11
-Dove stanno le raviole?- chiese Gennaro, dopo essere uscito dalla sua stanza. Aveva passato l'intero pomeriggio a dormire e si sentiva rigenerato: probabilmente era tutto merito della comodità del suo letto.
"E Francesco non ha nemmeno acceso lo stereo..." dedusse, altrimenti era certo che – colpo in testa o meno – lo avrebbe sentito e si sarebbe svegliato molto prima, "Premuroso da parte sua".
-Le che?!- domandò di rimando l'amico, sollevando gli occhi dallo schermo del PC. Gennaro lo raggiunse nel soggiorno e sedette al suo fianco, sbirciando il portatile. -Sto cercando lavoro, non mi disturbare- lo ammonì l'altro, socchiudendo l'apparecchio con una mano.
-Prima dimmi dove sono le raviole. Ho fame-
-Non ho idea di che siano-
-I biscotti della signora Costanza. Prima del tuo trasferimento me le faceva spesso, te l'ho detto che era gentile-
-Ah! Si chiamano così! Buonissime!- esclamò Francesco con espressione serafica. -Le ho mangiate- aggiunse e l'altro gli rivolse un'occhiataccia.
-Non me ne hai lasciata nemmeno una?- gli chiese, fissandolo con apparente ostilità, e Francesco sollevò le sopracciglia, alzò gli occhi al soffitto e iniziò a picchiettarsi il mento con un dito.
-Te ne avevo messe da parte un paio- disse, riportando lo sguardo su di lui, prima di sorridergli ancora. -Ma non ricordo dove le ho messe!- esclamò sprezzante, e riaprì il PC, tornando a scorrere gli annunci online, ignorandolo apertamente.
Gennaro sbuffò e gli rivolse uno sguardo in tralice. Il suo piano stava incominciando a ritorcerglisi contro, nonostante dalla sua attuazione non fosse passato nemmeno un giorno.
Non poteva nemmeno ribattere con una battuta del tipo: -Io ho perso davvero la memoria, cretino-
Innanzitutto, perché non era vero e lui non era uno spergiuro fino a quel punto.
In secondo luogo immaginava che, se gli avesse dato del cretino, di certo Francesco si sarebbe arrabbiato ancora di più.
"Ma quindi mi crede oppure mi sta tenendo il gioco?" si domandò e beccò un suo sguardo di sottecchi, ma poi l'amico si accorse di essere stato scoperto e riportò la propria attenzione sullo schermo del portatile.
Gennaro si alzò e iniziò a cercare in giro le raviole, aprendo le ante dei mobiletti della credenza in soggiorno con troppa enfasi. Poi si spostò in cucina e anche lì non si impose di essere più delicato nei propri movimenti.
-Ma la smetti! Sto cercando di concentrarmi!- tuonò Francesco e l'altro fece capolino dalla stanza accanto, incrociando le braccia sul petto e poggiando una spalla contro lo stipite della porta che separava i due ambienti. Il suo volto si illuminò di un'espressione trionfale, mentre le labbra gli si incurvavano in un sardonico sorriso.
Francesco comprese di essere caduto nel suo tranello e si sentì arrossire; si morse la punta della lingua e poi sbuffò sconfitto, indicando con un dito il balconcino alle proprie spalle.
-Sei pazzo!- esclamò Gennaro. -Le hai buttate fuori?-
-Ma il colpo in testa l'hai preso davvero forte!- protestò Francesco. -Ti pare che le buttavo di sotto? Al massimo me le buttavo tutte in pancia-
L'amico preferì tacere e uscì in balcone, rabbrividendo subito a causa dello sbalzo di temperatura. Trovò il contenitore su una sedia, vicino l'anta destra della portafinestra, lo recuperò e tornò in soggiorno.
-Accendi il riscaldamento- disse, continuando a tremare un po' e Francesco – forse sentendosi in colpa – si mosse senza protestare. Gennaro aprì il contenitore, trovando soltanto due biscotti. In quel momento l'altro tornò nella stanza e lesse la sua espressione delusa. Iniziò a sghignazzare mentre gli si faceva vicino.
-La signora Costanza mi ha detto che devo dartele da mangiare- disse con voce suadente e Gennaro sussultò. Francesco recuperò un biscotto e glielo avvicinò alle labbra, muovendosi come a rallentatore; proprio quando l'amico schiuse le labbra per accogliere il dolce, il giovane ritirò lesto la mano e lo baciò.
Quando si allontanò da lui, si mise il biscotto in bocca e accostò il viso al suo. Gennaro, allibito dal suo comportamento, lo fissò sentendo la testa completamente vuota. Non sapeva cosa fare né dire e si limitava a guardare l'altro che attendeva ancora con il biscotto stretto tra le labbra. Richiuse la bocca e deglutì sonoramente.
