26

All'interno della stanza non volava una mosca: nonna Sara aveva preteso persino che le finestre che davano sulla strada fossero sprangate, le tende tirate, tanto che avevano dovuto accendere la luce della cucina, nonostante fosse ancora primo pomeriggio. Il lampadario di vetro colorato pendeva dal soffitto direttamente sul tavolo da pranzo, attorno al quale si erano radunati tutti.

La nonna a capotavola, nonno Filippo subito al suo fianco e, proseguendo dalla destra dell'uomo in poi, sedevano Sebastiano e Lucia, Paola e Marco. 

Al centro del tavolo facevano bella mostra di sé delle candele dalle fiamme un po' troppo tremolanti – vista l'assenza del più piccolo sibilo di fiato o vento. Tutti si tenevano per mano e la maggior parte di loro si scambiavano occhiate incerte e imbarazzate, che culminavano immancabilmente sulla nonna, l'unica con le palpebre serrate e un'espressione seria dipinta in viso. 

Marco sbuffò e l'anziana donna ebbe un piccolo sussulto di irritazione.

-Andiamo!- li incitò lei con tono colmo di rimprovero. -Concentratevi che la cosa è seria- disse e ancora una volta Marco emise un gemito di protesta. -Sento dello scetticismo- sussurrò nonna Sara infastidita, sollevando impercettibilmente la palpebra dell'occhio sinistro per guardare l'uomo e, nello stesso istante, si udì il suono cavernoso emesso da nonno Filippo, che aveva iniziato a russare.

-Io sento... sento...- disse Marco con tono ironico e l'anziana donna si volse verso il marito, picchiandogli una spalla.
-Sono sveglio!- esclamò l'uomo, aprendo gli occhi e slanciandosi in avanti, poggiando le mani sul tavolo. -Gli spiriti hanno parlato?- domandò e non poté fare nulla per celare lo sbadiglio che accompagnò le sue parole.
-Uh! Se tu fossi più presente! Sei l'unico che mi dà corda, non come questi scettici che non capiscono nulla!- protestò sua moglie, risentita nei confronti della sua platea di amici e parenti. 

-Suvvia, Sara- disse Paola, accarezzandole una mano con gentilezza. -Ce l'abbiamo messa tutta per venirle incontro...-
-Invece no! E dobbiamo impegnarci. Che qua la situazione è grave assai!- ribatté la nonna e Marco si scambiò uno sguardo complice con l'amico Sebastiano che, tuttavia, non le passò inosservato.
-Guarda che io ti ho fatto e io ti disfo!- tuonò, puntando un dito accusatore contro il figlio e Sebastiano alzò gli occhi al soffitto.
-Ma, mamma!-
-Uh! Cos'hai?- lo interruppe la donna. -Quindici anni? Cos'è questo ma mamma?- 
-Però... magari questa atmosfera tesa non fa bene agli spiriti- tentò di rabbonirla Lucia, sua nuora. -Dai, mamma, siamo tutti qui e ci siamo prestati a questa cosa...-
-Per il bene di Gennaro e Francesco!- disse il nonno con voce solenne, guadagnandosi uno sguardo riconoscente da parte della moglie.

-In Passione tormentosa ha funzionato benissimo! E i protagonisti si sono innamorati! Ho fatto ricerche, ho studiato! Io sono più intelligente di certo di Carmela María Blanca Gutiérrez de Palma*! Lei ha dovuto provare più volte... infatti ha sbagliato uomo ed è finita a letto con il fratello del migliore amico del suo innamorato! Uh! Ma noi ci riusciamo al primo tentativo, state a vedere!- affermò risoluta la nonna, ma suo figlio si unì all'amico e iniziò a sbuffare. -Ti disfo- sibilò ancora lei e Sebastiano scosse la testa.

-Sì, ma Francesco e Gennaro...- tentò di dire Marco.
-Hanno bisogno di aiuto! Soprattutto Gennaruccio mio ch'è tanto confuso-
-Ma sono pure grandi e vaccinati- borbottò l'uomo e la nonna gli riservò l'ennesima occhiataccia. Nonno Filippo tornò a russare e lei lo scosse bruscamente, di nuovo. 
-Sono sveglio!- poi l'uomo aggrottò la fronte e si massaggiò la spalla che la sua dolce consorte gli aveva picchiato già due volte. -Sarina...- la rimproverò, ma lei lo mise subito a tacere, rivolgendosi agli altri. 

-Dobbiamo aiutarli- ripeté risoluta. 
-E perché lo facciamo qui?- domandò Lucia con un sospiro di rassegnazione.
-Te l'ho già detto, cara. Franceschino è già più preso dalla cosa, dobbiamo convogliare qui lo Spirito dell'Amore di Gennaro- spiegò, accompagnando le proprie parole con il movimento di una mano. 

-Se Francesco è già preso, allora vedrà che i due se la caveranno da soli- disse Paola con un sorriso accondiscendente e nonna Sara aggrottò di nuovo la fronte.
-Certo. Ma noi intanto li aiutiamo-
-Ma loro...-
-Uh!- la interruppe la donna, irata. -Che avete tante cose da farvi perdonare, tutti quanti!- disse, indicando i presenti con un dito, a turno, fermandosi sul marito e scrollandolo un po' per stimolarlo a restare sveglio.
-Io ho rinunciato pure al mio riposino pomeridiano- bofonchiò nonno Filippo, incrociando le braccia sulla sua prominente pancia, reggendosi una guancia – morbida e cadente a causa dell'età – con una mano.

