• Capitolo 17 • Mister Antipatia
Bea's Pov
Sono nel bel mezzo di un incrocio intenta a camminare per raggiungere la costa, quando d'un tratto mi blocco nell'udire le sue parole.
"Voglio farti conoscere il tocco delle mie mani, voglio respirare il tuo profumo!"
Arrivano lente, suadenti e peccaminose baciando tutti i miei sensi.
Insinuandosi prima nel mio orecchio, solleticandomi la pelle attraverso la sua voce, che in questo momento sembra fuoco sul mio corpo; si fa padrona persino della mia vista, costringendomi a chiudere gli occhi per poi disegnare con la fantasia le sue mani sfiorarmi la pelle, dipingendo il suo viso a un centimetro dal mio.
Dopo alcuni secondi li riapro nel sentire il rumore di un clacson che mi invita a liberare la strada, che con incoscienza ho occupato senza rendermene conto.
Cerco di non incrociare lo sguardo dell'automobilista, visto che in questo momento sono estremamente in imbarazzo non soltanto per la figuraccia che ho appena messo in scena, ma anche per i film mentali che con grande maestria la mia testa stava registrando nell'occasione meno opportuna che le si potesse presentare.
"L'emozione gioca brutti scherzi principessa?"
Riesce a farmi cambiare umore in un secondo, un'istante prima mi regala delle belle sensazioni, rivelandosi a tratti anche dolce; quello successivo lo strangolerei seduta stante visto l'arroganza che trapela solo parlando.
"Tu non sai neanche cosa significa emozionarsi e far emozionare qualcuno!"
"Aspetta prima di giudicare, non ho ancora iniziato piccola..."
"Tu non inizierai proprio un bel niente...se sei in cerca di divertimento virtuale hai sbagliato persona!"
Ride, assurdo!
"Ringrazia il cielo che in questo momento il tuo viso non si trovi qui difronte a me, altrimenti..."
Le mie parole vengono spezzate dalle sue
"Perché? Che avresti fatto?"
La sua voce mi sfida, cerca battaglia!
"Ti avrei..."
"Sei troppo violenta, devo cambiarti nomignolo...d'ora in poi ti chiamerò Regina di cuori"
Non può essere serio, io sono rossa di rabbia e lui con nonchalance mi prende anche in giro.
"Tranquilla..."
Si schiarisce la voce per poi dirmi tramite un soffio di vento una frase che in questo momento non mi sarei mai aspettata.
"Non cerco sesso virtuale cara Beatrice...mi piace fare l'amore con gli occhi, dovrei guardarti per poterti toccare; le mie labbra non bacerebbero mai un display, necessitano di calore carnale per farmi provare un brivido; il mio corpo seppur attratto dal tuo, avrebbe bisogno di mischiarsi con la tua pelle per potermi permettere di toccare l'apice del piacere."
Sorride malizioso, e sento la sua saliva che pian piano scende giù, come se anche lui stesse immaginando quello che ha appena detto.
"Quindi, mia bella Regina di cuori se vorrai fare l'amore con me, dovrai farlo per davvero."
Mi siedo sul muretto in marmo che affaccia sul mare, mentre nei meandri più nascosti della mia mente in questo momento il mio volto, le mie mani, il mio corpo si trovano da tutt'altra parte.
In un luogo immaginario, inesistente, fatto di fantasie che vanno oltre lo scenario che sono abituata a vivere.
Ed è proprio questo quello che mi piace di tutta questa situazione; nella vita reale cerco sempre di essere perfetta, mentre con lui...con lui sono semplicemente me stessa.
Non ho paura di dire la cosa sbagliata, perché dentro al caos che ci circonda nulla è al proprio posto.
Tutto è perfettamente in disordine ma incastrato nei minimi dettagli, come un disegno di un bambino; c'è chi ci vede il nulla, chi si lascia ingannare dall'apparenza, e infine ci sono occhi che ci percepiscono l'anima.
