• Capitolo 18 • Au revoir Paris!
Aron's Pov
"Stia fermo o sparo!"
Un sorrisetto mi compare in volto nel constatare che a pronunciare questa frase è una donna e nonostante la sua voce sembra quella di un camionista che si è appena fumato un pacco di sigarette nell'arco di un'ora, non riesco a trattenere una risata.
Forse riusciamo ad uscirne prima del previsto!
"Per caso ti hanno infilato una baguette nel culo?" Mi guarda come se volesse uccidermi all'istante.
Dicevi caro?
Si stringe la cinta dei pantaloni forse per enfatizzare al meglio la sua prestante stazza fisica, degna di un combattente professionista di sumo.
Capelli a caschetto neri vanno ad incorniciare un viso dai tratti maschili ben delineati; occhi fulminei lanciano saette che farebbero secco persino Sylvester Stallone e sulle gote, invece del solito rossore che contraddistingue le donne dalla carnagione chiara, sulle sue, giurerei di intravedere sfumature tendenti al violaceo.
Visto che ci troviamo le affibbiamo anche un paio di corna?
Si avvicina a me con passo svelto muovendo braccia e gambe alla stessa velocità.
"Non fare il furbo con me, e ora girati!"
Oddio! Io fossi in te mi preoccuperei!
"Se vuole fare un giro sulla giostra basta chiedere dolcezza!"
Le faccio l'occhiolino per stemperare un po' la situazione e anche se non ci farei assolutamente nulla, cerco di sgranare un attimo la sua corazza.
"Girati!"
Un urlo primitivo mi spacca i timpani, nel mentre Irvin scende dalla macchina e mi raggiunge peggiorando la situazione.
"Mani in alto o sparo!"
"Questa frase molto probabilmente sarà il suo buongiorno..." biascico tra me e me.
Intanto resta fermo sul posto, regalandole un sorriso che sembra quasi addolcirla.
Per un attimo riesco a captare un po' di dolcezza farsi strada sul suo viso, e anche se dura poco, anzi pochissimo, accende in me una speranza.
A questo punto incito Irvin a dirle qualcosa, qualsiasi svenevolezza possa passargli per la testa.
Lui alza gli occhi al cielo e nel frattempo le iridi di Miss Sumo saettano a destra e a sinistra nel tentativo di un possibile attacco.
Nonostante questa situazione potrebbe compromettere tutto il piano, non riesco a fare a meno di trovarla surreale.
"Agente" il mio fratellone addolcisce la voce, rendendola alquanto ridicola, "lo perdoni, mio fratello è...un po' particolare, ma posso giurarle che è un bravo ragazzo!"
"Documenti! Subito!"
Gli passiamo i nostri documenti falsi che controlla accuratamente, nel frattempo rilancio un ulteriore segnale ad Irvin affinché faccia qualcosa.
"Mi scusi" si avvicina a lei "abbiamo un aereo che parte tra un'ora e..."
Lo interrompo e decido di prendere la palla al balzo.
"E non possiamo perderlo, mio fratello" indico la sua figura guardandolo in modo compassionevole, "deve sottoporsi ad un trapianto del rene, l'intervento è fissato tra due giorni!"
Vedo il mio fratellone mettersi una mano sul viso e imprecare sottovoce contro di me.
Forse potevo trovare una scusa migliore, ma al momento è l'unica che mi sia venuta in mente.
Ovviamente da un genio come te ci si può aspettare solo il meglio!
Lei, impassibile si reca vicino alla sua macchina e dopo aver preso il tablet sul sedile passeggero, inizia a smanettarci sopra.
Do l'input ad Irvin di coprirmi cosicché io possa avvicinarmi alla nostra auto; di sottecchi controllo la situazione e riesco ad entrare in macchina, afferro dal sedile posteriore la valigetta che porto scrupolosamente sempre con me e inizio a preparare tutto l'occorrente che mi servirà per stendere al tappeto il mammut.
Prendo la siringa e inizio ad aspirare la soluzione che di qui a poco andrò ad iniettare alla signorina qui presente.
Da mammut a signorina è un attimo!
A mali estremi, estremi rimedi.
