capitolo 24
Tenevo la mano di Jude stretta nella mia, mentre camminavamo sulla strada di ritorno.
Il sole tramontava dietro le colline, mentre le nostre ombre si facevano sempre più lunghe davanti a noi.
Jude: allora? Sei felice?
Annuisco, sorridendo.
Io: sì! Ho fatto pace con Celia e Silvia, le mie migliori amiche, Mark ed Axel stanno bene, mio padre non mi odia più e tu sei qui accanto a me. Sembra come se nulla possa andare storto.
Già. Era come se avessi appena trovato il mio happy ending....
Vero che ancora dovevo prendere le pasticche ed aspettare la visita per sapere se ero malata o no.
Ma non ci davo peso...
Come sbagliavo a pensare così...
Quanto ero stupida nel sottovalutare qualcosa di più grande di me...
A metà della strada di ritorno, Jude mi saluta, andando a casa sua, dicendo che aveva un impegno.
Quindi ritorno a casa da sola e, approfittando del fatto che Jude non c'era, prendo subito quella maledetta pastiglia per poi andare a mangiare.
Colazione, pranzo e cena...
Tre volte al giorno, sette giorni su sette.
Mancava ancora una settimana e poi avrei fatto un altro controllo e sicuramente i medici mi avrebbero detto:
"Puoi smettere con questa pastiglia, non sei malata."
Già.
Tutto filava alla perfezione. O almeno così sarebbe successo dopo la visita...
Ma la vita reale non è come i sogni, non tutto fila sempre liscio...
Era una sera come tante, stavo cenando con mio padre, da sola.
Jude si era preso un impegno con sua sorella.
Per colpa della nostra litigata, non si sono frequentati molto, quindi gli ho detto io di andare a cena da lei, tanto per stare insieme.
Così io sono rimasta a casa con mio padre.
Ray: allora? Non mi hai racconatato come è andata con Celia e Silvia.
Soffio sul cucchiaio con dentro il liquido e la carne del ramen e butto giù quel pezzetto, sentendo il sapore delizioso di quel piatto.
Io: è andato tutto bene... con Silvia abbiamo fatto pace subito, mentre con Celia... è stato più complicato.
Annuisce, bevendo del vino dal calice che usava sempre la sera.
Io ritorno silenziosa, concentrando la mia attenzione sul mio piatto.
Era da un po' di giorni che avevo molto appettito...
Secondo mio padre, era un effetto collaterale dovuto al fatto che il mio corpo assumeva una medicina nuova e molto spesso, da poco tempo.
Ray: pronta per dopodomani?
Bevo un sorso del liquido del ramen, tirando subito fuori la lingua.
Io: brucia...
E bevo un gocciolo d'acqua.
Quando sento di nuovo la lingua normale, mi concentro su mio padre e sul fatto che attendeva una risposta.
Io: sì. Non ho voglia di fare un analisi, però ne varrà la pena: almeno avremo la conferma che non ho nessuna malattia!
Sorrido a mio padre, vedendo le sue labbra allargarsi di poco.
Appena finito il mio piatto, mi alzo e lo porto in cucina, ma mentre mi trovavo nella porta che connetteva la sala da pranzo e la cucina, mi blocco.
Un senso di vertigini mi cala addosso e la vista si fa scura un attimo...
A un certo punto, sento lo stomaco inziare a girare come se fosse una trottola.
La voce di mio padre attira la mia attenzione.
Ray: tutto bene, Annabelle?
Giro la testa, sentendo le gocce di sudore cadermi dai capelli.
Annuisco, mostrando un sorriso falso, che più falso non esiste.
Tutto succede in un lampo: tutta la cena mi torna in su, le mie mani cedono e i piatti cadono a terra, facendo un baccano immenso.
Corro fuori dalla sala, tenendo le mani sulla bocca, andando nel bagno situato accanto alle scale.
Spalanco la porta, sbattendola contro il muro, ed appoggio le mani sul water.
Posiziono la testa sopra il buco della tazza.
Potete immaginare cosa successe...
Sento i passi di mio padre che si avvicinano alla velocità che gli può concedere il suo corpo.
Si ferma sulla porta e, dopo un attimo di indugio, entra in bagno.
Sento la sua mano posarsi sulla mia spalla.