-È vero che abbiamo sbagliato con i ragazzi- sospirò Paola, passandosi una mano tra i folti capelli castani, lasciandosi andare contro lo schienale della sedia, stando attenta a non schiacciarsi la lunga chioma. 
-Non potevamo mica immaginare...- tentò di dire Marco e l'ennesimo sguardo assassino di nonna Sara lo spinse ad allentarsi il nodo della cravatta, grigia a righe bianche, facendogli abbassare anche gli occhi sulla superficie del tavolo, mentre il suo colorito pallido sfumava in un rosa acceso – dopotutto, la facilità con cui arrossiva, Francesco l'aveva ereditata proprio da suo padre che, come il figlio, si malediva per quella sua peculiarità, dato che spesso non gli era stata granché di aiuto durante le arringhe in tribunale. -Erano solo due ragazzini- borbottò, fissando l'anziana donna di sottecchi e lei rispose picchiettando le unghie di una mano sul tavolo.

-Marco ha ragione, mamma- si intromise Sebastiano, poggiando un gomito sul tavolo e protendendosi verso di lei. I suoi occhi scuri saettarono per la stanza, mentre iniziava a sudare un po', nonostante non facesse affatto caldo. Aveva finito per avvicinarsi alle candele e sbuffò un po' più forte nel – non – velato tentativo di spegnerle; tuttavia, le fiamme oscillarono appena, ma rimasero brillanti e brucianti. -Erano ragazzini-

-Già- convenne Lucia. -Vero che Gennaro non ci stava bene per questa situazione, ma poi ha deciso di andare via. Abbiamo pensato che, se davvero fosse stato innamorato di Francesco, avrebbe lottato di più per lui-
-Esatto! Quello che dicevo io a Francesco- esclamò Marco, guadagnandosi uno sguardo diffidente e sorpreso da parte dell'amico. -Dal nostro punto di vista, sia chiaro- specificò nel tentativo di evitare fraintendimenti e di concludere quell'incontro con una rissa. -Quando Francesco ci disse di avere una cotta per Gennaro da tempo, gli abbiamo fatto notare che se lo avesse amato davvero si sarebbe già fatto avanti prima che Gennaro si trasferisse a Bologna- disse l'uomo e sua moglie annuì. 

-Uh!- urlò nonna Sara, facendo sussultare il marito – che sì, si era appisolato di nuovo – davvero furiosa con i presenti. -Siete peggio di una sceneggiatura scritta male! 'Sti poveri ragazzi vengono graziati dalle vostre "larghe vedute" e poi vi rivelate persone che si rapportano all'amore come dei ragazzini! Dove sta scritto che tutto deve essere lineare, ogni battuta prestabilita, ogni scena già scritta?-
-Ma, mamma...-
-Sebastia'- lo interruppe la donna con sguardo eloquente.
-Però, sul serio, mamma! Sono cresciuti insieme. Sono sempre stati insieme e hanno sempre condiviso tutto. Puoi anche comprendere che il dubbio c'è venuto che avessero frainteso i loro sentimenti. Erano ragazzini-
-Sono bambini pure adesso e stanno lottando con le paranoie che in testa gli avete messo voi- ribatté nonna Sara e i presenti incominciarono a sentirsi a disagio, accusando il colpo delle sue parole.

-Messa così...- mormorò Paola con rammarico e fece una carezza al marito, lasciando scorrere le dita tra i suoi capelli brizzolati, poi tornò a fissare la donna, puntandole addosso i suoi occhi azzurri, mentre Marco le stringeva la mano sinistra tra le proprie. -Abbiamo esagerato, vero. Però stavamo solo cercando di proteggerli-
-Paola ha ragione, mamma. Noi tutti li abbiamo sempre accettati e supportati in tutto-
-Siete i genitori: non ci si aspettava nulla di meno da voi- disse nonno Filippo all'improvviso, ormai del tutto sveglio. Aveva captato le ultime parole della conversazione e ogni volta che si finiva per toccare quel punto scattava come una molla. -Non vi meritate un encomio perché avete accettato i vostri figli. E, soprattutto, questo non avrebbe dovuto convincervi a complicare loro la vita in altri modi- 

-Va bene. Quindi...- disse Sebastiano, sentendosi un po' in imbarazzo, scostando una ciocca di capelli dal viso della moglie, in cerca dei suoi occhi, in cerca del suo sostegno. 
-Quindi adesso fate tutto quello che dico io, che ne so molto più di voi tutti messi insieme, sui vostri ragazzi e c'ho pure l'appoggio degli altri nonni, pace alle loro anime- disse nonna Sara e protese le mani, intenzionata a riprendere la sua seduta, in cerca dello Spirito dell'Amore, esattamente da dove si erano interrotti. 

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*NdA: ogni riferimento a fatti e personaggi di telenovela esistenti è puramente casuale. Preciso che nessuna telenovela è stata maltrattata durante la stesura di questo capitolo. ❤

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