Infilo i guanti in lattice e la nascondo nella manica del giubbotto, dopodiché mi avvicino al suo finestrino.
Busso, ma lei fa finta di niente.
Busso ancora, fino a quando scocciata dalla mia insistenza apre la portiera dell'auto.
"Cosa vuol..."
Non riesce a finire la frase dato che appena la sua bocca ha iniziato a muoversi, la mia mano le stava già iniettando qualcosa che l'avrebbe messa al tappeto.
Le sfilo delicatamente i nostri documenti dalla mano sinistra, poi mi dedico a cancellare tutta la cronologia delle sue ricerche.
Spengo il timer dal mio Apple Watch e facendo l'occhiolino a mio fratello lo invito a seguirmi.
"Dai andiamo!"
Entriamo in macchina e parto facendo sfregare le ruote sull'asfalto.
"Dovevi proprio?"
"Sì, dovevo!"
Indosso i miei Cartier e scompiglio un po' i capelli, guardando il mio orologio un sorriso si propaga sul mio volto.
"46 secondi!" Dico soddisfatto.
"L'hai uccisa cazzo...e tu pensi a sistemarti i capelli e al tempo che ci hai messo per metterla fuori gioco?"
Tira un colpo al finestrino e anche se vorrei accostare per prenderlo a pugni affinché si dia una calmata, in questo momento non posso, quindi accelero ancora di più.
"Non sono un assassino Irvin!"
"Tu sei pazzo... potevamo trovare una soluzione, invece tu..." Sorride affranto, "tu sei il solito stramaledetto impulsivo del cazzo!"
Lascio che sfoghi la sua rabbia, nel frattempo arriviamo all'aereoporto dove ad aspettarci c'è il tizio del noleggio auto a cui consegniamo le chiavi dell'Aston Martin che abbiamo usato in questo lasso di tempo qui a Parigi.
Prendiamo le nostre valigie dal bagagliaio e ci rechiamo dentro, dove effettuiamo tutti i riti di passaggio per l'imbarco.
Finalmente si parte!
Durante il decollo alcuni flashback prendono vita nella mia mente, non lasciandomi tregua nemmeno in mezzo a tanta gente.
Quando i tormenti bussano e si fanno strada nel tuo inconscio, non c'è rumore esterno che possa coprire il frastuono che vanno a creare.
"Aron sbrigati prendi tutti i fascicoli con i loghi rossi e mettili in questa valigia!"
Faccio come mi dice e anche se non capisco il motivo per cui debba farlo, evito di fare domande a cui so di non ricevere risposta.
Lo vedo!
Trema, suda, e i suoi occhi lottano contro se stessi per non cedere al dolore.
Vorrei correre, stringerlo, e dirgli che non accadrà nulla di brutto; ma non so fingere e in questo momento ho una bruttissima sensazione.
Capisce che lo sto fissando e mi prega con lo sguardo di obbedire ai suoi ordini senza proferire parola.
Scuoto la testa e chiudo gli occhi, un secondo dopo sono alla ricerca di questi maledetti fascicoli rossi, che ad uno ad uno infilo nella valigia.
Nel frattempo lui trasferisce tutti i file presenti sul suo computer in una penna USB.
"Aron sto trasferendo i file in due dispositivi..."
Lacrime che occhi non hanno mai incontrato camminano verso guance infuocate dalla paura.
"Una devi conservarla tu insieme a quella valigia, in un posto in cui mai nessuno riuscirebbe a trovarla!"
Prende il mio viso tra le mani e lo avvicina a sè facendo sfiorare il mio naso al suo come quando ero bambino, come quando tutto era quiete.
Le nostre lacrime si uniscono, ed è come se anche il dolore che logora il suo cuore venisse trasferito in un battito di ciglia al mio.
Ed è lì che incontro la tempesta, dentro segreti nascosti per una vita intera, dentro un'esistenza che non sapevo di vivere.
"Guardami!" La sua voce scuote la mia pelle lasciando brividi colmi di terrore, perché più che darmi degli avvertimenti, sembra quasi che mi stia dicendo addio, supplicandomi a denti stretti di imprimere nella testa le sue parole come inchiostro sulla pelle.