Quando mi rialzo, mi accompagna al lavadino e mi aiuta a lavarmi la faccia.
Sento gli occhi farsi pesanti, poi tutti i colori davanti a me spariscono, facendo spazio al nero...
Sento le mie gambe cedere, non riuscendo a reggere più il peso del mio corpo.
Tutto si fa buio, i rumori spariscono, accompagnati dall'ultima cosa che sento: la voce di mio padre che urla il mio nome...
Freddo... sento freddo...
Apro gli occhi, sentendo la mano di mio padre che strigneva la mia...
Avevo la vista appannata...
Distinguevo di poco il camice bianco degli infermieri...
Il rumore delle sirene di un ambulanza mi arrivava ovattato, coperto dal mio fiatone.
Ray: Annabelle, resisti!
Guardo mio padre, vedendo delle piccole lacrime scendere sotto gli occhiali.
Poi di nuovo buio...
Adesso dove sono?
Sto correndo?
No, mi stanno trasportando sopra una barella...
Avevo due dottori ai lati e stavano entrando in una stanza...
Perchè?
Sento la voce di mio padre e... quella di Jude?
Che ci fa qui?
Ma dove sono "qui"?
E di nuovo mi addormento.
[...]
Bi-bip... bi-bip... bi-bip...
Un rumore insopportabile e continuo mi arriva all'orecchio.
Sento il mio cuore andare al ritmo della macchina al mio fianco...
Provo a respirare col naso, ma sento qualcosa che mi blocca, come una mascherina...
Apro un attimo gli occhi e la prima cosa che vedo è il bianco sopra di me.
Guardo più in basso, vedendo una maschera che da aria.
Mi guardo un attimo attorno e alla mia sinistra noto una sedia vuota.
La porta dietro era socchiusa e sentivo delle voci provenire da lì...
Avevo il fiatone e respiravo lentamente...
Le orecchie non si sforzavano di voelr capire cosa dicevano quelli fuori.
Sento le palpebre farsi pesanti e, proprio mentre stavo per riaddormentarmi, sento delle voci...
Cosa hanno detto?
???: America?
???: stanno facendo delle cure per quella malattia...
???: Annabelle non andrà in America!
Dei passi davanti al mio letto aumentano la mia curiosità e così mi sforzo di riaprire gli occhi, magari avrei capito altro di quella conversazione.
Jude stava facendo avanti e indietro e si stava torturando le mani.
Sulla sedia c'era mia padre che si stava nascondendo la faccia tra le mani...
Mark e Axel erano accasciati a terra, in un angolo della stanza, mentre Celia e Silvia rimanevano alla porta, non muovendosi di un millimetro.
Provo ad aprire bocca, ma non ci riesco, sentendo di nuovo quella maschera a bloccarmi la bocca...
Cosa stava succedendo?
Perchè quella scena mi ricordava il mio sogno con mia madre...?
Angolo autrici
Ehilà!
Oggi non sclereremo più di tanto perchè ci lanceremo nello scrivere il prossimo capitolo, che (dovrebbe essere) più lungo rispetto ad altri.
Perchè?
Perchè si tratterà dell'ultimo capitolo di questa storia.
Ci scusiamo se non abbiamo postato prima questo capitolo ma non ci convinceva più di tanto.
Volevano renderlo succoso, interessante...
Abbiamo pensato di saltare i giorni precedenti a questo episodio, perchè non sarebbe successo nulla. Annabelle avrebbe solamente passato i giorni come una persona normale...
Informazioni.
Le parti scritte così sono quelle che vede Annabelle mentre è svenuta.
Si vede motlo spesso nei film e negli anime, quando una persona sviene e mostrano alcuni momenti in cui apre gli occhi e si trova in luoghi diversi.
Scritto è un po' più difficile dare l'idea, ma spero di esserci riuscita.
Detto ciò...
Yotobi: cos'è questa serietà? Basta! Mamma mia, mi sembra di essere ad un funerale! Dicci qualche battuta. Qualcuno appaia all'improvvisio... Cercasi divertimento!
Mestolo: ma ha detto che non dovevamo sclerare? .-.
Yotobi: chissene!
Io ;-; Basta, ho capito! Vado via!
Yotobi: mah- ;-; boh.
*il sipario si chiude*
Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto~
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