• Capitolo 16 • Battibecchi e batticuore

Bea's Pov

"Buongiorno principessa!"

Cosa?

Mi tiro un pizzicotto sulla coscia, sperando di risvegliarmi da questo incubo, ma a malincuore non accade nulla, anzi la situazione peggiora drasticamente.

"Lo so che ci sei..."

No che non ci sono, la salivazione è aumentata, sto sudando e il mio cuore a momenti mi regalerà un infarto.

Mia madre continua a studiare i miei gesti, come se stesse cercando degli elementi per risolvere uno dei suoi casi.

Cerco di rassicurarla con lo sguardo, perché non ho la minima intenzione di spiaccicare una parola. La vedo allontanarsi ed io vorrei tanto chiudere in faccia la chiamata a questo sbruffone, ma non ci riesco; come se avessi una calamità che inevitabilmente combacia con la sua, difficile se non impossibile da staccare.

"Bella mossa Beatrice..." Mi regala uno dei suoi sorrisetti strafottenti e riesco a disegnare nella mia mente quel ghigno fastidioso sul suo viso.

"Ho conosciuto tua madre, e devo dire che è molto simpatica...timida, ma sono sicuro che andrà meglio con le prossime chiamate!"

"Non ti azzardare a richiamarmi su questo numero cretino!"

Mi copro la bocca con la mano consapevole di essere caduta nella sua trappola, fatta di provocazioni.

"Eccoti...allora devo prenderti con le cattive!" Il timbro della sua voce si fa più caldo, riscaldando anche la sottoscritta. "Piccola così mi inviti a nozze!"

"Come hai fatto ad avere questo numero?"

"La prossima volta sta' attenta a non far scattare la segreteria!"

Cerco di torturarmi il labbro inferiore con i denti, per punirmi dell'errore che ho commesso; lunedì ho provato a chiamarlo dal telefono di casa perché il mio cellulare era scarico, e distrattamente non mi sono resa conto che fosse scattata la segreteria telefonica.

"Perché non hai riattaccato quando hai scoperto che era il mio numero?"

Non risponde immediatamente, passano alcuni secondi prima che le parole prendano forma.

"Forse perché mi sei mancata!"

Questa volta la sua voce non ha un doppio fine, sembra quasi intimorito nel pronunciare questa frase, come se avesse paura di dire qualcosa di sbagliato.

E mi fa strano sentirmelo dire, ma quello che più di tutto mi spiazza è che in fondo questa rivelazione la desideravo dal primo istante in cui ho percepito la sua presenza dall'altro capo del telefono.

"E io ti sono mancato?"

Non voglio dirgli che ho scritto e cancellato una decina di messaggi in quattro giorni, che ho provato a chiamarlo un paio di volte senza ricevere risposta; che un po' questo ragazzo matto ci è entrato nella mia testa, facendo rumore dove rumore non c'era mai stato.

"Un po'!"

"Un po' tanto?"

Rido per quello che riesce ad elaborare la sua mente, trovando sempre un modo per ottenere quello che vuole.

"Mi fai ridere sai?"

"E tu lo sai che ho voglia di te?"

Mi guardo intorno, alla ricerca disperata di un appiglio su cui poter iniziare un nuovo discorso; i miei occhi viaggiano alla velocità della luce fino a quando non trovo l'oggetto che potrebbe salvarmi da questa situazione imbarazzante.

"Ti piacciono i Coldplay?" Continuo a non staccare lo sguardo dalla mia collezione di dischi.

"Ci verresti al concerto con me?"

"È impossibile...i biglietti sono finiti da un pezzo!"

"Non hai risposto alla mia domanda!"

Sapendo che i biglietti sono introvabili e ricomprarli costerebbe un botto, gli do la risposta che forse, se sarebbero stati disponibili non gli avrei mai dato.

"Sì...sarei venuta!"

"Sei sicura piccola?"

"Sì, sono sicurissima!"

"Per la cronaca, anch'io sono sicuro..."

"Di cosa?"

"Che voglio incontrarti...tu non hai voglia di vedermi?"

