ha scoperto di essere lesbica tramite una chiamata divina..." faccio uso della massima sensibilità che mi ritrovo, "sicuramente avrà avvertito delle forti vibrazioni!"

Questa la chiami sensibilità?

Arriva la cameriera con il mio Spritz e  con aria maliziosa non smette di fissarmi, anche mentre serve gli altri clienti, i suoi occhi in un modo o nell'altro finiscono per lambire il mio corpo.

D'un tratto sento delle mani accarezzarmi le spalle, scendendo lentamente verso i pettorali.

"Sorpresa!" La bocca di Brenda si avvicina al mio collo baciandolo sensualmente.

La tiro via invitandola ad accomodarsi accanto a me, ma lei senza una briciola di vergogna si siede sulle mie gambe ignorando le occhiatacce che il suo fratellino le sta lanciando.

James è a conoscenza della cotta che Brenda prova per me, non potrei dire lo stesso delle pratiche sessuali che mi riserva alle sue spalle. Lui è un tipo estremamente geloso e poco aperto alla possibilità che la sorella se la spassi con altri ragazzi.

"Mi sei mancato!"

Odio quando le ragazze mi si accollano in questo modo, nonostante lei sappia benissimo che il nostro è solo un rapporto carnale continuo a ritrovarmi il suo viso dappertutto.

Non oso immaginare quante volte avrei dovuto mandarla a quel paese se avesse avuto il mio numero telefonico. Menomale che su questo punto ho James dalla mia parte, in quanto, tra tutti i suoi amici io non sono l'ultimo della lista con cui vorrebbe vedere la sorella; per mia fortuna non ne faccio proprio parte.

Il ragazzo ha buon occhio!

Intanto Ryan chiede il conto alla cameriera e quando si avvicina per portarci lo scontrino, con gli occhi mi chiede di parlarle.

"Ragazzi offro io" così mi alzo e vado verso il bancone dove ad attendermi alla cassa c'è questa ragazza che stranamente ricordo di aver già visto.

"Ciao" mi dice distogliendo lo sguardo dal mio.

"Ciao, ci siamo già visti da qualche parte?" Le chiedo mentre pago il conto ed indico di includere anche un pacco di Mon Chéri.

"Sì...ti sei già dimenticato di me?" Ora invece il suo sguardo timido si tramuta in uno sguardo intimidatorio.

Ora cosa le dico? Cerco di guardarla attentamente affinché il mio cervello si ricordi di lei, ma tra l'affollamento di avvenimenti che si susseguono nella mia vita, il suo volto in questo momento non mi dice nulla.

"Come potrei dimenticarmi di un angelo come te?" Cerco di attribuirle un nomignolo generale non ricordandomi il suo nome.

"Comunque se ti va possiamo correre di nuovo insieme" mi fa l'occhiolino per poi venire verso di me dall'altra parte del bancone, "magari possiamo riscaldarci come l'altra volta".

Cazzo, ora mi ricordo.

Alla buon'ora!

È la ragazza del bar che mi aveva chiesto di correre insieme nel suo giorno libero, ma, invece di canalizzare il nostro tempo nella corsa, ci siamo impegnati su un altro fronte.

"Forse..." Le lascio tra le mani il pacco di Mon Chéri e vado verso l'uscita.

Raggiungo gli altri nel parcheggio, ci fumiamo una sigaretta continuando a punzecchiare Ryan sulla sua situazione sentimentale e dopo esserci messi d'accordo per i piani della serata saluto tutti.

Vedo un'ombra dietro di me e capisco che devo essere chiaro una volta per tutte.

Mi giro e me la ritrovo ad un palmo dal naso, non mi stacco sperando che guardandomi dritto negli occhi lei capisca il concetto, così le afferro i fianchi e le alzo un altro po' il viso verso di me.

"Brenda non sono un tipo da romanzi rosa, quindi ti consiglio di trovare il tuo principe azzurro altrove, perché io oltre a farti urlare il mio nome mentre stai godendo, non posso darti!"

I suoi occhi diventano lucidi e dopo aver abbassato lo sguardo per un secondo, lo rialza segnato da una lacrima.

"Per me va bene..."

"Forse non mi sono spiegato bene" le accarezzo il viso passando poi le mie dita sulla sua bocca, "da parte mia ci potrà essere soltanto un rapporto d'amicizia".

"E se io non volessi che finisca qui?"

"Non è mai iniziata Brenda" le dico staccandomi da lei, "è piaciuto ad entrambi ma era solo sesso".

Mi prende la mano stringendomi le dita come se volesse creare un legame eterno, ma io non sono un tipo da smancerie, e tutto questo invece di intenerirmi mi irrita.

Sono stato abbastanza chiaro con lei, fin dalla nostra prima scopata era cosciente del fatto che oltre a qualche ora di piacere, da me non avrebbe avuto nient'altro.

Ritrovarla qui con le lacrime agli occhi non mi provoca piacere, ma quando si è consenzienti delle proprie azioni, bisogna prendersi le proprie responsabilità.

Spezzo il contatto con la sua mano e
mi allontano sperando di essere stato chiaro e sensibile alle sue emozioni.

Figuriamoci se avessi voluto ottenere il contrario cosa sarebbe uscito dalla tua bocca...

Esco dal parcheggio e prima di tornare a casa decido di farmi un giro per schiarirmi le idee, così tra le vie di San Diego in sella alla mia moto cerco di svincolarmi tra le auto immobilizzate dal traffico; uno dei motivi per cui preferisco le due ruote è proprio questo, la possibilità di potermi inserire agevolmente in piccoli spazi per non restare fermo.

Così come anche nella vita, non amo che il tempo mi scivoli via, ho bisogno che sia scandito da eventi, da qualcosa che mi faccia sentire vivo.

Mentre corro avendo come sfondo alla mia destra la costa paradisiaca di San Diego, prende forma nella mia mente un'idea, forse un po' contorta, ma preferisco complicarmi l'esistenza piuttosto che essere conformista.

Non so cosa mi attiri di più in tutta questa situazione, l'unica cosa di cui sono certo è che da ora in poi non si scherza più!


♥️  Spazio Antonella ♥️

Ciao bella gente,😍 rieccomi qui con un nuovo capitolo, cosa ne pensate?♥️

Avevate in mente un incontro normale? Niente di tutto ciò,😄 ma credo che la bellezza della fantasia stia proprio in questo.♥️

Nei prossimi capitoli aspettatevi di tuttooo!💣🔥💣

Un bacio, a prestoooo ♥️😘

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