E noi, in mezzo a questi colori dove regna solo l'illusione, riusciamo ad incastrarle, leggendo emozioni dentro i nostri respiri nonostante la distanza, sebbene i nostri occhi non si siano mai incontrati.
"Allora perchè continui a dire quella frase?"
"Per conoscerti...sono un provocatore"
"Cos'hai capito Mister Antipatia?"
"Che mi piaci!"
"Anche tu non sei malaccio..."
Lo sento ridere e il mio cuore batte più forte.
"Lo prendo come un complimento...dai andiamo a fare colazione."
Entro nel bar e mi siedo vicino al bancone, non c'è molta gente, alla mia sinistra c'è una coppia di anziani e vicino alla vetrata un gruppo di ragazze intente a farsi i selfie.
"Cosa ordiniamo Regina di cuori?"
"Smettila di chiamarmi in questo modo..."
"No..." Mi sussurra.
Arriva la cameriera alla quale chiedo di portarmi un cappuccino e una ciambella al cioccolato, dall'altro capo del telefono sento Black ordinare un caffè e un croissant.
"Ti mantieni leggera piccola?"
"In verità no, questa è la seconda colazione della giornata!"
Mi copro il volto con la mano imbarazzata, come se volessi nascondermi da lui, non rendendomi conto che in questo momento non è in grado di vedermi, ma è come se fosse qui dinanzi a me.
"Allora quando dormiremo insieme mi ricorderò di riempire il frigo"
Ridiamo insieme, distanti ma pur sempre collegati.
"Chi ti dice che dormiremo insieme?"
Mi cattura, mi rapisce con il suo respiro, rendendo vulnerabile ogni parte di me.
"Me lo suggerisce la tua voce, le parole possono mentire, ma lei no!"
"Non ti sembra assurdo tutto questo?"
"No, se è l'unico modo per arrivare a te!"
Ed è così sicuro delle sue parole che riesce a convincere persino me stessa della non assurdità di questa situazione.
Facciamo colazione parlando al telefono, mangiando come se fossimo seduti allo stesso tavolo, chiacchierando come se ci conoscessimo da tempo.
Gli confesso che è la prima volta che salto la scuola in vita mia, mentre lui mi racconta che c'erano mesi in cui non si presentava a lezione neanche una volta a settimana.
"Qui abbiamo una santarellina che si sta convertendo..." Mi stuzzica malizioso.
"È la prima e l'ultima volta che mi lascio convincere da uno psicopatico", rido, "sappilo!"
"Non sai quante cose ti farò provare d'ora in poi!"
Continuo parlandogli del mio amore per il sushi, invece lui mi lascia senza parole nel dirmi di non aver mai voluto provare i piatti tipici orientali, preferendo di gran lunga la cucina italiana.
Battibecchiamo sullo sport, in quanto la mia massima aspirazione è alzarmi dal divano per prendere il telecomando, mentre lui si alza ad un orario incommentabile solamente per andare a correre.
Guardo l'orologio e con stupore noto che è già un'ora e mezza che siamo al telefono, ma non mi basta, voglio stare ancora con lui.
"Dai piccola, andiamo!"
"Dove mi sta portando Signor Black?"
Gli parlo flebilmente, mentre sento il rombo del motore dall'altro lato.
"La porterò in un posto segreto Signorina, non posso dirle dove...deve fidarsi di me!"
Mi dice sottovoce, come se realmente ci stessimo dirigendo verso un luogo misterioso.
Come sottofondo c'è una canzone dei Coldplay, e non so se sia semplicemente una coincidenza o l'abbia messa di proposito.
"Mi fido!"
Gli rispondo senza pensarci, senza frenarmi.
"Ti credevo sana di mente, ma a quanto pare mi sbagliavo!"
Ci sorridiamo a vicenda
"La tua mente cosa dice?"
Passano secondi in cui sento solo la musica e il vento, e penso che sia strano che solo ascoltando certi suoni riesca ad eclissarmi da tutto quello che mi circonda. Sto camminando verso un parchetto qui vicino, pieno di alberi secolari e fontane.