Anch'io vorrei vederlo, d'altro canto però, sento che qualcosa mi sfugge; forse, vedendolo sparirebbero tutti questi dubbi, fatto sta che le mie sensazioni viaggiano in due direzioni differenti, ed io non so dove andare.

"Anch'io voglio vederti ma..."

"Mi basta questo!"

Guardo mia madre spuntare dalle scale come un carabiniere in borghese, mimandomi con la bocca di muovermi se non voglio perdere il bus.

"Io dovrei andare..."

"Hai degli impegni?"

"Dovrei essere a scuola tra meno di un'ora, e devo ancora vestirmi e fare colazione."

"Ah già...avevo dimenticato il fuso orario!"

"Perché dove sei?"

"Lo capirai...dai non andare a scuola ti porto a fare un giro!"

Sorrido, perché le stranezze con lui sono all'ordine del giorno, e devo ammettere che un po' mi sono mancate.

Oggi ho una verifica importante a scuola e non potrei saltarla, ma la voglia di stare con lui fa sì che la pratica non corrisponda esattamente alla teoria.

"Dove mi porti?"

"C'est une surprise, princesse!"

La sua voce, bassa e roca fa sì che la mia pelle avverta la necessità di respirare, e nonostante stia solo con una canotta e un pantaloncino, mi sembra di aver addosso almeno un paio di coperte di lana.

"Ti chiamo tra un'ora okay?"

Gli dico ingoiando il groppo che mi si è formato in gola.

Sentendo il suo respiro diventare più intenso, ho come l'impressione che voglia dirmi qualcosa, ma allo stesso tempo sia frenato nel parlarmi liberamente.

"Sappi che non resisterò ancora per molto...quindi aspettati di tutto!"

Il mio cuore accelera, e forse tra non molto avrò bisogno di un defibrillatore.

Gli dico le uniche parole che riesco a pronunciare, per poi chiudere la chiamata in meno di un secondo.

"Ti richiamo tra un'ora, ciao"

•••

Salendo le scale per andare in bagno, incrocio la mamma che mi ferma con lo sguardo, scrutando i miei occhi e le mie espressioni.

Lei sa benissimo che il ragazzo con cui stavo parlando poco fa non era Mark, glielo leggo dal sorrisetto che mi ha appena regalato; tuttavia cerco di non demordere e passo all'attacco, prima che lo faccia lei.

"Mamma hai provato il bagnoschiuma alla vaniglia?"

Respiro rumorosamente l'aria circostante per enfatizzare la mia domanda, lei scrolla le spalle e inclina la testa di lato.

"Il tuo ragazzo poco fa mi hai chiesto se lo trovassi eccitante..."

Cosa?

Questa persona non può girare a piede libero, ha bisogno di essere rinchiuso in un manicomio, controllato a vista 24 ore al giorno.

Come diavolo gli è saltato in mente di chiedere a mia madre una cosa del genere? Neanche uno stolto avrebbe posto ad una sconosciuta tale domanda.

Mi copro il viso con le mani, ricordandomi del caso umano con cui mi trovo a combattere, e cerco disperatamente di non incombere in una crisi di nervi.

"Mamma non è il mio ragazzo, è uno stupido che..."

"Che ti piace"

La situazione sta leggermente degenerando, parlare con mia madre del genere maschile è un punto che evito da quando ho cominciato a gattonare, tant'è che a ogni sua domanda se ne interpone un'altra della sottoscritta, per evitare argomenti che potrebbero rivelarsi imbarazzanti.

Tuttavia fermare un treno in corsa è difficile se non impossibile, e la sua fantasia in questo momento sta viaggiando alla massima velocità.

"Quando avrò l'onore di conoscerlo?"

"Mai!"

La supero correndo, e nel frattempo la sento ridere mentre scende le scale per uscire di casa e recarsi al lavoro.

Come potrei presentarle una persona che non conosco neanch'io; fondamentale non so nulla di lui, se non le poche informazioni che sono riuscita a scoprire sul suo conto.

Potrebbe essersi inventato tutto di sana pianta, usando una maschera per nascondere la sua vera identità; ma a quale scopo una persona dovrebbe fare una cosa del genere?

