capitolo 19
Ero... Ero morta.
Le lacrime iniziano a scendere e giro la testa verso mia madre, anche lei triste.
Io: no.. Non voglio morire.
Yumi: puoi scegliere cosa fare, tesoro mio... Vieni con me, o resti accanto a lui? Lo sai... Senza di te sarà disperato.
Mi fa un dolce sorriso, che nasconde della tristezza.
Sapevo che parlava di mio padre...
Lei lo aveva lasciato da solo, con una bambina da accudire. Si sentiva in colpa.
Io: mamma... Io... Voglio stare con papà... Poi, devo fare delle cose...
Mi mette un dito davanti alla bocca e mi abbraccia, facendomi appoggiare la testa nell'incavo del suo collo.
Yumi: torna indietro e vivi la vita finché puoi, tesoro... Ricorda che sarò sempre con te...
Mi indica il petto con un dito, poi si stacca e si allontana, salutandomi con la mano.
La luce sparisce lentamente, portandosi dietro mia madre.
Si gira di spalle, poi mi guarda per un'ultima volta, con una lacrima che scendeva a rovinare quel suo fantastico sorriso. Pronuncia qualcosa, qualcosa che non comprendo... non subito.
Allungo la mano ed inizio a correre verso di lei...
Io: mamma... Mamma!
Ma sparisce... Sparisce davanti alla mia mano...
Io: non piangere mamma...
Le lacrime mi rigano il volto... anche se volevo dirlo a lei, io piangevo.
Non sono forte, non come lei...
Il buio ritorna attorno a me ed io mi accuccio di nuovo, poggiando la testa sulle ginocchia.
Silenzio e buio... Solo quello. Ero di nuovo sola... Sola con me stessa...
Poi, un'altra luce appare...
Una mano...
Una mano davanti a me.
Non vedevo il volto della persona a cui apparteneva ma sentivo del calore... qualcosa che mi fece battere il cuore all'impazzata.
Lentamente la afferro...
Tutto si illumina, il buio viene sconfitto e la luce di quella persona invade tutto.
Piano piano il volto inizia ad apparire.
Due occhiali che ben conoscevo mi fissavano, due labbra che adoravo, mi sorridevano.
Io: Jude...
Non dice nulla... Stava in silenzio, guardandomi e basta.
Stavamo fluttuando insieme... Mano nella mano.
Noi due e nessun'altro...
Apro gli occhi, sentendo la voce di mio padre e del dottore parlare fuori dalla porta.
Ray: davvero?
Dottore: si signore... A quanto pare è risultata positiva ai test...
Il resto del discorso mi arriva ovattato... si erano allontanati.
Mi guardo intorno, nella stanza: le persiane erano state chiuse, la sedia accanto al mio letto era vuota.
C'era solo una piccola luce che entrava dal basso della finestra...
Silenzio, proprio come nel mio sogno...
Biip... Biip...
Ed ecco che quell'aggeggio inzia a fare rumore... sento i suoi "biip" arrivarmi all'orecchio.
Silenzio, poi il rumore della macchina. C'era solo questo nella stanza.
Riuscivo persino a sentire il battito del mio cuore.
Mi fisso le mani: erano pallide ed ora tutti e due le braccia avevano un ago.
Chissà quanto ho dormito...?
Giro la testa verso destra, dall'altro alto della prota d'ingresso...
C'era una porta, bianca come le pareti. Doveva trattarsi del bagno, sicuramente.
La stanza era decorata con solo un letto, dove c'ero io, ed un cassettone. Nulla di più, nulla di meno... esclusi ovviamente gli aparecchi elettronici dei dottori.
Sento di nuovo due voci, poi
La maniglia della porta si abbassa e il dottore entra nella stanza.
Giro la faccia verso la persona che è entrata.
Aveva in mano una cartella crinica e la teneva davanti al petto, vicino al cartellino col nome.
Portava gli occhiali ed aveva dei capelli neri, un po' scompigliati.
Dottore: vedo che ti sei svegliata... come ti senti?
Stavo per rispondere, quando vedo dietro di lui mio padre.
Lo supera e subito si inginocchia al mio letto...
Io: papà... sto meglio ora.