Dopo un po' mi parla
"Meglio non entrarci all'inferno, la via d'ingresso è facile da varcare, quella d'uscita è inesistente!"
Percepisco un filo di dolore nella sua voce e mi lascio andare, senza giri di parole, senza freni.
"Di notte, nei miei sogni, mi trovo sempre in un labirinto all'apparenza roseo, pieno di fiori e colori, però pur sempre una prigione. Tentando la fuga cercando di trovare una via d'uscita ho scoperto che quel bagliore, quelle sfumature colorate erano solamente un diversivo che nascondevano le paure più recondite che mi porto dentro dalla nascita. Ognuno è la chiave del proprio inferno caro Black, solo che a volte ci si mette una vita intera prima di scoprirlo!"
E mi spoglio completamente davanti a lui, non dei miei vestiti ma delle mie paure, paure che non ho mai raccontato a nessuno.
Respiro, mentre lacrime cristalline si fanno strada nei miei occhi, rendendomi vulnerabile ma allo stesso tempo libera.
"Quindi sì Black...sono pronta ad entrare nel tuo inferno!"
Tentenna prima di rispondermi, forse preso alla sprovvista dalle mie parole.
"Attenta potresti bruciarti piccola."
"Mi piace giocare con il fuoco!"
Ascolto ogni sua sensazione, nonostante il silenzio riesco a captare l'effetto che fanno le mie parole su di lui, e mi piace da impazzire.
Sento la sua bocca muoversi, come se si stesse mordendo le labbra; il suo respiro si fa più profondo regalando ai miei sensi reazioni che non hanno mai provato prima d'ora. Il mio stomaco è in subbuglio, ogni parte di me è in tensione.
"Allora hai conosciuto la persona giusta con cui giocarci", mi dice con voce roca.
Sento il rombo del motore azzerarsi e deduco che si sia fermato.
"Siamo arrivati piccola."
"Dove siamo Black?"
"Nella sua dimora Regina di cuori!"
Oltre alla sua voce di sottofondo c'è il silenzio assoluto.
"Quante volte devo dirti di non chiamarmi in questo modo?"
"Devi costringermi, mi piacciono le maniere forti..."
"Se inizierò ad usarle sarà peggio per te."
"Mmh...forse il tuo lato peggiore potrebbe rivelarsi la parte migliore di te!"
"Non credo Black...non sarei tanto dolce."
"Non a caso preferisco bruciarmi la gola piuttosto che addolcirla! "
"Tu sei tutto scemo..."
Scuoto la testa mentre mi ruba una risata, perché nonostante le stupidaggini che gli escono dalla bocca, ogni frase riesce comunque a lasciare il segno.
Rimango estasiata nello scoprire che ci troviamo in un castello abbandonato.
Mi descrive ogni particolare nei minimi dettagli, come se volesse regalarmi i suoi occhi per catturare la meraviglia che lo circonda.
Si fa largo nella mia fantasia rendendola magica, incantata.
Inizia nel raccontarmi delle particolarità che rendono unico quel posto, posizionato in un lago raggiungibile mediante un piccolo ponte che fa da tramite tra la terra ferma e l'enorme porta in legno massiccio.
Alberi colorati da piccoli fiocchi di neve incorniciano perfettamente l'acqua imbrunita dalle prime ombre della sera.
E mi ci rivedo lì, magari infreddolita ma con la voglia di continuare ad ammirare l'incanto che contraddistingue quelle mura.
Il rumore stridulo della porta mi fa pensare che quel posto sia abbandonato da tantissimo tempo.
"Sai da quanti anni sia stato abbandonato?" Gli chiedo in preda ad un attacco di curiosità.
Nel mentre sono arrivata al parchetto e mi siedo su un'altalena, in cielo iniziano a farsi spazio dei nuvoloni, coprendo anche i raggi del sole.
"Si dice che l'ultimo proprietario sia morto dopo la seconda guerra mondiale e non abbia voluto lasciare nulla ai suoi eredi, essendo avido ed egoista. La leggenda narra che l'uomo avesse stretto un patto col diavolo, chiedendogli l'eterna giovinezza in cambio della sua anima, ma ahimè si era dimenticato che anche essendo per sempre giovane, non sarebbe stato immune dalla morte."