"Ti guardo!" Gli urlo chiudendo gli occhi e abbracciandolo come mai ho fatto nella vita, perché pensiamo di avere tempo, ma il tempo non ti avverte quando sta per scadere.
Lo percepisci, lo avverti negli ultimi istanti, che istanti non avrai mai più; e ti restano quei pochi giorni, quelle poche ore, o quei pochi minuti in cui vorresti abbracciare le anime che hanno fatto vibrare la tua.
"Promettimi che per nessuna ragione al mondo mi seguirai!"
"Sai che non lo farò papà..."
Mi stacco da lui inchiodando le mie iridi alle sue e ci parliamo senza dirci una parola; vorrebbe prendere la rabbia che trapela dal mio sguardo e rendermi libero dalla condanna che di lì a poco si sarebbe imprigionata di me.
Rendendomi schiavo di emozioni che non ho cercato, che mai nella vita avrei voluto.
"Invece si Aron...questa volta devi fare come ti dico!"
Continuo a rispondergli a gesti, agitando la testa in segno di negazione, prendendo a calci ogni oggetto che mi capiti a tiro.
Mi afferra dalle braccia che al tocco delle sue mani gelide diventano inermi, consapevole che quella pelle non l'avrei mai più vista, mai più toccata.
"Non guardare mai Aron, e dico mai il contenuto di quella chiavetta!"
Scuote il mio corpo perché in questo preciso istante non riesco ad essere padrone di me stesso.
"Tu...devi restarne fuori! Promettimelo Aron"
Apro gli occhi e sento mancarmi il respiro, come ogni volta che ripercorro il mio ingresso all'inferno.
Guardo Irvin intento a leggersi un libro, e prima che si addormenti giro la sua testa verso di me e gli confesso quello che forse, avrei dovuto confessargli dall'inizio.
"Non l'ho uccisa...le ho solo dato qualcosa per farla crollare giusto il tempo necessario per partire."
Bea's Pov
"Voi siete due assassine!"
Mark con l'asciugamano intorno al collo e la fascia in testa, più che in una palestra, sembra che debba recarsi in un centro benessere.
"Dai su...lo stiamo facendo per Jenni!"
In questa struttura sportiva lavora il ragazzo per cui ha perso la testa da anni, peccato che lei non abbia mai avuto il coraggio di avvicinarsi a lui neanche per sbaglio.
Io e Jenni facciamo gli addominali, mentre Mark cerca di caricare il bilanciere al minimo per evitare di finire in rianimazione.
Parla sottovoce per non farsi capire dalle altre persone, ma a suo malgrado non riusciamo a decifrare neanche noi la sua frase.
Sbuffa e si agita, ripete ancora a bassa voce quello che per noi sembra un codice a barre; poi seccato, emana un sussulto che attira a sè l'attenzione di tutti i presenti.
Fa finta di niente e si guarda le unghie, dopodiché ci indica con gli occhi di avvicinarci.
"Come si regola questo coso?"
Rido e carico al minimo il bilanciere per poi ritornare ad eseguire l'ultima serie di addominali.
"Quindi ricapitolando...adesso conosce il tuo numero di casa?" Jenni continua a riempirmi di domande, nonostante il poco fiato che le rimane tra un esercizio e l'altro.
"Sì...e automaticamente il mio indirizzo!"
"Oddio Bea", si alza a mezzobusto e inconsapevolmente alza il tono della voce, rapita da un impeto di euforia, "e se venisse davanti casa tua?"
"No, non credo arriverebbe a tanto!"
In realtà non ci ho mai pensato a questa probabile possibilità, forse perché non ho mai immaginato un legame con lui che vada oltre una chiacchierata al telefono.
Tuttavia sento il mio cuore accelerare al solo pensiero di averlo difronte a me.
Non so come sarebbe parlarci dal vivo; se mi farebbe lo stesso effetto, se non provassi assolutamente le emozioni che provocano le sue parole al mio corpo a chilometri di distanza, o se sarebbe tutto più intenso, più folle.
"Io non ne sarei poi così sicura..." Mi fa l'occhiolino, "secondo me non è un tipo che si fa tanti problemi."
