capitolo 18

Sento delle voci a me vicine parlare.
Le avevo già sentite... Ma proprio non riuscivo a realizzare chi fossero.
Si fermano e subito il silenzio ricomincia a occupare il mio tempo.
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Una mano mi stringe la mia, tenendola stretta.
Sento un peso, anche se piccolo, provenire dalla sinistra del mio letto, poi un sospiro.
Lentamente apro gli occhi e una luce accecante mi abbaglia.
Jude stava lì, accanto a me, tenendo la mia mano stretta nella sua, con la testa bassa.
Un piccolo computer mi stava accanto, collegato col mio petto.
Ogni tanto emettav un biip noioso...
Era lo stesso rumore che facevano le macchine accanto alla mamma.
Avevo un ago nel braccio, collegato a una sacca. Dentro c'era dell'acqua...
O forse qualcos'altro... Non lo so.
Avevo una forte emicrania, non capivo bene quello che succedeva attorno a me.
Strinsi forte la mano del ragazzo seduto accanto a me che, subito, alza la testa.
Faccio un piccolo sorriso verso si lui e si alza, venendo verso di me.
Mi accarezza la guancia e sorride anche lui...
Jude: Annabelle... Come va?
Apro la bocca, cercando di far uscire la mia voce, per rispondere, ma viene solo un verso strozzato.
Gli sento sussurra uno "shhh" e mi tocca i capelli.
Non riuscivo a tenere gli occhi tanto aperti: sentivo della stanchezza lungo tutto il mio corpo, come se non dormissi da giorni.
Jude: non ti sforzare... Vado a chiamare il dottore.
E lascia la mia mano, avviandosi verso la porta.
Proprio in quel momento sento delle voci fuori dalla porta...
Poi la maniglia si abbassa e mio padre entra, insieme ad un signore dal camice bianco.
Giro la testa verso di loro e non appena mi vede,mio padre mi corre incontro.
Ray: oh, Annabelle... Ti sei svegliata...
Il dottore si avvicina e controlla le apparecchiature accanto a me.
Io: papà... Cosa... Cosa mi è successo?
Mio padre mi accarezza la testa, cercando di sorridere, in qualche modo.
Era buffo vederlo provarci: erano anni che non sorrideva.
Ray: hai avuto un calo di zuccheri...
Mugugno qualcosa di incomprensibile, riportando lo sguardo verso l'acqua, anzi, acqua zuccherata accanto a me.
Eppure qualcosa non mi tornava... Sì, forse era un calo di zuccheri...
Ma quando ti succede, non dovresti sentire dolore al petto, vero?
Sento gli occhi rifarsi deboli, finché non sbadiglio, non riuscendo più a trattenerlo.
Chiudo gli occhi, quando la luce del sole si fa più pesante e così risprofondo nel buio.

???: Annabelle... Ehy, Annabelle...
Una voce che non sentivo da anni, mi chiama.
Mi chiama con quel suo tono dolce, confortabile, che tutto le volte che sentivo mi faceva stare al sicuro.
Ero chiusa in me stessa, la ginocchia al petto e le braccia tenerle.
C'era buio, non una luce intorno a me, poi quella voce...
Quella voce fece apparire un piccolo raggio nelle tenebre.
Guardo verso la luce, all'inizio un po' terrorizzata, poi la risento parlare.
???: tranquilla, piccola mia... Sono io.
Una figura appare da quella luce.
Era una figura, all'inizio nera, perché la luce mi faceva vedere solo i contorni, poi iniziava a formarsi...
Aveva una vestaglia azzurra addosso, le copriva le braccia e le arrivava alle ginocchia.
Era scalza...
Aveva dei capelli neri, lunghi quasi come i miei, gli occhi erano rossi, anch'essi uguali ai miei.
Mi tese una mano, sorridendo.
Un sorriso caldo, vero, uno di quelli che mi faceva sempre sentire calore al petto, quello che adoravo.
Afferro la sua mano e sento che mi tira su.
Tiene l'altro braccio aperto...
Un odore forte, quell'odore, mi invade le narici...
Io: Mamma...?
Yumi: ... Tesoro... Sono io.
La vedo risorridere e subito mi butto fra le sue braccia.
Inizio a piangere, bagnando la sua camicia...
Mi accarezza la schiena, cercando di calmarmi.
Io: mamma... Perché? Perché mi hai lasciato?
Yumi: shh... Non importa... Ora sono qui, no?
Mi stacco e la guardo in faccia.
Già, ha ragione... Chissene... Lei era qui... Qui con me.
Mi asciugo le lacrime e sorrido.
Mi prende la mano ed inizia ad inccamminarsi verso la luce.
Io: mamma, dove stiamo andando?
Yumi: ti va di venire con me?
Annuisco.
Volevo stare con lei... Mi è mancata tantissimo: in tutti qeusti anni ho sempre sperato di ritrovarla.
Poi si ferma, si gira verso di me e si inginocchia, arrivando alla mia altezza.
Appoggia le sue mani sulle mie spalle e mi guarda, preoccupata.
Yumi: in realtà, non voglio tu venga con me...
Io: ma, mamma... Io voglio stare con te.
Mia madre gira lo sguardo verso sinistra.
Lo giro anch'io e subito qualcosa dentro al petto inizia a battere e le lacrime ricominciano a farsi sentire.
C'ero io... Stesa su un letto. Mio padre era di spalle e tremava.
Jude... Jude aveva la testa sulla mia pancia e piangeva.
Mark era a terra e urlava, mentre Axel teneva in mano una mia foto, dove sorridevo insieme a tutti loro.
Celia e Silvia erano poco distanti dal mio letto e piangevano, abbracciate l'une alle altre...
Ero... Ero morta.

Angolo autrici
Io: HOLA AMICHE.
Yotobi; ma buonasera. Felici che abbiamo aggiornato prima? Speriamo di .
Io: noi ci siamo dette di iniziare a scrivere e provare a pubblicare prima i capitoli.
Coscienza: cosa impossibile -_-
Yotobi; grazie per la fiducia, Cara Amica Coscienza. *la butta giù dal palco*
Io: *sospira* muori va... *tossisce* bene, vi salutiamo con un caloroso abbraccio tipo quello della mamma di Annabelle.

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