Sorrido.
Stavo meglio dopo queste dormite, però mi sentivo comunque debole...
Ad un certo punto, un rumorino proveniente dal mio stomaco rompe il silenzio.
Le mi guance si colorano di rosso. Era questo il motivo per il quale mi sentivo debole.
Ray: ti porto uno snack. Torno subito.
E si alza, avviandosi alla porta.
Si gira un'ultima volta e mi sorride, poi esce, lasciandomi da sola col dottore.
Lo fisso: stava controllando il monitor mentre consultava la schedina che aveva in mano.
Alza gli occhi e li fissa nei miei: mi sorride non appen aincontra il mio sguardo.
Aveva un sorriso tranquillo...
Però... gli occhi... quei suoi occhi verdi... mi strasmettevano uno strano senso di deja vù.
Non ne so il motivo, ma era così.
La maniglia si abbassa e una testa dai capelli marroni con una fascia arancione si affaccia, facendo capolino da dietro la porta.
Mark: cucù! Ehy, Annabelle!
Mark entra tutto sorridente, seguito poco dopo da Jude ed Axel.
Io: ragazzi... che ci fate qui?
Mark e Axel si avvicinano e si mettono a fondo letto, mentre Jude mi viene accanto, prendendomi la mano.
Mark: siamo venuti a vedere come stava la nostra amica, mi sembra ovvio...
Axel annuisce, poi ammicca a Jude ritornando subito dopo a fissarmi.
Axel: non la smetteva di girare per la stanza, così abbiamo deciso di venire a trovarti.
Fisso Jude che sorride, annuendo.
Ridacchio... me lo riesco ad immaginare bene: lui che cammina con le mani incrociate.
Ray: vedo che hai visite...
Mio padre entra in camera con una barretta al cioccolato in mano.
Si avvicina e me la porge.
Mi tiro su con l'aiuto delle braccia e mi metto a sedere.
Prendo la barretta, giù aperta da mio padre, e la mangio.
Dopo aver finito, poggio le mani sulle mie gambe, coperte dal lenzuolo e fisso il vuoto.
Io: papà... posso parlarti in privato?
Sento dei sospiri di sorpresa provenire dai miei amici.
Giro lo sguardo verso mio padre, non esprimendo nulla negli occhi, ma sforzando un sorriso verso di loro.
Io: posso?
Jude, Mark e Axel si guardano un attimo, poi annuiscono, mi concedono un sorriso ed escono, seguendo il dottore.
Quando l'ultimo della fila chiude la porta, ritorno a fissare il vuoto davanti a me.
Ray: che succede?
Dice, sedendosi sulla sedia accanto al letto.
Mi prende una mano.
Io: ho visto la mamma...
Lo sento trasalire.
Con la punta dell'occhio osservo la sua reazione: abbassa la testa.
Chiudo gli occhi, immaginandomela di nuovo, con quel suo sorriso, che subito viene spezzato da quella frase. La frase che ha detto prima di sparire.
Mi dispiace...
Riapro gli occhi.
Ray: mi dispiace di non essermi comportato bene...
Alza lo sguardo e mi osserva, ma io non lo ascolto.
Io: mi ha chiesto scusa...
Continuo io e sento la sua mano irrigidirsi.
Io: papà... io... sono malata, vero?
Angolo autrici
YOtobi: tan, tan, tannnnnn!
Io: :D Bella la fine vero?
Yotobi: la cosa più bella dello scorso capitolo è che lo abbiamo pubblicato il giorno prima di Ferragosto. MA dico io: pubblicarlo un giorno dopo per augurare buone feste, no?
Io: *scrolla le spalle* non c'ho pensato.
Cosa avete fatto a Ferragosto?
Io: io nulla come al solito :D
Yotobi: *sospira*
Io: comunque, quando ho letto certi commenti nello scorso capitolo, avevo paura di ritrovarmi qualche lettore sotto casa ;-;
Yotobi: e direi! C'è... ti lascio sola un giorno e tu scrivi la frase "ero morta..."! Mi sembra il minimo che tu sia ancora viva!
Io: già... *si gratta la testa* scusate tanto.
Yotobi: -.-
Ciaooooooo!!!!
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