-Che intenzioni hai?- sussurrò e l'amico si liberò del dolce per potergli rispondere, oscillando la mano che reggeva il biscotto davanti ai suoi occhi.
-Te l'ho detto: io ti conquisterò- soffiò sulle sue labbra e Gennaro accolse il secondo bacio, quella volta cedendo del tutto. Chiuse gli occhi e si lasciò trasportare, anche se non poteva toccarlo, dato che reggeva ancora il contenitore tra le mani, ma si accorse presto che nemmeno Francesco lo stava abbracciando.
L'amico si staccò di colpo da lui, rischiando di fargli mordere la lingua e poi gli infilò il biscotto in bocca, attentando pure alla sua respirazione.
-Tu sei pazzo!- bofonchiò Gennaro, masticando velocemente, e Francesco rise di gusto.
-Pazzo di te!- esclamò.
-Sul serio?- gli chiese e deglutì sonoramente mentre l'altro distoglieva gli occhi da lui e tornava a prendere posto davanti al portatile, dandogli le spalle.
Gennaro posò il contenitore sul tavolo, vicino a una mano dell'amico, sfiorandogli accidentalmente il dorso della stessa con due dita. Francesco rabbrividì e serrò la mascella e l'altro accostò le labbra a un suo orecchio, protendendosi verso di lui.
-E Raffaele?- gli chiese in un sussurro.
Francesco sbarrò gli occhi e il cuore iniziò a battergli più velocemente.
-Stai facendo finta di avermi dimenticato- disse con rabbia, senza distogliere lo sguardo dallo schermo del PC, anche se non fu più in grado di afferrare il senso di quello che stava vedendo.
-Lo pensi davvero?- gli domandò di rimando Gennaro.
-Non lo so... Non ho nessuna certezza-
-Quindi non sai nemmeno se vuoi davvero conquistarmi oppure no? Sei pazzo di me oppure no?-
-Sono confuso- ammise Francesco con un sospiro, assumendo un'espressione sconfitta.
Gennaro annuì e si allontanò da lui, ma l'altro scattò in piedi e lo strinse a sé, poggiando la fronte al centro delle sue spalle.
-Raffaele ti ha lasciato e tu stai solo cercando qualcuno con il quale sostituirlo, per non stare da solo- disse il giovane con tono d'accusa e gli strinse i polsi nelle proprie mani, sciogliendo la sua presa su di sé.
-Ti sei preso la mia prima volta- sussurrò Francesco e l'altro si fece sfuggire una risata amara.
-Questo lo dici tu. Io non lo ricordo...-
-Lo stai facendo apposta!- lo interruppe l'amico.
-E non è meglio per te? Raffaele è tornato, no? Anche se fosse successo qualcosa tra di noi... meglio dimenticarlo! Così puoi tornatene da lui con la coscienza pulita!-
-Perché mi stai trattando così?- gli chiese Francesco, allibito e senza fiato a causa dello shock e l'altro distolse lo sguardo da lui, mordendosi un labbro.
-Che c'hai fatto con Raffaele?- gli domandò alla fine, fissandolo di sottecchi, e Francesco intuì perché l'amico sembrava avercela tanto con lui.
-Credi che sia stato a letto con lui mentre tu eri in ospedale?- e, mentre gli poneva quella domanda, allungò una mano verso di lui, accarezzandogli con gentilezza un braccio.
-Ti sei lasciato con Raffaele? No, l'ha fatto lui con te e tu sei ancora innamorato di lui. Adesso è tornato e... sicuro vi rimetterete insieme. È più facile aggiustare una cosa che va avanti da anni, che ricominciare da zero e senza alcuna sicurezza. E poi noi siamo amici...-
-E tu hai perso la memoria, sì- disse Francesco con tono ironico, ritirando la mano, ferito dalle sue parole. -E mi reputi così stupido e immaturo. Sai... a differenza tua, io mi ricordo tutto. Hai cambiato idea su di noi, vuoi che torni con Raffaele? Speraci! Ma io non lo farò!- urlò e lo afferrò per le spalle, scuotendolo un po'.
-Perché tu hai amato me l'altra notte e io rivoglio quello! Voglio te e basta, chiaro?! Mi stai mettendo alla prova? Come vuoi tu, Genna'! Fammi tutto quello che vuoi!- tirò il fiato e nascose il viso contro il suo petto, mentre l'altro sembrò restare impassibile. -Ma non farmi troppo male, per favore, perché... a differenza di Raffaele, tu sai benissimo come fare per spezzarmi il cuore-
-Infatti. E lo stesso vale per te- sibilò l'amico, allontanandosi da lui e Francesco rabbrividì. -Sicuro di ricordarti tutto?- gli domandò, infine, Gennaro, prima di tornare a chiudersi nella sua stanza.
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