• Capitolo 13 • Ripicche
Bea's Pov
Quattro ore prima
Sono le venti e trenta, e in sella alla mia bici di un azzurro fiordaliso, con cestello anteriore e portapacchi in vimini; percorro il lungomare di Santa Barbara insieme a Jenni e Mark.
Passeggiare in bicicletta sotto gli ultimi flebili raggi solari, ed essere coccolata dalla brezza marina che sfiora ogni centimetro della mia pelle; fa svanire ogni traccia negativa dai miei pensieri, lasciando spazio ad una pace sensoriale che solletica ogni angolo nascosto di me stessa.
Amo il mare, il tramonto, e le mille sfumature che regala questo satellite ai miei occhi. Lascio che le note del mare si facciano spazio dentro me, per farmi innamorare ancora una volta di loro.
"Ragazze!"
Mark infuocato in viso e con il fiatone a spezzargli persino le parole, ci implora da circa mezz'ora di fermarci per fare una sosta.
"Vi prego! Vi scongiuro! Ho bisogno di fermarmi!" Pedala affannato "Sto pedalando da due ore, forse mi avete scambiato per Fausto Coppi!"
Io e Jenni ridiamo come due matte, rallentando la pedalata.
"Mark, ma se stiamo pedalando soltanto da trenta minuti!"
"Bea ha ragione, comprese le tre soste precendenti, per farti riprendere fiato!"
"Voi siete due pazze!" Mark respira a stento "Voi volete vedermi morto! Ho bisogno di respirare!"
"Dai, fermiamoci al Roxy Bar."
Propongo, e Mark non riuscendo più a pedalare mi sorpassa a piccoli passi veloci, in modo tale da poter raggiungere il prima possibile il piccolo bar che si affaccia sul mare.
Accostiamo le bici vicino ad una siepe, per poterle tenere d'occhio. Ci sediamo fuori, anche se le temperature non sono alte, si sta bene ugualmente.
Arriva una cameriera e ci lascia gentilmente i menù sul tavolo. Io prendo un caffè, Jenni una spremuta d'arancia e Mark sceglierà come sempre all'ultimo minuto.
"Salve ragazzi, siete pronti?"
"Per risalire su quell'attrezzo infernale? No, grazie!"
Cerco di risultare seria, e prendo la parola "Per me un caffè, per lei una spremuta d'arancia, e per lui..."
"Per me una centrifuga rigenerante!" Mark ci guarda con aria accusatoria mentre scandisce l'ultima parola.
La cameriera scrive la nostra ordinazione sul suo blocchetto, e porta via con sè i menù.
Sento vibrare il telefono nella tasca dei jeans, e i battiti del mio cuore accelerano.
Oggi Black è davvero insopportabile, non so cosa pensa la sua mente contorta, ma di certo non deve parlarmi in questo modo.
Leggo il suo messaggio, che cattura il mio sguardo in un turbine peccaminoso, alla vista di queste parole.
Black: Che immaginavi le mie mani sul tuo corpo, e la mia bocca sfiorarti il collo!
Non nego a me stessa, che immagino le sue mani sul mio corpo, e le sue labbra sulle mie; ma è anche vero, che non sono andata a letto con nessuno, e anche se fosse stato così, lui non avrebbe avuto il diritto di dire una parola.
Non stiamo insieme, e cosa più importante non ci conosciamo neanche.
Ammetto che pensarlo con un'altra, ha lasciato dentro me un magone amaro da mandare giù, ma non sono nessuno per impedirgli di fare ciò che vuole fare.
Sono la prima a stupirsi di questa mia reazione, però ho imparato a non nascondere più le emozioni che provo, almeno a me stessa.
Decido di chiudere, e non rispondere. Ogni sua parola mi arriva come una provocazione, e non cederò tanto facilmente.
A lui piace giocare, a me non piace perdere.
Per il momento lascerò che sia il mio silenzio a parlare, cosicché possa farsi altri viaggi mentali.
Attaccata vicino all'ingresso del bar, c'è una locandina che annuncia una festa ad un pub qui vicino, e ho proprio voglia di ballare questa sera.
"Ragazzi, che ne dite di andarci?" Indico con un cenno del capo la locandina dinanzi a noi.
"Io ci sto!" Mark mi batte il cinque "Ma ho bisogno di una ristrutturazione!"
"Anch'io, allora andiamo a prepararci e ci vediamo per le dieci?"
"Perfetto Jenni!" Le dico facendole l'occhiolino.
Arrivano le nostre ordinazioni, che consumiamo in tempo record per andarci a preparare; paghiamo il conto alla cameriera che ci ha servito, e andiamo verso le nostre bici.
Saliamo in sella, pronti a partire.
"Vi giuro che se ne uscirò vivo da questa pedalata, un giorno o l'altro ve la farò pagare!"
•••
Sento suonare il clacson, mi affaccio alla finestra della mia stanza e intravedo Mark al volante del suo gioiellino, e Jenni intenta a mettersi il rossetto al suo fianco.