"Noi parliamo solo al telefono, non c'è niente tra noi!"
"Si e io sono Arnold Schwarzenegger..." Mark cammina verso il tapirulan, ci sale sopra e inizia a digitare tasti a caso per accenderlo. "Questo è un complotto contro di me non è vero? Esercizi a corpo libero no eh? Magari Zumba, Fit Dance..."
Dopo vari tentativi riesce ad attivarlo, ovviamente sembra che stia passeggiando sotto al sole, tranquillo e spensierato.
"Non è il caso di aumentare la velocità?" Jenni diventa paonazza quando vede il tipo che le piace avvicinarsi per aiutare Mark; quest'ultimo però, sembra infastidito dall'entrata in scena di Mister Muscolo.
"No grazie, sto bene così...non si vede?"
"Se vuoi ottenere risultati non dovresti essere in uno stato di beatitudine in questo momento!"
Sorride e gli aumenta la velocità, poi viene verso di noi e si presenta.
"Scusatemi non mi sono ancora presentato, io sono Nik piacere!"
"Piacere Jenni"
"Io sono Beatrice"
"Non vi ho mai viste qui, primo giorno?"
"Sì, il più bello della mia vit..."
"È vero, questa struttura è la più bella della città..." Interrompo Jenni prima che dica qualche stupidaggine, intanto diventa rossa in viso ed evita di guardarlo negli occhi.
Lui nota il suo imbarazzo ed è come se glielo avesse trasmesso, tant'è che si tocca di continuo i capelli ed evita anche lui di sfiorare il suo sguardo.
"Come si spegne sto coso?" Mark con la fascia abbassata fin sopra gli occhi e intento ad avere un infarto istantaneo, cerca disperatamente aiuto. "Portatemi via...vi prego, vi scongiuro!"
Nik corre in suo soccorso, così scende e gli dice senza mezzi termini che questo posto è un inferno e che non è possibile che bisogna pagare per farsi torturare la vita.
"La prossima volta andrà meglio vedrai..." Gli da una pacca sulla spalla e poi guardando di sottecchi Jenni beve un sorso d'acqua dalla sua bottiglietta.
"Stasera do una festa a casa mia se vi va, vi invio l'indirizzo...così mi faccio perdonare!"
"Ci saremo, non è vero ragazze?"
"Certo!"
"Non mancheremo!" Guardo Jenni sorridendo e lei ricambia con occhi che brillano.
"A chi mando l'indirizzo?"
"A Jenni...so il suo numero a memoria!"
Mark detta a memoria il numero, dopodiché salutiamo Nik e andiamo negli spogliatoi; ci facciamo una doccia e ci cambiamo.
Mi accompagnano a casa e prima di scendere dalla macchina mi prendono un po' in giro scimmiottando le conversazioni tra me e Black; stabilita l'ora per stasera li saluto con una linguaccia ed apro il cancello di casa.
Varcando la porta d'ingresso sento la mamma parlare con qualcuno, avvicinandomi riesco a sentire meglio e prima di andare a salutare origlio un po' per scoprire chi è venuto a trovarci.
"Dobbiamo dirle la verità...non deve coglierla impreparata!"
"Non le dirai niente! Intesi?" Sento la mamma singhiozzare mentre pronuncia questa frase, ed è come ricevere una coltellata al petto.
"Sai che tornerà! Lui purtroppo mantiene sempre le promesse, e lo farà nel modo più subdolo e spietato che conosce!"
♥️ Spazio Antonella ♥️
Ciaoooo ♥️😘 come state? Tutto bene?♥️
Rieccomi 😁 con un nuovo capitolo dove riviviamo uno dei momenti più cupi della vita di Aron. Io mi sono commossa scrivendolo, fatemi sapere se anche voi avete provato qualcosa nel leggere quelle righe.♥️ Ogni volta che scrivo mi chiedo sempre se arriva almeno in parte quello che sento io, per questo ve lo chiedo, perché ci tengo.♥️
Io adoro Mark, è il mio preferito devo ammetterlo...😂😂😂
Quale verità nasconde la mamma di Beatrice? E con chi parla?😎💣
Alla prossima bella genteee!♥️😘
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