capitolo 20

P.s. la malattia citata in questa storia è inventata. Pensata e messa a punto dalla persona più stupida al mondo: io, Mondomanga. (se qualcuno si intende di medicina, scusatemi ma io non ne so nulla.)
Buona lettura.

Mio padre abbassa il capo alla mia frase.
Non so se è questo che intendeva mia madre...
Mi ha chiesto scusa e così ho pensato che si scusasse perchè mi ha attaccato la malattia. La sua.
Però... non lo so... sono deduzioni. Ho il cervello quasi spento, quindi può darsi che significhi qualcos'altro...
Ray: una specie, sì...
Sussurra, come a non voler farsi sentire.
Io: in che senso "una specie"?
Sospira. Un sopsiro lento, per cercare di calamarsi ed affrontare questo discorso che anche a lui fa male.
Ray: tua madre aveva uno strano problema... una malattia scoperta da poco, è quello che mi hanno detto i dottori.
Alza la testa verso di me e noto i suoi occhi: erano tristi.
Ray Dark, tutti pensano che non provi sentimenti ma non è così: ha amato mia madre, ama me, diventa triste se mi succede qualcosa, si arrabbia se mi fanno soffrire.
Prova le cose che un normale essere umano sente nel cuore.
Però le nasconde, devi saperle cercare. Avere pazienza.
Ray: Annabelle... mi dispiace. Quando sei nata avevi gli stessi sintomi che aveva tua madre... però sono smessi e non ci abbiamo più pensato.
Non dico, non lo incito a continuare per paura... sento che quello che mi dirà sarà qualcosa che mi cambierà la vita.
Ray: mentre dormivi... i dottori ti hanno fatto delle analisi e hanno riscontrato questo batterio.
Stringo le coperte che mi coprivano le gambe.
Il mio respiro inizia a farsi irregolare ed il mio cuore inizia a battere molto più veloce... Paura.
La macchina accanto a me continua con i suoi "biip", ma aumentandone il ritmo.
Ray: per fortuna non è grave... a quanto pare, in America, stanno conducendo degli studi per trovare la cura, ma...
Io: io in America non ci vado!
Lo stoppo, urlando quella frase, girando lo sguardo verso di lui.
Stringo ancora di più le coperte ed il mio corpo si irrigidisce.
Non voglio lasciare il Giappone... non voglio andarmene da qui, ci sono troppe cose... troppe persone.
Jude...
Mark, Axel...
Silvia e Celia, le mie due migliori amiche, che anche se abbiamo litigato, considererò tali. Voglio chiarire con loro.
E poi... non voglio lasciare mio padre... non ora che ho promesso alla mamma di stargli accanto.
Ray: Annabelle...
Io: non mi interessa! Io non ci vado... non voglio... voglio stare con voi!
Per poco non facevo scendere le lacrime.
Mio padre mi abbraccia, mettendo le mani nei miei capelli e permettendo alla mia testa di attaccarsi alla sua spalla.
Nascondo lì tutto il mio viso, singhiozzando.
Mi massaggia la schiena e cerca di calmarmi.
Ray: tranquilla... per ora non è certo... ti daranno delle pasticche e dovrai fare dei controlli...
Sospiro.
Mi stacco e lo guardo in faccia: era stravolto. Anche a lui non piaceva quest'idea di lasciarmi andare.
Mi mette la mani sulle spalle e cerca di sorridermi, provando a fare un sorriso rassicurante.
Ray: tranquilla, piccola mia. Ti aiuterò... non permetterò a questa malattia di portarti via da me.
Avvicina la sua fronte alla mia.
Le sue mani mi circondavano la testa ed io lo stringevo dalle spalle.
Mi fissa negli occhi ed io osservo il mio riflesso nei suoi occhiali neri.
Ray: sei l'unica mia ragione di vita... non te ne andrai così facilmente.
Sorrido.
Mio padre... gli voglio troppo bene. Non mi interessa come mi trattava prima... io lo voglio così.
Mi lancio tra le sue braccia e lo stringo forte.
Io: cos'è questa storia? Hai detto che non è sicuro vero?
Annuisce ed io mi stacco.
Io: allora spera che io non ce l'abbia questa malattia.
E rido. Anche lui mi segue e mi riabbraccia.
Già... mio padre, Jude... i miei amici.
Non posso morire, devo stare con loro. Io non ho questa malattia, sarà sicuramente un errore del computer.
O almeno, ci spero...
Prendo il suo polso e poi stringo con il mio mignolo il suo, stringendolo.
Io: giuro che staremo insieme, papà... non ti lascerò solo, lo prometto.
Sorrido: un sorriso alla Mark, con tutti i denti di fuori e gli occhi chiusi.
Quelli che ti riempono il cuore di gioia.
Io: ora però... dimmi come funziona questa malattia.
Annuisce un attimo e si stacca.
Ray: a quanto pare, basandosi su quello che so, la malattia da cali di zucchero. A volte possono capitare grandi mal di testa oppure della stanchezza.
Abbassa lo sguardo, trovando improvvisamente molto interessanti i suoi piedi.
Ray: o almeno, ciò è quello che capitava a tua madre... Secondo i dottori, il batterio l'ha preso da qualche parte, in un paese tipo l'Africa.
Annuisco.
Io: la mamma adorava viaggiare...
Mio padre stava per ricominciare a parlare, quando una voce ci fa bloccare tutti e due.
Mark: avete finito? Mi scusi, signor Dark, ma anche noi vorremmo parlare con Annabelle.
Dice Mark, apparendo da dietro la porta.
Aveva il broncio e questa cosa mi fa scoppiare a ridere.
Mio padre si alza e fa cenno di avvicinarsi, così lui esegue, dopo aver fatto cenno ad Axel e Jude di entrare.
Jude, Axel e Mark si avvicinano e iniziano a raccontare un sacco di roba, soprattutto Mark.
Li seguo parlate, a volte annuendo, altre ascoltando e basta.
Qualche volta lancio delle occhiate a mio padre, che ci fissa dalla porta, immobile.

Angolo autrici
Io: HOLA. Come ho spiegato all'inizio, la malattia è inventata. Ho scritto le prime cose che mi sono venute in mente. Non avrà un nome, penso.
Yotobi: comunque, grazie per il vostro sostegno. Speriamo che la storia vi piaccia.
Io: I BELIEVE I CAN FLY.
Yotobi: taci.
Io: AIZAWA!
Yotobi; *sospira* che problemi hai?
Io: tantiii!
Yotobi: scusatela.
Io: *canticchia*
Yotobi; arrivederci a tutti.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top