Mi guardo un'ultima volta allo specchio, mentre indosso il mio giubbotto di pelle nero. Stasera ho messo su un paio di jeans leggermente strappati, con un crop top a maniche lunghe nero, e stivaletti con tacco. Ho raccolto i capelli in uno chignon, e ho dato un tocco di vitalità al mio viso, applicando un po' di trucco e un rossetto rosso.
Prendo la mia borsa e scendo giù al piano di sotto, dove saluto la mamma con un bacio prima di uscire. Lo faccio sempre, è un abitudine che mi porto dietro da quando ero bambina.
"Sei bellissima Bea! Sta' attenta e non fare tardi!"
"Tranquilla mamma, ci vediamo domattina!" La saluto e chiudo la porta dietro di me.
"Wow!" Mark mi guarda con aria compiaciuta "Stasera faremo faville!"
Jenni ed io lo prendiamo in giro, e cantiamo a squarciagola per tutto il tragitto, lui di tutta risposta alza inutilmente il volume della musica per coprire le nostre voci.
Arriviamo al locale dove oggi c'è una serata caraibica. Tutti sono intenti a ballare a coppia, inutile dirvi che io Jenni e Mark siamo tre mummie appena uscite dal sarcofago.
"Bea...hai dimenticato di dirci qualcosa?" Jenni scoppia a ridere, perché noi odiamo questo genere di serate.
"Ehm, mi sarà sfuggito qualcosa!" Mi copro gli occhi con le mani.
Intanto una ragazza afferra Mark per la camicia e lo porta in pista. Vedere Mark ballare la salsa, è uno spettacolo davvero esilarante, infatti non gli scrolliamo gli occhi di dosso.
"Siete morte!"
Ci mima con la bocca, e noi ridiamo ancora di più.
Io e Jenni decidiamo di andare a bere qualcosa, e ci rechiamo verso il bancone. Ci sediamo sugli sgabelli, e aspettiamo che il barista intento a sistemare le bottiglie di alcolici, si giri verso di noi.
Quando si volta, i miei occhi rimangono pietrificati.
Oddio!
No! È lui!
Immediatamente si accorge della mia presenza, e i suoi occhi inchiodano i miei, creando un legame di sguardi difficile da sciogliere.
In volto gli compare un sorriso, e si avvicina nella mia direzione, non interrompendo l'intesa che hanno creato i nostri occhi, tant'è che mi sento leggermente in imbarazzo.
"Posso sapere il tuo nome?" Appoggia le braccia sul bancone, avvicinando il suo viso al mio.
Jenni ci guarda sbalordita, non capendo cosa stia succedendo.
"Beatrice!"
"Piacere, io sono Alex!"
Si avvicina al mio orecchio
"Sai, speravo davvero di ricevere una tua chiamata!"
È il cameriere che al centro commerciale, mi ha offerto la ciambella e mi ha lasciato il suo numero di telefono.
Mi fa segno di aspettare un attimo, e scompare.
"Bea chi è questo figo?"
"Jenni dopo ti spiego!"
"Potresti chiedergli se ha un fratello gemello?"
Sento una mano afferrare la mia
"Vieni qui!" Alex mi trascina in pista
"Ho chiesto dieci minuti al mio capo, per stare con te."
"Non dovevi!"
"Perché?"
"Perché c'è tanta gente, e poi...non so ballare questa roba!" Scoppio a ridere
"Hai un sorriso bellissimo! Comunque ti guido io, seguimi!"
Il dj ha appena messo una bachata, lui si avvicina a me, forse troppo per i miei gusti; prende le mie mani e le lascia andare dietro al suo collo, ponendo le sue dietro ai miei fianchi.
I nostri corpi sono praticamente attaccati, e dalla sua t-shirt nera riesco a sentire i suoi addominali ben scolpiti.
Divento rossa, perché anche se è solo un ballo, non sono mai stata così vicina ad un ragazzo.
"Dovremmo mantenere le distanze!"
"È la tipologia di ballo, c'è bisogno del contatto fisico, affinché io riesca a guidarti!"
Iniziamo a ballare, eseguendo passi che non credevo sarei mai riuscita a fare nella mia vita.
"Dove hai imparato?"
"Storia lunga, se vorrai un giorno te la racconterò!" Mi sorride guardando le mie labbra.
Abbasso la testa, e continuiamo a ballare.
"Mi chiamerai Beatrice? Mi piacerebbe offrirti un caffè"
Alza il mio viso per inchiodare i miei occhi ai suoi
"Ti chiamerò soltanto ad una condizione."
"Quale?" Un sorriso gli compare in volto.
"Devi farti offrire una ciambella!"
Ridiamo e nel frattempo finisce la canzone.
"D'accordo!"
Sento vibrare il mio telefono, e inizio a sentire i battiti del mio cuore accelerare all'impazzata.
Non riesco a capacitarmi del fatto che, basti anche solo un suo messaggio a scombussolare il mio stato d'animo.
Black: Ho bisogno di parlarti principessa!
Non sono come le altre che si porta a letto, pronte a tutto per lui. Non sono la bambolina di nessuno.
