• Capitolo 1 • "Ciao principessa"

Sono le tre del mattino e non riesco a dormire. Alla fine tra mille pensieri mi addormento.

"Bea sbrigati o perderai il bus" urla mia madre dalla cucina al piano di sotto.

"Si mamma ora scendo" mi sono appena fatta una doccia, metto un paio di jeans chiari, un maglione corto sul rosa cipria e un giubbottino di pelle nero. Lego i capelli in una coda alta, e opto per il mio solito trucco mattutino, ossia un po' di cipria, mascara e rossetto nude. Credo che questo trucco risalti il verde dei miei occhi, ma il vero motivo è un altro...sono pigra.

Scendo in cucina al piano di sotto, dove mi lascio trasportare dal profumo dei pancake e del caffè. Io amo il caffè, rende tutto migliore, specialmente il mio umore.

"Tesoro oggi farò più tardi del solito, non aspettarmi per cena." Il mio sesto senso mi dice che dietro tutto questo c'è un uomo.

Mio padre ci ha lasciate quando ha saputo che la mamma fosse incinta, lei appena sedicenne, lui un ventenne con la testa sballata al posto che sulle spalle, il quale non ci ha pensato due volte ad abbandonarci.

Da quel momento la mamma ha avuto solo qualche frequentazione, ma senza mai lasciarsi andare veramente, perché non li riteneva all'altezza non per sé, ma per me. Per questo motivo mi sento in colpa, perché vorrei tanto vederla felice e non, privarsi della possibilità di trovare l'amore.

Ma lei è così, per me darebbe letteralmente la vita ed io farei lo stesso per lei.

"Okay mami, divertiti con il tuo uomo misterioso e non fare tardi" le faccio l'occhiolino e le lancio un sorrisetto.

La mamma è bellissima, è alta ed ha un fisico curato, va in palestra tre volte a settimana dove trascina anche me. I suoi occhi sono verdi come i miei e ha i capelli castani, le somiglio molto tranne per i capelli che a me sono biondi. È un avvocato, forse questa sua vocazione per la giustizia è dovuta proprio all'abbandono di mio padre. Ammiro molto la sua forza d'animo, lei è il mio idolo.

Alza gli occhi al cielo, ormai immune alle mie battute. "Io vado mamma" con un sorso mando giù il caffè, prendo un pancake e scappo verso la porta d'ingresso.

Appena la richiudo vedo Jenni, l'amica della vita.

Lei c'è sempre stata per me, nei momenti belli e in quelli brutti, quando avevo voglia di ballare tra la gente e quando non avevo voglia di averla intorno. Quando ridevo di gioia e piangevo nei sogni, non ci siamo trovate, ci siamo scelte.

Ha un viso angelico, occhi scuri come la notte e labbra rosate, capelli ricci neri e una carnagione chiara in netto contrasto con il colore dei suoi occhi.

"Bea" urla facendomi inciampare, e mentre mi rialzo noto che il mio pancake ormai è spiaccicato a terra.

"Tutta colpa tua!" Indico il pancake che avrei dovuto mangiare, e che ora si trova inerme al suolo.

"La mattina svegliati prima cicci, ora corri!" Con un cenno fa muovere i miei capelli e mi prende per mano.

Impedite come non mai corriamo verso il bus, che prendiamo per miracolo.

Sediamo ai nostri soliti posti, ossia quelli dietro all'autista, e si, se ve lo state chiedendo sono i nostri soliti posti perché siamo perennemente in ritardo.

E succede sempre per colpa mia, ma questo è un piccolo ed insignificante dettaglio.

"Ragazze anche oggi in perfetto orario?" Ci punzecchia Bob l' autista, un uomo sulla quarantina simpatico e solare. Grazie a me e al mio perenne ritardo, abbiamo instaurato un bellissimo rapporto con lui, ed è bello scambiare due chiacchiere verso il tragitto per arrivare a scuola.

Menomale che sono una ritardataria cronica.

"Indovina un po' chi ha ritardato due minuti in più rispetto alla media?" Mi guarda disperata Jenni.

"Colpa mia!" Alzo le braccia al cielo in segno di resa.

"Se fosse puntale non sarebbe Bea!" e scoppiamo in una fragorosa risata. Arrivati davanti alla nostra fermata scendiamo, e ci incamminiamo verso il cancello principale della nostra scuola, dove frequentiamo l'ultimo anno di liceo.

"Ecco le mie bimbe!" Dice Mark, il terzultimo membro del gruppo.

Mark è matto, con lui il divertimento è assicurato. È buffo e simpatico anche se a primo impatto non si direbbe, ma si sa mai giudicare un libro dalla copertina.

"Mark oggi abbiamo biologia insieme alla prima ora, andiamo o faremo tardi." Jenni mi guarda e scuote la testa.

"Si si" Mark mi guarda ridendo "ragazze oggi niente caffè?"

"Oggi Jenni ha deciso di punirmi perché ho ritardato due minuti in più rispetto alla media" la guardo con occhi dolci.

"Domani sii puntuale e mi pagherai un caffè" ridiamo e salutandoci ci dividiamo. Loro verso biologia, io verso letteratura, una tra le mie materie preferite.

Arrivata in classe siedo al mio banco, e vedo arrivare il buffone della scuola, John. Ci prova con tutte, ha una lista e vuole infilarci dentro anche me con scarsi risultati, visto che ci prova dal secondo anno senza avere un esito positivo.

"Hey White, oggi sei più bella del solito!" Mi guarda dalla testa ai piedi come un cretino.

"E tu più imbecille del solito!" Lo guardo con aria di sfida.

"Un giorno cadrai ai miei piedi signorina White" si morde un labbro.

Lo ignoro, con certa gente non ci si può comportare diversamente.

Finita la lezione torno in corridoio, recupero il libro di filosofia dal mio armadietto, e vado in aula.

Mi siedo affianco a Nicol, una mia compagna di corso, nonché vicepresidente del club di francese. È molto solare, infatti è un piacere condividere il banco con lei.

Dopo aver seguito i vari corsi della giornata torno a casa esausta, mi preparo un panino e studio un po'.

Oggi non mi va di uscire, così accendo il desktop del computer e guardo qualche articolo su Amazon, leggo un paio di recensioni su alcuni libri che vorrei acquistare, e dopo un po' mi viene sonno ma sono solo le sette e trenta di sera.

Spengo il computer e mi fiondo sul letto. Prendo il telefono, apro Instagram e per dare sfogo alla mia vena impicciona spulcio tutte le storie che mi trovo d'avanti. Io ho un account privato, non ho scritto il mio nome e cognome perché sono abbastanza riservata. Manie!

Decido di chiudere tutto è dedicarmi al mio benessere mentale andando a dormire, quando vedo una spia rossa che segnala un messaggio su Instagram.

"Sicuramente sarà uno spam" ormai sono abituata a tutto questo.

" I soliti scassa mobili!"

Le parolacce le lascio per le cose più serie.

Apro e leggo
Messaggi:
Black
"Chi è questo tizio/a?"

Apro il messaggio e leggo:
Black: "Ciao principessa"

Okay è un cretino.

♥️ Spazio Antonella ♥️

Ciao a tutti io sono Antonella, e questa è la prima storia che scrivo. Non sono una scrittrice e questo è solo un modo per esprimermi. Spero di regalarvi qualche piccola emozione, e se così fosse mi piacerebbe sapere anche tramite una stellina o un commento il vostro parere. ♥️

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