capitolo 22

Arriviamo a casa di Celia e Jude mi guarda negli occhi.
Annuisco, prendendo fiducia in me stessa.
Avrei affrontato la mia migliore amica, avrei sopportato tutti i suoi urli contor di me...
Dovevo farlo, dopottutto sono stata io che lo spinta fra le braccia di Dake, in un certo senso.
Perchè non ho ascoltato Jude, allora?
Forse non sarebbe successo nulla... anche se...
Fisso la schiena di Jude, che stava andando a suonare il campanello.
Anche se, quello che è accaduto, ci ha unito di più.
Il campanello suona e sentiamo un rumore sordo, prodotto da quest'ultimo.
Dei passi al di là della porta, poi la porta si apre.
Una figura esile si mostra davanti a noi.
Aveva capelli verde scuro ed occhi dello stesso colore.
Si porta una mano davanti alla bocca, sorpresa.
La riconosco subito ed il mio cuore si stringe a vederla.
Ero così felice che una lacrima cade giù dal mio occhio...
Io: Silvia...
Silvia: oh, Annabelle...
Esce di casa con le scarpe e mi si fionda addosso, lanciando le braccia al mio collo.
Io la stringo dalla schiena.
La sento singhiozzare.
Appoggio la testa sulla sua spalla e lo stesso fa lei.
Silvia: ho avuto paura... ho pensato che non fossi più nostra amica...
Io: no, vi voglio e vi vorrò sempre bene.
Si stacca, asciugandosi con una mano le lacrime.
Sentiamo dei passi provenienti dall'interno della casa, poi una voce a me fin troppo familiare fa capolino dalla porta.
Aveva gli occhiali sopra la chioma blu e vedo benissimo gli occhii grigi ingrandirsi del tutto.
Mi fissa un attimo, poi sposta lo sguardo su suo fratello.
Jude: Celia.
Celia esce di casa ed abbraccia il fratello.
Silvia ci invita ad entrare in casa e noi accettiamo, senza dire nulla.
Cerco di chiamare Celia, ma la vedo darmi le spalle ed entrare prima di tutti in casa.
Silvia ci accompagna in salotto e ci fa sedere al tavolino di vetro per terra, adatto a quattro persone.
Mi siedo accanto a Jude e Silvia si mette accanto a me, lasciando il posto di fronte a Celia.
Silvia: cosa avete fatto in questi giorni?
Silvia unisce le mani davanti alla faccia e ci fissa.
Io: nulla di che...
Dico abbassando lo sguardo.
Non volevo tirare fuori il discorso dell'ospedale... non volevo farle preoccupare.
Jude mi stringe la mano, sotto il tavolo ed io alzo lo sguardo verso di lui.
Prendo un respiro e ritorno a fissare Silvia.
Io: in realtà... ecco... qualcosa è successo.
La faccia di Silvia diventa subito curiosa e mette le mani sopra il tavolo, avvicinando la faccia alla mia.
Silvia: cosa, cosa?
La guardo, distogliendo i miei occhi dai suoi.
Io: devi sapere che...
Jude: glielo dico io?
Jude mi interrompe al momento giusto ed io lo fisso, stringendo la presa sulla sua mano.
Annuisco.
Jude: vedi Silvia... Annabelle non vuole che tu ti preoccupi per lei, per questo non sa come dirtelo...
La mia amica si porta una mano sulla bocca, formando un espressione veramente preoccupata.
Silvia: così mi spaventate... cos'è successo?
Jude: Annabelle ha avuto un calo di zuccheri ed è finita in ospedale.
Subito Silvia si alza dalla sua postazione e mi fissa.
Mi si lancia addosso e nasconde il suo viso nel mio petto.
Silvia: scusami amica mia...
Dice lei, lasciandosi andare ad un pianto, che anche prima è stato represso.
Gli massaggio la schiena, scuotendo la testa,
Io: non devi scusarti di nulla. Era solo un calo di zuccheri... non ti devi preoccupare.
Mi fissa, asciugandosi gli occhi con le maniche della maglia.
Annuisce.
Silvia: ora stai meglio vero?
Stavolta sono io ad annuire, sorridendo per tranquillizzarla.
In quel momento, la porta si apre, mostrando l'altra mia amica.
Aveva in mano un vassoio con sopra del thè e qualche biscotto.
Si avvicina al tavolo ed appoggia il vassoio per terra, prendendo poi il piattino sotto le tazzine e mettendone una davanti ad ognuno.
Mette i biscotti al centro, sotto un tovagliolino e si rialza, col vassoio sotto braccio.
Torna in cucina, senza dire una parola.
Ognuno di noi fissa la propria tazza con il liquido dentro, che fumava.
Jude è il primo a prendere un biscotto e inzupparlo dentro, mangiandolo subito dopo.
Celia ritorna dalla cucina con quattro cucchiaini in mano.
Si siede e ne passa uno ad ognuno di noi.
Celia: li avevo dimenticati...
Dice.
Sentire la sua voce mi commuove: era da tanti giorni che non la sentivo e mi era mancata.
Era calda e tranquilla... proprio come la ricordavo.
Silvia: Celia... lo sai che Annabelle ha avuto un calo di zuccheri ed è finita in ospedale?
Mi fissa un attimo negli occhi, distogliendo subito dopo lo sguardo.
Inizio a sorseggiare il thè, quando lei pronuncia una frase in sottovoce.
Celia: lo sapevo...
Silvia subito si agita, fissandola quasi arrabbiata.
Silvia: tu lo sapevi e non me l'hai detto?
Guarda la nostra amica dai capelli verdi ed annuisce.
Celia: mi ha mandato un messaggio Axel, ma l'ho ignorato. Ero ancora delusa ed arrabbiata.
"Ero..."?
Io: hai detto "ero"? Quindi ora non lo sei più?
Chiedo io, introducendomi nel loro discorso.
Celia alza lo sguardo verso di me, per poi alzarsi da terra e darci le spalle.
Celia: ho detto "ero"... ma ciò non elimina il fatto che lo sia ancora...
E se ne va, lasciandoci lì da soli...
Silvia: scusala... il fatto l'ha veramente sconvolta. Scometto che non voleva dire quelle cose...
Dice Silvia, guardandomi.
Abbasso il viso, stringendo la mia gonna fra le mani, sentendo le lacrime voler uscire.
Silvia: a volte è difficile ammettere di aver sbagliato...

Angolo autrici
Io: felici?
Yotobi; abbiamo aggiornato subito :D
Io: che brave che siamo eh?
Coscienza: state zitte, va. Tutte le volte che avete fatto aspettare i vostri lettori... Questo non vi può scusare.
Io: *sospira* è vero.
Yotobi: non deprimiamoci e diamo supporto alla nostra amica Annabelle.
Io: già!
Coscienza: gne gne... State zitte.
Io e Yotobi: ma stai zitta tu!
Arrivederci!

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