Il tempo a nostra disposizione non è infinito per poterci permettere di essere quello che non siamo, dire quello che non pensiamo e indossare pezzi di vita che non ci stanno bene addosso.

Molte volte celiamo un'emozione per paura di essere giudicati, dimenticandoci che sono i sentimenti a muovere i fili conduttori della nostra vita.

Senza, nulla avrebbe senso.

Le ore, i minuti e i secondi non ci verranno mai ridati indietro, per cui bisogna viverli mostrandosi per quello che si è realmente; agendo secondo il proprio volere e correndo rischiando di cadere, ma avendo la forza di rialzarsi con il sorriso.

Solo chi non si vuole bene veramente fa uso di una maschera, perché perdersi in mille vite non ritrovando la propria, equivale a vivere per metà.

Il getto d'acqua fredda mi riporta alla realtà, mi insapono e cerco di non bagnarmi i capelli visto che li ho lavati e messi in piega ieri sera.

Mi asciugo in fretta perché con la chiamata inaspettata di poco fa, la mamma si è dimenticata di accendere il riscaldamento.

Metto un paio di jeans a vita alta, una camicetta bianca e delle sneakers blu; sciolgo i capelli sistemando le onde per cui ho speso un quarto della serata di ieri, e mi trucco lo stretto necessario per non sembrare uno zombie.

Prendo la borsa e invece di infilarci dentro i libri e tutto l'occorrente scolastico, la riempio con cianfrusaglie che se userò almeno una volta nella vita, mi faranno una statua.

Prendo il giubbotto e scendo giù in cucina dove mi preparo una spremuta d'arancia e riscaldo nel microonde una brioche confezionata; dopodiché esco di casa e i miei occhi si inchiodano su Jenni, che con aria sbigottita mi guarda da capo a piede come se stesse ammirando un extraterrestre appena sceso in terra.

"Non ci credo...ti senti bene?"

Si avvicina a me lasciando a terra il suo zaino.

"Benissimo, ma sei impazzita?"

Le sventolo la mano davanti agli occhi, e lei mette la sua sulla mia fronte per vedere se la temperatura corporea è nella norma.

"Strano...molto strano!"

"Jenni per caso stamattina hai fumato la pipa di tuo nonno?"

"Per la prima volta dopo anni d'amicizia sei uscita di casa spaccando il minuto, finalmente possiamo incamminarci tranquillamente verso il bus..."

Fa un sospiro di sollievo e mi invita a camminare

"Ehm...io oggi salto!"

Ora invece spalanca la bocca incredula della frase che ho appena pronunciato

"Devi fare qualche commissione?"

"No...in realtà ho un appuntamento virtuale con Black!"

"Cosa??? E non mi dici niente?"

"Ti racconterò tutto nel pomeriggio, promesso! Non voglio farti fare tardi!"

Guarda l'orologio e affranta si rimette lo zaino in spalla

"Anche oggi corsetta mattutina..."

Mi tira uno schiaffo al sedere per poi farmi una linguaccia

"Comunque questo Black a distanza è riuscito nell'impresa..."

"Quale impresa?"

"Farti saltare la scuola...io è una vita che ci provo senza esserci mai riuscita; poi arriva lui e ti convince in pochi minuti!"

Cerco una scusa plausibile per contraddirla, anche se, a dirla tutta vorrei convincere più me stessa che quello che sto facendo l'avrei fatto comunque.

"In realtà non sarei entrata ugualmente...ieri non ho studiato e dato che il professore di storia interroga a random, non voglio beccarmi un'insufficienza!"

Non crede ad una singola parola di quello che ho detto e non ci credo neanch'io, tant'è che guardandoci negli occhi entrambe scoppiamo a ridere.

Ci salutiamo e per la prima volta nella vita salto la scuola senza dire niente alla mamma, se mi becca non credo che la passerò tanto liscia.

Prendo il telefono e tra i contatti cerco il numero di un folle, che forse, sta mandando in tilt anche il mio cervello.

Aron's Pov

Sono fuori dall'hotel e mentre mi accendo una sigaretta, sento suonare il mio telefono.

Sorrido mentre guardo il display, perché tra le tante ragazze che ho conosciuto lei è di sicuro la più testarda.