"E quindi? Com'è morto?"
Sorride
"Sei proprio un'impicciona!"
"In realtà chi si sta introducendo in un castello abbandonato non sono di certo io..."
Un brivido mi lascia senza fiato, la sua voce tocca ogni mio punto debole.
"La prossima volta tu verrai con me", continua sussurrandomi, "così vedrò se davvero sai giocare con il fuoco!"
Aron's Pov
17 ore dopo
"Aron accelera cazzo!"
Introduco la sesta facendo slalom tra le varie autovetture che potrebbero intralciare la mia corsa.
"Tranquillo fratello, è tutto calcolato!"
Se intendi per il vostro funerale, sicuramente!
Gli faccio l'occhiolino e lui mi indica con la mano di guardare la strada.
"Se non ti fossi svegliato mezz'ora fa in questo momento non ci saremmo trovati in questa situazione..."
Fate una statua a questo uomo! Vi prego!
Quanto è paranoico, a volte mi stupisco della nostra parentela.
Ieri sono stato al telefono con Beatrice fino alle 20:00 e dato che la notte prima l'avevo passata in bianco, Irvin era convinto che il mio tempo l'avrei passato a dormire per essere carico la notte successiva; invece appena sono tornato in hotel ho avuto a malapena il tempo di farmi una doccia e rendermi presentabile per la serata.
"Irvin ringraziami!"
Dovrebbe ringraziarti dell'imminente estrema unzione?
Agito le sue spalle ben allenate, e mi diverto nel vedere un bestione come lui lasciarsi scuotere come una foglia a causa dell'agitazione.
"Di cosa dovrei ringraziarti? Ma sei fuori?"
Tra i due il pazzo è sicuramente lui in quanto si agita per delle piccolezze.
Sto pensando seriamente di rinchiuderlo nel bagagliaio, magari legandolo mani e piedi così non potrebbe ritornare all'attacco.
"È andato tutto secondo i piani, non vedo perché tu debba rompere il cazzo!"
"Forse perché a quest'ora saremmo dovuti essere all'aeroporto invece che in mezzo al traffico...Aron non abbiamo tempo se ci becc..."
Faccio finta di non sentirlo e alzo il volume della musica, in questo momento quello di cui ho meno bisogno è sicuramente il legno straziante di una vedova allegra.
Stamattina non ho sentito la sveglia, in quanto non ho dormito per 48 ore di fila, e mi sono ritrovato un'altoparlante in stanza che mi ha svegliato nel peggior modo possibile.
Doveva farti il cazziatone accompagnato dall'orchestra di Beppe Vessicchio?
Sono abituato a modi più piacevoli, invece questa mattina ho dovuto assistere ad una delle scene più snervanti della mia vita.
Vedo le sirene della polizia avvicinarsi a noi e non avendo possibilità di fuga decido di accostare.
"Lo sapevo, siamo fottuti!" Biascica tra i denti Irvin, tremando come un vibratore.
"Sistemo tutto io!"
Allora sì che possiamo stare tranquilli!
Scendo dalla macchina sistemandomi il giubbotto di pelle e mi accendo una sigaretta.
Mi avvicino alla loro macchina fino a quando non vedo puntarmi addosso una pistola.
"Stia fermo o sparo!"
♥️ Spazio Antonella ♥️
Ciaooo ♥️😘♥️😘 come state? Io corro dietro ad una piccola peste e mangio, mangio e leggo, scrivo e mangio, mangio e guardo serie TV, dormo e mangio nuovamente.😁😱
Cosa ne pensate del capitolo? ♥️ Sapete che mi piace leggervi, 😍 quando posto in ritardo mi mancate.♥️
Questo Aron non sta mai tranquillo e la sua influenza inizia a farsi sentire anche nella vita di Beatrice, ed è solo l'inizio.😁♥️
Un baciooo ♥️😘
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