Princess: Sto ballando, non posso parlare con te in questo momento!"
Aron's Pov
Avvertendo la vibrazione del telefono, allontano Brenda da me.
In questo momento i miei pensieri sono completamente assorti da altre priorità.
Forse vorresti dire da un'altra ragazza!
Prendo il telefono e con stupore leggo il nome di Irvin. Ma che vuole questo coglione a quest'ora?
Qualcuno c'è rimasto male!
Decido di non rispondere al mio fratellone, non ho voglia di parlare con lui, non dopo quello che è successo nel pomeriggio.
Ho bisogno di staccare un attimo, sento la necessità di respirare un po'.
"Aron è successo qualcosa?"
Brenda si avvicina a me, e fa rientrare la sua mano nei miei boxer.
"Niente Brenda, non è successo niente!"
Prendo il suo viso tra le mani, e la bacio con foga, con rabbia. Sento divampare dentro me una collera, che non riesco a spiegarmi.
Sei deluso amico! Speravi fosse lei, e invece ti sbagliavi!
Non sono deluso, sono arrabbiato. Arrabbiato perché questa ragazza si sta insinuando nella mia testa, senza il mio consenso.
Non sopporto il modo in cui la penso, il modo in cui le parlo, e le parole che le scrivo.
Sembro un cretino!
Un cretino lo sei sempre stato, fidati!
Allontano Brenda, perché mentre la bacio, penso a quel viso roseo, quegli occhi che vorrei guardare da un millimetro di distanza, e quelle labbra che morderei all'istante.
"Aron che ti prende?"
"Brenda!" Le accarezzo il viso
"Mio fratello ha bisogno di me, devo andare! Mi farò perdonare!"
"Ma...mi lasci così?" È scioccata da tutta questa situazione, dato che ho sempre soddisfatto ogni sua fantasia.
"Ti riaccompagno dentro!"
Mi sistemo i jeans e lei fa lo stesso con il suo vestitino nero, si sistema un po' i capelli e torniamo dentro.
Mentre mi faccio spazio tra la gente, non resisto e le mando un messaggio.
Black: Ho bisogno di parlarti principessa!
Dopo cinque minuti mi arriva la sua risposta, che alimenta di gran lunga il mio nervosismo.
Princess: Sto ballando, non posso parlare con te in questo momento.
Stringo i pugni dalla rabbia, e mi chiedo perché faccia così tanto la difficile.
Non mi è mai capitato di trovarmi in determinate circostanze, e non mi piace per niente.
Questa situazione inizia a starmi stretta!
Black: Preferisci continuare a ballare, piuttosto che parlare con me?
Sei geloso! Di brutto!
Mi faccio un altro bicchiere di birra insieme ai miei amici, poi saluto tutti ed esco fuori. Salgo sulla mia moto e prima di partire mi accendo una sigaretta.
Princess: Dopo le battutine sgradevoli che mi hai riservato, preferisco ballare!
Donne!
Vogliono sempre avere ragione su tutto. Riescono a rigirare ogni tua frase, per puntartela contro a loro piacimento.
Lei è così testarda, così...
Insopportabile!
Non sopporto la sua inflessibilità, la sua ostinazione, e la sua arroganza.
Da che pulpito!
Non potrebbe essere accondiscendente come tutte le ragazze che ho incontrato finora?
A te piace proprio per questo!
Black: Parliamone!
Infilo il casco, esco fuori da questa lussuosissima villa, e vado verso la costa. Il mare ha un potere magico su di me, dopo la morte di mio padre, ho cominciato a sentire il bisogno di crearmi dei piccoli istanti di solitudine.
Sono cambiato molto dopo la sua morte, i primi anni bastava una parola a farmi perdere la pazienza, nessuno osava contraddirmi, ero come una bomba ad orologeria.
Ero arrabbiato col mondo, persino con mia madre, che nonostante i miei silenzi e i miei continui sbalzi d'umore, è stata sempre al mio fianco.
Della mia sofferenza, ne ho fatto un arma. Sono diventato freddo, instabile e intollerante all'amore.
Ho solo un obiettivo nella mia vita:
Vendetta!
Accosto la moto vicino a delle rocce, le scavalco e mi sfilo le scarpe. Vado sulla battigia e lascio che le onde del mare bagnino la mia pelle.
L'acqua è calda e calma, a differenza del vento gelido che scompone i miei capelli.
Sento vibrare il telefono...questa volta è lei!
♥️ Spazio Antonella ♥️
Ciaoooo ♥️♥️♥️ come state? Scusate l'assenza, sono settimane un po' difficili, per questo sto aggiornando con un po' di ritardo.
Allora? 😁 Vi è piaciuto il capitolo? La nostra Beatrice è un po' infastidita dalle parole di Aron, e io sono d'accordo con lei. 😁♥️
Che vuole Alex???😆😆😆
Brenda sta sempre in mezzo, chissà perché!🧐
Aron inizia ad essere gelosooo.😁♥️
A presto bella genteee ♥️😘♥️😘
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