"Lo sai vero che adesso sono a conoscenza del tuo numero di casa?"

Sorrido beffardo

"Quindi sei facilmente reperibile cara Beatrice...ma nonostante ciò ti ostini a chiamarmi con il privato!"

La sento sbuffare, e mi diverto nel prenderla in giro

"Non devi mai più richiamare su quel numero...MAI!"

"Mmmh interessante...quando mi si dice di non fare una cosa, finisco sempre per farla!"

Faccio un tiro alla sigaretta mentre penso a cosa dirle per farla arrabbiare

"Antipatico e lunatico..."

"Acida e permalosa..."

Le sussurro scandendo ogni sillaba

"Da che pulpito..."

"Me lo regali un sorriso?"

Tentenna un attimo, forse confusa dalla mia domanda

"I regali non si chiedono caro Black!"

"Questa me la segno"

"Dove andiamo Mister Antipatia?"

"Andiamo a fare l'amore!"

Sento il suo imbarazzo anche nel silenzio più assoluto e questa sua timidezza fa aumentare il mio desiderio nei suoi confronti.

"Vorresti fare l'amore a distanza?"

Ascolto il suo timido sorriso, e mentre pronuncia questa frase ogni parte del mio corpo vorrebbe averla qui.


"Alla fine me l'hai regalato un sorriso!"

"Ora tocca a te regalarmene uno..."

"Devi venire a prendertelo piccola"

Immagino il suo viso in questo momento, le sue espressioni imbarazzate, quelle fossette che pian piano si fanno strada sul suo volto, e la sua pelle candida che arrossisce al suono delle mie parole.

"Dai principessa"

Prendo le chiavi dalla tasca dei miei pantaloni, e vado in direzione dell'Aston Martin che ho noleggiato

"Andiamo altrimenti si fa tardi...dove sei in questo momento?"

"Sto camminando verso la costa, credo che mi prenderò una ciambella!"

Attivo il vivavoce al telefono, metto in moto e parto

"Aspetta...facciamo colazione insieme!"

La sento ridere, ed una melodia così bella non l'ho mai ascoltata in vita mia.

"Ma lì è pomeriggio inoltrato, tra poco sarà ora di cena!"

"Mi piace rispettare gli orari americani anche all'estero"

"Tu sei tutto strano!"

"Cosa pensi?"

Non so perché gli faccio questa domanda, non mi è mai importato del punto di vista della gente, di quello che potesse pensare su di me; ma in questo momento voglio solamente sentire i pensieri di una ragazza che non dovrei sfiorare neanche con la mente.

"Penso che questa situazione sia surreale, ma...mi piace Black!"

Anche per me lo è parlare con una persona sconosciuta, viaggiare con la fantasia affinché la senta più vicina; ma per qualche strano motivo non riesco a farne a meno.

"Mi hai pensato in questi giorni?"

Riesco a percepire la sua salivazione, e stringo più forte il manubrio per frenare l'effetto che fa il suono del suo respiro sulla mia pelle.

"Sì Black! Ti ho pensato, e...tu?"

"Raramente tanto"

Continuo a bearmi della sua risata alla quale ci unisco anche la mia.

"Questa devi spiegarmela"

Mi schiarisco la voce e con tutta l'eccitazione che si propaga sulla mia pelle, le dico le uniche parole che possono spiegare l'ultima frase che ho appena pronunciato.

"Voglio farti conoscere il tocco delle mie mani, voglio respirare il tuo profumo!"


♥️ Spazio Antonella ♥️

Ciao bella gente ♥️ cosa ne pensate del capitolo? Vi è piaciuto? ♥️😁

Scusate la lunga assenza, ma con tutto quello che sta accadendo ho spesso dei blocchi emotivi. Quando scrivo ci metto testa e cuore, e in queste ultime settimane si sintonizzano raramente, e quando accade scrivo. Scrivo per me, ma scrivo soprattutto per farvi compagnia e magari portarvi seppur per pochi istanti in una realtà diversa, con la speranza di strapparvi anche una risata. ♥️

Sono vicina ad ognuno di voi ♥️♥️♥️

Vi abbraccio e vi mando un bacio 😘😘😘

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